Lettres italiennes, 
rubrica a cura di Corrado Conforti

Corrado Conforti, nato a Roma nel rione Castro Pretorio (a due passi da stazione Termini) ha studiato lingue e letterature straniere presso l'università la Sapienza (ancora a due passi da stazione Termini). Non ancora laureato ha cominciato a lavorare come insegnante di italiano per stranieri alla scuola Dilit di via Marghera (come sopra riguardo la stazione Termini). Siccome sempre a due passi da stazione Termini si trova anche il cimitero del Verano (dove riposa tutta la famiglia), prima del passo definitivo, nel 1991 ne ha fatto uno verso la suddetta stazione, salendo su un treno che lo ha portato in Germania, paese in cui da vent'anni vive lavorando come lettore di italiano presso l'università di Eichstätt.

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Roghi

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Corrado Conforti

Monaco, 6 marzo 2014.
Ne ha parlato qualche settimana fa anche la SZ (Süddeutsche Zeitung, quotidiano di Monaco di Baviera, ndr) in un articoletto in ultima pagina firmato dalla brava corrispondente dall’Italia Andrea Bachstein. In uno dei tanti quiz televisivi, alla domanda del conduttore “In quale anno Adolf Hitler venne nominato cancelliere”, tre concorrenti hanno risposto nell’ordine: 1948, 1964, 1979. Solo il quarto ha dato la risposta giusta (1933), ma solo perché le date erano già presenti sui monitor, e compito dei concorrenti era solo quello di sceglierle. Tanta ignoranza ha provocato parecchi commenti, fra i quali uno divertito e preoccupato di Umberto Eco nella sua rubrica bisettimanale sull’Espresso.

Siamo un popolo di ignoranti? Si è chiesto qualcuno. La risposta è ovviamente sì, ma ignoranti nel senso peggiore e colpevole del termine. Rispondere 1948 significa ignorare che in Europa in quella data era da tre anni finita una guerra. Rispondere 1964 significa immaginare che nei mitici anni ’60, mentre Gino Paoli cantava “Sapore di sale”, in Germania ci si preparava a internare gli avversari politici. Rispondere 1979 significa ritenere che i propri genitori (i concorrenti erano tutti piuttosto giovani) avessero conosciuto l’occupazione nazista del Paese. Scegliere quelle tre date significa, non solo non aver mai aperto a scuola il libro di storia: significa proprio ignorare cosa sia il passato (a parte quello personale fatto di chissà quali insipidi avvenimenti, visti gli individui prodotti), significa, al pari di un animale, vivere in un eterno presente, fatto di appagamento dei bisogni primari e nient’altro.

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Gestualità

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Corrado Conforti

Monaco, 21 dicembre 2013
Nel lontano 1832 il canonico procidano Andrea de Jorio pubblicava a Napoli un ponderoso volume dal titolo accattivante La mimica degli antichi investigata nel gestire napoletano, nel quale, con piglio scientifico, analizzava la già allora celebrata gestualità partenopea. Il testo era corredato da incisioni che raffiguravano alcuni dei gesti descritti, una buona parte dei quali è sopravvissuta, mentre un'altra, come accade anche alle parole e ai modi di dire, è stata progressivamente espunta da quella che gli esperti definiscono “comunicazione non verbale”, oppure è rimasta limitata ad alcune aeree geografiche, senza diffondersi sull'intero territorio nazionale.

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Iperrealismo

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Zu den Begründern des Hyperrealismus zählen die amerikanischen Bildhauer Duane Hanson und John De Andrea. Maurizio Cattelan kommt gebürtig aus Padua und gestaltet lebensecht wirkende Figuren. Er inszeniert skurrile und provokante Situationen.  Zu seinen bekanntesten Werken zählen die Figur von Papst Johannes Paul II, der von einem Meteoriten getroffen wird und ein klein und unschuldig wirkender Adolf Hitler.

Corrado Conforti

Monaco, 12 ottobre 2013
L'iperrealismo è una corrente artistica nata negli Stati Uniti negli anni '70 del secolo scorso il cui proposito principale (se non esclusivo) è quello di riprodurre la realtà con una tale precisione, da superarla in realismo, così da creare nell'osservatore una forte sensazione di estraneità. Se le prime realizzazioni di tale corrente sono state pittoriche e fotografiche, i risultati più convincenti sono stati però raggiunti (almeno a opinione di chi scrive) nel campo della scultura, soprattutto da artisti come Duane Hanson e John De Andrea, i quali, nella meticolosa riproduzione dei loro soggetti, sono ricorsi a materiali sintetici come le resine e i polivinili, proprio per esasperare la realtà, in modo da renderla altro da sé. Per questa ragione Hanson ha raffigurato nei suoi lavori soprattutto il ceto medio americano, fissato nel suo tempo libero e nel suo abbigliamento casual (camicie a fiori, bermuda, sandali, pantaloni a quadretti), mentre De Andrea ha invece privilegiato il nudo, creando perfette riproduzioni di corpi il più delle volte armoniosi e atletici. Vedere nella sala spoglia di un museo individui come se ne incontrano in strada o al supermercato, ma assolutamente immobili, oppure corpi nudi fissati in un atteggiamento di assoluta indifferenza, provoca in effetti nel visitatore una strana sensazione, dovuta alla totale incongruità di quelle figure con il contesto in cui si trovano. Il risultato è appunto la sensazione di estraneità cui sopra si è accennato.

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Quando si dice il peso del nome

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Corrado Conforti

Monaco, 10 agosto 2013
Immaginate di chiamarvi Leopardi ed essere un illetterato completo. Oppure Fermi e non capire niente di fisica. O ancora Caruso e non saper articolare due note.

Certo, nessuno è responsabile del nome che porta, e il fatto che qualcuno prima di noi, con il nostro stesso cognome, abbia mostrato un talento particolare in una qualche materia, non ci obbliga a tentare di ripeterne le imprese.

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Scemo e più scemo

Chissà qual è stata la prima coppia comica della storia? Chissà quale cultura l'ha partorita? Chissà da chi era formata?

Corrado Conforti

Monaco, 31 maggio 2013

A dar retta a Wikipedia, pare che la nascita del duo comico risalga alla fine del XIX secolo, agli anni cioè dei primi music hall inglesi, quando, per permettere che nella confusione regnante in platea le gags del capocomico fossero comprese, si inventò il ruolo dello stolto, di colui cioè che, accompagnandosi al personaggio per così dire “positivo”, ne ripete le battute, caricandole di un surplus ridicolo.

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L'ennesimo profeta

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Corrado ConfortiCola di Rienzo, come raffigurato nel monumento ottocentesco al lato della Cordonata, a Roma (Wikipedia.it)

Monaco, 8 marzo 2013.
Nell'aprile o forse nel maggio di settecento anni fa nasceva a Roma, da un taverniere, Lorenzo (Rienzo), e da una lavandaia, Maddalena, un uomo che per alcuni anni avrebbe sconvolto la vita di quella che era stata la capitale del mondo e che, in quel lontano 1313, era poco più di un villaggio di case basse sparse fra le rovine del suo straordinario passato. Al bambino venne dato il nome di Nicola, e poiché all'epoca il cognome era costituito dal solo patronimico, il futuro tribuno sarebbe stato conosciuto come Cola di Rienzo, e con tale nome sarebbe passato alla storia. In quell'anno le condizioni di Roma erano assai miserevoli: una certa rinascita avviata dal giubileo di tredici anni prima era stata bloccata dal trasferimento della sede papale in Francia;

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Fratelli GrimmIl nostro Rumpelstilzchen

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Corrado Conforti

Monaco, 14 gennaio 2013.
Anni fa in un articolo apparso su La Repubblica lessi che da qualche parte in Germania qualcuno aveva scoperto le radici storiche della celebre favola di Hänsel e Gretel.

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Cuori e lucchetti

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Corrado Conforti

Monaco, 1 ottobre 2012.
Nella piazza che da bambino attraversavo ogni giorno per andare a scuola c‘era, e per fortuna c’è ancora, un platano sul tronco del quale tanti anni fa qualcuno, con un temperino, aveva inciso un cuore. L’incisione era stata abbastanza profonda, perché ci volle del tempo prima che la corteccia, rinnovandosi, lo cancellasse.

In quel cuore, eseguito anche con una certa destrezza, c’erano, mi pare di ricordare (ed è abbastanza probabile che ci fossero), anche due lettere: le iniziali dei due innamorati, delle quali però ho perso il ricordo. Cosa ne sia stato del loro amore mi è ovviamente ignoto, ma è probabile che, esattamente come il cuore che voleva eternarlo, sia progressivamente impallidito fino a svanire del tutto. È raro infatti che gli amori giovanili durino più di qualche stagione.

Di cuori incisi sui tronchi ne ho visti poi degli altri; ma non a lungo.

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Il nostro Kaspar Hauser

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Corrado Conforti

München, 1 maggio 2012.
Il 28 maggio del 1828 a Norimberga, in un pomeriggio in cui a causa della Pentecoste le strade erano deserte, apparve improvvisamente un ragazzo dall'apparente età di sedici-diciassette anni. Era vestito in modo trasandato e camminava con difficoltà. Un calzolaio che lo vide passare, lo accolse a casa sua per consegnarlo poi ai gendarmi. Il ragazzo sembrava non capire le domande che gli venivano rivolte, e non era in grado di scrivere nient'altro che il suo nome. Con una grafia incerta vergò poi su un foglio di carta un nome e un cognome: Kaspar Hauser.

Fu questo l'inizio di un mistero che affascinò l'intera Europa e che, negli anni successivi e fino ai nostri giorni, ha prodotto una letteratura sterminata: narrazioni, saggi, opere teatrali, sceneggiati radiofonici, documentari televisivi e ben cinque film.

Mentre si cercava di districare il mistero, Kaspar venne affidato a un tutore, e con questo, rivelando una vivissima intelligenza, in poche settimane imparò a parlare e a scrivere, mostrando anche una spiccata inclinazione per il disegno. Il 7 luglio dello stesso anno, ossia soltanto sei settimane dopo la sua comparsa, Kaspar scrisse una relazione in cui raccontava il suo passato.

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Deliri padani

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Corrado Conforti

Monaco, 12 febbraio 2012
Chi se ne andasse in giro per le strade della vecchia Roma, scoprirebbe ogni tanto, sul muro di qualche antico edificio, delle altrettanto antiche edicole mariane circondate da piccole lapidi riportanti l'acronimo P.G.R. (per grazia ricevuta). Sotto alcune di tali immagini, prive di solito di valore artistico, compare a volte una lapide più grande che ricorda come, nell'anno di grazia 1796, quel ritratto della madre di Nostro Signore abbia a un tratto mosso gli occhi o, addirittura, lacrimato. La cosa non sorprenderà: è noto che Maria, non soltanto in Italia, ama di tanto in tanto mostrarsi e, a volte, addirittura rivolgersi a delle anime pure, solitamente dei bambini.

Nessuno ignora le apparizioni di Lourdes e quelle ancora più straordinarie di Fatima, nelle quali ultime l'Immacolata consegnò ai tre pastorelli tre messaggi (chiamati “segreti” e progressivamente poi svelati) il secondo dei quali annunciava la seconda guerra mondiale e lamentava l'affermarsi, proprio in quei giorni del 1917, del comunismo in Russia.

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Date a Cesare...

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Corrado Conforti

Monaco, 8 dicembre 2011.
Chissà cosa faceva Caterina Solazzi nella sua tranquilla e certo a quei tempi noiosa Senigallia in quell'otto dicembre di esattamente 220 anni fa? Caterina, che aveva sposato il conte Girolamo Mastai Ferretti, era alla sua nona gravidanza, e, nella primavera dell'anno successivo, avrebbe partorito un bambino al quale sarebbero stati dati i nomi di Giovanni Maria Battista Pellegrino Isidoro; una volta diventato adulto, costui, per meriti (pochi) e demeriti (tanti), sarebbe poi passato alla storia.

Nato il 13 maggio del 1792, Giovanni Maria era stato certo concepito nell'agosto precedente. Concepito, come tutti noi, nel peccato originale trasmessogli, almeno secondo Agostino d'Ippona, attraverso la concupiscenza dei genitori; e tuttavia dai medesimi da quel peccato mondato, grazie al battesimo ricevuto, nello stesso giorno della sua nascita, nel duomo della città natale.

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Le cravatte del devoto

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Corrado Conforti

Monaco, 8 novembre 2011.
Nomen omen dicevano i latini, a significare che spesso un nome contiene un destino. Il passato italiano offre non pochi esempi di questo curioso fenomeno (da Giovanni Fontana, che disegnò il “Fontanone” dell'Acqua Paola a Roma, a Antonio da Ponte, che eresse il Ponte di Rialto a Venezia). Il presente ne offre almeno uno con Paolo Bonaiuti, portavoce del Presidente del Consiglio.

Qui andrebbe forse aperta una parentesi contenente qualche considerazione su questo strano lavoro che consiste nel parlare al posto di un altro, esprimendo dunque non le proprie opinioni,

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Le mot de Cambronne

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Corrado Conforti

Monaco, 13 ottobre 2011.
La straordinaria carriera militare di Pierre Jacques Étienne Cambronne inizia nel 1792, quando il ventiduenne bretone si arruola volontario nel corpo dei granatieri. Nel giro di pochi anni, partecipando alle guerre napoleoniche, sale tutti gradini della gerarchia militare, fino a ottenere, sul campo di battaglia di Hanau, il grado di generale. Segue poi Napoleone all'Elba e durante i Cento Giorni, e con l'Imperatore partecipa all'ultimo atto della grande avventura napoleonica sul campo di Waterloo dove Cambronne passa dalla storia alla leggenda. Circondato dagli inglesi, rifiuta di arrendersi, nonostante questi, a riconoscimento del suo straordinario valore, quasi lo implorino.

“La guardia muore, ma non si arrende” pare abbia pronunciato in quell'occasione. Infine, spazientito dalle esortazioni degli avversari che non vogliono lasciarlo morto sul campo, “Merde!” grida all'indirizzo dei britannici, cadendo poi colpito da ripetuti colpi di fucile.

Cade, ma non muore Cambronne e, a questo punto, come già detto, entra nel mito.

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Il sindaco e le puttane

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Corrado Conforti

Roma, 30 agosto 2011
Esattamente novant'anni fa squadre di giovanotti prepotenti e parecchio ottusi scorrazzavano per l'Italia assalendo e distruggendo sedi sindacali e di partiti di sinis
tra. Vestivano la camicia nera e scandivano uno slogan altrettanto ottuso: “Me ne frego!”. Che, a rigore, nel suo cieco individualismo, non potrebbe essere slogan politico, ma che pure in quegli anni di confusione successivi alla prima guerra mondiale poté diventarlo. E per quella stessa confusione quello che era un movimento formato da violenti, da devianti e da asociali si trasformò, una volta fattosi filo-capitalista, conservatore e clericale, in un partito che tenne in mano il Paese per un ventennio pieno.

Tornando alle bravate cui sopra si è accennato, va detto en passant che queste, solo raramente contrastate dalle forze dell'ordine (e quando lo furono i nostri spavaldi se la diedero sempre a gambe), si concludevano spesso con una visita ai bordelli della città assalita.

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Le roi boiteux

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Corrado Conforti

Monaco, 7 luglio 2011.
In una canzone di Gustave Nadaud, cantautore ante litteram vissuto tra il 1820 e il 1893, si racconta di un re che, claudicante alla gamba sinistra (la canzone si chiama appunto Le roi boiteux, il re zoppo), impone ai suoi cortigiani di camminare esattamente come lui, vale a dire zoppicando. Un giorno però si presenta alla sua corte un nobile di provincia il quale, ignorando il curioso costume, procede esibendo un'andatura perfettamente simmetrica.

Il potere, specialmente quando è assoluto, dà alla testa, lo sappiamo tutti. Anzi, si può dire che proprio il fatto di non avere la testa completamente a posto, spinge alla ricerca del potere assoluto; e il suo raggiungimento non migliora certo la situazione.

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Pouro cretin!

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Corrado Conforti

11 maggio 2011
Pouro cretin!
Prima che traduciate male la locuzione, ve la traduco io. Significa in vallese, ossia nel dialetto dell’omonimo cantone svizzero confinante a sud con l’Italia e a ovest con la Francia, “povero cristiano!”; ed è un'espressione di compatimento, di cui forse la versione più diffusa in Italia è “povero Cristo!”. Perché sono ricorso alla forma vallese? Lo scoprirete più avanti se avrete la pazienza di leggermi.
Pouro cretin
è dunque chi vive una vicissitudine. Ma lo è anche chi si esprime senza saper bene quello che dice, perché, in un’anima superiore, l’ignoranza non genera risentimento ma, appunto, compassione. E l’esempio più alto in questo senso ci viene proprio da Gesù Cristo, il quale, secondo il vangelo di Luca, implora morente la clemenza di Dio per i suoi aguzzini. “Padre – pronuncia prima di spirare – perdona loro, perché non sanno quello che fanno” (Luca 23:33-34).
Visto che ho nominato Cristo, rimaniamo in ambito cristiano e andiamo a leggere le parole di uno che,

in quanto docente di storia del cristianesimo presso l'Università Europea di Roma, ne sa in materia, o almeno ne dovrebbe sapere, molto più del sottoscritto.

Alcuni mesi fa, dunque, il professor Roberto De Mattei, titolare della cattedra cui sopra ho accennato, ha sostenuto,

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Proprietà di linguaggio

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Corrado Conforti

Monaco, 15 aprile 2011.
In un bel film di qualche anno fa Silvio Orlando, nel ruolo di un giornalista progressista, rimproverava la sua compagna, interpretata da Laura Morante per i suoi accostamenti fra sostantivi e aggettivi. Cecilia (così si chiamava la Morante nel film) chiamava “simpatica” un'insalata di pomodori, “geniale” un succo di frutta, “scomodo” un film  e “pazzesco” un negozio di alimentari. Sandro (questo era  il nome di Orlando) cercava di spiegarle che geniale poteva essere un film e scomodo semmai un negozio di alimentari; quanto all'insalata di pomodori, questa poteva essere buona, cattiva, fresca, marcia, ma pazzesca mai e nemmeno simpatica.
Sandro / Silvio, insomma, cercava di illustrare a Cecilia / Laura l'importanza di quella che si chiama proprietà di linguaggio, vale a dire  la capacità di esprimersi usando sempre i termini appropriati.

Ogni lingua dispone di un numero altissimo di parole, ma ancora più numerosi sono i significati che queste possiedono e che assumono a seconda del contesto nel quale appaiono. Faccio il primo esempio che mi viene in mente, ma sono sicuro che ognuno di voi ne troverebbe di più calzanti. Prendiamo il verbo “avvertire”. Il suo significato è quello di percepire (“Ho avvertito dei rumori in casa”), ma anche quello di “avvisare” (“Ho avvertito la polizia”).

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Scarpe rosse

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Man geht davon aus, dass die katholische Kirche in Italien jährlich circa eine Milliarde Euro an Kirchensteuer erhält. Rechnet man die verschiendenen Steuererleichterungen dazu, bekäme der Vatikan vom Italienischen Staat ungefähr sechs Milliarden Euro. Wenigsten die Schuhe könnte die Kirche bezahlen.

Corrado Conforti

Nel 1534 François Rabelais, il grande scrittore francese autore di Gargantua e Pantagruel accompagnò a Roma, in qualità di suo segretario, il vescovo di Parigi Jean du Bellay. Giunto al cospetto del papa, il prelato in segno di omaggio si inchinò, come richiedeva il cerimoniale, per baciargli la pantofola. Quando fu il turno di Rabelais, questi rimase per qualche secondo immobile, poi, rispondendo ai tanti sguardi che gli chiedevano conto delle sue esitazioni, disse che se un personaggio tanto illustre aveva baciato la pantofola al pontefice, cosa avrebbe dovuto baciargli lui che era persona di nessun riguardo. Rendendosi poi conto di come la sua frase potesse essere interpretata e delle conseguenze che essa avrebbe potuto avere per lui, si precipitò in strada e, montato a cavallo, si allontanò sotto un diluvio torrenziale.

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De pulchritudine

 Schönheit und Intelligenz sind zwei Eigenschaften, die sich wohl nicht eindeutig und endgültig messen lassen. In Hinblick auf die Schönheit sagt ein Sprichwort, dass man über Geschmack streiten kann und die bisher entwickelten Intelligenztests sind allesamt umstritten. In einer TV-Show urteilte Silvio Berlusconi auf seine ganz besondere Art und Weise über die Eigenschaften der Oppositionspolitikerin Rosy Bindi.

 Corrado Conforti

“Che ggran dono de Ddio ch’è la bbellezza!” dichiara all’inizio di un suo sonetto del 1834, il grande poeta romanesco Giuseppe Gioachino Belli; il quale corrobora poi l’affermazione con una gustosa serie di considerazioni sull’avvenenza fisica, avvenenza – va detto – solo femminile. Belli non era certo il primo a occuparsi dell’argomento. In tutta la letteratura italiana, la bellezza viene costantemente celebrata. Già a partire dal padre delle nostre lettere, Dante Alighieri, che si innamora della sua Beatrice quando questa ha appena nove anni. Di lei dirà nella “Vita nuova” (ma la bambina nel frattempo è cresciuta), che “de li occhi suoi (...) escon spirti d’amore infiammati”. Tanta grazia non è tuttavia per Dante un motivo di concupiscenza, bensì uno strumento per accedere alla virtù e dunque a Dio. Concezione condivisa più o meno anche da Petrarca, il quale ci presenta comunque una Laura assai più sensuale della giovanissima Beatrice. Il grande poeta ne canterà “le belle treccie sopra ‘l collo sciolte” e “le guancie ch’adorna un dolce foco”. Con Boccaccio l’attenzione alla bellezza femminile si faassai meno spirituale; mentre con l’“Orlando furioso” di Ludovico Ariosto la letteratura italiana acquisisce versi sensuali come i seguenti dedicati alla bellissima Alcina: “Bianca nieve è il bel collo, e ‘l petto latte; / il collo è tondo

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Odonomastica

Durch die Erweiterung und Vergrößerung der Städte nehmen auch die Probleme der Onomastik (Ortsnamenkunde) zu.

Corrado Conforti

Mi raccontava mia madre che durante il Ventennio circolava la seguente barzelletta. “Ma insomma – si lamenta Mussolini con un suo sottoposto – è possibile che con tutto quello che ho fatto per questo paese, nessuno abbia ancora pensato a intitolarmi una strada?” “Ma eccellenza – risponde contrito il subordinato – noi ci abbiamo provato; e infatti abbiamo messo all’inizio di un’importante arteria una targa con su scritto Via Mussolini”. “Ebbene?” replica il Duce stizzito. “È che il giorno dopo – conclude il brav’uomo – qualcuno ci ha scritto sotto ‘Magari!’”

Sarà forse per evitare questo rischio che le vie si intitolano solo a chi è trapassato; sempre che costui o costei abbia fatto in vita qualcosa di buono o che almeno tale sia apparso ai posteri. Quella che sembra a me, e credo anche a voi che mi leggete, una prassi ovvia, non deve invece aver convinto del tutto Marco Siclari, vice capogruppo del Pdl (Popolo della libertà in futuro forse Partito dell’amore) al Consiglio comunale di Roma, il quale ha spinto il proprio ragionamento oltre i confini dell’ovvietà. “Se – si deve esser chiesto Siclari – qualcuno ha dei meriti, come avrebbe potuto vederseli riconoscere se non fosse nato?” Ragionamento che non fa una grinza. “Di conseguenza – avrà continuato il Nostro – se qualcuno si è distinto in vita, il merito è anche di chi quella vita gliel’ha data, vale a dire della mamma”.

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Damnatio memoriae

Von jeher ist die Stadt Rom „historischen Korrekturen“ unterworfen worden und ihre Denkmäler und Bauwerke, aus diesem Grund oft verunstaltet oder verstümmelt, bezeugen es. Der Autor des Artikels erzählt, wie im 19. Jahrhundert Papst Pius, IX sogar den Tagesrhythmus veränderte, um die Erinnerung an Napoleon („damnatio memoriae“) auszuradieren. Heutzutage ist es der neue Bürgermeister, der das „damnatio memoriae“ für architektonische Werke oder kulturelle Veranstaltungen beschließt, die nicht auf seiner Linie sind.

Corrado Conforti

A Roma, a pochi metri dal colonnato di San Pietro, si trova uno dei più straordinari complessi architettonici e artisti della città, ricco, oltre che di bellezze, di memorie secolari. Pochi lo visitano e invece il complesso del Santo Spirito meriterebbe assai di più di quel frettoloso sguardo che gli dedica qualche turista. Se vi trovaste perciò un giorno a passare da quelle parti, vi consiglio di entrare almeno nel cortile dell’edificio situato fra la chiesa e l’ospedale, il cosiddetto Palazzo del Commendatore. Oltre ai loggiati affrescati vi attende una sorpresa: l’orologio barocco che, dall’attico a cui è aggrappato, domina l’intera corte. Si tratta di un orologio molto particolare, non tanto per il cappello cardinalizio che lo adorna o per la lancetta a forma di salamandra, bensì per il curioso quadrante sul quale spiccano, al posto delle consuete dodici, sei sole cifre. L’orologio segna infatti o, per meglio dire segnava, l’ora cosiddetta “romana”.

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Mens insana in corpore insano

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Bereits die alten Römer wussten, dass ein gesunder Geist in einem gesunden Körper wohnt. In Zeiten des Fitnesswahns wird Sport aber meist nur noch aus modischen Gründen betrieben.

Corrado Conforti

Come tutti gli anni, anche quest’anno ai primi di settembre ho trascorso una settimana al mare a poco più di trenta chilometri da Roma. Il posto, va detto, non è un granché, ma ha il merito di avere a disposizione un’ampia spiaggia libera la quale, sebbene tutt’altro che pulita, mi consente di starmene tranquillo al sole, lontano da bambini che piangono, aspiranti calciatori e instancabili tennisti.

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Lettres italiennes

Tempo pieno

Ein paar Gedanken zur Ausbildungspolitik der Regierung in Italien… - was wird nur aus den Kindern einer Kulturnation!“

Corrado Conforti

“Non vedo lʼora che ricomincino le scuole!” Quante volte ho sentito pronunciare questa frase a mia madre esasperata da noi tre figli quando a settembre, dopo quasi tre mesi di vacanze estive, non sopportava più le nostre continue liti. Allora le scuole iniziavano ad ottobre e la povera donna contava i giorni che la separavano dalla data in cui, almeno la mattina, avrebbe avuto un po’ di pace. Solo la mattina però, perché poi, ritornati a casa, noi figli avremmo cominciato di nuovo a litigare. O comunque ad occuparla. Perché ci avrebbe seguito nei compiti, ascoltandoci mentre ripetevamo la poesia da imparare a memoria, aiutandoci a risolvere il problema di matematica e, a volte, addirittura, scrivendo lei il tema che ci era stato assegnato.

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Roma: vandali storici e vandali contemporanei

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Es ist nicht nötig, die Stadt Rom großartig vorzustellen oder anzupreisen. Aber was ist mit ihren Bewohnern? Der Autor dieses Artikels ist selbst Römer und behauptet, dass die “Ewige Stadt” schöner wäre, wenn einige ihrer Bürger sich anderswo niederlassen würden.

Corrado Conforti

“Null’altro saprei dire di questo popolo se non che è gente allo stato di natura, gente che, in mezzo agli splendori e alle solennità della religione e dell’arte, non si scosta d’un capello da quel che sarebbe se vivesse nelle grotte e nei boschi”.
Non sono parole mie. Le ha scritte Johann Wolfgang Goethe il 24 novembre 1786 nel suo diario redatto a Roma, dove era arrivato il 29 ottobre dello stesso anno. Nelle righe sopra riportate il grande letterato sembra rendersi conto per la prima volta, dopo l’iniziale entusiasmo, di quello che erano gli abitanti della città da lui tanto amata.

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Sulla falsariga delle Lettere persiane di Montesquieu abbiamo immaginato lo stupore di due extraterrestri di fronte all’Italia di oggi

Die politische Situation Italiens wird aus der Perspektive der Außerirdischen beschrieben. Ein Vergleich mit den „persischen Briefen“ von Montesquieu,   welche das damalige Frankreich aus der Sicht zweier Perser wiedergeben

Corrado Conforti

In Italia non se n’è accorto nessuno (o almeno non mi sono accorto io che qualcuno se ne sia accorto); in Francia credo proprio di sì. Ad ogni modo nell’anno che se n’è appena andato cadeva il 250° anniversario della morte di Charles Luis de Secondat, barone di La Brède e di Montesquieu, feudo quest’ultimo con cui il nome del celebre filosofo è universalmente conosciuto.

Se tale nome a qualche lettore non dice niente (ma spero proprio che invece dica molto) dirò che il barone è stato uno dei massimi rappresentanti di quella composita corrente di pensiero che siamo soliti definire “Illuminismo”, e che, senza le sue riflessioni, l’ancien régime, con il suo bagaglio di discriminazioni e angherie,  sarebbe durato forse qualche decennio di più, mentre la Rivoluzione Francese non sarebbe probabilmente diventata quella fucina di libertà che, a dispetto di chi ne ricorda solo le stragi, invece realmente fu.

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Il palazzo della discordia

Due ministeri si contendono le sale di uno degli edifici più belli del barocco romano

Seit 50 Jahren ist es ein Wechselspiel von kafkaesken Ausmaßen, das vom Kultur- und Außenministerium ausgetragen wird. Die Verantwortlichen verhindern den Umzug der Städtischen Pinakothek mit ihren verschiedenen Museen, in die sie im Moment aufgeteilt ist, in die Räume des Palazzo Barberini. Dort befindet sich stattdessen der "Circolo Ufficiali delle Forze Armate".

Corrado Conforti

Se vi capitasse quest’estate di fare un salto a Roma, magari per rendere omaggio al nuovo papa bavarese, vi consiglio di dedicare almeno mezza mattinata alla visita di Palazzo Barberini, uno dei capolavori del barocco romano, alla cui edificazione hanno collaborato, fra gli altri, i due grandi rivali – uno fortunato, l’altro assai meno – dell’architettura dell’epoca: Gianlorenzo Bernini e Francesco Borromini.

Dell’edificio vi stupiranno la sua armoniosa facciata a tre ordini, la magnifica scala elicoidale interna e la preziosa collezione di quadri ospitata nelle sue splendide sale. Vi stupirà ancora, se lo percepirete, un penetrante profumo di rosticceria che a volte si avverte all’ingresso. Invano però, poiché certi odori stuzzicano l’appetito, cercherete di soddisfare l’acquolina che nel frattempo vi sarà venuta in bocca.

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