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- Pubblicato Giovedì, 07 Agosto 2014 13:55
IN PIAZZA TUTTI INSIEME
In occasione della Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea il Consolato e l’Istituto di Cultura di Monaco hanno organizzato rispettivamente il 18 e il 26/27 luglio due importanti manifestazioni culturali alle quali sono stati chiamati a fare da protagonisti gli artisti italiani residenti nel capoluogo bavarese.
Gli eventi hanno avuto un grande successo di pubblico, in particolare la festa italiana “L’Europa siamo noi – Wir sind Europa” che ha avuto luogo per due giorni consecutivi a Odeonsplatz e nelle sale della Hypovereinsbank.
Ideata e preparata a tempo di record da collaboratori competenti, sostenuti dal trascinante ottimismo del nostro Ministro Filippo Scammacca del Murgo, la manifestazione si è svolta in maniera praticamente perfetta: ne è risultata una festa allegra ed interessante in cui si sono incontrati, in un’atmosfera di grande amicizia, ospiti sia italiani che tedeschi.
(LEGGI ANCORA) Per un tale evento non si poteva scegliere un luogo migliore, ci ha ricordato il sindaco della città Dieter Reiter, una piazza sulla quale si affacciano la Loggia dei Marescialli, la Residenza, il Giardino di Corte, la chiesa dei Teatini ed il Caffè Tambosi
Gli artisti, i circoli culturali, le associazioni, i gastronomi e anche ospiti d’eccezione, che nei diversi generi hanno partecipato al ricco programma, sono stati tutti molto apprezzati. All’evento hanno rivolto molta attenzione anche i media tedeschi.
I nostri anziani ci raccontano che fino a più di vent’anni fa – in tempi evidentemente migliori – le Istituzioni e le associazioni italiane regionali o politiche di Monaco organizzavano in sinergia, regolarmente, manifestazioni che duravano più giorni. Raccontano come in queste feste ci si incontrasse e ci si sentisse una vera comunità...
È proprio questa la sensazione che abbiamo avuto la settimana scorsa alla Festa Italiana. Una sensazione di amicizia e di comunanza.
Nonostante diffidenza e sarcasmo da parte di chi ha messo in dubbio le nostre capacità organizzative, la festa è stata un grande successo.
Sappiamo bene che gli attuali disservizi delle Istituzioni sono dovuti ai tagli al personale imposti dalla politica italiana, e di ciò soffriamo tutti. Ci è stato però dimostrato che, se ci s’impegna, è possibile almeno organizzare una ricca manifestazione culturale di qualità.
In questo particolare momento in cui il flusso migratorio dall’Italia si è intensificatoaci sentiamo di esprimere l’urgente necessità di fare incontrare i “vecchi” con i “nuovi”, di sentirci una vera comunità con tutti gli aspetti sociali, di mentalità e di cultura che ci distinguono.
Complimenti signor Ministro, è stata un’ottima idea! Alla prossima?
Gianni Minelli
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- Pubblicato Lunedì, 03 Febbraio 2014 07:57
UNA QUESTIONE DI FIDUCIA
Come cittadino italiano all’estero, il diritto di poter votare per il proprio Paese e allo stesso tempo di poter partecipare alle elezioni in Germania mi dà una grande soddisfazione perché mi fa sentire pienamente cittadino europeo. Con un retrogusto, però, un po’ amaro.
Ci si chiede se e per chi si dovrà votare alle prossime elezioni in Italia, ma è forse meglio pensarci a suo tempo perché ora proprio non saprei. E soprattutto: quando ci saranno? Mille chiacchiere, talvolta mille urla, anche selvagge, ed una “cucaracha que non puede camminar…” la nostra Italia, ormai una burlesque appesantita e tanto cambiata. (In peggio ;-( ).
Si può capire - ed è tema di questi giorni - che una legge politica di base, come quella elettorale, possa richiedere una grande attenzione e tante discussioni, ma… Il lungo telegiornale italiano, programmi interi che durano ore monopolizzati dalle discussioni politiche… Mi pare, ma sbaglierò, che nel telegiornale tedesco (di solito un quarto d’ora) vengano riportati invece davvero solo i fatti.
Vivendo qui da ormai diversi lustri sono abituato a pensare che un problema come quello carcerario possa venire “semplicemente” risolto costruendo nuove carceri. In Italia se ne discute da decenni ed ora si è parlato di degrado, la Commissione europea ci ha addirittura “condannato” a risolvere il problema entro maggio. E come…? La soluzione “d’emergenza”, quella dell’indulto, per quanto comprensibile, mi sembra quasi uno schiaffo a tutti gli italiani onesti. Non credo che in Italia mancherebbero forze lavoro per costruire nuove strutture carcerarie!
Sono certo quindi che parteciperò alle prossime votazioni del 16 marzo per l’elezioni comunali bavaresi, perché, in confronto all’Italia, qui l’amministrazione politica mostra di essere più propositiva ed effettiva e i risultati sono spesso sotto ai nostri occhi.
Tra i candidati per la circoscrizione di Monaco ci sono tre presenze italiane: la siciliana Daniela Di Benedetto, 39 anni, che corre nella lista del SPD, e Elfi Padovan, 70 anni, nella lista de "DIE LINKE“, presso il cui direttivo è molto attiva da anni. Per il Bezirksasschuss (Consiglio di quartiere) di Berg am Laim si presenta Walter Tagliabue nella lista del SPD.
Vorremmo che i nostri rappresentanti seguissero le tracce di Fiorenza Colonnella e Claudio Cumani, la prima eletta nella lista del SPD nel 1996 e “Stadträtin” (consigliera comunale) per due mandati fino al 2008, il secondo – Cumani - Presidente del Comites di Monaco dal 15 aprile 2004, da quasi dieci anni. Ricordiamo che quest’anno ci sono le elezioni europee di maggio e si dovrebbero tenere, (diciamo pure, finalmente) anche le elezioni del nuovo Comites che, contiamo, continuerà l’apprezzato percorso intrapreso dall’ancora attuale comitato.
Fiorenza e Claudio sono esempi che ci riportano ad un lungo percorso e ad un forte impegno per l’informazione, la rappresentanza e il sostegno degli italiani residenti qui, impegno che richiede, come è spesso in politica, una grande disponibilità e molti sacrifici sia professionali che personali.
Se ci sono queste condizioni ritengo che, chi ha intenzione di impegnarsi in questo senso meriti la nostra fiducia di elettori.
Ci auguriamo che i connazionali residenti qui non perdano l’occasione di esprimere il proprio voto affinchè la nostra comunità abbia un suo peso politico dentro la società che la ospita.
Gianni Minelli
Direttore di INTERVenti.net
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- Pubblicato Mercoledì, 18 Settembre 2013 05:35
E LIBERACI DAL MALE
Finalmente una buona notizia: la Costa Concordia è di nuovo “in piedi”. Le operazioni di rotazione e messa in asse della nave si sono concluse con successo. Non vedremo più le immagini della nave inclinata. Immagini che hanno fatto il giro del mondo e che per certi versi erano diventate emblematiche della situazione italiana: quella di un malato grave, coricato su un fianco, ferito dalla negligenza di chi era al comando. Negligenza, irresponsabilità, malgoverno, malaffare. Lo spazio tra questi comportamenti può essere molto sottile. In esso si annida il male. E al male basta poco per fare danni incalcolabili.
Nelle debite proporzioni la nave Concordia è rapportabile al nostro intero Paese. In primavera il relitto sarà portato via dall’isola del Giglio e l’Italia intera sarà liberata da una presenza dolorosa come una spina conficcata nelle sue membra. Ma quella della Concordia non è l’unica presenza della quale il nostro Paese ha bisogno di liberarsi.
Domani a Roma 23 senatori voteranno la decadenza dal titolo di senatore di Silvio Berlusconi, condannato in terzo (e definitivo) grado a quattro anni (di cui tre condonati con l’indulto) di reclusione per frode fiscale e all’interdizione dai pubblici uffici. Una volta decaduta la carica di senatore, la condanna dovrebbe (ancorché giuridicamente superfluo il condizionale è giornalisticamente obbligatorio) diventare esecutiva e a Berlusconi non resterà che decidere se scontarla agli arresti domiciliari o in affidamento ai servizi sociali.
L’ancora senatore Silvio Berlusconi è il capo del Partito della Libertà. Come tale, ma soprattutto come ex presidente del Consiglio e uomo di Stato quale dice di essere, avrebbe dovuto avere la sensibilità e sentire l’obbligo morale di dimettersi subito dopo la sentenza. Invece in lacrime (di coccodrillo) ha tenuto un discorso pubblico dichiarandosi vittima della magistratura e non disposto a mollare la politica per non abbandonare l’Italia nelle mani della sinistra. La rissa politica che aveva caratterizzato i suoi governi è tornata alla ribalta con insulti e minacce, in particolare quella di far cadere il governo, pronunciata dai parlamentari del suo partito. Queste persone, che non meritano di essere nominate, non sarebbero mai state elette senza Berlusconi. Tale circostanza fa di loro dei politici senza scrupoli. Disposti a tutto pur di difendere il capo del loro partito. Difendono il capo per salvaguardare se stessi e mantenere il seggio che occupano in parlamento. Questa situazione è ben nota al loro capo che fa uso del suo esercito di fedeli mezze calzette per minacciare e ricattare. Il ricatto riguarda l’uscita dalla maggioranza di governo e quindi la crisi politica, con lo spauracchio di nuove elezioni. Col risultato che un intero Paese è in ostaggio. Un intero Paese ostaggio di persone che invece di occuparsi di risolvere i problemi della gente si affannano per salvare un individuo condannato al carcere. Tutto ciò mette a rischio la tenuta democratica della nazione e mina alla base le regole della convivenza civile. Tutto ciò mette il Paese in uno stato di ansia e di paura e lo priva del bene più grande, la libertà. Ci affrancheremo mai da tutto ciò?
Domenica scorsa ho visto un film che mi è piaciuto molto: Viva la libertà.
Al termine il pubblico in sala ha applaudito fragorosamente, cosa che succede assai di rado. Ho applaudito anch’io. Il film descrive in modo ironico e leggero il mondo della politica italiana e la crisi di valori che lo caratterizza. Protagonista è un uomo politico capo del partito di opposizione che, consapevole del declino del partito e suo personale, a tale declino reagisce in modo singolare: scompare improvvisamente e si riprende la libertà perduta. Per non danneggiare il partito, al suo posto viene messo il fratello gemello, di cui neanche si sapeva l’esistenza a causa dei forti squilibri mentali che lo avevano costretto a un lungo isolamento. Professore e filosofo di grande acutezza, il gemello coglie lucidamente i mali che attanagliano l’Italia: “se i politici sono mediocri è perché i loro elettori sono mediocri e se sono ladri è perché i loro elettori sono ladri oppure vorrebbero esserlo”.
Il vero male del nostro Paese si chiama consenso. In venti anni di berlusconismo Berlusconi ha messo in piedi non solo un partito di personaggi mediocri e di scarsa qualità morale oltre che politica, ma grazie anche alle sue televisioni ha creato un sistema di non-valori e poi intorno a questo sistema ha costruito la struttura di un apparato feudale i cui vassalli, valvassori e valvassini sono i suoi seguaci e i suoi elettori. Forse ci si potrà liberare rapidamente dell’uomo politico e dei suoi parlamentari, ma la trasformazione della società italiana richiederà molto più tempo. In questo tempo gli italiani dovranno riscrivere le regole per fare dell’Italia un vero Stato di diritto. Purtroppo al momento non si intravede chi possa, nella politica come nella società, farsi carico di questo compito. È in questo vuoto di passione politica, di attenzione responsabile, di dedizione consapevole, di buona volontà e di amore che si annida il male. Questo vuoto rischia di diventare più grande, data la disaffezione degli italiani per bene - e sono tanti - alla politica. E invece esso dovrebbe essere colmato da una maggiore partecipazione, come sottolineato da Papa Francesco che proprio ieri ha detto che i cattolici devono, eccome, immischiarsi di politica “offrendo il meglio di sé ... idee e suggerimenti ... perché il governante possa governare ... con umiltà, amore e spirito di servizio verso il popolo".
Il relitto della Concordia è l’emblema di tutto ciò che in Italia non ha funzionato e non funziona. Ma col suo raddrizzamento è anche la dimostrazione concreta che nel Paese ci sono risorse e capacità per correggere gli errori del passato. Speriamo in un rigurgito di orgoglio degli italiani che sappiano riconoscere le proprie colpe e rischi che corrono. E vogliano voltare pagina, liberarsi dal male e costruire un’Italia migliore.
Pasquale Episcopo
Monaco, 17 settembre 2013
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- Pubblicato Martedì, 16 Luglio 2013 12:30
FISIOGNOMICA
Dicono che poi, a fine serata, abbia telefonato per scusarsi…..
Dice lui che erano parole espresse nel corso di un comizio, in cui, si sa, bisogna usare espressioni forti per arringare la folla.
Dicono, ed è vero, che è uno degli attuali Vice Presidenti del Senato, e che è stato a lungo Ministro della Repubblica Italiana.Si sa, poi, che il suo partito ha sempre parlato, e non sempre a torto, di Roma ladrona, salvo poi fare acquisti di titoli di laurea (farlocchi) in Albania per parenti e amici, e di diamanti, in combutta con oscure società, in Tanzania, Paesi questi che ci sembrano comunque lontani dalle tanto decantate radici celtiche.
Si dice poi che la fisognomica, pseudo scienza che ha fatto, tra gli altri, la fortuna del criminologo Cesare Lombroso, consenta di dedurre i caratteri psicologico-morali di una persona dal suo aspetto fisico: quindi, se un ministro attualmente in carica “possiede le sembianze di un orango”, che cosa ne può dedurre l’elettore bergamasco che vede in tal modo additata la prima ministra di colore della Repubblica Italiana Cecile Kyenge, originaria del Congo?
In tutto questo ragionamento però, c’è qualcosa che non quadra: se la fisiognomica fosse una scienza (e non lo è), cosa penserebbe il buon Lombroso vedendo l’ineffabile Calderoli, soprattutto quando ride???
Bisogna stare attenti, quando si fanno queste “considerazioni sconsiderate” a non oltrepassare di troppo la soglia del ridicolo; o ci dobbiamo aspettare, nel prossimo futuro dell’avanspettacolo della politica italiana, un Brunetta che dà del nano a Fanfani o a Bob Dylan, o Alfano che apostrofa come pelato Enrico Letta?
Marco Armeni
16 luglio 2013
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- Pubblicato Sabato, 06 Luglio 2013 13:02
TERZA REPUBBLICA?
Pochi giorni fa il tribunale di Milano ha emesso, a carico di Silvio Berlusconi, una sentenza il cui effetto sarà quello di concludere non solo la carriera politica di un singolo uomo, ma l'era che per vent’anni ha condizionato la vita di 60 milioni di italiani. Sette anni di carcere e l’interdizione perpetua dal ricoprire incarichi pubblici sono un macigno contro il quale l'uomo Berlusconi potrà anche fare appello in sede giurisdizionale, ma che difficilmente consentirà la sopravvivenza del personaggio politico.
Con la sentenza di Milano è praticamente terminata la seconda Repubblica. Questa era nata nei primi anni '90 a seguito delle indagini dei giudici di “Mani Pulite” che avevano messo allo scoperto un sistema diffuso di corruzione passato poi alla storia col nome di “Tangentopoli”. Gli scandali decretarono la fine dei partiti principali della prima Repubblica, Democrazia Cristiana e Partito Socialista in primis. Recentemente è scomparso Giulio Andreotti, anche lui oggetto di accuse, indagini e sentenze, uomo che in mezzo secolo più di qualsiasi altro personaggio politico ha impersonato il sistema di potere della prima Repubblica.
Se la fine della seconda Repubblica è ormai in atto, non è assolutamente chiaro cosa nascerà dalle sue ceneri e quale destino attende gli italiani. Le molte somiglianze tra le due Repubbliche, la prima e la seconda, non fanno ben sperare per la terza. L’attuale crisi economica rende poi il quadro decisamente complesso e anche fuorviante giacché impedisce di individuare con chiarezza le cause dei problemi di quasi settant'anni di storia italiana. Queste cause risiedono in gran parte nella cultura e nel tessuto sociale degli italiani e la politica non ne è altro che un'espressione piuttosto insufficiente. Lo hanno confermato le recenti elezioni, con i vecchi partiti battuti dalla cometa Grillo che ha intercettato sì la protesta e il malcontento di milioni di elettori, ma che si è poi rivelata un fuoco di paglia. Mario Monti ha messo ordine nei conti pubblici, ma ha poi pagato a caro prezzo la sua politica di rigore. I dissidi post-elezioni interni al Partito Democratico, l'incapacità del Popolo della Libertà di trovare una nuova identità (e un capo) dopo Berlusconi, la scomparsa della Lega e di politici come Di Pietro e Fini sono tutti segni tangibili della incapacità del Paese di produrre nuove idee e nuovi leader (la rielezione di Giorgio Napolitano ne è la conferma). A ciò si aggiunga l'esercito di chi ormai non va più a votare e che da tempo ha voltato le spalle alla politica. Cosa ci aspetta allora?
Una cosa è certa. Data la sempre maggiore influenza (e ingerenza) di Bruxelles nei meccanismi di funzionamento degli Stati, la terza Repubblica, se mai nascerà, sarà sempre più condizionata dall’Europa. La crisi economica e i grandi mutamenti in atto nel mondo (e soprattutto nei vicini continenti Africa ed Asia) imporrebbero una accelerazione del processo di costruzione europea. Ma anche qui non mancano resistenze, conflitti e divergenze. Cose che evidenziano quanto la strada sia difficile e lunga. Tutto ciò crea sconforto e mina alla base la fiducia di chi ancora crede all’Europa. La grande scommessa riguarderà la capacità degli Stati europei di rinunciare a parte della sovranità per dare finalmente corpo agli Stati Uniti d’Europa con sufficienti autonomie locali e con un sistema di gestione politica centrale che sappia essere all'altezza delle sfide del futuro. Solo in un Europa coesa socialmente, riformata politicamente e forte economicamente l'Italia della terza Repubblica potrà cominciare a risollevarsi dai suoi mali passati e presenti. In assenza di quell'Europa la terza Repubblica ha il destino segnato. Quello di un giovane nato vecchio e malato di una malattia terminale.
Pasquale Episcopo
Monaco, 7 luglio 2013
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- Pubblicato Mercoledì, 08 Maggio 2013 14:02
NUOVI "PARENTATI", ALTRO CHE SOLIDARIETÁ...!
Quando arrivavi, ti aspettavano alla stazione centrale, quelli del tuo "parentato"*, e ti iniziavano a quella vita da emigrati di cui avevi fino a quel momento solo sentito raccontare. Finalmente lavoro, tanto e faticoso, ma con la prospettiva di poter offrire finalmente una vita dignitosa alla tua famiglia in Italia. Loro, i parenti, ti accompagnavano per mano su quella via dell'emigrazione così dura ma anche uguale per tutti, da bravi fratelli, padri, cugini, zii, amici, parenti, parenti di parenti... Sapevi bene che ti aspettavano baracche, duri baustelle (cantieri edili ndr), sacrifici e freddo. Tanto freddo e tanta nostalgia, sempre col desiderio del ritorno nel cuore. E nei "parentati" trovavi una vera grande famiglia, e la solidarietà e l'amicizia fraterna di quei tuoi compagni di sorte.
Ora c'è un'altra volta da emigrare. Tu sei uno di quelle migliaia di giovani "saliti" in Germania negli ultimi mesi. Ti sei rivolto a quei tuoi parenti che da anni si sono stabiliti qui, magari proprio nella bellissima e civilissima Monaco che forse avrai già visitato. Quel parente "ricco" ti sembra tanto fortunato perché da tempo vive qui, dove ci sono molte più prospettive che a casa. Ti aspetti che lui ti dia una mano e che ti introduca a tutto questo benessere. Ti aspetterà alla stazione? Per quanto tempo ti ospiterà? Riuscirai ad inserirti col tuo mestiere o nel campo che conosci? E la lingua? E dove abiterai? E i soldi?
Negli anni del dopoguerra era molto diverso. Noi italiani, che viviamo qui, sappiamo bene che oggi la Germania ha altre esigenze e non ha bisogno di te, a meno che tu non sia opportunamente qualificato e conosca bene la lingua. E poi ti aspetti certo di essere trattato con dignità e di trovare un sistema socialmente giusto e che funzioni, non come quello da cui te ne sei dovuto andare via. Ma non è come allora…, è difficile adesso trovare presto un buon lavoro. Anche la gastronomia italiana, raccoglitore privilegiato di nuovi emigrati, è da tempo in crisi e non riesce più a contenervi e nemmeno a sfruttarvi come faceva prima. Oggi nei baustelle lavorano, organizzatissimi, gli europei dell'Est: è il loro turno di prendersi le baracche ed il lavoro pesante. Ci chiediamo preoccupati che ne sarà di voi, delle vostre esigenze e delle vostre grandi aspettative.
E quei "parenti", che qui hanno "solo" il lavoro, che aiuto potrebbero veramente darti a parte quello con le formalità? Forse potrebbe addirittura capitarti ciò che negli ultimi anni sembra succedere sempre più spesso: essere sfruttato e ostacolato proprio da altri connazionali che vivono qui, e certe volte incomprensibilmente proprio dai quelli del tuo "parentato". Potrebbero cercare anche di "farti le scarpe", come ad esempio non diffondendo informazioni utili non solo dal punto di vista lavorativo ma anche sociale e persino culturale. Altro che solidarietà!
Gianni Minelli
Monaco, 8 maggio 2013
*) "Parentato" (corretto: parentado): termine per definire l'insieme dei parenti. Nella storia dell'emigrazione il "parentato" tra l'altro accoglieva ed iniziava i nuovi "arrivi".
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- Pubblicato Venerdì, 29 Marzo 2013 13:11
I CLOWN E IL PRESIDENTE
È calato il sipario sul clamore che alcune settimane fa la parola “clown” aveva suscitato sulla scena politica italiana e internazionale. Del botta e risposta tra Steinbrück e Napolitano non rimane che un ricordo sbiadito e tuttavia bisogna ammettere che di clown nella nostra politica ce ne sono anche troppi. A oltre un mese dalle elezioni ancora non è chiaro se avremo un governo o se bisognerà tornare a votare. Ma quello che più avvilisce è lo spettacolo tragicomico di una politica che appare incapace di dimostrare il senso di responsabilità che la gravità della situazione richiederebbe.
A questo spettacolo desolante si è recentemente aggiunta la brutta figura internazionale fatta dal governo uscente nella gestione della vicenda dei due fucilieri della marina militare italiana. Una gestione caratterizzata da conflitti interni e assenza di collegialità e che alla fine ha determinato le sorprendenti dimissioni del ministro degli esteri Giulio Terzi. Non mantenere la parola data è cosa che non fa onore a nessuno e che finisce col coprire di ridicolo le persone. Se poi a rendersi responsabile di una simile mancanza è il governo di un grande Paese, il ridicolo rischia di coprire un’intera nazione. Bene ha fatto il presidente della Repubblica al cui intervento si deve il frettoloso rientro in India dei due militari appena prima della scadenza convenuta. Una decisione amara, ma necessaria.
A Giorgio Napolitano restano solo pochi giorni per evitare che l’Italia scivoli nell’abisso. Gli auguriamo e ci auguriamo che ci riesca. In quasi sette anni di presidenza egli ha dimostrato di essere una persona misurata e di spiccato senso morale - esatto contrario dei clown che hanno rovinato il nostro Paese - un uomo che anche dopo la fine del suo mandato sarà un punto di riferimento per i tantissimi italiani seri che ancora ci sono.
Pasquale Episcopo
Monaco, 30 marzo 2013
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- Pubblicato Giovedì, 28 Febbraio 2013 17:14
MA... SIAMO SEMPRE ITALIANI?
A parte poche eccezioni sembra proprio che quel poco più di un milione di italiani all'estero, che hanno espresso il loro voto in queste elezioni, siano degli italiani "particolari". Preferiscono chiaramente la sinistra, hanno fiducia nei modi accademici del Professore - che si becca in Europa più del 27% -, ma non si fanno né abbindolare troppo dal carisma ambiguo del Cavaliere né trascinare dalle urla di Grillo in quelle piazze gremite.
Ma certo! Sono gli italiani che vivono in Italia quelli che contano, sia per numero sia perché loro "sono" lì, perché non hanno - ancora - "abbandonato", vivono la crisi e le nuove tasse sulla loro pelle, sono in prima linea… Noi fuoriusciti invece guardiamo da lontano verso quella penisola dove abbiamo parenti e forse ancora una casa per la quale non ci sarà sembrato troppo strano pagare quell'IMU di cui speriamo di essere esonerati perché "poveri emigrati".
Possibile che dall'estero la distanza dal "Belpaese" ci permetta maggiore obiettività e ci faccia fare scelte elettorali più "europee"?
Ma cosa contiamo noi? Nel 2006 i nostri voti ci sembrarono decisivi per un governo senza Berlusconi. Questa volta la nostra forza è stata insufficiente per modificare qualcosa. E noi stavolta non abbiamo nemmeno più voglia di giustificarci con amici e colleghi che si sono ormai rassegnati a non capire più nulla di quello che succede nel nostro Paese.
Ma siamo sempre italiani? O meglio, ci sentiamo ancora di esserlo?
La risposta ce la dà Napolitano proprio a Monaco di Baviera quando ieri risponde ad una delle solite uscite di Steinbrück, segretario della SPD, esigendo il rispetto per il nostro Paese. Certo, vogliamo sentirci italiani perché ancora abbiamo motivo di "continuare ad essere orgogliosi dell’Italia che crea, che produce, che lavora".
Gianni Minelli
Monaco, 28 febbraio 2013
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- Pubblicato Domenica, 13 Gennaio 2013 19:07
DIECI ANNI D'INTERVenti… E ADESSO?
Quando, nel gennaio del 2003 Egle Maguolo-Wenzel ed io decidemmo di pubblicare un trimestrale culturale legato alle stagioni - in questa landa dove stagioni e atmosfera sono così diverse da come siamo abituati in Italia - scommettemmo tra noi che questo giornale "tra i venti" non sarebbe stato solo un esperimento. Ora, dopo dieci anni di pubblicazioni regolari possiamo davvero dire con orgoglio di averla vinta, quella scommessa.
Nei primi sette anni di vita di INTERVenti abbiamo pubblicato con regolarità 31 edizioni cartacee. La vendita delle copie, le quote d'abbonamento, le parche entrate attraverso la pubblicità e soprattutto i contributi del Ministero degli Esteri ci hanno comunque permesso di coprire le spese sostenute.
Decisamente positivo è stato però il bilancio riguardo la soddisfazione di aver adempiuto all'impegno di fornire un servizio informativo regolare e specializzato nella segnalazione della cultura italiana e dei suoi rappresentanti a Monaco di Baviera. Inoltre questa iniziativa ha coinvolto in un clima di grande amicizia tante persone tutte interessate alla nostra lingua e a mantenere le nostre radici culturali.
Nel 2010 col sostegno delle Istituzioni Italiane, in particolare l'Istituto di Cultura, il Consolato Italiano e il Comites, INTERVenti ha organizzato la manifestazione culturale "INTERVenti d’arte italiana @ Monaco" con la partecipazione dei rappresentanti locali più significativi dell'arte e della cultura italiana.
Per poter gestire più agevolmente il lavoro delle pubblicazioni la redazione di INTERVenti ha scelto nel 2011 di pubblicare "solo" su internet, allestendo una homepage in grado di venire incontro alle esigenze di un giornale web. E ciò con tutti i vantaggi dell'online: flessibilità, brevi tempi di pubblicazione, possibilità di riscontri statistici e naturalmente risparmio sui costi di produzione.
Dopo più di due anni di pubblicazioni online siamo ormai certi di aver superato il "passaggio" senza aver ridotto né la frequenza di pubblicazione né quella delle letture. Ci dispiace che l'interruzione delle pubblicazioni cartacee ci abbia fatto perdere per strada molti dei nostri lettori che, abituati al supporto cartaceo, poi non ci abbiano più potuto seguire, per il momento...
La scelta di rinunciare al cartaceo per le nostre pubblicazioni non è stata per niente indolore ma nemmeno un tradimento ai libri, ai giornali di carta e a tutti i supporti non-digitalici delle informazioni, dei quali sentiamo talvolta fortemente la nostalgia e che spesso torniamo a prendere in mano e usare di nuovo. Sappiamo bene quant'è importante che il supporto informativo sia comodo e facile da usare per l'utente…
Quello che però in fondo davvero conta per un medium di informazioni, oltre alla qualità dei contenuti, è la comunicazione. Perciò riteniamo che le pubblicazioni online diano sul momento la possibilità di un rapporto più favorevole diffusione/costi. Siamo sicuri che la scelta di passare all'online sia stata quella giusta.
Su INTERVenti.net abbiamo ottenuto riscontri che giudichiamo positivi e promettenti (più di seicento letture di articoli al giorno negli ultimi due mesi, più le letture che avvengono attraverso la nostra pagina di facebook).
La redazione di INTERVenti ha quindi pensato che questo nostro compleanno "tondo" debba essere festeggiato assieme ai lettori. Certo soprattutto con iniziative online come una nuova rubrica dedicata al tema delle donne italiane emigrate in Germania, un concorso fotografico tematico e quiz a premi. Ma quest'anno desideriamo fare qualcosa di veramente "non virtuale" cioè organizzare una passeggiata assieme ai nostri lettori e ai nostri amici nei dintorni di Monaco, però nella "bella" stagione, quando le giornate saranno più lunghe, dove possiamo andare magari a ricercare le vestigia dell'Antica Roma e allo stesso tempo apprezzare i boschi di faggi o di betulle o pini silvestri, i fiumi, i laghi e infine le montagne di questa terra che ha anche lati molto belli...
Vi terremo aggiornati attraverso la pagina di facebook e le nostre newsletter, a cui vi invitiamo a abbonarvi se ancora non l'avete fatto (per abbonarti gratuitamente alla newsletter clicca qui).
Gianni Minelli
Direttore di INTERVenti
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- Pubblicato Mercoledì, 26 Dicembre 2012 00:29
Il nostro commento
REGALI DI NATALE
Sì, ammettiamolo, ci stavamo ormai quasi annoiando a leggere sempre le stesse cose… Spread di qua, tasse di là, IMU giù, Monti su… E invece, proprio per Natale Silvio, il deus ex machina, lo Yeti, l'imprevedibile Vegliardo, quello che non ci fa mai stancare con le sue sorprese… proprio per le Feste decide di sganciare il suo Angelino ad esplodere in parlamento, sabotando così il governo che aveva finora sostenuto. Un piccolo attentato natalizio insomma, piccolo ma sufficiente per far ribollire le acque, magari pensato con il fine di far alzare nebbie dentro cui potersi occultare.
Francamente non crediamo di poter condividere appieno la tesi che non sia facile seguire la sua linea di pensiero (per motivi dovuti alla senilità, evidentemente). Tesi sostenuta con accondiscendenza dal presidente del Consiglio uscente.
Non sarà invece forse che quei voltafaccia sono fatti proprio per mascherare il suo gioco? ...nel quale lui ma certamente che la segue la sua linea di pensiero "personale"!
Grazie Silvio, di questo regalo per la fine del 2012, anno in cui avevi sperato di poterti finalmente ritirare ancora con "onore" e invece ti ci sei dovuto ributtare dentro, nella mischia. Mica puoi rischiare che 'sti sinistri giudici alla fine t'ingabbino davvero!
Eppure la nostra insicurezza dovuta alla crisi politica di questi giorni ci permette di ricevere e di scartare un ulteriore regalo di Natale. Quello di chiederci quale deve essere la qualità basilare di coloro che sono chiamati a governare. La risposta è in fondo molto semplice: un uomo politico deve rappresentare la comunità e lavorare per essa, ma la comunità deve averne fiducia nonostante sia stata troppe volte delusa...
Ancora un regalo? Una domandina "natalizia" che potremmo ora porci: non sarà più che altro che tutti noi italiani dovremmo renderci conto di dover essere meno egoisti, quando abbiamo a che fare colla res publica, ma specialmente quando saliamo al potere, pensando ANCHE all'interesse della comunità...? Forse dovremmo rivolgerci ad altri modelli di civiltà e di onestà nel gestire il potere.
All'esempio teutonico...? Ma noi vogliamo credere che non ci sia bisogno di guardare così lontano. Siamo convinti che possiamo trovare anche in Italia, in alcuni nostri politici attuali e certo anche in quelli grandi del passato, i modelli di capacità, affidabilità e di onestà necessari per governare il nostro Paese.
Gianni Minelli
Monaco, 26 dicembre 2012
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- Pubblicato Sabato, 21 Luglio 2012 14:27
IL PELO DEL LUPO
Il canis lupus italicus, nome latino del lupo appenninico, fin dai tempi dei Romani è sempre stato tacciato di crudeltà e voracità, da cui sarebbe irredimibile, diventando oggetto di cacce spietate, che quasi lo hanno portato all’estinzione, e di proverbi, tra cui il più noto è che il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Ai giorni nostri, il vero lupus italicus si è sistemato su due zampe, ha indossato la giacca o il tailleur, e, anziché andare a caccia di prede per le aspre terre dell’Appennino, ha optato per le comode e ben climatizzate stanze della politica nazionale o locale; solo un paio di caratteristiche ha conservato dei suoi predecessori a quattro zampe: la voracità e la coerenza nel perseguire i vizi.
È cronaca infinita di questi giorni gli scandali che hanno unito in un solo mortale abbraccio la pseudo efficienza della macchina della Regione Lombardia dalla ben nota “maledizione” che nelle ultime legislature ha colpito il Presidente della Regione Lazio (vogliamo ricordare che la Polverini è stata preceduta da Storace e da Marrazzo?).
Temiamo che di questi insaziabili personaggi venuti alla ribalta nelle scorse settimane ce ne siano almeno un paio per ogni Regione, Provincia o Comune; solo, ancora non sono stati scoperti…
Il nuovo lupus italicus non rischia certamente più l’estinzione, e, anzi, è così ben diffuso nella società e nella politica, che a volte la gente non sa più distinguerlo. Ha imparato così bene a mimetizzarsi che talvolta, rubando l’astuzia della sua cugina volpe, da politico dimissionario si trasforma in tecnico e, addirittura, per nomina ministeriale, in direttore di un prestigioso museo di Roma.
'Siamo sicuri che i lupi più pericolosi perdano ancora tempo con le greggi della Maiella???
Roma, 22 ottobre 2012
Marco Armeni
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- Pubblicato Sabato, 21 Luglio 2012 14:27
GLI ARTIFICIERI DI KARLSRUHE
Due settimane fa una bomba ha tenuto col fiato sospeso i cittadini di Monaco. Gli artificieri non sono riusciti a disinnescarla e hanno dovuto farla esplodere causando danni, anche notevoli, fortunatamente non alle persone. Il 12 settembre 2012, la corte costituzionale tedesca ha disinnescato un altro tipo di bomba, una sorta di mina vagante che per tutta l’estate ha tenuto col fiato sospeso milioni di cittadini, e non solo in Germania. Il massimo organo giuridico tedesco ha dato il via libera all’ESM (European Stability Mechanism) dichiarando che esso non collide contro la costituzione tedesca.
L’ESM, meglio noto come fondo salva-stati, è nato dall’esigenza di contrastare la crisi dei debiti sovrani dei Paesi europei. La sua entrata in funzione, prevista per luglio 2012, era stata sospesa in attesa che la corte costituzionale tedesca si pronunciasse in merito all’istanza di costituzionalità sollevata da alcuni deputati e da oltre 37.000 cittadini. Siccome l’ESM è un meccanismo i cui effetti riguardano l’intera Unione Europea, se gli otto giudici di Karlsruhe ne avessero dichiarato l’incostituzionalità, la loro decisione avrebbe avuto ricadute notevoli anche aldilà dei confini nazionali, aggravando la crisi economica ma soprattutto minando alla base - è proprio il caso di dirlo - il disegno e il processo di integrazione europea. Lo “sminamento” di Karlsruhe è sicuramente un fatto positivo, tuttavia esso è la conferma che la vera crisi è politica e si manifesta nella perdita del primato della politica a favore di chi detiene il potere giurisdizionale, economico o, peggio ancora, finanziario.
L’Europa è malata e ha bisogno urgente di una cura “ricostituente”. Una cura cioè che le dia una nuova fisionomia politica, certa, largamente condivisa, e che sia riflessa in una carta costituzionale a fronte della quale - questo sì - confrontare poi la compatibilità o meno di norme, meccanismi e misure che riguardino l’intera popolazione europea e non solo una parte di essa. Che piaccia o no ai detrattori dell’idea europeista, non c’è altra alternativa all’Europa diversa dall’Europa stessa. Fino ad oggi il processo è stato complesso e tormentato e ha partorito una architettura istituzionale inadeguata a gestire la complessità dei problemi. Un nuovo ciclo di riforme radicali che corregga gli errori del passato è estremamente necessario e non più dilazionabile. Esso implica una nuova definizione di sovranità, democrazia e politica a livello nazionale e continentale. La posta in gioco è alta ed è la stessa sopravvivenza dell’Europa.
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- Pubblicato Martedì, 03 Luglio 2012 12:15
Il nostro commento
TUTTI (O QUASI) AL MARE…
Sì, lo avremmo probabilmente pure frainteso l'onorevole Cicchito, quando qualche giorno fa ha sparato che, se si fosse preteso dai parlamentari di rimanere a lavorare fino al 12-13 agosto, il governo avrebbe dovuto cercarsi una nuova maggioranza.
Eppure dietro le sue parole si celano indiscusse verità. Prima ti fai il mazzo per essere eletto, investi tempo, soldi, ti sacrifichi e ti assegnano finalmente 'sta poltrona. La vita cambia, hai svoltato, l'elezione t'investe di cento privilegi impensabili per l'uomo comune: biglietti omaggio, sconti, vitalizi, viaggi, scorte, ecc. Certo in cambio bisogna starsene seduti in Aula ad ascoltare noiosissime relazioni, biette discussioni, inutili bagarre. Ma ci sono per fortuna anche donne eleganti da sbirciare, come quelle che aveva caricato in barca il Cavaliere per la "sua" quota rosa. Ma lasciamo perdere.
Le ferie. Dopo aver sbadigliato fino quasi a lussarsi la mandibola e fatto talvolta sforzi sovrumani per rimanere svegli, arriva anche per loro - come per tutti quelli che se lo possono permettere - il meritato periodo delle supersacrosante, scontate e meritate ferie. Quattro settimane tutte d'un pezzo. E non a Ostia, e nemmeno in Balkonia, come dicono i tedeschi (i cui parlamentari di ferie se ne fanno sei settimane all'anno, alla faccia…), ma probabilmente nei posti più belli ed esclusivi, come è dovuto a certi personaggi altolocati... Eppoi, ormai è tutto già prenotato e pagato, che facciamo?
E invece, proprio a Cecchitto scappa la frase maledetta. E Fini abbocca subito, e rilancia: se c'è bisogno anche di notte e di domenica, per quei tredici decreti e per l'Italia!
Vedremo. Certo che dovrebbero davvero fare qualcosa per ricaricarsi ed essere più efficienti... Che vadano pure al mare a riprendersi e a rinfrescarsi le idee. Ma non al festival dell'ipocrisia. Per chi ci hanno presi?
Gianni Minelli
Editoriale 2012-4 del 1 luglio 2012
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- Pubblicato Domenica, 13 Maggio 2012 12:50
Il nostro commento
CARICATURE DEI MIEI STIVALI...
Certe volte ci sembra proprio di guardare verso il basso. Giù in quello Stivale, che è un mondo in miniatura. In esso vivono hobbit e puffi impegnati in quelle storie a fumetti di cui ci stiamo vergognando già da abbastanza tempo. I media tedeschi ci stanno ancora risparmiando, giustamente presi sul momento da temi ben più seri.
E intanto loro, nel piccolo Mondo, sembrano voler vivere imperterriti la loro avventura. Protagonisti sono cavalieri spelacchiati, giovanissime puffine con grandi curve, ruffiani probabilmente speeddati, consigliere cacofone e cafone ma sempre prosperose, vegliardi vari, più o meno sbracati e malridotti, ma con resistenti statuette priapiche sempre a portata di mano. ===> E su a organizzare patetiche burlette manovrate abilmente da navigate prostitute sudamericane o giovanissime quanto furbissime mauritane. Mentre il popolo dei sudditi si sta ormai svegliando e si rende conto della crisi economica epocale in cui sta precipitando.
Ma le sorprese non finiscono qui! Nella parte "alta" dello Stivale la "crema" degli hobbit vorrebbe ancora far credere di essere diversa dagli altri. Con le sue ronde verdi, i suoi vessilli, seguita da un popolo fiero, onesto, produttivo, affidabile… Ma soprattutto onesto. Rimasto assai perplesso dopo le ultime magie, con quei tesori che compaiono dal nulla, e sbalordito di fronte a trote del Po che con un solo colpo di bacchetta magica si trasformano in balcaniche laureate. Mah… Nemmeno mi viene più così tanto da ridere.
Mi va anche bene che un politico possa essere modello di caricature grottesche che ne delineino anche i vizi. Ma se poi dietro alla caricatura si nasconde solo la voglia di arraffare il più possibile fregandosene alla grande di lavorare per il compito per cui si è stati eletti, allora no! Allora - mi dispiace - siete solo le caricature dei miei stivali.
Gianni Minelli,
Editoriale 2012-2 del 13 maggio 2012
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- Pubblicato Domenica, 13 Maggio 2012 12:50
Il nostro commento
UNA SCOSSA A CINQUE STELLE
La scossa non è stata da poco. No, non stiamo parlando di quella che sta colpendo l’Emilia in questi giorni, o forse sì. Ma non “quella scossa”, che ha confermato ancora una volta la fragilità del nostro Paese in caso di calamità.
La scossa di cui vogliamo parlare ha avuto anch’essa come epicentro l’Emilia, in particolare il comune di Parma, dove il terremoto che ha portato alla “cacciata” della precedente giunta di centro-destra, si è concluso con l’elezione trionfale del candidato del Movimento 5 stelle, i cosiddetti “grillini”, dal nome dell’(ex) comico genovese Beppe Grillo, vate riconosciuto di questa onda anomala che ha travolto partiti e gerarchie nella benestante città patria della Barilla, della Parmalat e di tanti prodotti alimentari da sempre nell’eccellenza della gastronomia italiana.
===> In questa settimana, dunque, la stampa e i tg si sono affaticati a chiedersi chi sono i “grillini”, da dove vengono, ma, soprattutto, dove andranno. Per rispondere a quest’ultima domanda è ancora presto, anche se, con l’assumere la responsabilità di guidare una città importante, finisce il tempo di distruggere, per cercare invece di costruire e governare, cosa mai facile.
Noi ci auguriamo (ma non è che ci crediamo tanto…) che da questa vicenda la politica italiana sappia trarre spunto per un energico rinnovamento; e speriamo che il giovane neo-sindaco Federico Pizzarotti trasmetta a tutti i suoi coetanei la passione e l’entusiasmo che cogliamo nel suo sguardo.
Però di un altro partito che si identifica con una sola persona, francamente, non ne sentiamo bisogno: da questo punto di vista, “Die Piraten”, che tanto successo hanno riscosso in Svezia e in Germania, e le cui tematiche si avvicinano molto a quelle dei “grillini”, rivendicano orgogliosamente l’assenza di un leader e di una struttura verticistica nel loro movimento.
La democrazia, secondo noi, è fatta di “padri nobili”, e non di “padri padroni”: di questi ultimi, lo scaffale malconcio della scena politica italiana è già pieno!
Marco Armeni,
Editoriale 2012-3 del 28 maggio 2012
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- Pubblicato Venerdì, 27 Aprile 2012 12:09
VIA DAI SUICIDI
Mentre la crisi economica falcia la sicurezza degli italiani, la temperatura dei media si rialza non solo per le incredibili e piccanti telefonate della resuscitata Ruby o della Minetti, ma anche per l'improvvisa comparsa in scena dell'imprendibile e nel frattempo quasi dimenticato Lavitola, finora viscidissima primula rossa ma ora vero deus ex-machina per le sue illuminanti rivelazioni. È solo però un'amara vivacità - di cui in fondo dovremmo solo vergognarci - ma serve un po' per distrarci da quei suicidi, per i quali ora si teme un tragico trend.
----> Ma anche le rivelazioni dell'unico fidato, furbissimo ma sciatto consigliere del Cavaliere sono alla fine solo il nostro solito gossip, che non basta proprio più a distrarre gli italiani, specialmente quelli giovani che potrebbero ancora scappare. Forse sta davvero cominciando una nuova ondata di emigrazione? La Germania e in particolare la Baviera, viste come landa di serietà, affidabilità, lealtà e ricchezza, sono ora una meta raggiungibile di giovani italiani - con o senza titolo professionale, ma tutti con la necessità di fare finalmente qualcosa - stufi e nauseati dalle drammatiche condizioni lavorative e sociali italiane.Lo statistisches Bundesamt comunica che già nella prima metà del 2011 il numero di tutti gli emigrati in Germania era aumentato del 19% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente: gli italiani sono stati 13.900, il 22,5% in più dell'anno prima (gli spagnoli il 49% in più).
Monaco in particolare viene associata anche al mito di ospitalità e festosità a cui forse fa pensare anche l'Oktoberfest. Molti giovani italiani ci sono già stati e sono rimasti quasi impressionati - probabilmente ammirandone solo la facciata - dall'indiscusso clima di civiltà e dall'apparentemente impeccabile organizzazione tedesca.
Non è più insomma il triste, freddo e desolato mondo delle baracche, dove si doveva rimanere per anni e addirittura decenni se si voleva arrivare a qualcosa. Né quello spietato della gastronomia, ma un mondo dove poter ricominciare con dignità e senza trucchi, per fuggire da un clima sì più caldo ma dal quale sembra ci siano mille ragioni per scappare via e non tornare più.
Ma la Germania sarà per loro davvero la terra promessa?
Gianni Minelli
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- Pubblicato Giovedì, 06 Gennaio 2011 14:51
Editoriale 2010-4
Dal 2011 INTERVenti solo su www.interventi.netCome è noto il Governo italiano ha deciso di ridurre drasticamente i contributi per quelle voci che non sono ritenute così indispensabili come la cultura, che dai tagli previsti dal cosiddetto “decreto milleproroghe”, è colpita in diversi aspetti: nei finanziamenti a scuole e università,nelle attività culturali “secondarie” quali teatro, musica, stampa in Italia e stampa italiana all’estero. Si affaccia il sospetto che dietro tale decisione vi sia anche la volontà da parte del Governo di colpire e limitare tutto ciò che possa essere supporto di critica e contestazione ai suoi operati.
Poiché il supporto cartaceo del nostro giornale non è finanziariamente più sostenibile, questa sarà - per lo meno
fino a tempi migliori - l’ultima edizione di INTERVenti su carta… di questo trimestrale che per opera di volontariato e sostenuto da un team entusiasta e da qualche centinaio di lettori fedeli ha pubblicato dal 2003 ben 31 edizioni.
Superato lo shock, la redazione ha deciso in maniera compatta di continuare a seguire la collaudata linea editoriale: segnalare e favorire la cultura italiana “emigrata” a Monaco e in Baviera.
Per far sì che i nostri sforzi non si disperdano nell’infinito etere di internet, INTERVenti curerà da subito un sito web
dinamico e interattivo, continuando a lavorare alla redazione del giornale con lo stesso entusiasmo e con gli stessi
contenuti e rubriche curati finora e informando regolarmente i suoi lettori sulla pubblicazione di nuovi articoli.
Visitateci e registratevi - gratuitamente - sul nostro sito: così potrete continuare a leggerci e sarete tenuti aggiornati sulla vita culturale italiana di Monaco di Baviera.
La redazione
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- Pubblicato Mercoledì, 10 Novembre 2010 13:22
Editoriale 2003-1
"INTERVENTI” heisst z.B. in einer Besprechung "Wortmeldungen”. "INTER VENTI” – getrennt geschrieben – kann "zwischen den Winden" bedeuten. Getragen von Winden, mal aus Norden mal aus Süden, sind nicht nur die Italiener, die hier leben, sondern auch viele Deutsche, für die Italien eine zweite, ferne Wahlheimat wurde. Unter europäischer Perspektive sind gerade diese Deutschen und diese Italiener die besten Vermittler eines bereichernden kulturellen, sozialen und auch ökonomischen Austauschs zwischen Deutschland und Italien. Andere Winde machen Angst. Als Bürger des "alten Europa" melden sie sich zu Wort, um die Logik des Krieges als Mittel gegen den verbrecherischen Terrorismus oder als Garant des Fortschritts abzulehnen.- Dettagli
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- Pubblicato Domenica, 21 Novembre 2010 19:54
Editoriale 2005-2
Cinquant’anni fa veniva stipulato l’accordo bilaterale italo-tedesco per l’invio di manodopera in Germania. I tedeschi si trovavano allora nel pieno di uno sviluppo economico formidabile, cresciuto sulla vergogna delle macerie di 10 anni prima. La nazione del Marco poteva permettersi di richiedere ed ospitare migliaia e migliaia di lavoratori stranieri che per mezzo secolo avrebbero contribuito in maniera non indifferente a quel miracolo economico. Cinquant’anni dopo i Gastarbeiter non sono più ospiti così graditi?
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- Pubblicato Martedì, 23 Novembre 2010 08:51
Editoriale 2005-4
Ogni anno novembre inizia con un momento di amore, di raccoglimento, di riflessione, di memoria. Si riflette sul proprio passato forse sperando di ricevere da quelli che non ci sono più ancora un po’ di calore, di forza, di saggezza che ci aiuti ad affrontare più saggiamente e dignitosamente il futuro. È la memoria un bene ed uno strumento inalienabile che arricchisce anche i popoli, ma solo se lo sanno conservare ed impiegare nel giusto modo.
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- Pubblicato Sabato, 11 Dicembre 2010 15:40
Editoriale 2007-2
Primavera: tempo di fiori, di allergie e di „Übertrittszeugnis“. Anche quest’anno, all’inizio di maggio, gli alunni della quarta avranno ricevuto il “certificato d’idoneità per il passaggio alle scuole superiori”. Mentre negli altri paesi europei (a parte in Austria) la scuola dell’obbligo ha un corso comune fino ai 14 anni, qui in Germania i bambini devono fare la loro scelta già a otto. A poter scegliere saranno i più bravi e quelli i cui genitori avranno avuto tempo e capacità di seguire. I figli dei genitori che lavorano a tempo pieno, che possiedono una limitata preparazione scolastica e che non conoscono bene la lingua tedesca avranno estratto la paglia più corta.
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- Pubblicato Sabato, 27 Novembre 2010 18:14
Editoriale 2010-1
“Italiani brava gente” è il titolo di un vecchio film. Ma anche una citazione usata di frequente: a molti italiani piace riconoscersi in quelle tre parole. A Roma all’EUR sul Palazzo della Civiltà Italiana si legge: “Un popolo di poeti, artisti, eroi, santi, pensatori, navigatori, trasmigratori”. Nei libri di storia questo siamo stati.
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- Pubblicato Lunedì, 06 Dicembre 2010 19:44