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Editoriale 2007-2

Primavera: tempo di fiori, di allergie e di „Übertrittszeugnis“. Anche quest’anno, all’inizio di maggio, gli alunni della quarta avranno ricevuto il “certificato d’idoneità per il passaggio alle scuole superiori”. Mentre negli altri paesi europei (a parte in Austria) la scuola dell’obbligo ha un corso comune fino ai 14 anni, qui in Germania i bambini devono fare la loro scelta già a otto. A poter scegliere saranno i più bravi e quelli i cui genitori avranno avuto tempo e capacità di seguire. I figli dei genitori che lavorano a tempo pieno, che possiedono una limitata preparazione scolastica e che non conoscono bene la lingua tedesca avranno estratto la paglia più corta.

Dubitiamo che serviranno a molto le dure critiche mosse nel marzo scorso dall’incaricato dell’ONU Villalobos o i risultati delle inchieste P.I.S.A. E le proteste dei genitori non avranno nemmeno quest’anno presa sui politici.

Eppure molti continuano a credere che ad un’alta selettività corrisponda anche un’alta qualità. È certo vero che gli studenti che hanno frequentato la cosiddetta “Forderklasse” (la classe del “Gymnasium” per i particolarmente dotati) avranno usufruito degli strumenti scolastici più avanzati e vanteranno la preparazione migliore. Essi rappresenteranno l’élite, la crema. E gli altri? Saranno stati già selezionati (o “eliminati”) prima: Gymnasium, Realschule, Hauptschule e Förderschule. Tutti separati gli uni dagli altri, così come gli alunni portatori di deficit psicofisici.

Se lo scopo della scuola è quello di migliorare la preparazione culturale di un numero più grande possibile di alunni, beh, ci sembra che un sistema come questo sia proprio controproducente. Preferiamo comunque pensare che i politici siano in errore in buona fede, e non che il loro scopo sia quello di voler mantenere una scuola di classe.

(2007-2 pag 4)

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