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- Pubblicato Giovedì, 03 Aprile 2014 16:31
La libertà di Stephan
Brevi storie monacensi
A mia moglie Maria Rita e ai miei figli Luca e Sara
Terni, gennaio 2014.
L'inverno era stato particolarmente rigido - non che fosse una cosa insolita da queste parti - e la neve, caduta copiosa, aveva regalato ai monacensi un Natale imbiancato come quelli che si vedono nei film. Ora, però, aprile stava offrendo un magnifico inizio di primavera e, chi poteva, non perdeva occasione per godersi lo spettacolo della natura che si risvegliava, scegliendo per le proprie giornate all’aria aperta uno dei tanti parchi pubblici della capitale bavarese.
In primavera Monaco era ancora più bella e affascinante che mai; il cielo terso e il sole splendente regalavano a turisti e residenti l'immagine di una città meravigliosa, una città che si andava lentamente ridestando dopo il lungo “letargo” invernale. Le torri della Frauenkirche svettavano più alte che mai e, visibili già a diversi chilometri di distanza, annunciavano l'approssimarsi della cittá a quanti giungevano da fuori.
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- Pubblicato Giovedì, 09 Dicembre 2010 20:19
Il tempo bastardo che non passa
“Liebes und gute Nacht”
Giulio Bailetti
Cara gatta nera,
scusa l’invadenza, ma vorrei un po’ parlare con te. So che ancora mi vuoi bene. Me l’hai appena scritto. Ma scusa cara, come devo capire questo “caro”, che mi scrivi. Quanti chili, vorrei dire? E perché e come mi vuoi bene? Mi vuoi bene in una maniera speciale o in una maniera solo normale? E quante altre persone ti sono importanti, almeno come me? E in che maniera? Scusa la pedanteria cara, ma non si dice con leggerezza ad una persona “Liebes und gute Nacht”. Gli si deve anche chiarire esattamente, che cosa s’intenda per „Liebes“. Altrimenti finisce che questo povero cristo o crista non dorma più affatto.
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- Pubblicato Mercoledì, 08 Dicembre 2010 15:56
La farfalla
Giulio Bailetti
Arrivò inaspettata, all’improvviso. Del resto chi mai si sarebbe aspettata la visita di una svolazzante farfalla nel proprio bagno. Pensai subito che per lei non fosse stato neppure tanto facile arrivarci. Chissà perché? Aveva attraversato il soggiorno e l’ingresso e si era catapultata e intrappolata da sola in questo vicolo cieco, senza uno straccio di finestra. Questa del bagno senza finestra, ma solo con due minuscoli areatori grigliati poi, è tutta un’altra storia e me la voglio conservare intera per un’altra volta.
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- Pubblicato Mercoledì, 08 Dicembre 2010 14:26
Un mondaccio pieno di Grandi
Fabrizio Giannuzzi
<Papà, cosa farai da grande?>
<?>
<Perché non mi dici niente? Eppure tutti sanno cosa faranno da grandi, anch’io che sono ancora una bambina lo so… io farò la principessa e lui, il Ritter…> si volta ad indicare suo fratello, che stupito ed orgoglioso di sapere cosa farà da grande, le fa cenno di sì con la testa.
<Io sono troppo impegnato per sapere cosa farò da grande…>
<Was heißt „impegnato“, papà?>
<Auf Deutsch heißt es beschäftigt.>
<Ach so, jetzt verstehe ich!... Quindi io ho un papà impegnato che non sa cosa farà da grande?>
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- Pubblicato Mercoledì, 01 Dicembre 2010 13:00
Poche idee ma confuse
Quando un professore aveva veramente ragione...
Giulio Bailetti
A scuola a Roma tanti anni fa, solo il professore di filosofia ci dava del lei. Ci mettemmo un po’ ad abituarci. I primi tempi ci capitava di guardarci intorno, a cercare istintivamente la terza persona (una donna?), alla quale lui si stesse riferendo. Faccio un esempio, per essere più chiaro.- Dettagli
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- Pubblicato Domenica, 08 Maggio 2011 17:09
Gentile Sara
Piccola storia di un fallimento
Monaco, 5 maggio 2011
Gentile Sara,
oggi c'era il sole. Non abito lontano dalla SZ (Süddeutsche Zeitung, quotidiano di Monaco ndr) e non lavoravo, purtroppo. Ci sono andato quindi in bicicletta, al mio passo, che non è un gran che, lo ammetto. Ho parcheggiato in un prato da qualche parte e sono entrato nel grande atrio, che lei sicuramente conosce.Alla portineria ho chiesto di parlare con qualcuno di "München". Il portiere mi ha squadrato. Non avevo un vestito regolare, anche se a modo mio c'era dell'eleganza, come lei intuitivamente mi ha già riconosciuto. Ma questo lui non poteva capirlo. Forse non ha proprio giovato il cappelletto della "A.S.Roma", che mi ero messo in testa. Il portiere allora ha scosso desolato la sua di testa: "non è così facile" mi ha risposto, "serve un appuntamento". Mi ha scritto comprensivo il numero di telefono su un foglietto e me l'ha dato. Davanti a lui c'era un intero centralino. Gli ho fatto cenno, se avessi potuto telefonare da lì.
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- Pubblicato Mercoledì, 01 Dicembre 2010 12:58
Tre settimane e ½ a Monaco
Estate, la famiglia al mare, un uomo in città, tante cose, troppe.... Una situazione difficile, ma anche una buona occasione, un'idea covata da tempo. Finalmente essere o continuare sempre più passivamente ad avere?
Giulio Bailetti
Stamattina sono partiti per la Francia e finalmente sono solo. Detto tra noi, era ormai da anni che aspettavo questo momento. Io non so dove abitiate voi, ma, se abitate anche voi come me in un appartamento piuttosto piccolo e con famiglia, sono sicuro che capirete bene quello che qui ho intenzione di dirvi. Il fatto è che 65 mq per quattro persone sono, secondo me, un po’ pochi.
In camera da letto siamo in tre e questo, lo capite intuitivamente, di per sé già non è l’ideale. Manca lo spazio alla piccola Stella, a Sylvie e naturalmente anche a me. Almeno Alain ha la sua piccola camera, pur se assediata dai giocattoli.
Per viverci non rimane che il soggiorno, non tanto grande, e questo è praticamente tutto. In cucina può entrare comodamente solo una persona per volta e lo stesso vale per il bagno. In corridoio si può camminare rigorosamente solo in fila indiana
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- Pubblicato Lunedì, 06 Dicembre 2010 18:01
“Il signor S. Pellica”
Dal racconto omonimo di Fabrizio Giannuzzi, autore italiano di Monaco
Turbe…
(digressione in orizzontale del Signor S. Pellica) Piove ininterrottamente. È il ventuno di giugno, l’inizio dell’estate, almeno per coloro che come Vivaldi credono nell'alternarsi delle stagioni. Ci sono persone che senza il calendario non sanno orientarsi sul cosa mettersi, e quale tipo di ricostituenti prendere... Mi basta accendere il televisore e vedere magnifici paradisi naturali - atolli verdeggianti che costellano gli oceani - per rendermi conto che la giornata è bella, e incantevole così come ce la presenta il piccolo schermo. Questo è il più assurdo miraggio di un’intera esistenza.