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- Pubblicato Giovedì, 03 Ottobre 2013 19:29
Compleanno
Monaco, 2 ottobre 2013.
La chiamano “sindrome da alienazione parentale”. Tre parole per dire che un figlio ti ha escluso dalla sua vita. Succede spesso, anche se statistiche certe non esistono. Succede, oggi più che in passato, perché oggi più che in passato ci si separa. Succede e interessa soprattutto i padri.
Ma la separazione dei genitori non basta in sé a causare il fenomeno. La causa del fenomeno risiede anche nelle leggi di cosiddetti Stati di diritto, leggi incapaci di realizzare compiutamente il principio della bigenitorialità, ovvero il diritto dei figli a entrambi i genitori. Sono proprio tali leggi, e le istituzioni preposte alla loro attuazione, che a volte determinano e persino accentuano la mancanza di dialogo e di collaborazione tra i genitori. Padri e madri che finiscono col farsi la guerra invece di contribuire alla educazione dei figli, salvaguardandoli con ciò dalle peggiori conseguenze della separazione.
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- Pubblicato Sabato, 09 Aprile 2011 08:58
Caro Episcopo
con sincero compiacimento ho letto il Suo articolo "Sorelle e fratelli d’Italia", sull’ultimo numero di INTERVENTI. Scritto, si avverte subito, da un italiano vero innamorato del suo Paese e preoccupato per il difficile momento che attraversa. Momento obiettivamente serio per le molte cose che non vanno come dovrebbero e potrebbero andare, quali ad esempio le persistenti diversità tra nord e sud, l’apparentemente incontenibile espandersi della corruzione e della malavita più o meno organizzata, la scarsa attenzione della politica ai veri problemi del Paese. Tra questi, la bassa produttività del sistema economico, i problemi delle troppe famiglie che non riescono più a soddisfare i bisogni primari e dei giovani privi di valide prospettive per il futuro; e ancora un sistema fiscale ingiusto ed oppressivo, servizi pubblici primari quali la scuola e la salute da troppo tempo mortificati dall’assenza di pianificazioni serie e di controlli sull’utilizzo delle risorse. Per non parlare poi della miope disattenzione verso l’immenso patrimonio culturale e ambientale del quale la Provvidenza ci ha gratificati.
Sicuramente c’è quanto basta per non essere ottimisti. Eppure dietro quest’immagine d’insieme, ampiamente diffusa e alimentata dai media sia esteri che italiani, c’è una realtà diversa, c’è un popolo che pur consapevole dei propri difetti nasconde valori di solidarietà e spinte reattive eccezionali. Qualità nascoste, assopite, ma pronte ad emergere di fronte alle emergenze.
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- Pubblicato Mercoledì, 05 Gennaio 2011 15:41
Basta. La diagnosi è fatta ed è certa.
Si può andare da qualsiasi medico:
"Mostri la lingua". Fatto.
"Faccia gli esami del sangue". Fatti.
"Faccia la radiografia". Fatta.
"Faccia l'ecografia". Fatta.
E facciamo pure la stratigrafia, e poi la transrettale, e poi la gastroscopia e poi la risonanza, e poi non si sa cosa altro ancora: la diagnosi è sempre la stessa: "Lei ha Berlusconi sullo stomaco".
Bene, abbiamo accertato - al dilà di ogni ragionevole dubbio - che l'Italia ha Berlusconi sullo stomaco.
Va tolto. I problemi sono: come toglierlo, e soprattutto, come effettuare l'asportazione in modo che - eliminato lui - il Paese possa riprendersi dal trauma dell'operazione, ritornando ad una vita pubblica accettabile. Una vita pubblica che lo metta in grado di affrontare le sfide che si vedono all'orizzonte e che ci arriveranno addosso comunque, e che lo metta in grado di riparare i danni fatti in quindici anni di populismo velleitario ed imbroglione. Il rischio altrimenti è di vedere il Paese languire in una convalescenza infinitae depauperarsi in nuove cure inconcludenti. Io vedo la situazione di oggi esattamente in questi termini: la diagnosi è certa, ma non si sa ancora come operare, con che speranze di sopravvivenza, e chi sarà il chirurgo che opererà. Vedo un affollarsi di mediconi intorno al capezzale