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Lettres italiennes

Corrado Conforti

Monaco, 6 marzo 2014.
Ne ha parlato qualche settimana fa anche la SZ (Süddeutsche Zeitung, quotidiano di Monaco di Baviera, ndr) in un articoletto in ultima pagina firmato dalla brava corrispondente dall’Italia Andrea Bachstein. In uno dei tanti quiz televisivi, alla domanda del conduttore “In quale anno Adolf Hitler venne nominato cancelliere”, tre concorrenti hanno risposto nell’ordine: 1948, 1964, 1979. Solo il quarto ha dato la risposta giusta (1933), ma solo perché le date erano già presenti sui monitor, e compito dei concorrenti era solo quello di sceglierle. Tanta ignoranza ha provocato parecchi commenti, fra i quali uno divertito e preoccupato di Umberto Eco nella sua rubrica bisettimanale sull’Espresso.

Siamo un popolo di ignoranti? Si è chiesto qualcuno. La risposta è ovviamente sì, ma ignoranti nel senso peggiore e colpevole del termine. Rispondere 1948 significa ignorare che in Europa in quella data era da tre anni finita una guerra. Rispondere 1964 significa immaginare che nei mitici anni ’60, mentre Gino Paoli cantava “Sapore di sale”, in Germania ci si preparava a internare gli avversari politici. Rispondere 1979 significa ritenere che i propri genitori (i concorrenti erano tutti piuttosto giovani) avessero conosciuto l’occupazione nazista del Paese. Scegliere quelle tre date significa, non solo non aver mai aperto a scuola il libro di storia: significa proprio ignorare cosa sia il passato (a parte quello personale fatto di chissà quali insipidi avvenimenti, visti gli individui prodotti), significa, al pari di un animale, vivere in un eterno presente, fatto di appagamento dei bisogni primari e nient’altro.

Del resto basta farsi un giro in un qualsiasi centro abitato (preferibilmente piccolo) della Penisola ed entrare in un bar (preferibilmente quello collocato nella piazza centrale) per farsi un’idea di quali siano le occupazioni preferite delle più giovani generazioni. In piedi o seduti a qualche tavolino i ragazzi parlano dei fatti loro oppure, quando vogliono entrare nel mondo dei massimi sistemi, discutono del campionato di calcio. Le ragazze poi, che di calcio non si interessano, alternano la conversazione alla risposta a mail e sms che piovono sui loro iphone. Chine su quei piccoli schermi possono passeggiare e perfino – la cosa non le disturba affatto, almeno finché non finiscono in un fossato o anche peggio – guidare la macchina. “Provincia” mi si dirà. Niente affatto: in città le cose non vanno troppo diversamente. La regola di vita è  ormai la rimozione; e quando questa non è possibile, la semplificazione. Cosa quest’ultima che avviene in tutti i campi. Anche, suppongo, ma non posso dirlo con certezza, in quello dei sentimenti. Mi sembra però che, tornando alle tre date sbagliate, quando si appiattisce il passato per il semplice motivo che non fa parte della propria storia, non resta molto neanche del presente e, figuriamoci, del futuro. In una visione semplificata del mondo, spariscono le differenze, le sfumature e, soprattutto, i fastidiosi dubbi, quelli che nascono sempre quando ci si dedica alla riflessione, vale a dire all’attività, che ha creato la civiltà. Si arriva così a certezze di comodo ottime per sostenere la propria pigrizia intellettuale. Se poi quelle certezze vengono gridate da qualche profeta improvvisato, tanto meglio: ci si risparmia anche la fatica di formularle. È proprio quello che avvenne in Germania a partire dal 1933 e che portò alla conclusione secondo la quale agli ariani, razza superiore, era consentito tutto, ponendosi essi al di là del bene e del male.

 

A Zagarolo, un ridente (si sarebbe detto una volta) paesino della provincia di Roma, uno dei tanti carneadi del Movimento 5 Stelle, irritato dalle critiche di Corrado Augias al raggruppamento politico in cui milita, ha postato sul suo profilo Facebook la foto di un libro dello scrittore da lui bruciato nel camino di casa sua. Non sa il poveretto che gli ultimi roghi di libri si sono svolti nell’Europa occidentale proprio nel 1933, a Berlino, nei mesi successivi all’avvento al potere di Hitler.

Ma che importanza ha il passato quando è prossimo l’avvento di Gaia, la nuova età dell’oro di cui profetizza lo scapigliato leader del suddetto movimento? Nell’attesa il nostro carneade di Zagarolo potrebbe candidarsi a partecipare al quiz televisivo cui sopra si è accennato. Mi immagino la domanda “In che anno è apparso il Trattato sulla tolleranza di Voltaire? 753 a.C.

1095, 1492, 1763”.  Sono sicuro che, prima di fare una figura penosa, il Nostro esiterebbe un po’. Prima cercherebbe di ricordare il significato di quella strana parola: tolleranza.

 

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