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- Categoria: lettres italiennes
- Pubblicato Mercoledì, 08 Dicembre 2010 20:13
Lettres italiennes
Odonomastica
Durch die Erweiterung und Vergrößerung der Städte nehmen auch die Probleme der Onomastik (Ortsnamenkunde) zu.Corrado Conforti
Mi raccontava mia madre che durante il Ventennio circolava la seguente barzelletta. “Ma insomma – si lamenta Mussolini con un suo sottoposto – è possibile che con tutto quello che ho fatto per questo paese, nessuno abbia ancora pensato a intitolarmi una strada?” “Ma eccellenza – risponde contrito il subordinato – noi ci abbiamo provato; e infatti abbiamo messo all’inizio di un’importante arteria una targa con su scritto Via Mussolini”. “Ebbene?” replica il Duce stizzito. “È che il giorno dopo – conclude il brav’uomo – qualcuno ci ha scritto sotto ‘Magari!’”
Sarà forse per evitare questo rischio che le vie si intitolano solo a chi è trapassato; sempre che costui o costei abbia fatto in vita qualcosa di buono o che almeno tale sia apparso ai posteri. Quella che sembra a me, e credo anche a voi che mi leggete, una prassi ovvia, non deve invece aver convinto del tutto Marco Siclari, vice capogruppo del Pdl (Popolo della libertà in futuro forse Partito dell’amore) al Consiglio comunale di Roma, il quale ha spinto il proprio ragionamento oltre i confini dell’ovvietà. “Se – si deve esser chiesto Siclari – qualcuno ha dei meriti, come avrebbe potuto vederseli riconoscere se non fosse nato?” Ragionamento che non fa una grinza. “Di conseguenza – avrà continuato il Nostro – se qualcuno si è distinto in vita, il merito è anche di chi quella vita gliel’ha data, vale a dire della mamma”.
Si può eccepire di fronte a un tale cristallino esempio di logica? Certo che no. Ma, mi chiedo essendo io un po’ malizioso, quale fine si cela dietro le impeccabili inferenze del vice capogruppo del Popolo della libertà? Sì, perché il signor Siclari, oltre a quella del sillogismo, pratica anche l’arte della politica, che non è disciplina puramente speculativa, bensì attività eminentemente pratica. Per non farvi perdere troppo tempo in ipotesi, vi dirò che Siclari ha proposto di intitolare una strada di Roma alla signora Rosa Boss
i in Berlusconi, madre – lo avrete capito – del nostro Presidente del Consiglio. Bene, bravo! – avranno detto in molti (il Presidente è molto amato, e ci tiene ad esserlo) – Dal momento che non si può intitolare una strada al figlio (non subito), che se ne intitoli almeno una alla sua mamma. La quale, come ricorda Siclari, “grazie alla sua dedizione, ha concorso a scrivere una pagina della nostra storia recente, contribuendo alla decisione del figlio di scendere in campo”.
La proposta sarà ovviamente vagliata e – chissà? – magari pure accettata, suscitando l’approvazione di alcuni e il disappunto di altri. Io, pensandoci sopra, temo però di aver scoperto dei rischi ai quali si andrebbe incontro qualora si volesse estendere la pratica (la decisione costituirebbe un precedente) ad altri casi. Perché, senza voler togliere nulla al nostro Presidente (anzi credo che anche la nonna materna sarebbe meritevole di un’intitolazione), ritengo che alcune strade andrebbero dedicate anche alle mamme di altri grandi italiani. A quella di Leonardo da Vinci ad esempio. Già, ma come si chiamava la mamma di Leonardo? Il suo nome non è noto. Si potrebbe tuttavia intitolare la strada “Via della mamma sconosciuta di Leonardo da Vinci”. Che però sarebbe troppo lungo.
E come la mettiamo con Piero della Francesca, altro straordinario pittore del nostro Rinascimento? La mamma si chiamava, è chiaro, Francesca, ma il figlio non aveva un cognome diverso da quello che ne attestava la discendenza materna. Dunque un’eventuale strada si dovrebbe chiamare “Via Francesca”. Ma siccome molti si chiederebbero “Chi diavolo è questa Francesca?” bisognerebbe specificare nella targa “di Piero”. E tuttavia, dal momento che quest’ultima specificazione sembrerebbe il patronimico, sarebbe necessario aggiungere un ulteriore chiarimento. Insomma, alla fine si potrebbe leggere sulla lapide (le targhe stradali in Italia sono in travertino) “Via Francesca mamma di Piero della sunnominata”. Voi capite che occorrerebbe una lapide a due piazze. E come la metteremmo poi con i figli di N.N.? (Ci sarà pure qualche personaggio illustre allevato in un brefotrofio!). Cosa si scriverebbe sulla targa? “Via della madre ignota di X”?
Vedete bene che l’idea, per quanto meritoria, è irrealizzabile. E tuttavia, per premiare l’intenzione, io gratificherei chi l’ha avuta proprio con la dedica di una strada. E non in una cittadina di provincia, ma in una delle nostre più belle metropoli. A Firenze, per esempio, dove fra le piazze del Duomo e della Santissima Annunziata corre una splendida via sulla quale si affacciano alcuni fra i più bei palazzi della città. Via dei Servi si chiama. Credo che nessuno se ne avrebbe a male se questa venisse ribattezzata col nome del nostro vice capogruppo. Anzi, la maggior parte della gente, fiorentini in testa, non se ne accorgerebbe nemmeno.
(2010-2 pag 18)