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Un autore, il suo protagonista e la verde Baviera

Un romanzo postumo di Andrea Carli (1919-1990) intitolato Il caso Arpur, racconta la terribile esperienza di un internato in un lager nazista. Lo scrittore italiano, che fu rinchiuso nel campo di concentramento di Hohenstein - dove anche Mario Rigoni Stern patì la segregazione - in tarda età sentì il bisogno di narrare ciò che teneva gelosamente dentro di sé. Un poetico richiamo al paesaggio bavarese nel viaggio di ritorno del protagonista, sancì un primo e graduale ritorno alla vita.

Giuseppe Muscardini

Ferrara, 4 marzo 2014.
La dimensione della sofferenza ingenerata dalla protervia nazista, necessita oggi di essere indagata, riconvocata e approfondita, a dispetto delle demenziali teorie dei negazionisti, secondo cui l’Olocausto è il frutto di una macchinazione degli storiografi per mistificare ciò che di fatto, secondo loro, non avvenne. La testimonianza letteraria di Andrea Carli in questa ricerca del clima cupo che pervase l’esistenza degli internati, è assolutamente preziosa; e perché Carli la protervia nazista la subì personalmente, e perché la compostezza stilistica e il rigore formale presenti in queste pagine, acquisiscono grande pregnanza per chi legge, dovendo, chi legge, misurarsi con gli aspetti psicologici della sofferenza di chi scrive. 

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Theater der Schatten (teatro di ombre)
von Ada Zapperi Zucker (Deutsch von Dominikus Andergassen)

Buchvorstellung am 15.1.2014 in der Seidlvilla

Es lasen: Die Autorin und Herbert Häberlin (literarisches Kabinett Landsberg a.L.)

Moderation: Elisabetta Cavani (Buchhandlung Itallibri)
Veranstalter: VoG Verlag ohne Geld e.K., Buchhandlung Itallibri

Antje Reiff

München, 15. Januar 2014.
Im gut gefüllten Vortragssaal der Seidlvilla in Schwabing stellte die Autorin, im auf Deutsch geführten Zwiegespräch mit Elisabetta Cavani, ihren neuen Roman vor. Dieser spielt Anfang des 20. Jahrhunderts in Lemberg, von 1772 – 1918 Hauptstadt des österreichischen Kronlandes Galizien (heute Ukraine). Am Beispiel der Familie Bodynski wird die historische und geopolitische Situation dieser multiethnischen Region im Vorfeld des 1. Weltkrieges dargestellt. Der Wandel in der Gesellschaft und vor allem die sich verändernde Rolle der Frau zu dieser Zeit sind Hauptschwerpunkte des Romans. Nach gründlichen Recherchen des historischen Hintergrundes gelingt es der Autorin, anhand anschaulich gezeichneter Figuren ein Stück europäischer Vergangenheit wieder aufleben zu lassen.

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Padiglione Italia nel Mondo, Biennale 2011

Nell'ambito delle celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia
Durata dell'esposizione: 6 giugno – 31 agosto 2011

Der Pavillon Italien in der Welt, die Biennale 2011. Im Rahmen des 150. Jubiläums der nationalen Einheit Italiens

Monaco, 4 giugno 2011.
(Comunicato stampa dell'Istituto Italiano di Cultura di Monaco di Baviera)
In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, la 54° Biennale di Venezia aprirà le sue porte e si espanderà in tutto il mondo.

I direttori degli Istituti Italiani di Cultura o delle rappresentanze diplomatiche di tutto il mondo hanno effettuato insieme a esperti del settore una preselezione di alcuni artisti italiani residenti nei loro rispettivi paesi.
Il 4 giugno, giorno de La Biennale di Venezia: il padiglione italiano nel mondo, i finalisti selezionati dalla commissione d’esame, presieduta dal curatore del padiglione italiano della Biennale, inaugureranno le loro esposizioni in tutto il mondo in concomitanza con l’apertura della Biennale di Venezia.
Sul sito web della Biennale saranno evidenziati gli Istituti Italiani di Cultura che partecipano all’iniziativa. I visitatori del padiglione italiano, inoltre, potranno ammirare attraverso un monitor tutte le opere d’arte degli artisti italiani che espongono nel resto del mondo.

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I quaderni di "SCRIPTA MANENT”

Miranda Alberti

Scrittura ed esilio devono avere, da qualche parte, una radice comune, o almeno scrittura e lontananza. Anche coloro che non hanno l’abitudine di esprimersi scrivendo, non appena si allontanano da casa per una breve vacanza, comprano una cartolina e vi tracciano sopra i segni dei loro saluti a coloro che pure fra qualche ora rivedranno. Vi è sicuramente una scrittura dell’emigrazione fatta di lettere accorate, piene di nostalgia e di errori di grammatica, ma anche di capolavori della letteratura mondiale che traggono ispirazione e nutrimento dallo stesso sentimento di malinconica estraneità. D’altra parte colui che scrive è ovunque, anche a casa propria, un estraneo. Condizione per la sua creatività è, infatti, quella di allontanarsi dal resto della comunità e della famiglia, di isolarsi in una cameretta per dare sfogo alla stessa nostalgia e, volendo, all’incapacità di vivere e di partecipare come gli altri al flusso della vita quotidiana. Il gruppo di lavoro di "SCRIPTA MANENT" si è messo idealmente alla ricerca di questa sconosciuta etimologia comune allo scopo di ridare ad una esperienza privata di più o meno sofferta "lontananza" il suo vero carattere di universale condizione umana.

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Logomakìa

Il gruppo Primaopoi porta la coscienza di Cesare Pavese a teatro.
Al Black Box in Gasteig la compagnia teatrale italiana "primaopoi" ha presentato, il 7 e l’8 luglio, uno spettacolo di ottima fattura e di alto livello drammatico dal titolo "Logomakìa" per la regia di Marco Pejrolo

"logomakia", beziehungsweise "das Geheimnis an das sich alle erinnern", zehn Auszüge aus den "Gesprächen mit Leukò" von Cesare Pavese, wurde im Juli in der Black Box im Gasteig von der Theatergruppe primaopoi vorgestellt. Die nächste Vorstellung ist am 12. Oktober.

Miranda Alberti

Lo spazio teatrale si è fatto, per l’occasione, cubo. Il pubblico, che lentamente affluisce, va a occupare i posti in platea e al primo piano disponendosi sui quattro lati e chiude l’aere rigorosamente delimitato. Gli sguardi si concentrano sulla scena centrale e, nella semioscurità, vi scorgono una costruzione cubica - la coscienza? - al cui interno riposano, in attesa dell’azione, gli attori/pensieri. Nessuno si è ancora accorto che in alto, appesi pericolosamente alla balaustra del primo piano, Demetra e Dioniso, come due pensieri fuggiti al controllo della coscienza, si preparano a pedalare le ruote del destino.

Intanto parla la musica Euterpe, la musa per eccellenza, che ci introduce in questo mondo misterioso dell’anima umana fucina di creatività e di follia, di genialità e di sciocca superstizione, di libertà e di violenta schiavitù.

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Parole di Mare

Una mostra di fotografie ispirate ai versi di Eugenio Montale

Rosanna Ricciardi

La scuola di lingua "Studio Italiano” ha ospitato fino al 4 luglio scorso una mostra ispirata ai versi di Eugenio Montale, premio Nobel nel 1975 e protagonista del tema d’italiano alla maturità di quest’anno. Autrice delle immagini esposte è Monica Delli Iaconi, nata a Salerno e trasferitasi da bambina a Genova. Laureata in Pedagogia con una tesi sulla fotografia, passione trasmessale dal padre, ci racconta che i suoi scatti "sono il risultato di una lettura attenta e appassionata delle poesie di Montale e di una rielaborazione iconica, più o meno conscia”.

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Presentazione del nuovo libro di Sante Recca

Il risveglio dell'anima

Erwachen der Seele
Affermato già come scultore, Sante Recca si propone al pubblico, per la seconda volta, come scrittore. Recca costruisce attraverso la scrittura un mondo "altro", dove poter parlare d’amore. L’amore, nei suoi vari aspetti, è l’argomento principe delle sue liriche. Attraverso la descrizione di questo sentimento, egli compie un viaggio interiore, che lo porta a spiegare senza falsi pudori la sua stessa vita.

Franziska Günther

"in musik / und kunst / bewegen sich die gedanken", heißt es in dem Gedicht "sharon" von Sante Recca. Der Künstler hat es seiner Tochter Sharon gewidmet.
Es schildert die Gedanken und Gefühle des Vaters am Tag ihrer Geburt: "kämpfe der seele mit gefühlen / wer bist du / wer willst du werden / widersprüchliche richtungen/ die das herz sprengen", heißt es darin.

So offen, direkt und doch mitunter etwas geheimnisvoll ist auch der Ton in den anderen Gedichten des neuen Bandes "Il risveglio dell'anima"/"Erwachen der Seele" von Sante Recca. Das neue Buch ist die Fortsetzung des ersten Gedichtbandes des Bildhauers, Malers und Dichters "Il bel tempo dell'amore"/" Die schöne Zeit der Liebe".
Auch in diesem Band steht die Liebe im Mittelpunkt. Sie ist der "Ursprung seiner Lyrik, einer Poesie, die gleichzeitig auch die Reise seines eigenen Lebens beschreibt, die Fähigkeit, ganz direkt und ohne Umwege zu lieben", wie der bekannte "poetische" Fotograf Mario Giacomelli einmal treffend über Reccas Lyrik geschrieben hat. Seine Gedanken und Gefühle äußert der 1949 in Senigallia, Italien geborene Künstler in den vielfältigsten künstlerischen Stilarten.

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La visita della vecchia signora

ovvero: davanti al capitale siamo tutti uguali!

„Der Besuch der alten Dame“ Dürrenmatts tragikomisches Lustspiel ermittelt - paradox und provozierend- die Bestechlichkeit der Menschheit und das Verhältnis zwischen Moral und Gewalt. Auch die Menschen mit dem reinsten Gewissen akzeptieren schließlich einen Mord. Regie: Marco Pejrolo. Originalmusik: Andrea Pejrolo. In italienischer Sprache.

Miranda Alberti

München, Gasteig. Nella "scatola oscura" del Black Box, martedì 6 luglio e nei successivi 7 e 8, si è consumato l’amaro giudizio sull’umanità emesso da Friedrich Dürrenmatt per la prima volta a Zurigo nel 1956 e oggi attuale più che mai: davanti al ricatto della ricchezza siamo tutti uguali! La vecchia Claire Zachanassian, ex-ragazza madre, ex-prostituta, ex-bellezza seducente, imbottita del denaro che le hanno lasciato i suoi innumerevoli mariti, torna all’impoverito paese natìo, per comprare la sola cosa che ancora le manca: la giustizia.E come dovrebbe funzionare una tale transazione? Semplice: offre un miliardo per la vita di colui che la mise incinta ancora ingenua (ma non tanto) fanciulletta e che poi l’abbandonò per sposarne un’altra. Punto. La storia è già qui finita. Poiché a partire dalla fatale battuta: "Vi do un miliardo, e in compenso mi compro la giustizia." la dinamica del dramma si raggela nella logica ironica e circolare di una resa senza condizioni e facilmente prevedibile da parte di tutti, vittima compresa che si lascia stupidamente morire d’infarto e di paura.Ora, dare vita e dinamica ad una storia del genere, non era affatto facile, e non ci si deve sorprendere se il gruppo primaopoi, nonostante l’evidente impegno investito, non vi sia riuscito completamente. Dare credibilità e risalto drammatico ad una storia diventata ormai banalità quotidiana, richiede un talento raro anche per attori professionisti ed una sinergia perfetta fra i vari elementi teatrali: luci, tono, tempi, ecc. Si lamentava l’assenza di una regia forte in grado di dosarli ed armonizzarli in uno svolgimento che sarebbe dovuto risultare molto più stringente e preciso. Eppure vi sono stati momenti assai convincenti: l’entrata scandita da un passo ritmico e schizoide della "vecchia signora" (Giulia Costabile), i mimati uccelletti del bosco di Konradsweiler, la gita in auto della famiglia Ill, la fatua intervista delle giornaliste a caccia di sensazioni sono solo alcuni esempi.

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Scripta Manent quaderno n.2.

Ovvero: sull’amicizia

Das neue Heft der literarischen Gruppe „scripta manent“ ist der Freundschaft gewidmet.

Miranda Alberti

L’amicizia è il sentimento più nobile di cui l’uomo è capace. Volumi sono stati già scritti sul tema, altri se ne scriveranno. Ipotesi e definizioni sono andate accumulandosi nei tempi nel tentativo di esprimere con le parole la forza e la leggerezza di queste relazioni che avvolgono e salvano l’individuo dall’isolamento e dall’abbandono al proprio solitario destino.

L’emigrante o il nomade moderno che a questo sentimento deve rinascere, dopo essersene strappato, ne riconosce, con gratitudine e con consapevolezza, tutto l’intenso valore e il senso profondo che esso ha per la vita. L’amicizia non è solo il tema, ma anche la vera autrice di questo nuovo quaderno di scripta manent dedicato "ad un amico", Gonzalo, che ci ha lasciato troppo presto e a cui vanno i ricordi di Carmela e le delicate parole dell’introduzione di Dalia:"Alcuni di noi, ora, sono già altrove. Viaggiano verso mete ignote ed infinitamente lontane, distanti dalle spiagge dell’esistenza.Ma qualcosa, come polvere di cometa, ancora ci giunge addosso."

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MEDIOEVO E 2004

Werkschau von Giovanna Valli

Ruota intorno al tema dell’acqua, fonte di vita, fattore economico e causa di conflitti, la nuova espisizione personale di Giovanna Valli presso l’Istituto Italiano di Cultura di Monaco, in cui l’artista presenta sue recenti installazioni insieme al ciclo di illustrazioni (disegni, incisioni, acqueforti) ispirate al romanzo" Il nome della rosa” di Umberto Eco. Un omaggio al famoso scrittore e maestro di escamotage che il 17 novembre leggerà in Gasteig (Carl-Orff-Saal, ore 20.15) brani dalla sua ultima fatica "La misteriosa fiamma della regina Loana”, edita nel 2004 per i tipi di Bompiani e Carl Hanser.

Anna Zanco-Prestel

Ihre Acrylbilder, "Wolkenkratzerpartituren bis auf rhythmische Zeichen skelettiert" (La Repubblica, Rom), hatten Eindruck gemacht, als sie im September 2001 in der Galleria B2 zu Genua einem etwas verwunderten Publikum zum ersten Mal zugänglich gemacht wurden. Denn – dies das Erstaunliche - sie waren vor dem 11. September gemalt worden! Hellseherische Fähigkeit, Vorahnung, wie es häufig bei Künstlern der Fall ist?Mag sein oder nicht. Fest steht, dass das Dickicht der Stadt immer ein Lieblingsthema von Giovanna Valli war, das von Zeit zu Zeit in Ihrer Produktion wieder auftaucht. Die Stadt ist nun das Motiv, dass Plakat und Einladung der neuen "Personale"

"Medioevo e 2004" (Kulturabteilung des Italienischen Generalkonsulats/ Istituto di Cultura Eröffnung am 10. November um 19.00 bis 15. Dezember 2004) schmückt.
Diesmal geht es ihr nicht mehr um eine moderne, etwa nach Art der italienischen Futuristen betrachtete Metropole, sondern um ein kleines mittelalterliches Städtchen, das an Narni in Umbrien angelehnt ist, die Heimat ihrer Ahnen: Ein großes Dorf mit Türmen, Gassen und Mauern, dass wie ein Storchennest auf einem auf den Kopf gestellten Berg liegt. "Um es zu retten – erklärt Valli - vor jener Sintflut", die das Genie von Leonardo einige Jahrzehnte später in seinen letzen Zeichnungen als mögliches Ende der Welt vorausgesehen hatte. Die Sintflut ist hier als mächtige, zerstörerische Urgewalt zu sehen. Vor ihr gilt es, das Altbewährte, das Schöne zu erhalten.

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Casanova non piace solo alle donne

"…quelli che il teatro...” entusiasmano anche il pubblico del Gasteig

Egle Maguolo Wenzel

Lo scorso 25 aprile il gruppo teatrale "...quelli che il teatro...” ha presentato al Black Box del Gasteig uno dei pezzi più divertenti del suo repertorio "Avventure e disavventure amorose diGiacomo Casanova Veneziano”, che già l’anno scorso aveva riscosso calorosi applausi nell’ambito della "lunga notte della musica” e della "lunga notte dei musei” a Monaco. Anche questa volta la vivacità, i colori, la mimica e le battute impertinenti dei personaggi non hanno mancato di contagiare il pubblico di una fresca spensieratezza. Corrado Conforti, (che interpreta Casanova) ha scritto i testi, Daniela Pasculli (che sulla scena veste i panni della "fantesca”) e Petra Manganelli si sono curate dei costumi.

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A “Vedrai” di Nicola Bevilacqua il primo premio

Grande successo di pubblico alla Festa della canzone italiana inedita

Gianni Minelli

Il 28 febbraio scorso si è tenuta a Monaco, presso la sala del Salesianum, la Festa della canzone italiana inedita organizzata con il valido apporto dell’associazione Rinascita e.V. e con il patrocinio del Consolato Generale d’Italia di Monaco di Baviera.I 15 bravissimi concorrenti si sono cimentati in un impegnativo concorso canoro organizzato per la prima volta nella nostra città. Il riuscito spettacolo è stato presentato da Corrado Conforti ed è stato reso possibile attraverso l’impegno del Dott. Rocco del Giudice, direttore didattico del Consolato, e dalla organizzazione di rinascita.
Ci auguriamo che, visto il successo ottenuto, il festival sarà ripetuto il prossimo anno

(2004-2 pag 21)

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Serata d’autore al Gasteig

Un festival per diffondere la buona musica italiana

Alfredo Di Cesare, Organisator des „Festivals della canzone d’autore italiana“, liegt die Verbreitung der niveauvollen Eigenkompositionen der Liedermacher besonders am Herzen. So stellen zwölf Künstler am 15. Oktober im Carl-Orff-Saal ihre Sangeskunst auf Italienisch unter Beweis.

Rosanna Ricciardi

Una breve chiacchierata telefonica con Alfredo Di Cesare, presidente del comitato organizzatore del “Festival della canzone d’autore italiana – Città di Monaco di Baviera 2005” ci aiuta a capire meglio il senso di questa manifestazione e a sgombrare il campo da alcuni equivoci, facendoci apparire tanto la relazione con il “Festival della canzone italiana inedita”, svoltosi nel 2004, quanto il paragone, seppur illustre, con Sanremo, non del tutto calzanti.La continuità con la quasi omonima edizione dell’anno scorso è innegabile ma bastano un’occhiata al programma della serata e ai nomi dei protagonisti di quest’anno, oppure una ricognizione sui principali motori di ricerca in Internet, per capire che l’evento ha superato la dimensione locale per assumere un respiro e una risonanza decisamente più vasti. Basti pensare che il compito di selezionare i dodici finalisti, tra le centinaia di richieste giunte da tutta Europa e persino dall’Argentina, è toccato a due giurie con sede rispettivamente a Monaco e ad Helsinki.

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Festival con sorpresa

In finale al Gasteig vince il meno tradizionale degli interpreti

Das zweite Festival della Canzone d’autore italiana hat das Publikum durch das hohe Niveau der Künstler begeistert. Gewinner des Festivals ist Angelo Libri. Er hat alle mit seinem außergewöhnlichen Musikstück überzeugt.

Rosanna Ricciardi

Nell’ultimo numero del nostro giornale (NTERVenti 4/2005) avevamo concluso l’articolo sulla II edizione del Festival della Canzone italiana d’autore chiedendoci, in maniera non troppo velata, se i cantanti e i brani ammessi alla finale del 15 ottobre al Gasteig sarebbero stati all’altezza delle aspettative e dell’apparato organizzativo, decisamente più imponente rispetto all’edizione 2004. La risposta per noi sta tutta nella battuta della presentatrice Pamela Villoresi “Date a di Cesare quel che è di di Cesare”: parafrasando il noto passo evangelico, l’attrice toscana riconosce, poco prima di annunciare il vincitore, il merito della riuscita dell’evento al presidente del comitato organizzatore che con entusiasmo, caparbietà e professionalità è stato l’artefice principale di un successo non necessariamente annunciato.

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SHUTTLE BOX

Il gruppo primàopoi mette in scena il mistero della mente

„Für dieses Stück wird die Bühne zu einer riesigen SHUTTLE BOX, der Zwei-Fächer-Schachtel, die bei der Tierverhaltensforschung im Labor eingesetzt wird. In SHUTTLE BOX wird die Krankheit nicht verleugnet, sondern - dank der Zauberei des Theaters - eine erweiterte Sicht der Dinge ermöglicht“.

Miranda Alberti

A Monaco, all’Amerika Haus, il 13 e il 14 ottobre scorso gli attori del gruppo sperimentale primàopoi, sotto la regia di Marco Pejrolo, hanno dato il meglio di sé in un’emozionante performance musicoteatrale dal titolo SHUTTLE BOX che merita di rivivere in altre repliche. Difficile avanzare critiche a questo ottimo lavoro a meno che non si voglia rilevare l’eccessiva abbondanza e ricchezza degli spunti sufficienti ad occupare lo spazio di due rappresentazioni
distinte. La complessità e l’universalità del tema scelto, infatti, non si lascia facilmente concentrare nel tempo determinato di due tempi scenici.

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Rachel Hellers „Innenlandschaften“

“Paesaggi interiori”, paesaggi non circoscritti nel tempo e nel luogo, che potrebbero essere anche italiani, sono i dipinti della nota artista italo-israeliana Rachel Heller attualmente residente a Monaco

Nata a Livorno, Marcella Ascoli – questo il suo nome italiano – è emigrata nel 1938 con la sua famiglia in Israele dove ha studiato presso la Hebrew University di Gerusalemme, nonché all’Avni Institute of Art di Tel Aviv. Dopo la specializzazione presso la Central School of Art di Londra ed al Pratt Graphik Center di New York ha vissuto e lavorato in Israele, negli Stati Uniti, a Londra e Parigi, dove ha realizzato un vasto numero di esposizioni.

Anna Zanco Prestel

„Innenlandschaften“ lautet der Titel der Werkschau der israelischen, aus Livorno stammenden Malerin Rachel Heller – Marcella Ascoli ist ihr ursprünglicher Name –, die das Zentrum für Zeitgenössische Israelische Kunst vom 3. Mai bis 3. Juni in seinen Schwabinger Räumlichkeiten
zeigt. Seelenzustände, die sich in einem symbolträchtigen Wechselspiel zwischen figurativen und abstrakten Elementen in „Perioden“ mit unterschiedlichen Tendenzen und Stilrichtungen offenbaren und verleihen dem Lebenswerk der Künstlerin Kontinuität: eine Kontinuität in der Veränderung.

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Primaopoi in “shuttle box”

Replica a Ottobre al Gasteig il 16 ottobre 2006

„Was spielt sich in einem mit Wahrnehmungsstörungen beeinträchtigten Gehirn ab? Welche Welten rekonstruiert in sich selbst ein Schizophrener, ein Autist, ein Tauber, ein Blinder? Kann man diese Personen als unfreiwillige „Wachtposten“ wahrnehmen, die Gebiete erforschen, in die unsere Gehirne ganz einfach nicht eindringen dürfen? Was könnten sie uns enthullen, wären wir nur im Stande, so nah an sie heranzutreten, das wir ihre Stimmen in aller Deutlichkeit wahrnehmen? Wir haben uns vorgestellt, dass das Theater den Raum für diese unmögliche Begegnung bieten könnte. Daraus ist „shuttel box“ entstanden, ein Musikal in fünf Sprachen, das von Münchener Theaterensemble primàopoi mit Originalmusik geschrieben und produziert wurde.“

“Shuttelbox” è uno spettacolo scritto e prodotto dalla compagnia teatrale primàopoi, di Monaco di Baviera su musiche create appositamente da Andrea Pejrolo (PejoBass Studio, New York) che in precedenza ha già composto le colonne sonore di alcuni spettacoli della compagnia.
All’origine dello spettacolo una serie di domande scaturite in seguito alla lettura di alcuni testi divulgativi di Oliver Sacks e R.D. Laing. Che cosa accade in un cervello il cui funzionamento risente di alterazioni del sistema percettivo? Quali mondi ricostruisce dentro di sé un soggetto schizofrenico, uno autistico, uno sordo, uno cieco? La realtà che queste persone ricompongono dentro di sé è davvero qualcosa che oggettivamente non esiste? Oppure è possibile vedere queste persone come involontarie “sentinelle” che osservano territori ove i nostri cervelli semplicemente non sono in grado di spingersi?

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Largo alla parole scritta!

Piccola e grande letteratura agli “Incontri” di Giulio Bailetti

Regelmäßig finden im italienischen Kulturinstitut München die “Incontri di letteratura spontanea” statt. Die Initiative wurde vor über fünf Jahren von Giulio Bailetti ins Leben gerufen.

Marco Armeni

 

 

Di tutto questo microcosmo, il dominus indiscusso è Giulio, che con il suo modo di fare accattivante, con la sua lentezza di cui egli stesso è il primo elogiatore, fa sentire immediatamente a suo agio i suoi ospiti, anche chi, per timidezza, interviene solo per ascoltare; è già tanto, in questi tempi, trovare persone disposte ad ascoltarci, e ad ascoltarsi...

Sono sicuro che gran parte di voi ne ha già sentito parlare: il nome è di quelli che, chissà poi per qual motivo, rimane immediatamente stampato in memoria. “Incontri di letteratura spontanea” è un’iniziativa sorta più di cinque anni fa, grazie all’inventiva di Giulio Bailetti, uno di quei personaggi che, nel bene o nel male, si è ritagliato un ruolo ben definito all’interno della variopinta e turbolenta comunità italiana di Monaco.
E, lungi dal voler fare un panegirico del dott. Bailetti (che ironizzerebbe assai sulla anteposizione del titolo al cognome, spesso sintomo inequivocabile di vanagloria), bisogna riconoscere che Giulio ha sicuramente i saputo creare intorno a sé, prima di tutto, una solida rete di amicizie (ed anche qualche radicata antipatia), in gran parte nate proprio nelle sale dell’Istituto Italiano di Cultura, il secondo venerdì di ogni mese, a partire dalle 18.
Getto la maschera e proclamo subito la mia partigianeria a favore dell’iniziativa, e quindi del suo creatore; che si presenta con le fattezze di un distinto signore romano dalla bianca criniera (un po’ lunga, invero, probabile retaggio di una gioventù vissuta tra la fine dei Sessanta e l’inizio dei Settanta), avvolto in abiti dai colori vivaci e da nuvole di fumo generate dall’immancabile sigaretta, che il Bailetti costruisce con infinita pazienza, e l’ausilio di un infernale accrocco, probabilmente prodotto in unica copia appositamente per lui.

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Notte della canzone italiana
24. November 2006 – Stadthalle Germering

Nach dem großem Erfolg letztes Jahr organisiert die Deutsch-Italienische Gesellschaft ein neues Konzert in Germering. Der Tenor Giuseppe Del Duca wird dem Publikum Lieder aus der Neapolitanischen Tradition vorstellen.

Dopo il grande successo ottenuto lo scorso anno la Deutsch-Italienische Gesellschaft di Germering organizza per il 24 novembre 2006 una replica del concerto con il tenore napoletano Giuseppe Del Duca.

„O sole mio”, „non ti scordar di me“ – unsterblichen Melodien wie diesen ist ein Liederabend gewidmet, den die Deutsch-Italienische Gesellschaft und die Stadthalle Germering am Freitag, den 24. November ab 19.30 Uhr im Orlandosaal der Stadthalle veranstalten.
Im letzten Jahr hatte die Deutsch-Italienische Gesellschaft anlässlich ihres fünfjährigen Bestehens einen Abend unter dem Titel „Neapel wie es singt und lacht“ gestaltet – mit großartigem Erfolg: 700 Zuhörer waren begeistert! In diesem Jahr hat man sich mit der Stadthalle zusammengetan und das Programm erweitert. Nicht nur neapolitanische Stücke sind nun im Repertoire, sondern Melodien aus ganz Italien.

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Perché ascoltare la musica classica oggi

Dal direttore dell’orchestra Landesbühnen Sachsen di Dresda un invito ad ascoltare la musica classica

Ein Appell für die klassische Musik! Michele Carulli, Direktor der Landesbühnen Sachsen, sieht in der klassischen Musik ewige sowie zeitlose Werte, die hoffentlich auch in Zukunft gewahrt werden.

Michele Carulli

Penso che il mondo contemporaneo sia sempre più caotico, sempre più veloce e sempre alla ricerca del “nuovo”, non importa cosa…
Un assunto del genere, se da un lato può apparire generico ed un po’ scontato, dall’altra può essere buon motivo per soffermarsi un poco a riflettere.
Credo, e non perché musicista io stesso , che la “Musica” sia uno dei fenomeni più affascinanti presenti nel mondo fisico intorno all’uomo.
L’udito è fra i nostri cinque sensi il più misterioso: cos’è il “suono”, quale vibrazione eterea può suscitare nel nostro animo le più incredibili emozioni…? A parte la percezione, ahinoi, dei rumori in una società sempre più chiassosa che non sa più cosa sia il silenzio.
Si dice che fu lo scoccare di un “suono” a provocare il “big bang” da cui ebbe origine l’universo: quindi prima ancora della luce c’è stato il suono. Ma torniamo alla nostra Musica.
Nella “storia” del cosiddetto mondo civile (occidentale) la Musica ha avuto un’origine ed uno sviluppo del tutto particolare, si può dire assenti nelle altre culture. Prendiamo, ad esempio, la Musica del lontano oriente, o quella indiana, o quella delle culture africane: si fa fatica a riscontrare in queste un’idea di “sviluppo”, di evoluzione nei secoli; viceversa, nella Musica che chiamiamo “europea”, quanta differenza tra la musica medioevale ed il novecento storico, passando attraverso il “rinascimento”, l’età di Bach e Händel, Mozart, Beethoven, “i Romantici”, Wagner, il ”decadentismo”, fino appunto ai “moderni”!

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La scuola delle catacombe

La raccolta di racconti di Ada Zapperi Zucker presentata
alla Seidlvilla di Monaco

Paola Gambaro

“…ho sentito un brusio di voci infantili provenienti da una stanza. Mi sono diretta con decisione da quella parte, ho aperto la porta ed ho visto una ventina di bambini di tutte le età, seduti chi per terra chi su sgabelli, una lavagnetta sulle ginocchia… qualcuno ha cercato subito di nascondere la lavagnetta sotto la gonna o dietro la schiena, come ladri colti in flagrante!…”
“Scuola delle catacombe” erano soprannominate le lezioni in lingua tedesca, che si tenevano in segreto, spesso all’interno delle parrocchie, in tutto il territorio Altoatesino durante il Fascismo. L’italiano fu dichiarata lingua ufficiale ed i cittadini di madrelingua tedesca, ai quali venne proibito l’uso e l’insegnamento del proprio idioma, furono costretti a riunirsi clandestinamente, ostacolati e perseguitati dal regime; una situazione che l’autrice assimila a ciò che era accaduto nelle catacombe cristiane al tempo delle persecuzioni. Lingua italiana o lingua tedesca? Italiani o Tirolesi?Il conflitto che scaturisce dalla dualità culturale e linguistica che permea tutt’oggi la realtà altoatesina è il filo conduttore del libro “La scuola delle catacombe” presentato il 4 dicembre alla Seidelvilla di Monaco in una interessante serata dedicata alla

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Vortici di colori

Nella pittura di Serena Granaroli il fluire della vita e delle emozioni si fondono in un unico fluido movimento di colori e forme

 

Dott. Ilma Reho  - Sovrintendenza ai BB.AA del Comune di Roma

Serena Granaroli, milanese di nascita, cittadina del mondo per vocazione, è arrivata alla pittura attraverso una serie di esperienze molteplici ed eterodosse. Attratta principalmente dalla musica nei suoi anni milanesi e poi in quelli parigini, trovava allora nel pianoforte il suo strumento di espressione privilegiato. A Londra negli anni ’70 si lascia folgorare e convertire da una nuova passione: la pittura. Ma non è una scoperta assoluta: dipinge infatti già da anni. Nuova, invece, è l’esigenza esclusiva ed impellente di dedicarsi al colore, di lasciar liberi di esprimersi in nuova forma i moti dell’animo. Non a caso si “innamora” di Kandiskij e sceglie Monaco di Baviera, la città del movimento “der blaue Reiter”, come sua nuova destinazione. Qui si concede il tempo necessario per la sperimentazione.Frequenta atelier di artisti e accademie, musei e gallerie, confrontandosi con una realtà artistica internazionale. Non sono anni di grande produzione: prioritaria sembra essere l’esigenza di capire, di imparare. Non è tuttavia un’allieva tipica. Insofferente,

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La scrittura è il nostro porto …

Il terzo quaderno di scripta manent

Am 6. Dezember wurde das dritte Heft von „scripta manent“ in der Seidlvilla in Schwabing vorgestellt. Der junge Dichter Matteo Di Stasio aus Rom wurde von Emilia Sonni-Dolce interviewt. Das interkulturelle Magazin sammelt Beiträge von verschiedenen Autoren zu Themen aus der Geschichte, der Philosophie, und der Archäologie

Miranda Alberti

 

Il 6 dicembre 2008 nella Seidlvilla a Schwabing è stato presentato il terzo quaderno di “scripta manent”. Alla presenza di un pubblico di simpatizzanti e sostenitori di un’Italia “migliore”, ho ringraziato tutti coloro che vi hanno partecipato come autori o curatori, ma colgo l’occasione per rinnovare quei ringraziamenti espressi forse troppo frettolosamente, per quella timidezza che mi coglie quando devo esprimere, con parole che mi appaiono troppo comuni, sentimenti profondi di amicizia e di solidarietà. Vi abbiamo lavorato tutti con entusiasmo, strappando ritagli di tempo dai nostri impegni quotidiani, a volte con grande fatica, ma sostenuti da un’ormai diventata rara fiducia nella potenza della parola scritta e della cultura.
Nell’introduzione Giuseppe Scuto ha colto mirabilmente il nostro stato di naufraghi (ché tutti nel grande mare della vita, prima o poi, si fa naufragio) che pur sanno di veleggiare sicuri verso una spiaggia amata. La lontananza ce l’oscura, ma la nostra anima l’intuisce prossima.

Inutile dire che tutta la nostra letteratura è piena di questi riferimenti dinamici, da Dante a Leopardi, da Virgilio al Manzoni stesso, tanto da poterla connotare nel suo insieme come una sola, grande metafora del viaggio.

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La nuova mostra di Maria Cristina Picciolini

Dalle profondità del mare e della notte un albore verso il futuro

Die Künstlerin aus Orbetello - Toskana ist in der Kulturszene Münchens sehr präsent. Am liebsten stellt sie in ihren Werkenweibliche Figuren dar: „Die Rippe, die Adam der Eva schenkte, war vermutlich seine beste“. Frau Dr. Ilma Reho wird am 15. Februar ihre neue Ausstellung im Augustinum, Neufriedenheim, Stiftbogen 74, in München, eröffnen.

Andrea M. Jarach

Nata ad Orbetello e trapiantata da 9 anni a Monaco di Baviera, Maria Cristina Picciolini si è diplomata all’Accademia delle Belle Arti di Firenze, specializzandosi poi alla scuola steineriana. Oltre a coltivare la propria vocazione artistica, si dedica a divulgare le sue conoscenze di tecnica pittorica curando corsi sia in Italia che in Germania ed organizzando viaggi alla scoperta dei tesori d’arte della sua Regione. Ora presenta una mostra di 19 tele, quasi tutte acrilici di grosso formato, e 2 sculture in terracotta.

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Lettera ad un’amica pittrice

Presentazione della mostra di Cristina Picciolini nella Mohr Villa il 17 marzo 2009

Liebe Cristina,

danke dafür, dass du mir erneut die Möglichkeit gibst, über deine Werke zu sprechen, denn diesen gelingt es auf wunderbare Weise, jener Dimension Raum in meinem Denken zu erschließen, in der meine Seele unbeeinträchtigt Freiheit atmen kann.

Es ist dies unser zweites Experiment mit dem „Figurativen Gedanken“ - ein Bereich, den wir gemeinsam entdeckt haben, ein Raum, in dem meine Reflektion sich von deinen Farben und Formen leiten lässt.

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“Quelli che il teatro...“ visti da vicino

Die Gruppe "Quelli che il teatro...” ist eine italienische Laienspielgruppe, die sich u.a. der Tradition der "Commedia dell’Arte" widmet. Die Gruppe wurde 1998 in München gegründet. Ihr Ziel ist, den Zuschauer in das jeweilige Stück einzubeziehen, so dass er sich in den dargestellten Charakteren wiederfindet. Dabei wird bewusst die italienische Sprache, in ihrer Vielfalt an Dialekten, mit Improvisation und Mimik kombiniert.

Egle Maguolo-Wenzel

Il sabato il "klein aber fein” ristorantino Artischocken nella Barer Straße di Monaco è chiuso. All’interno però l’ambiente è piuttosto animato. È lì infatti che "Quelli che il teatro...” si incontrano regolarmente per fare le prove, discutere sulle recenti esperienze, progettare nuove serate o, talvolta, passare soltanto qualche oretta insieme da veri amici. "Soltanto” non è la parola adatta, perché forse è proprio questo il più importante: scoprire e coltivare in un gruppo di amici la propria creatività per farne uno strumento di comunicazione. In un paio d’anni "Quelli che il teatro...” sono diventati un particolare essenziale ed apprezzato della scena italiana di Monaco, una scena i cui protagonisti non sono solo gli italiani locali, ma anche tutti coloro che, idealmente sospesi tra venti del Nord e del Sud, vogliono, con i loro interventi culturali, inserirsi come elemento attivo ed integrante in questa nostra società multiculturale.

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Rachel Heller

Ausstellung im Kunstpavillon beim Alten Botanischen Garten

Luci ed ombre si fanno protagoniste del progetto espositivo "The Wave" che fa parte del ciclo espositivo "White and Black" al quale l'eclettica artista italo-israeliana Rachel Heller si dedica da cinque anni.

Anna Zanco Prestel

Der rhythmisch wiederkehrende Ansturm der Wellen in einem ewigen Wechselspiel zwischen Licht und Schatten ist das Leitmotiv der Ausstellung „The Wave“ der italo-israelischen Künstlerin Rachel Heller.

Wellen, die sich nicht in einem gleichmäßigen Ganzen auflösen, sondern als eine „individuelle Welle“ in Erscheinung treten, die einem Mikrokosmos aller menschlichen Leidenschaften gleicht. In einer Reihe von digital verarbeiteten Maxikunstdrucken auf Leinen und von Ölgemälden auf Papier in verschiedenen Größen stürzt sich Rachel Heller in ein neues Abenteuer mit demselben Pioniergeist des Monsieur Palomar von Italo Calvino, um sie in ihrer schaumigen und vielschichtigen Einzigartigkeit zu erforschen.

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Quando il dolore cristallizza la vita…

Dal libro „Il silenzio“ di Ada Zapperi-Zucker

Am Totenbett der Schwester lässt Enza ihr Leben Revue passieren - die einsame Kindheit, die Arbeit in einer Restaurantküche, der Aufstieg zur Hoteldirektorin, die glückliche Heirat mit Carlo, Arzt und Sohn der Hotelbesitzerin. Über ihrem Leben hängt immer der Schatten der mangelnden Liebe der Mutter, die in den 30er Jahren aus Kalabrien nach Südtirol kam, die problematische Beziehung zur behinderten Schwester Rita und ein schreckliches Geheimnis, das ihre Identität ins Wanken bringt. Ada Zapperi-Zucker zeichnet das facettenreiche Porträt einer Frau, deren Selbstanalyse am Ende doch zur Versöhnung führt. (presentazione da Itallibri)

Miranda Alberti

Riconosco il talento dello scrittore nella sua metamorfica capacità di calarsi nella vita del suo personaggio fino a sentirne le più lontane risonanze dell’anima e del pensiero. Ancor più dell’attore, il cui processo d’identificazione segue una traccia già delineata, lo scrittore crea e vive quest’identità, la nutre della propria vita e ne è nutrita.
Nel suo panoramico appartamento di Bressanone, dove sono sua ospite, Ada Zapperi-Zucker mi dice “…ad un certo punto mi accorgo di sognare i sogni dei miei personaggi…”. È una frase che mi colpisce. Sarei io, mi domando, capace di sobbarcarmi di una tale fatica? Sarei io in grado di lasciare me stessa per vivere un’altra vita? A che scopo? Non è già abbastanza “esagerata” questa vita che mi tocca vivere? E allora penso che Ada, come tutti gli scrittori forse anche i più nichilisti, debba amare immensamente la vita per divertirsi a moltiplicarla in personaggi creati dalla fantasia. Deve amarla talmente da non temerne gli abissi più dolorosi. Nella sua novella “Il silenzio” Ada Zapperi-Zucker ci introduce nelle profondità dell’anima di Enza, una donna gravemente offesa ed umiliata dalla vita e infine graziata in nome di un’improbabile catarsi d’amore.

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