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Beat Wyss, Rinascimento come tecnica culturale

Giuseppe Muscardini

Ferrara, 11 gennaio 2014
L'idea di una rivisitazione delle immagini stereotipate della nostra società, ha indotto Beat Wyss, docente di storia dell'arte e filosofia dei Media presso la Hochschule für Gestaltung (Scuola superiore per la formazione, ndr) di Karlsruhe, a soffermarsi su un'affascinante teoria: molte delle icone che caratterizzano la nostra cultura visiva arrivano da molto lontano e spesso sono riciclate. La teoria è stata sviluppata da Wyss nel suo lungo percorso di studioso: dalla prima pubblicazione uscita a Monaco di Baviera nel 1985 dai torchi tipografici di Matthes & Seitz, a Renaissance als Kulturtechnik (Rinascimento come tecnica culturale ndr), edita un mese fa ad Amburgo nella collana Fundus per Philo Fine Arts.

L’avant-propos che presiede alle pagine dense dell'ultima fatica di Beat Wyss, è dettato da riflessioni e considerazioni niente affatto casuali. La temperie culturale che attorno alle ricerche iconologiche ha stimolato mirate investigazioni sul reimpiego e la riconversione delle immagini quando si fanno icona, ha prodotto negli ultimi decenni risultati straordinari. La nuova edizione riveduta e ampliata de La parola dipinta di Padre Giovanni Pozzi, dimostra come la materia necessiti di continui approfondimenti, ferme restando le motivazioni che sono alla base dell’indagine.

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Verdi-Wagner: face to face

Due mostre per il bicentenario dei due grandi compositori

Anna Zanco-Prestel    

Monaco, 8 agosto 2013
Sulla “Verde Collina” di Bayreuth, mèta dei wagneriani di tutto il mondo che durante il mese di agosto diventa punto d'incontro della mondanità e dei VIP della politica tedesca, ad accogliere i visitatori sono quest'anno piccoli Wagner a braccia alzate nelle tonalità del rosso e del blu con le quali il noto artista di Norimberga Ottmar Hörl conferisce un tono di spiritosa leggerezza al luogo di culto del wagnerismo. Numerose le iniziative nella bella città barocca per il bicentenario del grande compositore di Lipsia che decise di erigervi il suo famoso teatro; 

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Con convinzione e con passione

Forum Italia e.V. e l’Istituto Italiano di Cultura lavorano insieme per la cultura italiana

Miranda AlbertiPaola Zuccarini e Giovanna Gruber

Monaco, 5 maggio 2013.
Da più di due anni nell’Istituto Italiano di Cultura lavora l’associazione Forum Italia e. V. in stretta collaborazione con l’attuale direttrice Giovanna Gruber, impegnandosi con convinzione e passione, come sottolinea la presidente Paola Zuccarini, giurista e parte attiva nella gestione dell’associazione, in un articolato progetto di diffusione della lingua e della cultura italiana. La formula vincente di questa costruttiva collaborazione riesce a dare ottimi risultati anche in questo periodo di crisi, non solo economica, del nostro paese.

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Il femminicidio secondo Dacia Maraini

La scrittrice in Germania dal 18 al 21 giugno per presentare "L'amore rubato"

Das neue Buch von der Schriftstellerin Dacia Maraini "Lamore rubato" ("Gestohlene Liebe") erzählt acht Geschichten über Gewalt gegen Frauen. Im Juni reiste sie durch Bayern um Ihr Buch persönlich vorzustellen. 

Daniela Ghidini

Monaco, 26 giugno 2013
Una sala gremita ha accolto all’Istituto Italiano di Cultura di Monaco, martedì scorso, la scrittrice Dacia Maraini in visita Germania per presentare il suo ultimo libro, “L’amore rubato”.
Il libro, edito da Rizzoli nel 2012, contiene otto racconti che hanno come tema il femminicidio. Questo neologismo, venuto tristemente sempre più in uso negli ultimi anni, si indica l’assassinio di una donna, perpetrato contro di essa "in quanto donna".  

La scrittrice racconta al pubblico convenuto alla Casa d’Italia come la violenza, oggigiorno, invada la quasi totalità dei campi della vita sociale italiana. Dal cinema ai fumetti, ai giochi on line, tutto è intriso di violenza, di criminalità.

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La serata a Colono

Rappresentazione monacense della celebre opera di Elsa Morante

Paola Zuccarini

Monaco, 18 marzo 2013.
Il 5 e il 6 marzo scorsi è stata rappresentata al teatro “Cuvilliè” nella “Residenz” di Monaco di Baviera in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura “La serata a Colono”, unica opera drammaturgica di Elsa Morante, scrittrice annoverata tra le più grandi della scena letteraria italiana del Novecento, con la regia e le scene di Mario Martone. 

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Lo Speziale ritorna in patria

 

Viaggio fortunato di un’opera comica goldoniana dal Veneto a Monaco e viceversa. “Lo Speziale” di Carlo Goldoni con musica di Joseph Haydn ha goduto negli ultimi mesi di un applaudito rilancio. Favorevolmente recensito da «Musikerlebnis», il singolare dramma giocosoè andato in scena nel novembre scorso al Philarmonie im Gasteig di Monaco

"Lo speziale" von Carlo Goldoni mit der Musik von Joseph Haidn hat sich in den vergangenen Monaten einer viel beachteten Wiederaufnahme erfreut.

Giuseppe Muscardini

Dopo il successo di pubblico e di critica ottenuto nove mesi fa al Philarmonie im Gasteig di Monaco di Baviera nell’ambito del terzo centenario della nascita di Carlo Goldoni, Lo Speziale musicato da Joseph Haydn è stato riproposto in Italia durante l’estate.

L’opera non perde la peculiarità di dramma “alla veneziana”, dove l’umorismo si coniuga con l’efficacia dell’ambientazione scenica grazie allo spassoso travestimento dei pretendenti di Grilletta (prima turchi e poi notai) e alla ben ritmata cantilena di Volpino, che nella scena IV dell’ultimo atto si esibisce in una buffa danza turca inventandosi una lingua sconosciuta. La rivista «Musikerlebnis» informò puntualmente i suoi lettori del buon riscontro monacense dell’11 novembre scorso de Lo Speziale, titolo tradotto per l’occasione con Der Apotheker. Il cronista incaricato della segnalazione non lesinò un appassionato commento. Trattando l’estro goldoniano, ben riconoscibile in quest’opera comica, così si espresse sul movimentato gioco attoriale presente in scena: “Allerdings konkurrieren bei Goldoni gleich drei Rivalen um das Mädchen. Das genügt für ein amüsantes Durcheinander in der Apothek”.

Ultimata da Carlo Goldoni nel 1752, l’opera ha una certa rilevanza per gli affezionati della storia della lirica.

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"Trasmutazioni"

Dall'8 marzo fino al 9 aprile sarà aperta a Monaco presso il Ministero degli Interni bavarese la mostra degli artisti Luigi Pagano e Maria Rucker

Sechs Jahre nach seiner Ausstellung „Mit geschlossenen Augen“ im Nördlichen Lichthof der Hochschule für Musik und Theater kehrt der italienische Künstler Luigi Pagano in die Isarmetropole zurück. Seine künstlerische Arbeit versteht Pagano als Bindeglied  zwischen einer „verborgenen“ Natur und einer, die sich langsam unter seinen „mit Augen versehenen Händen“ offenbart. Ähnlich sind die Werke der Münchner Bildhauerin Maria Rucker, die in ihren meistens aus Marmor realisierten Arbeiten zwischen Gegenständlichkeit und Abstraktion die sich stets verändernden  Formen der Natur erschafft. Verblüffend ist die Affinität dieser beiden Künstler aus unterschiedlichen Kulturkreisen, die in dieser Ausstellung aufeinandertreffen, um mit ihrer Kreativität  vorhandener Materie einen Hauch neuen Lebens einzuflößen. Die Initiative geht - wie schon im Winter 2007-  auf den Münchner Kulturverein PRO ARTE zurück, der diesmal eine Auswahl von Werken der Malerei, Fotografie und Video in Zusammenarbeit mit der Obersten Baubehörde im Bayerischen Staatsministerium des Innern präsentiert.

Dr. Anna Zanco-Prestel - Pro Arte 

Monaco di Baviera, 7 marzo 2012.
Per la terza volta il pittore campano Luigi Pagano torna nella capitale bavarese che nel 2007 lo ha visto protagonista della grande esposizione "Ad occhi chiusi" nell’Ala Nord dell’Accademia della Musica e del Teatro. In mostra, accanto alle grandi tele già esposte nella primavera 2006 nel Chiostro Barocco del Conservatorio "San Pietro a Majella" di Napoli, anche il "Polittico della Passione"

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Matteo Ripa, alias Ma Guo Hsien

I viaggi di un sacerdote tra Italia e Cina

Wie es dazu kam, dass ein italienischer Priester im 18. Jahrhundert das erste chinesische Institut in Europa (die heutige Universität „L’Orientale“ in Neapel) gründete.

Leonardo Chen

L’Università degli studi di Napoli “L’Orientale” è famosa per l’insegnamento delle materie umanistiche e delle lingue, dall’albanese fino allo zulu. Fu fondata nel lontano 25 aprile 1732 come “Congregazione Missionaria della S. Famiglia di Gesù” (cosidetta Collegio dei Cinesi, primo istituto orientale in Europa), con sede a Villa Pirozzi.

Il Collegio, oltre ad essere una scuola di interpreti di lingue dell’Estremo Oriente, si dedicava alla formazione religiosa e all’ordinazione sacerdotale di giovani cinesi convertiti al cattolicesimo e destinati a propagare la fede nel loro paese. Il fondatore, Matteo Ripa, era nato a Eboli nel 1682. Suo padre, Gianfilippo dei Baroni di Planchitella, era il medico del paese.
All’età di 15 anni, Matteo si trasferì a Napoli per studiare sotto la guida di Antonio de Torres, fondatore ed organizzatore del collegio di Propaganda Fide, che lo avviò verso la vita religiosa. Nel 1705 Matteo fu ordinato sacerdote a Salerno.

In seguito lasciò la Campania e rimase due anni a Roma, dove conobbe Tomaso Falcoia, direttore e fondatore della Congregazione sacerdotale di S. Maria della Purità e membro della Congregazione dei Pii Operai, che diventò suo amico e guida spirituale.

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Dieci domande ad Andrea Camilleri

Una conversazione su attualità, politica e cultura con lo scrittore nella sua casa romana

Zehn Fragen an den sizilianischen Schriftsteller Andrea Camilleri. Er ist nicht nur der literarische Vater von Kommissar Montalbano, Hauptfigur der erfolgreichen ZDF- Krimiserie, sondern er eroberte auch mit seinen zahlreichen Büchern zu gesellschaftlichen und historischen Themen die Herzen der deutschen Leser. Der aus Porto Empedocle, der Heimatstadt des Nobelpreisträgers Luigi Pirandello, stammende Autor wurde als Nachfolger von Leonardo Sciascia betrachtet. INTERVenti freut sich, ihn und sein neuestes Buch „La pensione Eva“ in dieser Ausgabe präsentieren zu können.

Alessandro Eugeni

INTERVenti: (IV): Il direttore dell’ “Ora di Palermo”, ha distinto i siciliani in due tipologie: il siciliano “di scoglio” e quello “di mare aperto”, la sicilianità portata fuori dell’isola.
Andrea Camilleri (AC): Va da sé che sono di “scoglio”. Non solo. Ma sono anche sostenitore di quella Sicilia che amo di più, che è la sua parte più interna. Il mare erode la spiaggia e si porta via anche la memoria, mentre all’interno, non essendoci opera di erosione, rimane il ricordo dell’esperienza passata.


IV: Ottanta e qualche mese: un bilancio. E cosa non rifarebbe?

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Il futuro non è più quello di una volta

Previsioni sulla street art

Wenn Sie die Welt der Street Art im vorhergehenden Artikel fasziniert hat, interessiert Sie möglicherweise dessen weiter Entwicklung. Neue Technologien bieten neuen Möglichkeiten der illegalen Kunst die Stadt zu beeindrucken; seien Sie gespannt auf „Light Graffiti“ und „Druckenfahrräder“.

Ester Sposato

L’attività che gli artisti svolgono abusivamente nelle strade ha già attirato l’attenzione dell’arte ufficiale, ma anche delle grandi compagnie, della moda e del design che cominciano ad appropriarsi del loro stile, addomesticandone lo spirito anti-commerciale e la vena polemica. Le campagne pubblicitarie interessate ad un target giovane sono particolarmente attente nel cogliere le tendenze più innovative, ed imitano l’ironia pungente, sfruttano l’alone di mistero che si nasconde dietro un logo, per attirare l’attenzione.

Il caso della Sony costituisce un esempio calzante: nel 2005 le città di Chicago, New York, Philadelphia, Los Angeles e San Francisco hanno visto le proprie strade popolarsi di disegni sui muri raffiguranti figure fumettistiche dall’abbigliamento Hip Hop mentre giocano con la consolle Play Station.

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Lust auf Lebendigkeit

Interview mit dem Maler Silvano Spessot

Silvano Spessot, pittore di origine friulana, ha tenuto nell’ottobre scorso una mostra presso l’Istituto di Cultura di Monaco dal titolo Seele und Zeichen. Nell’intervista Spessot ci espone alcuni aspetti della sua tecnica e della sua esperienza artistica.

Sylvia Kroupa

Im Oktober hat der Maler Silvano Spessot aus dem Friaul im Italienischen Kulturinstitut München seine jüngsten Werke ausgestellt. Unter dem Titel „Seele und Zeichen“ wurden hauptsächlich aus dem Jahr 2009 Werke des Autodidakten gezeigt. Silvano Spessot wurde 1956 in Cormons geboren, einem kleinen Ort im Friaul, wo er immer noch lebt. Er hat in den 1970er Jahren mit seiner künstlerischen Tätigkeit begonnen. In den 1980er und 1990er Jahren experimentiert er mit Farben und Materialien und wird zum Meister in der Verwendung von Harzen, Leimen und heterogenen Gemengen. Nach anfänglich eher abstrakten Bildern, unter anderem beeinflusst von Jackson Pollock, kam er zu Beginn dieses Jahrtausends auf die Darstellung der „Puppenmenschen“. Individuum und Masse oder die Hervorhebung des Einzelnen aus der Masse werden sein Thema. Seine jüngsten Werke zeigen den stilisierten Menschen innerhalb der menschlichen Gesellschaft in dynamischer „Kurvenlinienhaftigkeit“. Die Bilder strahlen trotz eventuell unterschwellig vorhandener Kritik an der Gesellschaft in erster Linie Heiterkeit aus. Seine nächste Ausstellung findet ab dem 12. März für vier Wochen im Stuttgarter Rathaus statt.

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Aldegonda di Baviera e Francesco V d’Este

Un’unione oltre la ragion di Stato

1842 heirateten in der Allerheiligenkirche am Kreuz in München Franz Ferdinand von Österreich-Este und Adelgunde Auguste Charlotte von Bayern. Die Hochzeit war nicht nur politisch motiviert, sondern sie war auch von Liebe geprägt.

Giuseppe Muscardini

L’esperienza umana di Silvio Pellico, le sue privazioni allo Spielberg, gli oltraggi di una prigionia lunga ed esasperante, modificarono le prospettive e la stessa personalità del patriota torinese.

Rinchiuso in se stesso, pensieroso, disilluso negli alti ideali che lo avevano animato, alla fine degli anni Trenta Pellico accettò l’incarico di bibliotecario presso i Falletti di Barolo, nella cui casa si trasferì per restarvi fino alla morte. La filantropia, le buone letture e il riposo impostogli da una salute cagionevole furono da allora le sue occupazioni, ma non prima di aver dato alle stampe i Doveri degli uomini e due volumi di liriche.

Allontanandosi dalla politica e inseguendo le sole rivoluzioni che nascono dentro le anime, Pellico era persuaso che l’amore per il prossimo fosse il solo ideale per cui valesse la pena di lottare. Non la rassegnazione, la resa, ma la volontà di concepire l’esistenza come qualcosa di ugualmente grandioso, malgrado le storture sociali e le sofferenze; posizione, questa, derivante dal suo progressivo avvicinamento alla Chiesa Cattolica.

Ma più delle motivazioni religiose, fu l’amore per la verità a farsi strada:

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Dalla giacca in tweed alla direzione dell’Opera Australia

Intervista al maestro d’opera lirica internazionale John Wregg

John Wregg ist einer der angesehensten Regisseure der australischen lyrischen Oper. Er ist in Melbourne geboren und aufgewachsen und hatte in den Jahre ‘60 – ‘70 die Moeglichkeit nach Europa zu reisen um dort seinen Kulturschatz zu erweitern, sowie in engen Kontakt mit den groessten Lehrern des Kinos und der internazionalen lyrischen Oper zu treten. John Wregg begann seine Karriere als Uebersetzer für das Drehbuch “Spaghetti Western”, worauf er dann interner fixer Regisseur der “Opera Australia” fuer ganze 15 Jahre wurde. Zur Zeit lebt er in Sydney, wo er weiter als erfolgreicher Regisseur arbeitet und immer wieder neuer Stile und neuer Lektorate der klassichen und zeitlichen lyrischen Oper verwendet.

Sasha Deiana e Cristina Spaccavento

John Wregg è uno dei più stimati registi di opera lirica australiana. Nato e cresciuto a Melbourne, ha avuto la possibilità di viaggiare in Europa tra gli anni ’60-’70, spostamenti che gli hanno permesso di arricchire il proprio bagaglio culturale e di entrare in stretto contatto con i più grandi maestri del cinema e dell’opera lirica internazionale. Iniziando come traduttore per le sceneggiature degli Spaghetti Western ha finito per diventare il regista interno fisso dell’Opera Australia per ben quindici anni.

 

Attualmente vive a Sydney dove continua a lavorare in qualità di regista, sperimentando stili sempre nuovi e riletture dell’opera lirica classica e contemporanea.

Sasha Deiana (SD): Come è iniziata la sua carriera artistica in Australia e come è avvenuta la transizione da promettente avvocato (vista la laurea in legge) a regista d'opera lirica tra i più noti e stimati d’Australia?

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Maria di Modena

Maria Beatrice d’Este di Modena andò sposa nel 1673 al duca di York e divenne nel 1685 a fianco del marito regina di Inghilterra

Leonardo Chen

Enrico VIII Tudor credeva nel matrimonio, a tal punto da volerlo celebrare ben sette volte, con sette donne diverse. Sembrerebbe proprio questa sua ripetitiva osservanza del sacramento del matrimonio ad averlo spinto poi alla successiva rottura con la Chiesa Cattolica e all’adesione al Protestantesimo.

 

Lo succedette sua figlia, la regina Elisabetta I d’Inghilterra che, invece, si guadagnò la fama di Regina Vergine: né si sposò e né lasciò eredi. Alla sua morte, nel 1603, il trono d’Inghilterra passò al figlio di sua cugina Maria Stuart di Scozia, Giacomo Stuart.

A differenza dei Tudor protestanti, gli Stuart erano cattolici. Per questo motivo Giacomo Stuart dovette convertirsi al Protestantesimo per diventare re d’Inghilterra. Durante il suo governo crebbe il potere del Parlamento e diminuì quello regio. Più autoritario si rivelò poi invece suo figlio e successore, re Carlo I. Egli sfidò il Parlamento per il controllo della Gran Bretagna. Gli attriti sfociarono in una guerra civile al termine della quale Carlo I fu decapitato.

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Utzon e l'opera "incompiuta"

Soddisfazioni e delusioni incontrate dall'architetto danese durante la costruzione del teatro più famoso d'Australia

Wer ist nicht fasziniert von „Fallingwater“, dem pittoresken Haus am Wasserfall inmitten des Grüns von Pennsylvania. Einem der berühmtesten amerikanischen Privathäuser, erschaffen von Architekt Frank Lloyd Wright. Oder vom Opera House in Sydney, der überwältigende Bau, der die „australische Metropole“ symbolisiert? Träume auf der Schulbank wurden während zweier begeisternder Reisen wahr: Die Atmosphäre zu atmen, die an diesen beiden magischen Orten herrscht.

Sasha Deiana

Due sono sempre state le opere architettoniche che hanno stuzzicato la mia fantasia mentre sfogliavo, incantato, i testi scolastici di storia dell’arte durante i miei primi anni di studio: Fallingwater, la pittoresca casa immersa nel verde della Pennsylvania (Bear Run), edificata letteralmente sopra un corso d’acqua (disegnata e realizzata tra il 1936 e il 1939 dall’americano Frank Lloyd Wright) e l’Opera House di Sydney, teatro la cui realizzazione tanto fece discutere tra gli anni ’50 e ’70 durante la sua creazione.


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100 Jahre Futurismus Europaweit und in Bayern

Die diesjährige Veranstaltungsreihe zum Jubiläum des Futurismus wurde sehr aufwändig vorbereitet und findet in München und in Stegen am Ammersee statt

Anna Zanco Prestel

Bereits im Laufe des ersten Weltkrieges mussten zwei ihrer prominenten Vertreter, Boccioni und Sant’Elia, dem Kriegsrausch zum Opfer fallen. Nachvollziehbar ist im Gegenteil Marinettis Drang, Italien vom „Krebsgeschwür der Professoren, Archäologen, Fremdenführer und Antiquare befreien“ zu wollen, um - mit dem beinah fanatischem Pathos seiner bombastischen Sprache – den „Passatismus“ (passato = Vergangenheit) zu überwinden. Kein Wunder, dass der marxistische Theoretiker Antonio Gramsci das revolutionäre Potential der Futuristen sofort erkannte und ohne Bedenken behauptete, diese hätten „die klare Vorstellung gehabt, dass unsere Zeit, die Zeit der Großindustrie, der großen Arbeiterstadt… neue Kunstformen, eine neue Philosophie, neue Sitten und eine neue Sprache benötige.“ Der Faschismus bemächtigte sich später vieler Ideen der Futuristen und passte sie den eigenen Machtbedürfnissen an. Seine Excellenz Marinetti avancierte zwar bis ins Groteske zur Galionsfigur des Regimes, ging aber – nach anfänglicher Begeisterung – bald auf Distanz und zog sich schon 1924 ins Unpolitische zurück. Gemeinsam war sowohl dem Futurismus als dem Faschismus der Wille zu Modernität und Fortschritt. Dem Erfinder der heute hochaktuellen „drahtlosen Einbildungskraft“ konnte die Mussolini-Diktatur gewiss kein günstiges Umfeld bieten. Eher lassen sich manche anarcho-provokatorische Aufrufe

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De Chirico a Monaco di Baviera, cent'anni fa

Le connessioni storiche tra la Baviera e la Grecia e l’influenza dell’ambiente culturale di Monaco nella formazione artistica di de Chirico

Im Jahr 2007 haben zwei Ausstellungen über das Werk und die Gestalt des jungen Giorgio de Chirico in Padua im Palazzo Zabarella und in Rom in der Galleria Nazionale d’Arte Moderna die Aufmerksamkeit der Kunsthistoriker auf sich gezogen. Bei beiden Veranstaltungen trat vor allem die Extravaganz des Künstlers zutage, die die Synthese zwischen Rationalem und Irrationalem verkörpert. Im Alter von circa zwanzig Jahren hat Giorgio de Chirico in München den ästhetischen Wert des Symbolismus erforscht.

Giuseppe Muscardini

Il giovane Giorgio de Chirico attraversò una feconda fase simbolista, caratterizzata da un noviziato artistico strettamente connesso alla sua personale idea della rappresentazione della realtà. Erano gli anni in cui concepiva il reale come una serie di enigmi da sciogliere, di misteri da interpretare. Svelare più che rappresentare, era l’imperativo al quale il giovane obbediva, avvicinandosi per questo alla pittura di Arnold Böcklin e di Max Klinger. La fase simbolista coincise del resto con la formativa esperienza condotta a Monaco, dove tra il 1906 e il 1910 de Chirico si trasferì e dove respirò avidamente quanto ancora restava della cultura del romanticismo tedesco che tanto lo influenzò: a Monaco rafforzò la persuasione secondo cui anche i miti della contemporaneità, pur pervasi di concretezze e pragmatismi, concorrono all’annullamento del tempo e della storia.

Sulle ragioni oggettive che portarono la famiglia de Chirico da Atene a Monaco, valgano le opportune considerazioni espresse in un recente intervento su questa rivista da Alessandro Gambaro, che nell’articolo Da Atene a Roma via Monaco (3/2008, pp. 8-11) descrive la fascinazione dei greci

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Canaletto e gli splendori di Venezia

Le straordinarie vedute di Giovanni Antonio Canal, in arte Canaletto (1697-1768), esposte alla Casa dei Carraresi di Treviso

Um einen der größten Vedutenmaler des achtzehnten Jahrhunderts zu feiern, wurde in Treviso im vergangenen Oktober die Ausstellung „Canaletto. Venezia e i suoi splendori“ eröffnet. Die „Fondazione Cassamarca“ und die „Società Artematica“ haben keine Kosten und Mühen gescheut, um dieses Event professionell vorzubereiten. Unter den ausleihenden Museen findet sich auch die Alte Pinakothek München mit zwei Werken von Michele Marieschi, „Il Canal Grande a Ca’ Pesaro und La Piazzetta di San Basso“.

Giuseppe Muscardini

Che la mostra di Treviso fosse attesa, lo dimostrano le cifre. Nel primo kursiv week-end dopo l’apertura tremila visitatori si sono accalcati nelle sale espositive della Casa dei Carraresi per un evento annunciato da tempo. kursiv Canaletto. Venezia e i suoi splendori è il titolo assegnato dal Comitato scientifico alla mostra inaugurata giovedì 23 ottobre nella città veneta, dove sono confluite per l’occasione opere d’arte provenienti dai più prestigiosi musei del mondo. Il vedutismo di Canaletto, gli scorci su una Venezia ritratta con efficace lirismo, dagli slarghi sul Canal Grande ai minuti recessi di un kursiv sotoportego, conquistano da sempre chi alla città lagunare riconosce magia e raffinatezza d’ambiente.

 

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Tante strade per una via

Intervista al pittore usbechistano Marwin Beck

Der naturverbundene Künstler Marwin Beck ist in Buchara (Usbekistan) als Kind einer alten Chasarischen Familie geboren, dort lernte er laufen und reiten. Geschichtenerzähler haben ihm das Gefühl für alles Lebendige und Mysteriöse auf seinen Weg mitgegeben. Als er vier Jahre alt war, zog seine Familie nach Prag, für den Künstler eine vollkommen andere Welt intellektueller Art. Bücher, Theater und Ausstellungen bestimmten fortan sein Leben. Nach Abschluss der Schule kehrte er zurück nach Usbekistan, studierte dort angewandtes Kunsthandwerk und spezialisierte sich auf alte Handschriften. Anschließend ging er nach Zentralasien und studierte dort bei einem der letzten großen tanzenden Derwische. Er lebte als Nomade zwischen Pferdhütern in den Bergen. Zurück in Prag studierte und arbeitete er als Journalist, Übersetzer, Opernschauspieler, Pferdezüchter und Sprachlehrer.
Doch es zog ihn wieder aufs Land, wo er in einem kleinen Dorf mit acht Häusern inmitten eines Naturschutzgebietes lebt und zu malen begann. Beck versteht es, in seinen Kunstwerken orientalische Wurzeln mit italienischem Flair und mysteriösen Schriftzeichen zu verbinden.

M. Cristina Picciolini

 

In un affascinante paesino arroccato su una collina toscana circondato da fitti boschi, dal nome Castello di Tocchi, in provincia di Siena, si trova un frantoio dal valore inestimabile. Marwin Lee Beck ispirato e affascinato dall’odore dell’antico, un giorno ha deciso di rifugiarsi là e di custodirci le sue opere, mettendole in mostra non solo ad amici e conoscenti ma anche a curiosi che spesso raggiungono la zona a cavallo.


E a tutti quelli che per sfortuna non possiedono un cavallo ma una cilindrata con un paio di cavalli in più, consigliamo vivamente di passare un giorno di là e

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Da Atene a Roma via Monaco

Visita alla casa romana di Giorgio de Chirico

Der Besuch der „Casa – Museo“ des Malers Giorgio de Chirico an der spanischen Treppe bietet Einblicke in das Werk des Erfinders der metaphysischen Kunst. Einiges erinnert hier auch an die Architektur Münchens, der Stadt in welcher der Künstler Anfang des zwanzigsten Jahrhunderts die Akademie von Franz von Stuck besuchte.

Alessandro Gambaro

“Dicono che Roma sia il centro del mondo e che piazza di Spagna sia il centro di Roma, io e mia moglie, quindi si abiterebbe nel centro del centro del mondo, quello che sarebbe il colmo in fatto di centrabilità e il colmo in fatto di antieccentricità”. Detto da De Chirico, che di eccentricità pittoriche e architettoniche se ne intendeva, c’è da crederci.

Certo, la rutilante, affollata, turistica piazza di Spagna che assedia il portone della casa-museo della Fondazione De Chirico, dove il Maestro abitò e lavorò negli ultimi trenta anni della sua vita, non somiglia a nessuna delle algide geometrie delle “piazze d’Italia”, spesso percorse dalle lunghe ombre del tramonto, che egli dipinse in molte varianti, tanto da farne diventare la cifra stilistica piú riconoscibile e autentica della sua produzione artistica.

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Invito alla dèrive (di Debord)

Un’introduzione alle tecniche ed agli artisti della Street Art

Alle, die mit den Begriffen „Street Art“, Post Graffiti“ und „Urban Art“ noch nichts anzufangen wissen, bekommen hier eine Einführung in die kontroverse Welt der Kunst, für die es in Galerien und Ausstellungen keinen Platz gibt. Es ist die Kunst der Straße, welche wir in Form von „Stickers“ und „Stencils“ täglich in unseren Metropolen erleben.

Ester Sposato

Street art, post graffiti, urban art, comunque si scelga di chiamarlo, questo fenomeno potrebbe non dirvi nulla. Se questo è il caso, ecco una piccola iniziazione al controverso mondo degli interventi grafico-pittorici abusivi che anche gli abitanti più distratti cominciano a notare nelle metropoli.


Si tratta di pratiche strettamente legate ai preesistenti graffiti con cui condividono gli spazi ed alcuni aspetti sostanziali quali la traccia segnica come espressione d’identità, la ripetizione ossessiva e l’illegalità.

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Filippo Lippi

Prato ed uno dei suoi artisti più prolifici: Filippo Lippi, tra passione amorosa ed arte

Im 15. Jahrhundert war der Maler Filippo Lippi (auch Fra Lippo Lippi, * um 1406 in Florenz, † um den 8. Oktober 1469 in Spoleto) in  italienischen Städten tätig. Mit seiner Kunst begeisterte er seinen Meister Tommaso Cassai, genannt Masaccio und einer der bedeutendsten italienischen Maler der Frührenaissance, ebenso wie König Alfonso, die Medicis und Papst Eugenio IV. Mit dem Namen Filippo Lippi sind die Gemälde des Doms von Prato, der Kirche von Sant’Ambrogio und Santa Croce in Florenz verbunden. Angeblich war sein Leben durch seine Leidenschaft zu Frauen und Affären geprägt.

Leonardo Chen

Prato è una città industriale, la più grande produttrice di tessile in Italia. È una città dalla popolazione cosmopolita, che annovera una comunità straniera ed una piccola Chinatown. Purtroppo oggigiorno Prato non è considerata un centro turistico, sebbene non manchino monumenti storici ed artistici. Nel Medioevo era città importante per la difesa di Firenze, veniva definita infatti la “porta” della Repubblica Fiorentina. Chi riusciva a conquistare Prato diveniva padrone di Firenze, così come fecero i francesi nel ‘500.

A Prato operò il pittore Filippo Lippi, in particolare nel Duomo, considerato il suo capolavoro. Filippo Lippi nacque a Firenze nel 1406; la madre morì dopo il parto e il padre Tommaso, macellaio di Firenze, morì quando Filippo aveva due anni. Il piccolo fu affidato alle cure della zia paterna, Mona Lapaccia. All’età di otto anni,

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Resistenza e verità

un dibattito ancora tutto da fare

Über die Geschichte Italiens in der Zeit zwischen 1921 und 1945 muss heute erneut nachgedacht werden. Jedem muss bewusst werden, welche Gefahren entstehen, wenn Demokratie missbraucht wird. Nichts ist schlimmer als der Verlust der Freiheit, ohne die es auch kein richtiges Leben geben kann.

Miranda Alberti

Esistono due modi efficaci della comunicazione per affossare, celare, dimenticare un fatto non importa che sia di storia o di cronaca: il primo è parlarne troppo, il secondo è non parlarne affatto.

Alla Resistenza italiana contro l’occupazione nazifascista, sono accadute ambedue le cose, non c’è quindi da meravigliarsi se questo periodo della nostra storia che va dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945 è diventato oggi oggetto di incursioni senza scrupoli da parte di coloro che vorrebbero strumentalizzarlo ai propri scopi elettorali.

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L’integrazione scolastica dei dislessici compie trent'anni

Intervista al Prof. Giacomo Stella, presidente dell’Associazione Italiana Dislessia (AID)

In Deutschland sind weder die Grundschulen noch die Oberschulen darauf eingestellt, Menschen mit Legasthenie aufzunehmen. Ganz anders ist es in Ländern, wie den USA, England oder den Niederlanden, wo es möglich ist, Akademiker mit Legasthenie zu treffen, die keine ständigen Misserfolge auf ihrem Bildungsweg erleiden mussten. Was verbirgt sich also hinter soviel Schweigen und kollektiver Gleichgültigkeit? Oder sollten wir vielleicht lieber von einem diskriminierenden Etikett sprechen? Es sollte die Aufgabe des Staates und der Lehrer sein, dieses Problem zu lösen.

M. Cristina Picciolini

Lo scorso novembre, al Convegno internazionale di Rimini promosso dal Centro Studi Erickson di Trento *) le 3.500 persone presenti hanno ricordato i primi 30 anni della legge 517 del 1977, i primi 30 anni dell’integrazione scolastica degli alunni disabili in Italia.

La ricorrenza, dal titolo “La qualità dell’integrazione scolastica”, ha visto alternarsi sul palcoscenico di Rimini docenti universitari e ricercatori di Pedagogia Speciale dell’Università di Bolzano, Padova e Bologna. Sono intervenuti inoltre ospiti di fama internazionale, provenienti dalle neuroscienze, dalla letteratura sensibile

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Esperanto ist nicht tot

Die Sprache als Brücke einer internationalen Gemeinschaft

L’esperanto fa parte – per molti – delle cosiddette “lingue morte”. Eppure in tutto il mondo ci sono persone di nazionalità diverse che ne fanno uso per comprendersi. Per essi questa lingua non rappresenta solo una possibilità di comunicazione ma la base per una rete e una comunità sociale.

Kirsten Ossoinig

Esperanto ist nicht nur eine Sprache, sondern ein Netzwerk. Der Germeringer Karl Breuninger bedauert es ein bisschen, dass viele Menschen die Sprache zwar interessant finden würden, „aber mehr auch nicht“. Ihm selbst hätten die Esperantokenntnisse sehr viele nette Bekanntschaften gebracht.

Seit 1970 beherrscht Breuninger die „Plansprache“. Der 62-Jährige hat damit angefangen, als er sich als junger Mann zur Verfügung gestellt hat, Texte für Esperanto-Lehrkassetten zu sprechen. „Viele behaupten, Esperanto sei eine tote Sprache, aber sie lebt seit 120 Jahren“, sagt der Germeringer. Zirka drei bis sieben Millionen Menschen weltweit können sich laut Breuninger so verständigen. Und mit der gemeinsamen Kommunikation mit einer Zunge fallen nicht nur die Sprachbarrieren. Es gibt den so genannten Reisepassdienst. In diesem Büchlein sind Personen verschiedener Nationen erfasst, die alle Esperanto können.

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La grandezza della semplicità

Piero della Francesca Il genio artistico del pittore rinascimentale celebrato in un’interessante mostra

Die Stadt Arezzo widmet dem Maler Piero della Francesca eine Ausstellung der besonderen Art. Der Künstler hat maßgeblich zur Entwicklung der Malerei der Renaissance beigetragen.

Miranda Alberti

La mostra che Arezzo ha dedicato a questo eccellente pittore del primo Rinascimento è destinata a rimanere a lungo nella memoria e nel cuore del visitatore che l’abbia percorsa nella sua interezza: dal Museo di arte medioevale e moderna alla Chiesa di San Francesco passando dal Duomo, dal piccolo museo della Madonna del Parto di Monterchi al Museo Civico di San Sepolcro, la città che lo vide nascere intorno al 1420.

Immersi nella bellezza del suo centro storico aretino, avvolti nell’incanto del paesaggio della Valtiberina, invitati a retrocedere in quel passato straordinario che vide fiorire un’arte ed una cultura irripetibili, è stato meraviglioso cogliere la maestosa semplicità dei suoi dipinti che tanto rivelano, pur continuando a nascondersi nel mistero del loro fascino.

Le tappe di questo “pellegrinaggio pittorico” erano costituite da titoli a molti già noti: La Flagellazione, affresco dalle molteplici interpretazioni e letture tanto da sembrare “il caso irrisolto” di un romanzo poliziesco; i profili emblematici del Dittico dei Duchi di Urbino; La leggenda della Vera Croce che si dipana nella volta dietro l’altare della Chiesa di San Francesco;

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Per una pedagogia interculturale

Il presente ci sta sorpassando... anzi ci ha già sorpassato...

Pädagogik in Deutschland: Während sich in den Professorenköpfen oft hartnäckig die Spuren vergangener Methoden halten, ist die Vielfalt verschiedener Kulturen schon lange in den Unterrichtsräumen angekommen. Die Lehrkräfte leiden darunter, denn sie sind darauf immer noch nicht vorbereitet. Und auf Schulleiterebene bleibt man weiterhin in der Vergangenheit.

Miranda Alberti

Ho espresso in vario modo, anche scrivendo su questa rivista, il mio punto di vista sul concetto di integrazione che interpreto nei termini di una rispettosa reciproca amicizia nella differenza, ma sulla base del comune rispetto dei principi fondamentali posti nella Costituzione degli stati democratici. Lo stallo in cui si trova l’approvazione della Costituzione europea impedisce di fatto la nascita di un’Europa democraticamente unita. Il prevalere degli interessi e dei punti di vista nazionali continua ad ostacolare lo sviluppo di positive sinergie. Eppure vi sarebbe molto da imparare gli uni dagli altri, molta materia su cui riflettere e lavorare.


Un campo privilegiato ritengo che sia quello della didattica scolastica e dell’approccio pedagogico, oltre che dell’armonizzazione dei diversi sistemi scolastici. Per il nostro futuro è necessario che si vada verso una nuova pedagogia che sostenga l’intelligenza e la creatività a scapito dei sempre regnanti dogmi. Anche il punto di vista nazionale può costituire una potente e cieca dogmatica. Leggendo nel Die Zeit del 30 novembre 2006, ci si meraviglia che due eminenti professori tedeschi come Jürgen Baumert e Hermann Lange, pur ammettendo i gravi limiti (democratici) del sistema scolastico tedesco, giungano infine ad opporsi ad ogni cambiamento in nome di un dogmatico e non comprensibile principio di continuità nazionale.

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Picasso in Zürich

Eine interessante Retrospektive

Anna Zanco-Prestel

Eine Retrospektive in zweifacher Hinsicht ist die Ausstellung „PICASSO“, mit der das Kunsthaus Zürich, welches heuer sein 100-jähriges Bestehen feiert, vom 15.10.2010 bis zum 30.01.2011 der katalanischen Ikone der Moderne gedenkt.

Die Ausstellung versteht sich als Rückblick auf die einzigartigen Werke des Malers und Bildhauers Pablo Picasso und als Hommage an die legendäre Ausstellung von 1932, welche im gleichen Museum stattfand. Im Herbst des Jahres 1932 wurde die Ausstellung nicht durch den Museumsdirektor sondern vom Künstler selbst persönlich zusammengestellt und kuratiert. Dies war für die damalige Zeit revolutionär. Vor Ort, in jenem Zürich, das ihn „mit seinem großen blauen Licht … über der Landschaft“ faszinierte, hatte der Meister 225 Originale aus den ersten drei Jahrzehnten seines Schaffens von der rosa und der blauen Periode über die kubistische und neoklassizistische bis zur surrealistischen Phase ausgewählt. Aus den namhaftesten Museen und Sammlungen der Welt wie beispielsweise Museum of Modern Art, New York, Tate Modern, London, Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid, Centre Pompidou, Paris oder Contemporary Museum of Art, Teheran, ist es nun Kurator Tobia Bezzola gelungen, 70 der damals vertretenen Spitzenwerke in einer Schau zusammenzutragen, die allein in Zürich zu betrachten ist.

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Ron Mueck: l’artista “più vero del vero"

Analisi dello scultore contemporaneo più popolare al mondo nello scenario iperrealista

Von Leonardos vitruvianischem Menschen über die gotische Kunst und die Renaissance führt die Spur direkt zu Ron Mueck, wie eine wunderbare Ausstellung seiner naturalistischen Arbeit zeigt.

Sasha Dejana

Nato a Melbourne nel 1958 da genitori di origine tedesca, Ron Mueck è uno degli artisti iperrealisti viventi più apprezzati in assoluto. Cresciuto in un ambiente creativo (i genitori producevano giocattoli), dal 1979 al 1983 lavorò in varie produzioni televisivededicate ai bambini. Verso la metà degli anni ’80, dopo una breve esperienza negli Stati Uniti, si trasferì a Londra dove prese parte alla creazione di effetti speciali per alcuni film tra cui Labyrinth (interpretato da David Bowie).Obbligata fu l’esperienza in campo pubblicitario tra il 1990 e il 1996 assieme alla propria compagnia di produzione.Fu proprio durante questo periodo che iniziò a sperimentare la vetroresina, elemento base (assieme al silicone), di tutte le sue future opere artistiche. Nel 1996 decise di produrre sculture in maniera indipendente, ma solo l’anno successivo avvenne il grande cambiamento,

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Mit geschlossenen Augen

Luigi Pagano an der Musikhochschule München

Nell’atrio nord dell’Accademia di Teatro e Musica di Monaco di Baviera l’Associazione Culturale Pro Arte e.V. presenta un ciclo di opere dell’artista campano Luigi Pagano dal titolo “Ad occhi chiusi”. L’esposizione viene inaugurata il 26 gennaio 2007 alle ore 18 e si potrà visitare fino al 15 aprile nella Arcisstrasse 12 (U2 Königsplatz).

Anna Zanco-Prestel

Mit „Immagini Sospese“, seiner ersten „Personale“ in München im Januar 2004, war es dem Maler Luigi Pagano aus Pompeji gelungen, den Saal des Italienischen Kulturinstituts in einen „Meditationsraum“ zu verwandeln.Nun kehrt er wieder in die bayerische Hauptstadt mit einer umfangreichen Werkschau zurück, die sich als Erweiterung der Ausstel lung präsentiert, welche er im April dieses Jahres im barocken Kreuzgang des Konservatoriums von Neapel gezeigt hat. 14 großformatige Gemälde (Mischtechnik auf Leinwand oder Blech) werden zwischen Januar und April 2007 die imposante „Galerie“ des Nördlichen Lichthofs der Hochschule für Theater und Musik schmücken, die seit einiger Zeit ihre Tore auch für die bildende Kunst öffnet.

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