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- Pubblicato Venerdì, 16 Maggio 2014 06:04
Beniamino delle Muse
Mostra dell’insigne letterato bavarese alla Biblioteca Statale Bavarese in occasione del centesimo anniversario dalla morte
Monaco, 15 maggio 2014
“All'immaginoso cantore di Maria di Magdala, al Poeta, al Drammaturgo, al novelliere ferace, al fedele interprete del pensiero Italico in terra Germanica felici auguri e festeggiamenti da un ammiratore antico”. Con questo messaggio augurale esposto nella prima vetrina dell'allestimento si apre la mostra che la Biblioteca Statale Bavarese (BSB) dedica all'insigne letterato Paul Heyse (1830-1914) nel centennale della sua morte. A scriverle fu, in occasione del suo 80° genetliaco lo scrittore suo contemporaneo Arrigo Boito (1842-1918), noto anche per la sua collaborazione con l'ultimo Giuseppe Verdi per il quale scrisse i libretti del Simon Boccanegra, del Falstaff e dell'Otello. Attratto dalla musica contemporanea Paul Heyse non condivise certo la passione per quella, a quel tempo molto in auge, di Wagner coltivata dall'amico Boito che ne tradusse l'opera giovanile Rienzi e i Wesendonker-Lieder.
Rampollo discendente da un'altolocata famiglia berlinese imparentata con quella dei Mendelssohn-Bartholdy, Heyse si trasferì nel 1854 a Monaco di Baviera su invito di Re Massimiliano II che in quegli anni cercava di convogliare nella capitale bavarese quanti potevano darle lustro e favorirne l'affermarsi anche in ambito culturale oltre che economico. Heyse non deluse certo le aspettative del monarca che gli offrì un appannaggio annuo di mille fiorini ed esercitò un notevole influsso sulla vita artistica della metropoli in piena espansione partecipando ai simposi del re e ricoprendo anche incarichi di alto prestigio. Fu tra l'altro membro della “Goethe-Gesellschaft” e della “Zwangslose Gesellschaft” che vedeva riunirsi gli spiriti eletti della città e fondatore del sodalizio di poeti tedeschi del nord e del sud “Das Krokodil” nonché membro dell' “Allotria” presso il “Künstlerhaus”. Un “beniamino delle muse”, come lo definì Theodor Fontane, Heyse fu autore molto prolifico in tutti i generi letterari.
Grande popolarità raggiunse in particolare con le sue 180 novelle alle quali si aggiunsero otto romanzi e sessanta drammi subito tradotti nelle principali lingue europee e persino in esperanto, nonché un fitto carteggio di 15.000 lettere e i diari, tutti donati e conservati presso la Biblioteca Statale Bavarese. Fu inoltre curatore di numerose antologie di letteratura tedesca e straniera in più volumi. Notevolissima anche la produzione di poesie messe in musica dapprima da Peter Cornelius, altro berlinese trapiantato a Monaco, e successivamente da Hugo Wolf che curò la sua raccolta ora nota sotto il titolo “Italienisches Liederbuch”. In esposizione nella mostra anche i suoi apprezzati disegni nel volume contenente 25 ritratti di illustri contemporanei. La passione per l'arte accomunò il “Principe dei Poeti”, come veniva chiamato Heyse, al “Principe dei Pittori” Franz Lenbach. La villa di Paul Heyse nella Luisenstraße, rimbalzata recentemente agli onori delle cronache perché minacciata di demolizione, si trova a ridosso della Glyptothek quasi di fronte a quella di Lembach, la famosa “Lenbachhaus” in stile toscano recentemente ristrutturata che ospita la collezione dei Maestri Espressionisti. Entrambe rappresentavano un doppio punto d'incontro del mondo artistico della città.
Oggi quasi nessuno sa che Paul Heyse fu il primo tedesco a ottenere nel 1910 il Premio Nobel per la Letteratura. Il suo nome riecheggia quasi soltanto nella cerchia degli addetti ai lavori ed è noto nella sua stessa città d'adozione dove visse per oltre anni solo grazie alla movimentata strada e al sottopassaggio che portano il suo nome. Tra i germanisti italiani è invece ampiamente riconosciuto come il più importante “intermediario” tra la cultura tedesca e quella italiana che, come nessun altro, contribuì a diffondere in Germania, in particolare con le sue traduzioni di poesie e di novelle. Traduttore insigne dall'inglese, francese e spagnolo conosceva l'italiano alla perfezione. Numerosi furono i suoi soggiorni in Italia a partire dal 1852 quando ottenne una borsa di studio dalla Prussia per effettuare ricerche in biblioteche italiane su manoscritti inediti. Dal 1899 fu solito trascorrere i mesi invernali a Gardone. Cittadino onorario di Monaco di Baviera, fu insignito dal Re d'Italia della laurea h.c. conferitagli dall'Università di Firenze.
L'antologia in cinque volumi “Poeti italiani dalla metà dell' 800” aiutò a far conoscere o a consolidare la fama in Germania di calibri come Manzoni, D'Annunzio e Leopardi, immortalato anche nella novella “Nerina”. La raccolta di novelle italiane è l'ultima fatica dello scrittore che muore il 2 febbraio 1914 a pochi mesi dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale che vide il tracollo di quel mondo alto borghese di cui la sua vasta opera fu specchio fedele. Al grande Europeo fu risparmiato così di assistere al crudele e assurdo conflitto che vide la Germania combattere contro l'amatissima Italia da lui considerata come un'altra patria.
Fino al 22 giugno presso la “Schatzkammer” della Bayerische Staatsbibliothek (BSB) – Lu-Ve: ore 10-18; Sa-So: ore 13-17 ; 8-9 giugno (Pentecoste): chiuso.
Visite guidate ogni giovedì ore 16.30 - www.bsb-muenchen.de