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Il futuro non è più quello di una volta

Previsioni sulla street art

Wenn Sie die Welt der Street Art im vorhergehenden Artikel fasziniert hat, interessiert Sie möglicherweise dessen weiter Entwicklung. Neue Technologien bieten neuen Möglichkeiten der illegalen Kunst die Stadt zu beeindrucken; seien Sie gespannt auf „Light Graffiti“ und „Druckenfahrräder“.

Ester Sposato

L’attività che gli artisti svolgono abusivamente nelle strade ha già attirato l’attenzione dell’arte ufficiale, ma anche delle grandi compagnie, della moda e del design che cominciano ad appropriarsi del loro stile, addomesticandone lo spirito anti-commerciale e la vena polemica. Le campagne pubblicitarie interessate ad un target giovane sono particolarmente attente nel cogliere le tendenze più innovative, ed imitano l’ironia pungente, sfruttano l’alone di mistero che si nasconde dietro un logo, per attirare l’attenzione.

Il caso della Sony costituisce un esempio calzante: nel 2005 le città di Chicago, New York, Philadelphia, Los Angeles e San Francisco hanno visto le proprie strade popolarsi di disegni sui muri raffiguranti figure fumettistiche dall’abbigliamento Hip Hop mentre giocano con la consolle Play Station. La Sony ha inizialmente smentito la paternità di questa promozione, ma il sospetto che si trattasse di un’operazione di “brand” si è rapidamente diffuso.

I “writer” della zona non hanno gradito questa operazione di arte di strada e, armati di bombolette, hanno imbrattato le immagini pubblicitarie. In seguito la compagnia ha ammesso le proprie responsabilità ed è stata severamente multata per aver indebitamente occupato spazio pubblico.

Analizzando i singoli protagonisti, pare molto più numerosa la casistica che vede stringere un proficuo scambio tra gli artisti abusivi e le multinazionali, l’aspetto indomito ed illegale della poetica della strada sembra non opporre troppa resistenza nel venire a patti con l’ufficialità. Benché ci siano gruppi che portano avanti un tenace sabotaggio ai danni della pubblicità scuotendo l’osservatore, per alcuni il fenomeno della street art comincia già il suo declino perdendo lentamente efficacia. L’indebolimento della forza comunicativa degli interventi abusivi è proporzionale alla crescita dell’attenzione dei media che metabolizzano rapidamente le tecniche espressive e le interpretano a loro vantaggio.

Sfruttando il concetto abusato ed ambiguo di Guy Debord di “zona temporaneamente autonoma”, potremmo sostenere che all’attività artistica non autorizzata resta ancora poco tempo prima di essere schiacciata dalla notorietà e trasformarsi in moda passeggera.

Oggigiorno le istallazioni mantengono ancora un certo impatto sull’osservatore, ma l’abilità sarà quella di rinnovare ed aumentare le possibilità ed i canali, come virus in perenne mutamento per sopravvivere, sfruttando magari nuove risorse tecnologiche ed orientandosi verso il coinvolgimento di altri sensi adoperando anche luci e suoni.

Molti dei protagonisti di cui ci siamo occupati hanno saputo costituire un linguaggio proprio ed originale, imponendosi all’attenzione del pubblico, e se è vero che la pubblicità possiede un apparato digerente in grado di inglobare velocemente ciò che la circonda, è altrettanto corretto affermare che l’imitazione o la parodia di alcuni dei mezzi utilizzati dalla reclamizzazione sono tornati più che utili alla street art.

Alcuni “street artist” sostengono che la competitività con la rapida risposta mediatica costituisca uno stimolo ed una sfida costante.

La protesta nel territorio urbano trova un prezioso alleato nella tecnologia che potenzialmente riesce ad amplificarne l’uso verso inedite forme di comunicazione.

Eseguito come progetto di tesi dallo studente newyorchese Joshua Kinberg, Bikes against Bush, ispirato al celebre Graffiti Writer (dispositivo robotico assemblato dall’Institute for Applied Autonomy in grado di realizzare automaticamente scritte), collega un computer ed un telefono cellulare ad una serie di spray montati sul retro di una bicicletta, capaci di emettere gesso bianco mentre la stessa bici è in corsa, riproducendo sulla strada la scritta impostata. I messaggi, in questo caso riguardanti il presidente Bush, raccolti dal telefono cellulare vengono convertiti in lettere e stampati sull’asfalto.

La tecnica utilizzata è simile a quella sfruttata dalle testine delle stampati ed il risultato è ecologicamente poco invasivo, poiché utilizza gesso e non vernice (fig.1). Restando in tema di biciclette, lo “street artist” francese East Eric, famoso per aver dipinto un carro armato commemorativo di rosa, ha modificato la sua due ruote rendendola in grado di imprimere una ordinata fila di formiche al suo passaggio.

In Germania, il Chaos-Computer-Club, una famosa associazione di “hacker”, ha presentato alla città di Berlino un progetto per celebrare il proprio ventesimo anniversario: una gigante installazione luminosa dal titolo Blinkenlights.

Un palazzo di otto piani in Alexanderplatz è stato attrezzato per poter autonomamente illuminare ogni finestra, trasformando la facciata in un’enorme display le cui aperture si trasformano in pixel (ben 8X16). Collegato ad un computer lo schermo è stato messo a dispozione degli utenti che sbizzarrendo la propria fantasia hanno creato scritte, immagini in movimento e perfino dato vita ad una partita di Pong (uno dei primi giochi per pc che funziona come il ping-pong). Le fotografie delle più belle realizzazioni sono conservate nella galleria del sito (fig.2).

Hektor, realizzato nel 2002, è un’estensione cyborg in grado di eseguire un graffito sul muro tramite software attraverso il movimento di un braccio meccanico al quale è fissata una bomboletta spray. Questo strumento è stato ideato per seguire e riprodurre le linee come la mano umana, concepito come reazione ed alternativa alla monocultura del design e della sua qualità di stampa. Utilizzando la bomboletta di colore, la macchina adopera uno strumento nato per essere gestito dall’uomo e la fragilità dell’istallazione conferisce al risultato un certo margine d’errore; questo fa sì che Hektor possieda una sua estetica. Volontariamente imperfetto, il graffito realizzato in questo modo coniuga la perfezione tecnologica e l’unicità dello sbaglio imprevisto.

Seguendo le realizzazioni di Gjon Mili, che nel 1949 riprese Picasso, si può congelare e trasformare il gesto calibrato che da vita alle “tag” in linee luminose con una tecnica fotografica che interviene sull’apertura del diaframma.

Ne sono esempio le sperimentazioni di Akim che passa dai graffiti tridimensionali a quelli virtuali-luminosi o le bellissime fotografie di PIPS (laboratorio artistico collettivo con sede ad Amsterdam.).

Sulla stessa lunghezza d’onda si snoda la ricerca dell’artista Fi5e, originario di New York, che ha filmato alcuni “writer” mentre scrivono con una penna luminosa su di un pannello di plexiglass e con l’aiuto di un computer portatile e un proiettore digitale ha proiettato le immagini in scala gigante (fig.3).

Il collettivo artistico londinese Troika utilizza gli sms per veicolare messaggi e diffonderli, propagandoli attraverso lo spazio urbano con l’aiuto di un proiettore: Sms Guerrilla Projector è un’attrezzatura portatile che permette di proiettare in grandi dimensioni sms testuali, sui muri, nei cinema, per le strade, nei negozi, addosso alle persone. Di dimensioni ridotte, maneggevole ed alimentato a batteria, il proiettore al suo interno contiene un telefono cellulare funzionante, utilizzabile anche per ricevere messaggi da parte di altri utenti.

Sempre il gruppo Troika ha creato il Tool for armchair activists, definito come una “macchina per protestare”. Composta da un dispositivo mobile per la ricezione dei messaggi e da un grande megafono, può essere installata velocemente e gridare i messaggi inviati dagli attivisti pigri (il nome del macchinario è appunto “strumento per attivisti in poltrona”). Per manifestare comodamente, armati di telefono cellulare.

Frèdèric Eyl, Richard The, Gunnar Green sono tre studenti berlinesi che hanno messo a punto e posto un proiettore a lato di un vagone della metropolitana per dar vita a brevi momenti comunicativi.

Il progetto si chiama Parasite e nel buio dei tunnel dai finestrini del convoglio si può assistere ad una vera e sorprendente “immersione” attraverso suggestivi scenari marini.

Internet presenta una varietà di siti dai quali si può, ad esempio, apprendere come realizzare un proiettore solare per pochi dollari e applicare tecnologie digitali a dispositivi comuni.

Questi casi possono rappresentare un’ampia gamma di direzioni all’interno delle quali la street art potrebbe, in un futuro prossimo, veicolare le proprie intenzioni e scuotere l’attenzione dei passanti, precedendo la pubblicità, l’arte canonica e soprattutto sorprendendoci ancora.

(2008-4 pag 8)

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