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- Categoria: Cultura
- Pubblicato Domenica, 04 Marzo 2012 09:37
"Trasmutazioni"
Dall'8 marzo fino al 9 aprile sarà aperta a Monaco presso il Ministero degli Interni bavarese la mostra degli artisti Luigi Pagano e Maria Rucker
Sechs Jahre nach seiner Ausstellung „Mit geschlossenen Augen“ im Nördlichen Lichthof der Hochschule für Musik und Theater kehrt der italienische Künstler Luigi Pagano in die Isarmetropole zurück. Seine künstlerische Arbeit versteht Pagano als Bindeglied zwischen einer „verborgenen“ Natur und einer, die sich langsam unter seinen „mit Augen versehenen Händen“ offenbart. Ähnlich sind die Werke der Münchner Bildhauerin Maria Rucker, die in ihren meistens aus Marmor realisierten Arbeiten zwischen Gegenständlichkeit und Abstraktion die sich stets verändernden Formen der Natur erschafft. Verblüffend ist die Affinität dieser beiden Künstler aus unterschiedlichen Kulturkreisen, die in dieser Ausstellung aufeinandertreffen, um mit ihrer Kreativität vorhandener Materie einen Hauch neuen Lebens einzuflößen. Die Initiative geht - wie schon im Winter 2007- auf den Münchner Kulturverein PRO ARTE zurück, der diesmal eine Auswahl von Werken der Malerei, Fotografie und Video in Zusammenarbeit mit der Obersten Baubehörde im Bayerischen Staatsministerium des Innern präsentiert.
Dr. Anna Zanco-Prestel - Pro Arte
Monaco di Baviera, 7 marzo 2012.
Per la terza volta il pittore campano Luigi Pagano torna nella capitale bavarese che nel 2007 lo ha visto protagonista della grande esposizione "Ad occhi chiusi" nell’Ala Nord dell’Accademia della Musica e del Teatro. In mostra, accanto alle grandi tele già esposte nella primavera 2006 nel Chiostro Barocco del Conservatorio "San Pietro a Majella" di Napoli, anche il "Polittico della Passione"
già presentato nel giugno 2006 a Papa Benedetto XVI in occasione della Conferenza Episcopale Italiana a Verona.
Nella moderna struttura del Foyer del Consiglio dei Lavori Pubblici presso il Ministero Bavarese degli Interni tra Cancelleria di Stato e Haus der Kunst, Pagano convoglia ora un insieme di esperienze che trovano espressione in opere di pittura, fotografia e video. "Trasmutazioni" è il titolo della mostra nella quale l’artista campano presenta sue nuove opere accanto a sculture di Maria Rucker, raffinata scultrice monacense a lui molto congeniale. Trasmutazioni nel senso di cambiamento di stato della materia, ad esempio attraverso il fuoco con le sue proprietà purificatrici e catartiche come nel ciclo „Pentecoste“ o, in forma più esaltata, nel video "Fiat Lux" dove il fuoco sacro viene alimentato da un fiato, quasi un’eco cosmica che accompagna con il suo suono il bagliore della fiammella. E ancora nei lavori su carta che rappresentano l’anello di congiunzione con l’alta spiritualità di “Pentecoste” e al tempo stesso tra gli studi sul corpo e quelli sul paesaggio del polittico "Natura Naturans" dalle tenui gradazioni azzurrine in cui aleggia uno spirito prettamente spinoziano sfociante in un Panta Rei che tutto abbraccia, riconducendoci con il pensiero alle continue mutazioni nell’eterno ciclo della natura. Il tema del passaggio sottile tra significato e significante riemerge una volta ancora negli acquerelli della serie "Come", lavori su carta di piccole dimensioni, quasi appunti che affiorano come lampi durante la consolidata pratica della meditazione. Della serie "Come" fa parte il bozzetto del dipinto "Come Albero Strada" presentato da Pagano alla 54ma Biennale d’Arte di Venezia 2011. Un vissuto sospeso al di là dello spazio e del tempo emerge infine nella carrellata di fotografie che Pagano ha iniziato a realizzare nel 2005, immagini di natura del tutto assimilabili a veri e propri paesaggi dell’anima della sua terra vesuviana con la quale intrattiene un rapporto che usa definire "osmotico".
Per Pagano l’opera è un trait-d’union tra una natura nascosta e una natura "altra" che si manifesta lentamente sotto le sue "mani munite di occhi". Simile il procedere di Maria Rucker che, anche con instancabile sguardo indagatore, osserva le forme cangianti della natura, penetra nelle sue cavità e nei suoi buchi, palpando superfici a lei ignote come servendosi di una lente d’ingrandimento, onde instaurare un dialogo intermittente fra interno ed esterno.
Forme come il carapace di una tartaruga o le scaglie della pelle di un coccodrillo mutano grazie all’idea dello zoomare in moduli geometrici che si staccano dalla realtà per vivere una vita propria. Si avvia in tal modo un processo in due sensi che dal dato organico conduce a quello geometrico e viceversa. Così nelle sue piccole sculture a parete ovali o quadrate o nel gioco delle alternanze tra forma e vuoto che dà origine a cubi di marmo al cui interno si nascondono insospettati baratri oppure a forme del tutto diverse che si schiudono allo sguardo come un caleidoscopio. Una forma ne genera un’altra, metamorfosi si materializzano nel campo visivo di chi guarda sorpreso, mentre sul fondo di una barca solitaria compare di un tratto la sagoma di un albero o va a rispecchiarsi il blu del cielo e una nuvola di passaggio.
E poi ancora quelle trasognate sculture a parete o da pavimento dalle quali fuoriescono fili di metallo assimilabili ad antenne ultrasensibili, a capelli fluttuanti nell’aria, a canne mosse dal vento…
Opere ricche di mistero, mai completamente decifrabili, sempre in bilico tra figurazione e astrazione e colte nel mezzo di un processo di trasformazione come i fantasiosi "Tiernasen" (Nasi di animali) realizzati in materiali diversi che figuravano tra le opere di maggiore originalità esposte alla Grande Mostra Collettiva 2011 presso la Haus der Kunst.