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- Pubblicato Sabato, 11 Dicembre 2010 16:10
Venezia trionfante!
Von Aufstieg und Herrlichkeit, Untergang und Unsterblichkeit der „Miraculosissima Serenissima Venezia“
Uwe G. Fabritzek
“Venezia! Venezia! Quanti miti hanno affollato la tua storia. Quante illusioni, quanti sogni, quanti desideri inespressi. Da dove viene, dove vai, chi sei, cosa sei...“(Venezia! Venezia! Wie viele Mythen haben deine Geschichte begleitet. Wie viele Illusionen, wie viele Träume, wie viele unausgesprochene Wünsche. Woher kommst du, wohin gehst du, wer bist du, was bist du...).
Mit diesen Worten beginnt Marcello Brusegan seine eben erschienene „Storia insolita di Venezia“. Und in der Tat: Über keinen anderen Staat gibt es so zahlreiche mystisch überhöhte Darstellungen wie über Venezia.
Autoren aller Herren Länder preisen einen „idealen“ Staat, regiert von weisen Staatsführern inmitten eines sagenhaften Reichtums in einer Stadt, die „einzigartig auf der Welt… ist“ (Goethe).
(2007-2 pag 19)
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- Pubblicato Sabato, 11 Dicembre 2010 16:19
Ascesa e declino della Serenissima
Quella di Venezia è la storia di un’ascesa irresistibile a superpotenza e di un inesorabile declino
Uwe. Fabritzek (Trad. Egle Maguolo Wenzel e Gianni Minelli)
Nel corso di secoli nella laguna di Venezia si era insediata una comunità eterogenea che viveva di pesca, di caccia e dell’estrazione di sale, in continua lotta per la sopravvivenza. Da questo nucleo originario si sviluppò più tardi Venezia.
Più mercanti che guerrieri, più marinai che politici, guidati da saggi capi, i veneziani riuscirono a creare un gigantesco impero commerciale, che si estendeva dall’Europa sudorientale fino alla Siberia, all’Asia centrale e alla Cina. Grazie ad una tecnica navale avveniristica, sviluppata segretamente all’interno dell’Arsenale, le navi veneziane dominavano i mari e i mercanti veneziani l’attività commerciale.La storia di questa comunità che mai si lasciò dividere in fazioni, partiti o congregazioni è veramente straordinaria: per più di 1000 anni non ci furono conflitti interni ed il bilancio non fu mai in deficit. Le arti e l’artigianato vissero un lungo periodo di splendore e, grazie alla ricchezza ricavata dall’attività commerciale, Venezia diventò un gioiello architettonico senza eguali.
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- Pubblicato Sabato, 11 Dicembre 2010 16:25
Der Mythos Venezia
Uwe G. Fabritzek
Um sich dem „Mythos Venezia“ zu nähern, ist es sinnvoll, diese Mythen nach ihrem Inhalt zu untersuchen. Dabei lassen sich folgende Kategorien unterscheiden:
- Die Mythen über die Entstehung Venezias
Flavio Magno Aurelio Cassiodoro (494- ca. 583) begründet die Mythen über Venezia mit seinem berühmten Brief von 537, erstes schriftliches Zeugnis über Venezias frühe Geschichte, mit seiner Beschreibung des Lebens in der Lagune.- Dettagli
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- Pubblicato Sabato, 11 Dicembre 2010 16:29
Zur Geschichte Venezias
Uwe G. Fabritzek
Die Ursprünge
Archäologische Funde beweisen eine sehr frühe Besiedlung der Lagune und ihres Hinterlandes. Statuen, Bronzen und Keramiken zeugen vom Handel mit Etruskern, Arabern, Griechen und anderen bereits in paläovenetischer Zeit. Be der Bevölkerung ist zwischen den Bewohnern des Festlandes und denen der Lagunengebiete zu unterscheiden. Die Paläoveneter besiedelten die Region des heutigen Trentin, des Gardasees und Veronas bereits 1500 Jahre bevor Eneter (Veneter) aus dem kleinasiatischen Paflagonien (dem Gebiet um Troja) ca. 1900 v. Chr. bis zu den euganeischen Hügeln, den Hochebenen von Asiago und Asolo vordrangen. Herodot (484 - 425 v. Chr.) und andere gaben bereits früh Zeugnis von dieser Entwicklung.
Unter den Römern wurde dieses Gebiet zur „X Regio Venetia et Histria“. Die Veneter unterstützten Rom unter anderem im Kampf gegen Hannibal. Wichtige Strassen wurden gebaut, so die „Via Postumia“, die „Via Annia“ oder die „Via Claudia Augusta Altinate“. In der langen Zeit der Pax Romana wurden zahlreiche Städte gegründet, darunter Verona, Padova, Este, Adria (Namensgeber der Adria!), Treviso, Udine, Oderzo. Auch Equilus, heute Jesolo, gehört dazu und weist wie Cavallino auf deren Bedeutung für die Pferdezucht hin.
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- Pubblicato Lunedì, 13 Dicembre 2010 15:21
Ein Besuch bei Don Camillo
Brescello, eine kleine Stadt in der Emilia, fungierte in den Fünfziger Jahren als Drehort für die bekannte Reihe der "Don Camillo Filme". Heute ist sie deshalb zu einem beliebten Freilicht-Filmmuseum geworden
Nella tranquilla cittadina emiliana sulle rive del Po, si passeggia rivivendo ad ogni angolo scene degli indimenticati film con Fernandel e Gino CerviHelmut Stierstorfer
Von unserem Hotel am Ortsrand ist man nach ein paar Schritten bereits im Ortszentrum, der „Piazza Matteotti“. Hier stehen sich die Ortskirche „Santa Maria Nascente“ und schräg davor das Rathaus gegenüber. Wie wir später im Museum lernen konnten, war eben diese räumliche Situation mit ausschlaggebend für die Wahl von Brescello als Drehort, da sich so der Gegensatz zwischen dem Pfarrer und dem kommunistischen Bürgermeister besonders gut darstellen ließ.
Auf der Piazza stehen sich auch zwei moderne Bronzestatuen der Protagonisten der Filme gegenüber. Außerdem gibt es hier ein Caffé Don Camillo und eine Bar Peppone. Während eines kleinen Spaziergangs durch den Ort trifft man immer wieder auf ausgestellte Filmrequisiten, sowie Ecken und Gebäude, an denen einzelne Szenen gedreht wurden, teilweise sind diese auch mit informativen Schildern versehen.
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- Pubblicato Sabato, 11 Dicembre 2010 17:00
Das Venedig von heute
Uwe Fabritzek
Der Besucher von heute kommt entweder mit dem Flugzeug, dem Auto oder der Eisenbahn nach Venezia. Mit dem Pkw oder dem Bus (vom Flughafen) kommt er zur Piazzale Roma, Endstation für jeglichen Autoverkehr. Alle Züge enden am Bahnhof Santa Lucia, direkt am Beginn des Canal Grande.
Man informiert sich besser vorher anhand eines Stadtplans, wo das gebuchte Hotel liegt und wie es zu erreichen ist - zu verwirrend ist meist der Trubel bei der Ankunft.
Von der Piazzale Roma wie der Stazione führen die Linien 1 und 82 der Vaporetti durch den Canal Grande zum Lido di Venezia. Die meisten Hotels sind vom Canal Grande gut zu erreichen - aber nur die Linie 1 fährt alle Haltestellen an!
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- Pubblicato Venerdì, 03 Dicembre 2010 17:19
L'arsenale - l'arma segreta della "Serenissima Venezia"
Die Geschichte der einst grössten Schiffswerft der Welt
La prima pietra dell’Arsenale di Venezia fu posta nel 1104 sotto il dogato Ordelaf Falier (1102-1118). Lo scopo dell’Arsenale era quello di dare a Venezia un complesso cantieristico per la costruzione e alla riparazione di navi nelle immediate vicinanze della città. Il complesso si era reso necessario non solo per supportare il sempre più fiorente commercio ma anche per i trasporti commissionati ai veneziani in relazione alle crociate.
Tre sono le fasi che hanno portato alla realizzazione dell’Arsenale:
- nel 1104 fu costruito l’”arsenale vecchio”
- nel 1304 l’”arsenale nuovo” con le corderie e
- nel 1472 l’”arsenale nuovissimo grande”
Fin dall’inizio l’Arsenale era sottoposto alla direzione e controllo politico del Gran Consiglio. .
Dal 1276 la direzione dell’”Arsenale” era nelle mani dei tre “patroni dell’arsenal”, nel 1442 furono istituiti i “provveditori dell’arsenal”. Questi avevano il compito di controllare e coordinare i “patroni”, a loro subordinati. Tanto “patroni” come “provveditori” facevano parte della nobiltà e restavano in carica per 32 mesi e rispettivamente 16 mesi.
Nel 1571 venne istituita la figura del “masser”, il quale, ogni mese, era tenuto a riferire al Senato del lavoro dei “patroni” e doveva, inoltre, annotare su di un “quaderno grando” ogni movimento di denaro o di merce.
Gli “stimadori” erano invece protomastri con determinati funzioni di controllo tra cui quello dei legni acquistati o dei prodotti finiti.
Gli “appontatori” poi avevano il compito di tenere la contabilità per la remunerazione dei mastri e degli apprendisti che venivano pagati giornalmente. Oltre a ciò essi controllavano molto severamente le presenze, i ritardi e il rispetto dell’orario di lavoro. Gli “arsenalotti”, come furono chiamati sin dall’inizio gli operai e gli artigiani, erano il cuore dell’Arsenale. Diventarono una vera ”aristocrazia operaia” e si autodefinivano una “grande famiglia”. Godevano di tutta una serie di privilegi, tanto personali quanto istituzionali, come per esempio di un posto di lavoro praticamente “a vita” e di alloggi gratuiti nelle vicinanze dell’Arsenale. Assumevano compiti normalmente riservati ai vigili del fuoco o alla polizia, come per esempio sorvegliare la zecca. Mettevano inoltre a disposizione le guardie per le sedute del Gran Consiglio, nonchè la guardia d’onore durante i funerali del doge. Nel 1629 fu istituito anche un “libro d’oro” degli arsenalotti. La direzione tecnica dell’arsenale era nelle mani dell’”ammiraglio” o “armiraglio”, eletto a vita dai “protomastri”, che era responsabile dello svolgimento dei lavori come anche dei materiali necessari alla costruzione e riparazione delle navi. I “protomastri” erano responsabili dei settori di produzione. I quattro più importanti erano i “marangoni”, i “calafatti”, gli “albornti” ed i “remeri”. I quattro protomastri, assieme all’ammiraglio, costituivano il consiglio tecnico dei patroni e dei provveditori.
Uwe G. Fabritzek Das Arsenale gehörte zu den am besten geschützten Geheimnissen der Serenissima - was mit dazu beigetragen haben mag, dass sich zahllose Mythen und Legenden um die venezianische Waffenschmiede - zugleich erste industrielle Produktionsstätte von Schiffen überhaupt - und Zeughaus bildeten.Das Wort „Arsenale“ kennt viele Väter- nach Sansovino stammt es von „arx Senatus“ (Festung des Senats), Dante nennt es „arzanà“, doch wahrscheinlich stammt es vom arabischen „darsina’a“ oder „dar-as-sinà’ha“ - Haus der Handwerker (Tarsanà in Sizilien, Darsanalis in Ligurien).
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Nur wenigen hochgestellten Gästen Venedigs wurde ein Besuch im Arsenale erlaubt, so Dante Alighieri 1321, nach dem er die berühmten Verse in seinem „Inferno“ formulierte:
„Quale nell’Arzanà de’Viniziani/ Bolle l’inverno la tenace pece/A rimpalmar li legni lor non sani” (XXI Gesang) (Die im Arsenale der Venezianer/ Im Winter den Teer kochen/ Um das beschädigte Holz zu reparieren).
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- Pubblicato Domenica, 21 Novembre 2010 17:27
Mart - Das Wunder von Rovereto
Ein überraschend modernes Museum in einer alten Stadt lässt immer mehr Autofahrer nach Rovereto abbiegen
Una visita a Rovereto per ammirare un grande museo d’arte moderna. Posto tra due palazzi del 1800 nella pittoresca cittadina presso Trento, il MART colpisce per la sua linea architettonica modernissima e ardita, opera dell’architetto Mario Botta: sotto la gigantesca cupola di vetro dell’agorà ci salutano le sculture di Mimmo Paladino. L’interno del museo, la cui superficie lo pone tra i più grandi del mondo, ci offre una prestigiosa collezione di opere moderne dedicate in gran parte al futurismo. Jurczyk Jerzy
Auf dem Weg durch das Etschtal in Richtung Gardasee liegt 24 km südlich von Trient die altertümliche Stadt Rovereto mit ihren engen Gassen. Maulbeerbäume zeugen heute noch von der Grundlage ehemaligen Reichtums, der Seidenraupenzucht. Bemerkenswert sind die Herrenhäuser, die Paläste an der Piazza Rosmini und die pittoresk anmutende Altstadt. Trotzdem rasen tausende Autos jede Stunde an Rovereto vorbei. Man will schnellstens das Ziel - Milano, Torino, Rom oder die Strände an der Riviera und in Calabria - erreichen. Bei der Rückfahrt auf der gestaunten Autobahn denkt man über die Kilometer nach, die noch vor München, Hamburg oder Berlin liegen.
Seit zwei Jahren biegen aberimmer mehr Autofahrer nach Rovereto ab. Es hat sich herumgesprochen, dass sich das – besonders für die Kunstinteressierten - lohnt. Vor zwei Jahren, im Dezember 2002,wurde nämlich in dieser subalpinen Kleinstadt das Museum für Moderne Kunst eröffnet. Es ist eines der schönsten und interessantesten Museen Europas und besitzt eine Größe, die mit dem San Francisco Museum of Modern Art vergleichbar ist. Kein Wunder, dass man staunt, wenn man an die bescheidenen Dimensionen einer Stadt wie Rovereto denkt. 50 Millionen Euro hat die Provinz Trient als Bauherr aus eigener Kraft für das Projekt aufgebracht – ein nennenswertes Beispiel ambitionierter Kulturpolitik.