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San Benedetto da Norcia

La storia del santo umbro, patrono d’Europa

Norcia liegt im Herzen des grünen Umbriens in der Mitte des Nationalparkes der Monti Sibillini. Diese kleine Stadt ist nicht nur für ihre gastronomischen Spezialitäten und für ihre Geschichte berühmt, sondern auch weil sie die Heimatstadt des heiligen Benedikts ist. Dieser gründete im 6. Jahrhundert den Benedikterorden mit der bekannten heiligen Regel "ora et labora", bete und arbeite. Wir laden den Leser zu einem Besuch dieser eigenartig schönen Landschaft ein, die dem Besucher intensive Emotionen aber auch Ruhe und Entspannung schenken kann.

Franco Casadidio

Quando, il 19 aprile, il cardinale Medina Estevez, affacciandosi alla finestra di San Pietro, ha annunciato l'elezione del nuovo Papa e, subito dopo, il nome da questi scelto come successore di Pietro, una parte dell'Umbria ha avuto un sussulto d'orgoglio misto a commozione. Per Norcia, patria di San Benedetto, la scelta del neo Pontefice di farsi chiamare col nome del santo fondatore del monachesimo occidentale è stato un omaggio inatteso quanto gradito. Pochi conoscono la storia di questo Santo, nato a Norcia nel 480 e morto il 21 marzo del 547 a Montecassino, in quella abbazia da lui stesso fondata e divenuta, nel corso dei secoli, centro religioso e culturale di rilevanza europea.
In realtà, Benedetto a Norcia trascorse solamente i primi anni della sua vita, anni, però, che si rivelarono fondamentali per la sua formazione umana e spirituale. La Valnerina, infatti, era stata eletta da diversi anni quale luogo ideale per gli insediamenti eremitici di molti monaci, provenienti in gran parte dalle regioni orientali dell'ormai ex impero romano. L'asprezza del territorio, la scarsità di vie di collegamento, l'isolamento quasi totale di alcune zone, rendevano perfetta questa parte meridionale dell'Umbria per coloro che volevano provare l'esperienza di una vita ascetica, lontana dalle violenze e dagli eccessi che pervadevano la società dell'epoca. In questo scenario, il giovane Benedetto trova una sua dimensione spirituale che però, viene totalmente stravolta quando, spinto dalla sua famiglia, si trasferisce a Roma per completare gli studi. L'impero romano è ormai tramontato e la città eterna è in pieno disfacimento, con una società da tempo avvezza alle più orrende barbarie, corrotta e lontana da ogni ideale religioso. Per sfuggire al pericolo rappresentato da questa secolarizzazione, Benedetto si trasferisce prima ad Affile e poi a Subiaco. Qui sceglie una grotta inaccessibile quale sua nuova dimora, dando inizio ad un periodo di vita eremitica destinato a concludersi però nel giro di poco tempo. La fama di santità del personaggio, infatti, si diffonde ben presto, attirando verso la figura di Benedetto decine di giovani discepoli bramosi di seguire le sue orme, ma anche l'invidia di altri confratelli che, desiderosi di liberarsi di quella figura ormai ingombrante, tentano per ben due volte di avvelenarlo. Sulla scia di questi episodi, Benedetto decide di allontanarsi da Subiaco e stabilirsi a Cassino, dove, verso il 529, su un monte che sovrasta la città, fonda la famosa abbazia; qui si dedica alla stesura della famosa Sancta Regula, da tutti conosciuta per il sintetico motto "Ora et labora", prega e lavora.
A Montecassino Benedetto muore il 21 marzo 547, un mese dopo la scomparsa della sorella gemella, Santa Scolastica; entrambi riposano proprio all'interno della celebre abbazia. Oggi la figura di San Benedetto, oltre che alla famosa "regola”, è legata inscindibilmente al nostro vecchio continente, specie da quando, il 24 ottobre del 1964, l'allora Papa Paolo VI proclama Benedetto "Santo patrono d'Europa”. La scelta di Papa Ratzinger, come da lui stesso sottolineato, oltre a voler onorare la figura di un grande Pontefice, Benedetto XV, primo Pastore della Chiesa a doversi confrontare con lo scenario di un conflitto mondiale, ha voluto anche essere un omaggio a San Benedetto da Norcia, padre del monachesimo e patrono d’Europa, un’Europa che nella sua costituzione non ha voluto inserire riferimenti alle proprie radici cristiane, ma che ugualmente, nelle intenzioni del Pontefice, viene affidata alla benevolenza di Dio per intercessione, appunto, del santo umbro.
Visitando oggi Norcia, tappa obbligata è dunque la chiesa di san Benedetto, affacciata sulla piazza principale della città, insieme al Palazzo del Comune, al Duomo e alla Castellina, antica fortezza militare a pianta quadrata ora adibita a sede museale. La chiesa, a croce latina, conserva al suo interno vari dipinti di scuola umbra alcuni dei quali riguardanti la vita del santo; a metà circa della navata, attraverso delle scalette laterali, si accede alla cripta, da dove è possibile ammirare le rovine di quella che la leggenda narra sia stata la casa natale di Benedetto e Scolastica, quella casa dove due tra gli innumerevoli santi che l'Umbria ha regalato alla Cristianità, trascorsero i primi anni della loro vita. Norcia, però, non è solo San Benedetto: è anche natura, ubicata com’è nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, arte e cultura. Le numerose rievocazioni storiche e feste popolari riportano alla memoria antiche tradizioni che, spesso, affondano la loro origine nei culti pagani antecedenti la cristianizzazione della zona. A tutto questo si sono aggiunte, in anni recenti, la riscoperta del turismo gastronomico e la nascita di diverse attività turistiche che potremmo definire "innovative" o, usando un termine molto attuale "estreme”. Si è cominciato con le scuole di deltaplano e parapendio di Castelluccio di Norcia (a detta degli esperti uno dei migliori siti europei per la pratica di queste attività), per proseguire con il trekking da praticare lungo gli innumerevoli sentieri del Parco, il rafting lungo i fiumi Corno, Sordo e Nera, e, ultimo nato, il trekking a dorso di mulo. Chi si reca a Norcia, insomma, può esser certo di avere tutti gli elementi a disposizione per godere di una vacanza indimenticabile: religione, arte, cultura, ambiente, cucina, sport, si fondono insieme, integrandosi perfettamente, per far trascorrere al turista un soggiorno meraviglioso all’insegna di quella pace e di quella tranquillità che, millecinquecento anni fa, contribuirono a formare lo spirito e il carattere del futuro Patrono d’Europa.

(2005-3 pag 18)

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