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- Categoria: Turismo
- Pubblicato Lunedì, 14 Ottobre 2024 14:32
Sulcis Iglesiente in Sardegna, un territorio tutto da esplorare
Zwischen Minen und antiken punischen Städten ist die historische Region Sulcis Iglesiente ein magischer und überraschender Ort. Entdecken wir den tiefen Südwesten Sardiniens und lassen wir uns von Landschaften, Menschen und Traditionen überraschen. Diese noch wenig bekannte Gegend der Insel hat Reisenden, die auf der Suche nach Authentizität und natürlicher Schönheit sind, viel zu bieten.
Firenze 13 ottobre 2024.
Visitare il Sulcis Iglesiente è molto semplice, si può arrivare con l’aereo perchè è facilmente raggiungibile da quasi tutti gli aeroporti europei, sbarcando a Cagliari Elmas. L’arrivo con il traghetto è un’alternativa all’aereo e consente di portare la propria auto per esplorare e scoprire un territorio così bello e particolare. Le stagioni più adatte al viaggio sono primavera e autunno, evitando le temperature torride dell’estate sarda.
Il Sulcis Iglesiente è rinomato per i suoi luoghi selvaggi e incontaminati. L’ attività mineraria ha modellato il paesaggio e la cultura delle popolazioni minerarie creando un ambiente in cui il fascino della storia accompagna il visitatore tra le splendide testimonianze di archeologia industriale, in mondi sotterranei e a contatto con la magnifica natura sarda.
Suggestivi villaggi operai, pozzi di estrazione, chilometri di gallerie, impianti industriali, antiche ferrovie, preziosi archivi documentali e la memoria di generazioni di minatori rendono il territorio e il parco geominerario un grande giacimento culturale da scoprire.
Si può iniziare il percorso con il sito archeo-speleologico di Sa Marchesa, a Nuxis, che rappresenta una delle poche realtà minerarie, presenti in Sardegna, legate all’estrazione del rame. Qui è possibile visitare anche la grotta di Acquacadda, sito di importanti e unici ritrovamenti archeologici, e anche un interessante museo, in cui sono rappresentate tutte le ere geologiche, attraverso spazi dedicati alla speleologia e alla paleontologia nonchè alle vetrine in cui è esposta una ricca raccolta mineralogica.
Il villaggio minerario di Rosas è una suggestiva esposizione museale di archeologia industriale a cielo aperto. Laveria, gallerie, impianti estrattivi e alloggi degli operai del villaggio, un tempo protagonisti dell’epopea mineraria sulcitana, rivivono oggi in armonia con l’ambiente circostante, tra i rilievi ricoperti di querce, lecci e macchia mediterranea. La località, a circa sette chilometri da Narcao, è stata frequentata sin dalla preistoria: le attestazioni più antiche sono di età nuragica, le prime tracce di sfruttamento dei giacimenti di piombo, zinco, ferro e rame, invece, risalgono all’epoca romana e, nel corso del Medioevo, all’avvento dei pisani. Da qui iniziò una storia lunga 130 anni e le strutture minerarie, infatti, restarono attive fino al 1980. Con la chiusura definitiva, il borgo fu abbandonato, diventando ‘villaggio fantasma’, fino alla decisione di recuperare e riqualificare a fini museali e ricettivi il complesso di edifici e impianti.
Per gli amanti del vino è consigliata una visita con degustazione alle cantine del Carignano del Sulcis. Il Carignano è un vitigno autoctono a bacca rossa che ha dato via ad uno dei rossi più interessanti e prestigiosi della enologia sarda, grazie all’enologo Giacomo Tachis, che è riuscito a valorizzarlo con il Terre Brune, splendido vino della cantina Santadi, la cui sala barrique è veramente affascinante.
Altra azienda vitivinicola da non perdere è la moderna Mesa a Sant’Anna Arresi, sulle pendici di una valle riparata dai venti di maestrale e affacciata sul mare. La Cantina Mesa domina candida e minimalista tra il verde dei boschi e della macchia mediterranea ed è costruita per sfruttare la forza di gravità, con le uve selezionate e diraspate nel piano più alto e lasciate cadere nei tini di fermentazione sottostanti.
Attraverso sentieri sabbiosi che si muovono tra la laguna di Porto Botte ed i fertili terreni pianeggianti del territorio di Sant’Anna Arresi, una affascinante passeggiata costiera conduce alla bella spiaggia di Porto Pino.
Si possono ammirare i paesaggi lagunari ancora incontaminati dello stagno di Porto Botte dove è facile avvistare i fenicotteri e altri uccelli lacustri.
Giunti a Porto Pino, ecco le sue imponenti dune. I tramonti che si possono contemplare qui sono davvero spettacolari.
Tra grandi cespugli e alberi di olivo, a Montessu si contano numerose “case delle fate”, le Domus de Janas, che, secondo la leggenda, erano piccole fate che abitavano in minuscole case scavate nella roccia. Si tratta di tombe pre-nuragiche scavate più di cinquemila anni fa. Solo con le popolazioni nuragiche le tombe vennero adibite ad abitazioni nel 2000 a. C., ben prima di etruschi e romani.
Info: #visitsulcis