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Artrosi e artrite

Qual’è la differenza fra queste due diffuse malattie?

Arthrose oder Arthritis ,Gelenkschmerzen mit Folgen, Tagtäglich suchen unzählige Menschen den Arzt auf und erfahren als Diagnose: Sie haben Rheuma! Damit aber ist alles gesagt und nichts. Denn Rheuma als eigenständiges Krankheitsbild gibt es gar nicht. Hinter dem Begriff stecken viele Krankheitsformen. Mehrere Millionen Menschen leiden auf Dauer an einer rheumatischen Krankheit. Sie haben Schmerzen an den Bewegungsorganen, an Muskeln, Sehnen, Gelenken oder im Bindegewebe. Wichtig aber für eine ausreichende Therapie ist dass man eine Diagnose stellt und herausfindet um welche Rheumaform es sich handelt .Dafür ist eine interdisziplinäre Kooperation zwischen Hausarzt und Rheumatologe unumgänglich.

Dott. Stephan Guggenbichler

Quando si parla delle “malattie reumatiche” si pensa all’ artrite reumatoide e basta, mentre in realtà le malattie reumatiche sono più di una trentina. Se si parla di artrite, poi, ci si focalizza sulle articolazioni, mentre invece è ormai provato un importante coinvolgimento sia dell’osso che dei legamenti, dei muscoli e anche di altri organi.

Per quanto riguarda le malattie reumatiche, la diagnosi viene fatta generalmente ancora troppo tardi: di solito si giunge allo specialista reumatologo dopo due anni che il disturbo è in atto se si tratta di artrite reumatoide e, a volte, con ritardi anche molto maggiori, fino a 10 anni, per malattie come l’ artrite psoriasica o la spondilite anchilosante.

 

Perché oggi è importante diagnosticare la malattia precocemente? Perché attualmente il reumatologo dispone di terapie che permettono di puntare non solo alla riduzione dei sintomi o al rallentamento della progressione della malattia ma anche alla remissione. “Remissione” non significa guarigione in senso stretto, significa piuttosto far sì che la malattia non sia più attiva e questo per periodi sempre più lunghi. L’artrosie le altre malattie reumatiche, che sono la prima causa di disabilità negli ultrasessantacinquenni, colpiscono circa il 15% della popolazione e si stima che nei prossimi decenni raggiungeranno il 18% a causa dell’aumento dell’età media. Si tratta spesso di malattie benigne che regrediscono spontaneamente, ma vi sono alcune reumopatie più gravi che richiedono terapie prolungate e controlli periodici.

Si distinguono due tipi di malattie reumatiche: quelle nfiammatorie e quelle non infiammatorie. Tra le prime si trovano l’ artrite reumatoide, la gotta, il lupus; tra le seconde l’artrosi e la fibromialgia.

La diagnosi si basa principalmente sulla storia clinica e sull’esame obiettivo del paziente più che su sofisticati esami di laboratorio che non sono molto significativi. Ad esempio il livello di acido urico nel sangue, direttamente responsabile della gotta, non è di alcun aiuto nella diagnosi di questa malattia: il 20% dei pazienti con gotta ha infatti un’uricemia normale mentre, al contrario, molte persone con uricemia>> elevata non hanno attacchi di gotta. Analogamente non sono rare le forme artritiche senza valori anormali nelle analisi del sangue indipendentemente dall’entità del quadro clinico. L’anamnesi è importante per stabilire la familiarità di queste malattie, per stabilire la localizzazione del dolore e la distribuzione delle articolazioni interessate. Nell’artrite reumatoide, ad esempio, sono colpite le articolazioni prossimali delle dita della mano e/o del piede, il cui movimento provoca dolore, e che mostrano gonfiore e rigidità mattutina, mentre quelle distali sono interessate nell’osteoartrite, che è una patologia degenerativa non infiammatoria. Alcune malattie reumatiche interessano non solo l’apparato osteomuscolare, ma anche organi interni, come cuore, reni, polmoni, cervello, pelle, occhi. Questo è dovuto all’attivazione di processi di tipo autoimmunitario (cioè nel sangue si formano sostanze che aggrediscono il proprio corpo causandone un’infiammazione) che possono danneggiare praticamente qualsiasi organo.

Cosa si può consigliare ai pazienti con dolori e gonfiori articolari?
Il paziente affetto da malattie reumatiche croniche va informato del tipo di malattia di cui soffre, che richiede una particolare attenzione rispetto all’attività fisica, alla dieta, alla terapia farmacologica, alle visite di controllo e ai programmi di fisioterapia. Spesso è necessario imparare a convivere con la malattia e non è raro dover affrontare insidiose sindromi depressive legate alla limitazione funzionale che la malattia può comportare e alla prospettiva di una riduzione della propria libertà di movimento.

Come si curano le malattie reumatiche?

Rispetto ad alcune decine di anni fa, quando queste malattie si curavano solo con l’aspirina, le possibilità terapeutiche sono notevolmente cambiate. Oltre alle cure rivolte ad alleviare il dolore, che è la prima aspettativa del malato e che consistono in sempre più numerosi e sofisticati farmaci antidolorifici ed antinfiammatori, per i reumatismi di tipo infiammatorio attualmente è disponibile la cosiddetta terapia di fondo. Si tratta di diversi tipi di farmaci il cui meccanismo d’azione tende a modificare positivamente il decorso naturale della malattia arrestandone o per lo meno rallentandone l’evoluzione. In particolare per le artriti sono stati sviluppati recentemente farmaci assai efficaci, che colpiscono a monte il processo infiammatorio riducendo il danno articolare che ne può derivare, la cosiddetta prevenzione secondaria.

La terapia farmacologia non è l’unica possibilità di cura delle malattie reumatiche. Fondamentale importanza ha assunto la riabilitazione che, sempre più differenziata, è mirata a ripristinare, laddove è possibile, la funzionalità articolare.

Ed ancora l’economia articolare, che consiste nell’applicazione adeguata di metodi diversi -l’uso di ausili, la rieducazione gestuale e l’adattamento dell’ambiente circostante - per superare gli ostacoli della vita quotidiana (sollevare una pentola, sbrigare le attività domestiche, provvedere all’igiene personale, vestirsi, ecc.). Ciò consente di mantenere o riacquistare un’autonomia funzionale soddisfacente nonostante la presenza di una disabilità rilevante.

Riassumendo è importante pensare, in caso di dolori articolari e gonfiori persistenti associati a stanchezza e rigidità e/o difficoltà a muoversi al mattino, alla possibilità di un processo infiammatorio articolare e quindi consultare il medico di famiglia, che potrà mandarvi da un reumatologo per gli esami del caso

 

2007-1 pg 25

 

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