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Le allergie

Una patologia sempre più diffusa

Jahr für Jahr bestätigen epidemiologische Studien aus dem In- und Ausland die beunruhigenden Prognosen: Allergische Erkrankungen haben in den vergangenen Jahrzehnten dramatisch zugenommen und dies scheint sich fortzusetzen. So ist, um ein Beispiel zu nennen, allein in den achtziger Jahren die Zahl der an allergischem Bronchialasthma Erkrankten in Europa um das Doppelte gestiegen

Dott. Stephan Guggenbichler

Le allergopatie respiratorie (asma bronchiale e rinite allergica) sono le forme più frequenti fra tutte le malattie allergiche. In Italia il 15% della popolazione presenta manifestazioni allergiche di diversa entità clinica; percentuali superiori sono segnalate in Francia, Gran Bretagna e nei Paesi scandinavi. In Germania il 20-30% dei bambini che frequentano la prima classe soffre di allergia. Perché la primavera è la stagione delle allergie?Questo dipende dalla natura. In realtà bisogna precisare che in questo periodo sono più diffuse le pollinosi che rappresentano circa il 75% di tutte le allergie.

Le allergie sono presenti anche in altri periodi dell’anno, ma sono di gran lunga meno frequenti: questo per quanto riguarda quelle scatenate dai pollini. Diverso è per le manifestazioni allergiche scatenate dagli acari della polvere o da altri allergeni come la forfora o i peli degli animali. Il termine di allergia è di origine greca e deriva da due parole: “allos” che significa diverso e “ergon” che significa effetto.

Per allergia si intende perciò una reattività spontanea ed esagerata dell’organismo del soggetto allergico a determinate sostanze che risultano invece innocue per l’80% della popolazione. Ma come si manifesta? La reazione allergica può interessare diversi organi ed apparati ma fondamentalmente si sviluppa a carico delle vie aeree (75% di tutte le allergie), della pelle e dell’apparato gastrointestinale.

Che cosa avviene nell’organismo allergico? Il soggetto allergico risponde in maniera abnorme al contatto con “l’allergene“, sostanza capace di attivare la formazione di anticorpi quando entra nell’organismo. Il primo contatto stimola la produzione da parte dei linfociti di una particolare classe di immunoglobuline: le IgE che sono alla fine responsabili dell’evento allergico: infatti un successivo contatto con l’allergene provoca l’emissione in circolo di istamina (da parte dei mastociti che la contengono) che è responsabile, insieme ad altri mediatori, delle reazioni dell’organismo e dei principali sintomi allergici: prurito, gonfiore, starnuti, ostruzione nasale, ecc. L’esistenza di fattori familiari è ormai accertata, basti pensare che oltre il 50% degli allergici presenta almeno un familiare con la stessa malattia. I figli di genitori allergici presentano un rischio di andare incontro ad allergopatie del 60% quando un genitore è allergico, addirittura dell’80% quando lo sono entrambi. Come si fa la diagnosi di allergia? La diagnosi di allergia è affidata all’anamnesi e all’esame clinico. In generale il medico è in grado di definire l’esistenza della patologia. Altro è invece stabilire quale o quali siano gli allergeni implicati. Per questo esistono degli esami di laboratorio di secondo livello come il Prick–test per gli inalanti, il Patch–test per i farmaci.

Per le patologie allergiche che interessano le vie aeree un importante esame è la spirometria che nell’asma ci permette di verificare la funzionalità respiratoria. Quali i consigli, come si curano le allergie e come si prevengono? Ci sono diversi farmaci a disposizione che vanno dagli antistaminici al cortisone, ai decongestionanti topici (di cui bisogna limitare l’uso) e ultimi gli antileucotrienici e la vaccinazione desensibilizzante, tutti con il fine di debellare le reazioni abnormi del nostro corpo alle sostanze riconosciute come estranee o allergeni. La prevenzione è possibile solo per alcuni allergeni che vanno allontanati dal soggetto allergico (farmaci, alimenti, forfore di animali, ecc.) mentre per altri, per esempio nelle allergopatie respiratorie da inalazione, non sempre è possibile sfuggire ai pollini. L’ideale sarebbe soggiornare in ambiente marino durante l’impollinazione.

(2006-2 pg 32)



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