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Veleno per topi per diluire il sangue

Limiti e vantaggi della terapia anticoagulante

Rattengift als Blutverdünner. Die Behandlung mit sogenannnten “Antikoagulanzien” oder blutverdünnenden Medikamenten wir immer wichtiger da schwerwiegende Erkrankungen wie Schlaganfall oder Thrombose und Lungenembolie damit verhindert werden. Unterschiedliche Medikamente in Deutschland und Italien sorgen immmer wieder für Verwirrung obwohl die Pharmaka sich nur in ihrer Wirkungszeit unterscheiden.Die A.m-s-i.t wird im Herbst diesen Jahres einen Kongress zu obigem Thema in Parma /Italien mitorganisieren.

Dott. Stephan Guggenbichler

 

La terapia anticoagulante trova sempre più diffusione in tutta Europa: per esempio in Italia si stima che più di un milione di persone assumono preparati farmaceutici per “diluire” il sangue La ragione è che, rendendo il sangue meno denso, questo fluisce meglio attraverso i vasi e gli organi cosicché si possono prevenire malattie invalidanti e spesso mortali come le trombosi e le embolie, che sono dovute ad ostruzione dei vasi attraverso la formazione di coaguli di sangue.

La scoperta di tali importanti medicine è stata, come spesso accade in medicina, del tutto casuale. Verso la metà del secolo scorso è stata trovata una sostanza chiamata warfarina che veniva utilizzata come veleno per topi, in quanto era capace di uccidere piccoli roditori facendoli morire dissanguati. Questa sostanza, se usata a piccole dosi, può alterare la coagulazione del sangue e pertanto prevenire la formazione dei grumi di sangue.

Questa sostanza infatti agisce a livello del fegato inibendo la formazione di importanti fattori proteici responsabili per il processo della coagulazione necessario per arrestare l’emorragia di sangue in caso di ferite (emostasi).

 

Questi farmaci sono però disponibili nei vari Paesi sotto forma di diverse preparazioni e a volte ciò può creare confusione. In Italia si usa prevalentemente il Sintrom mentre in in Germania il Marcumar. Tali farmaci hanno le stesse capacità farmacologiche ma differiscono nel loro tempo di azione a livello del sangue. Mentre l’effetto del Sintrom permane per 25 ore, il Marcumar invece può rimanere nel sangue fino a quattro giorni. Questi farmaci hanno però tutti in comune la necessità di un controllo preciso della loro azione mediante analisi del sangue regolari. Infatti la persona che assume questi farmaci deve rivolgersi in Germania al suo medico di famiglia ed in Italia presso un laboratorio attrezzato. Con un prelievo del sangue si misura il tempo di coagulazione. Attualmente per fare sì che queste misurazioni siano comparabili in tutto il mondo si è stabilito un valore di misurazione standard internazionale (I.N.R.). Questi esami devono essere ripetuti all’inizio della terapia molto frequentemente, talvolta anche ogni giorno, per mettere a punto la dose individuale del farmaco. Una terapia con questi farmaci dura in media alcuni mesi ma a volte anche anni.

L’effetto collaterale più preoccupante di questi farmaci e il sanguinamento inarrestabile.

Questo rischio è maggiore nelle persone anziane e in quelle che soffrono allo stesso tempo di diverse malattie, che possono a loro volta alterare il processo di coagulazione.

Nonostante l’azione potente e a prima vista pericolosa, questi farmaci costituiscono un importante rimedio per molte malattie cardiovascolari. Ad esempio per i portatori di valvole cardiache artificiali tale trattamento è indispensabile. Si usa poi nei pazienti che hanno sofferto di trombosi venose o arteriose, dopo interventi di by-pass e, sempre più frequentemente, nelle aritmie cardiache come ad esempio la fibrillazione atriale. Senza questi farmaci, che trasformano i pazienti in “ emofilici di laboratorio”, questi malati rischiano di avere complicazioni spesso invalidanti con formazione di trombi (grumi di sangue) a livello di tutti gli organi con conseguente deficit funzionale. Basti pensare all’effetto devastante di un “tappo” in un vaso del cervello dopo una trombosi dei vasi della testa con conseguente paralisi di una metà del corpo o addirittura con morte improvvisa per embolia polmonare (grumo di sangue nel polmone).

Le medicina moderna sta cercando di sviluppare nuove sostanze che abbiano l’effetto di rendere il sangue più fluido e che siano allo stesso tempo meglio gestibili, per esempio senza la necessità di dover fare analisi del sangue così frequentemente e con un rischio minore di emorragie.

Si spera nel vicino futuro di avere a disposizione farmaci che non necessitino più di un monitoraggio del sangue e che siano più sicuri.

A ottobre di questo anno l’A.m.s.i.t. terrà un convegno a Parma assieme ai medici di base emiliani sulle differenze tra la terapia anticoagulante, che si segue in Germania e in Italia, focalizzando proprio sul futuro della terapia anticoagulante in Europa.

2008-3 pg 28

 


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