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Un mondaccio pieno di Grandi

Fabrizio Giannuzzi

<Papà, cosa farai da grande?>

<?>

<Perché non mi dici niente? Eppure tutti sanno cosa faranno da grandi, anch’io che sono ancora una bambina lo so… io farò la principessa e lui, il Ritter…> si volta ad indicare suo fratello, che stupito ed orgoglioso di sapere cosa farà da grande, le fa cenno di sì con la testa.

<Io sono troppo impegnato per sapere cosa farò da grande…>

<Was heißt „impegnato“, papà?>

<Auf Deutsch heißt es beschäftigt.>

<Ach so, jetzt verstehe ich!... Quindi io ho un papà impegnato che non sa cosa farà da grande?>

<No, sì! Perché lo vuoi sapere?>

<Perché ce l’hanno chiesto le maestre, volevano sapere che lavoro facessero i nostri papà, l’hanno chiesto a tutti, poi quando hanno rivolto la domanda a me gli ho risposto che…>

<Che… che cosa?>

<Warte mal, ich bin noch nicht fertig... ora te lo dico. All’inizio non sapevo, perché tu esci solo la sera per lavorare e questo è strano… i loro papà ci vanno di giorno a lavorare, tu invece no!>

<E chi te l’ha detto che loro lavorano di giorno?>

<Loro, papà, i bambini!> Risponde mio figlio al posto di sua sorella. Mi guarda con aria birichina, poi con un sorriso rassicurante dice,

<Lei non capisce niente, tu sei un “Maurer”, tu sei sempre lì che batti con il martello, e quelli come te si chiamano così.>

<È vero che sei un “Maurer” papà?> Chiede mia figlia.

<Sì!… No!>

<Sì o no papà?> fanno in coro i due impiccioni.

<Un po’ sì… un po’ no, io faccio tante cose, lavoro di notte, di giorno quando voi non ci siete, scrivo, e quando mi stanco di scrivere inizio a battere con il martello, batto tutto quello che capita per scaricare la rabbia…>

<Anche i veri Maurer lo fanno?> Chiede il piccolo uomo cercando d’aiutare un povero genitore ad uscire dal labirinto degli adulti.

<Certamente, ma anche io lo sono quando voglio. Prendi il bagno, chi l’ha fatto?>

<Tu papà, perciò siamo rimasti molto tempo senza e continua a non funzionare bene…> la mia piccola donnina ha la lingua troppo lunga. <Bene cari, ora potete andarvene, io devo mettermi a battere, m’é venuta la voglia matta di spaccare tutto…> <Quando sarai un vero “Erwachsener”, ci dirai cosa farai da grande papà?>

<Se è per questo lo so già! Vorrei essere come voi, fare tutto quello che fate voi…>

<Anche andare a scuola?>

<No! Quello no, vorrei semplicemente essere come voi, capace di dirvi che cosa farò da grande. Però non sono ancora un vero Erwachsener, visto che appartengo ad una categoria speciale, quella dei rintronati!…>

<La prossima volta posso dire che fai l’Erwachsener rintronato di lavoro? Mi piace molto come parola… un papà rintronato sono in pochi ad avercelo, giusto papà?>

<Giustissimo! Però dillo solo ai tuoi amici tedeschi: Auf Deutsch sagt man Schriftsteller…>

<Für mich bleibst du immer ein Maurer papà!> dice mio figlio tutto imbronciato.

<Vada per il Maurer rintronato allora…> dico stanco per la lunga ed estenuante conversazione.

“Caro Angioletto Custode, un Erwachsener rintronato, scusa, un Maurer rintronato, cosa è mai venuto a fare in questo mondaccio pieno di Grandi?…”

2009-3 pg 39

<Papà, cosa farai da grande?>

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<Perché non mi dici niente? Eppure tutti sanno cosa faranno da grandi, anch’io che sono ancora una bambina lo so… io farò la principessa e lui, il Ritter…> si volta ad indicare suo fratello, che stupito ed orgoglioso di sapere cosa farà da grande, le fa cenno di sì con la testa.

<Io sono troppo impegnato per sapere cosa farò da grande…>

<Was heißt „impegnato“, papà?>

<Auf Deutsch heißt es beschäftigt.>

<Ach so, jetzt verstehe ich!... Quindi io ho un papà impegnato che non sa cosa farà da grande?>

<No, sì! Perché lo vuoi sapere?>

<Perché ce l’hanno chiesto le maestre, volevano sapere che lavoro facessero i nostri papà, l’hanno chiesto a tutti, poi quando hanno rivolto la domanda a me gli ho risposto che…>

<Che… che cosa?>

<Warte mal, ich bin noch nicht fertig... ora te lo dico. All’inizio non sapevo, perché tu esci solo la sera per lavorare e questo è strano… i loro papà ci vanno di giorno a lavorare, tu invece no!>

<E chi te l’ha detto che loro lavorano di giorno?>

<Loro, papà, i bambini!> Risponde mio figlio al posto di sua sorella. Mi guarda con aria birichina, poi con un sorriso rassicurante dice,

<Lei non capisce niente, tu sei un “Maurer”, tu sei sempre lì che batti con il martello, e quelli come te si chiamano così.>

<È vero che sei un “Maurer” papà?> Chiede mia figlia.

<Sì!… No!>

<Sì o no papà?> fanno in coro i due impiccioni.

<Un po’ sì… un po’ no, io faccio tante cose, lavoro di notte, di giorno quando voi non ci siete, scrivo, e quando mi stanco di scrivere inizio a battere con il martello, batto tutto quello che capita per scaricare la rabbia…>

<Anche i veri Maurer lo fanno?> Chiede il piccolo uomo cercando d’aiutare un povero genitore ad uscire dal labirinto degli adulti.

<Certamente, ma anche io lo sono quando voglio. Prendi il bagno, chi l’ha fatto?>

<Tu papà, perciò siamo rimasti molto tempo senza e continua a non funzionare bene…> la mia piccola donnina ha la lingua troppo lunga. <Bene cari, ora potete andarvene, io devo mettermi a battere, m’é venuta la voglia matta di spaccare tutto…> <Quando sarai un vero “Erwachsener”, ci dirai cosa farai da grande papà?>

<Se è per questo lo so già! Vorrei essere come voi, fare tutto quello che fate voi…>

<Anche andare a scuola?>

<No! Quello no, vorrei semplicemente essere come voi, capace di dirvi che cosa farò da grande. Però non sono ancora un vero Erwachsener, visto che appartengo ad una categoria speciale, quella dei rintronati!…>

<La prossima volta posso dire che fai l’Erwachsener rintronato di lavoro? Mi piace molto come parola… un papà rintronato sono in pochi ad avercelo, giusto papà?>

<Giustissimo! Però dillo solo ai tuoi amici tedeschi: Auf Deutsch sagt man Schriftsteller…>

<Für mich bleibst du immer ein Maurer papà!> dice mio figlio tutto imbronciato.

<Vada per il Maurer rintronato allora…> dico stanco per la lunga ed estenuante conversazione.

“Caro Angioletto Custode, un Erwachsener rintronato, scusa, un Maurer rintronato, cosa è mai venuto a fare in questo mondaccio pieno di Grandi?…”

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