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Un passaggio obbligato?

Dalla fotografia tradizionale a quella digitale

Wer kauft heutzutage noch einen traditionellen Fotoapparat? Wer schon einen PC besitzt, ist in Versuchung, ein digitales Gerät zu erwerben. Ist es auch wirklich günstiger?

Gianni Minelli

Se dovessi comprarti una nuova macchina da scrivere ne sceglieresti un vecchio modello, ammesso sempre di trovarne ancora, o compreresti un computer con un programma di videoscrittura? E se volessi acquistare una nuova macchinetta fotografica? Ti decideresti per una "normale”, tradizionale, o per una digitale? A pensarci bene si può rispondere allo stesso modo ad entrambe le domande: se m'intendessi di computer sceglierei sicuramente una macchinetta digitale oppure, per scrivere, un pc con un software tipo Word. Anche i vantaggi (e gli svantaggi?) sono più o meno gli stessi in tutti e due i casi. La macchinetta digitale registra le immagini su di un supporto elettromagnetico: se la foto, dopo averla visionata, non ci piace, la cancelliamo e ne scattiamo subito un’altra o… dieci o venti altre fino che non abbiamo quella che ci soddisfa. Il tutto non costa quasi niente, o solo la corrente per caricare l’accumulatore o per far funzionare il computer. E poi possiamo fare tutto da soli. Altro che ribattere sopra la parola dopo averla cancellata con la gomma o con il tippex, o cercare tra le foto, dopo averle fatte sviluppare, quella venuta meglio e farla ristampare e ingrandire! Non ci sono dubbi, la tecnica digitale rappresenta il progresso e questo sviluppo è ormai inarrestabile. La foto analogica sta lì, ferma ed immutabile, come ce l’ha consegnata il laboratorio fotografico. Quella digitale, così come il testo in Word, possiamo modificarla, scurirla, aumentarne il contrasto, saturarne i colori, tagliarla, centrarla. Oppure guardarla sul monitor del computer, pubblicarla nel nostro sito, mandarla per e-mail ad amici o parenti, stamparla o, finalmente, stracciarla e "trasferirla” nel cestino. Be’, quest’ultimo, direte, possiamo farlo anche con le foto su carta. Non proprio! I file del cestino elettronico del computer sono, almeno per un certo tempo, perfettamente recuperabili. E dove rimane la suspence e la sorpresa che provavamo aprendo l’astuccio del fotografo con le istantanee che tenevamo in mano e ammiravamo ad una ad una? Tutto finito? Se oggi non hai il computer e non sai un po’ usarlo sei finito, sei un dinosauro ormai estinto e sulla via della fossilizzazione. Le foto adesso si mandano via internet a siti che le stampano e ce le rimandano per posta. Pensiamo, consegnando un normale rullino al fotografo, che sia una cosa normalissima. E invece no! Ora ci si arriva tenendo in mano un cd-rom masterizzato, o un dischetto zip, o una scheda compact flash. Il fotografo, con la faccia che esprime "Il signore sì che se ne intende”, ci chiede quale formato vogliamo e ci rimanda a dopodomani: la suspence è relativa, ormai le immagini le abbiamo già viste e riviste sul monitor e magari anche elaborate. E le foto per la nonna? Quelle dobbiamo dargliele come al solito, non per e-mail, ma su carta, in modo che possa andare a riguardarsele quando vuole. Le immagini digitali sono composte da tanti piccoli punti, i pixel, che ne costituiscono l’unità informatica. Al momento lo standard per le macchinette digitali si aggira dai due ai sei megapixel (mega=milioni). Un monitor usuale per computer, ad esempio da 15 pollici, è di solito impostato ad una risoluzione di 1024 X 768 (786.432) oppure a 800 X 600 (480.000) pixel. Questo significa che un’immagine scattata da una macchinetta da 1 M-Pixel ne riempirebbe abbondantemente tutto il display. Ció accade perché il monitor del computer ha una risoluzione relativamente bassa (circa 72 dpi – dots per inches, pixel per pollice), cioè i puntini luminosi sono relativamente grandi. Una stampante ha invece una risoluzione più alta (da 150 a 300, talvolta fino a 600 dpi) e i punti di cui è composta l’immagine su carta, più piccoli. Questo è importante perché se si stampa un’immagine digitale dilatandola troppo, allora appare sui bordi delle figure la fastidiosa "scaletta” dei pixel. Attenti anche alla compressione dei files delle immagini: se dovete stampare è meglio che salviate le immagini in formato non compresso (ad esempio .tif), anche se così i file diventano assai grandi. Per internet o per ammirare le foto solo sul monitor è sufficiente un formato compresso (come .jpg) che consente file più piccoli e più velocemente scaricabili, anche se di minore qualità.

(2005-1 pag 26)

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