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- Pubblicato Martedì, 07 Dicembre 2010 14:38
Nel “vero“ mondo virtuale
Il grande successo riscosso dai giochi di ruolo in internet (MMORPG) ci fa pensare che molte persone abbiamo ormai rinunciato con successo a investire il proprio tempo nei rapporti sociali “reali” a vantaggio di quella virtuali
Denkt man an den großen Erfolg von Rollenspielen im Internet, fragt man sich vielleicht, ob man durch diese wohl eher ungesunde Praxis vielleicht einen Weg finden kann, sich gemeinsam einig zu werden. Was in der wirklichen Welt oft immer schwieriger wird.Gianni Minelli
(Wikipedia) Il termine Massive(ly) Multiplayer Online Role-Playing Game ed il suo acronimo inglese MMORPG identificano un gioco di ruolo per computer o console che viene svolto tramite internet da più persone contemporaneamente. I giocatori possono interagire tra loro, interpretando personaggi che si evolvono insieme al mondo che li circonda. Sono decine di migliaia le persone che trascorrono ogni giorno una parte cospicua del loro tempo dedicandosi a questi passatempi in internet. Il successo dei giochi di ruolo per computer è dovuto anche alla presenza delle cosiddette “comunità on-line”. Quando Windows ancora non esisteva ed il sistema operativo del mio computer si chiamava Atari, mi ero accanito in un gioco in cui si manovrava una stupefacente sfera di metallo virtuale, cercando di raggiungere livelli di difficoltà sempre maggiori. La febbre di doverci provare ancora, la soddisfazione di conquistare il livello successivo… mi avevano proprio preso! Dal momento che, a causa di quel giochino, spesso finivo per tralasciare le altre occupazioni, ho deciso di abbandonarlo. Ma come paragonare quella stupida pallina al mondo dei MMORPG! La storia trentennale dei giochi informatici è strabiliante (sempre ammesso di trovarci gusto). Dai primi simulatori di volo in DOS, che permettevano di volare per Manhattan, richiedendo di evitare o di “non attraversare”i grattacieli (sarà venuta da lì quell’idea distruttiva?), ai giochi strategici d’avventura, di combattimento o di ruolo, dai duelli contro i mostri a quelli contro altri giocatori. Questi si potevano collegare direttamente, utilizzando una piccola rete casalinga, oppure tramite la Rete delle reti. Schede grafiche sempre più elaborate, processori e collegamenti sempre più veloci hanno reso possibile un “vero” mondo virtuale tridimensionale, nel quale potersi perdere meravigliosamente, come una novella Alice. Se si considera il fatto che si tratta solamente dei primi decenni di una nuova era, con quali giochetti si diletteranno fra cent’anni i nostri pronipoti? Eppure… Eppure la possibilità di giocare tutti insieme attraverso internet ha permesso la nascita delle comunità on-line, veri e propri clan o “gilde”, in gergo, in cui è possibile incontrarsi attraverso chat e blog, aperti o riservati; ci si può coalizzare o misurare con altri giocatori in un’avventura senza frontiere. Manovrando il pupazzetto che ci rappresenta, incontriamo figure nuove e salutiamo personaggi già noti. Diversamente dagli incontri reali è possibile visualizzare in ogni momento il nostro profilo e quello dei partecipanti, profilo che ne delinea le rispettive caratteristiche: hobby, interessi, età ed altri dati personali (il tutto più o meno inventato), oppure la posizione in classifica ed i meriti acquisiti sul campo. Attraverso lo svolgimento di vari compiti, la soluzione di problemi, oppure vincendo giochi e duelli, si possono raccogliere punti sotto forma di denaro simbolico, diamanti virtuali, eccetera. Attraverso queste “ricchezze” si possono quindi acquistare accessori, vestiti, armamenti, pezzi di arredamento, tutte cose che servono ad arricchire il proprio valore all’interno della gilda. Il grande vantaggio dei giochi di ruolo virtuali è che i soldi non sono veri e quindi il tutto non costa niente, a parte al tempo che si trascorre giocando. Nemmeno partecipando ai micidiali tornei di poker virtuale che si svolgono in internet si perdono o vincono soldi veri; veri e propri patiti trascorrono intere nottate davanti al monitor del pc, finché i loro occhi diventano della stessa forma del monitor. Grazie ai giochi di ruolo virtuali non si è più soli ed isolati, ma ci si ritrova finalmente insieme, legati da solidarietà ed invidie, simpatie e antipatie, uniti dallo spirito di appartenenza ad un gruppo. Non va dimenticato ad ogni modo che, alla fine, il tutto esiste solo nella nostra mente, non vi è nulla di tangibile, nulla di reale... 2009-2 pg 24
E così ci ritroviamo lì, soli e ingobbiti, incassati nella nostra sedia, intenti a fissare uno schermo: altro che vita sana all’aria aperta, caldi rapporti umani, avvincente scambio di odori ed umori…