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Un mondo di parole

La parola è un’arma potente, utilizzata non di rado nella società odierna per persuadere, per convertire e per costringere...

Die Wörter sind unsere Welt. Die Welt der Menschen. Was wir wahrnehmen ist durch Wörter vermittelt, und wir nehmen nur wahr, was sich in Wörter übersetzen lässt. Diese Welt, die unsere Welt ist, ist voller Täuschungen, vor denen wir uns kaum retten können. Der Skeptizismus lehrt uns, Abstand vor unseren Illusionen zu nehmen. Leider besteht auch der Skeptizismus nur aus Wörtern. Was kann uns also retten? Vielleicht nur ein leichtes Lächeln. Das schönste Beispiel eines solchen Lächeln bietet uns Leonardo mit der Mona Lisa.

Miranda Alberti

Gli uomini hanno un loro mondo: è quello delle parole. Anche quando s’illudono di poggiare i piedi a terra e di muoversi nella realtà, avvertono uno strano stordimento che li induce a dubitare e a domandarsi: “ma dove sono veramente io?”.
In principio era la realtà, quella delle pietre, delle piante e degli animali, poi fu la parola dell’uomo che pronunciò tutte quelle cose e che creò quel suo mondo d’aria. Quando infine tutto era concluso, nessuno sapeva più cosa era veramente nato per primo. E chi avrebbe potuto saperlo? L’uomo era nato con le parole e siccome le pietre non potevano avanzare il loro diritto di priorità, egli decise che “in principio era il verbo”, cioè lui, il vero signore del creato.

E chi avrebbe potuto contraddirlo? Comunque per sicurezza s’inventò una miriade di “dei” che dovevano testimoniare di questa precedenza: dunque in principio erano gli dei (cioè i primi uomini) parlanti. Che poi fossero uno o tanti rimase un tema aperto, in fondo irrilevante rispetto al vero senso di quest’operazione di rovesciamento. A dire il vero, in principio, l’uomo non era così arrogante e i suoi primi idoli se li scelse fra le pietre, i vegetali e gli animali, evidentemente qualche dubbio su questa presunta priorità doveva ancora averlo. Il fatto era che lui e solo lui aveva fatto di una pietra un simbolo, cioè una parola. Quando penso a questa condizione umana, me la rappresento così: vedo

un uomo che con le mani si tiene appeso al suo mondo di nuvole piene di parole e che, dondolando, sorvola il mondo sfiorandolo con i suoi piedi senza riuscire mai ad atterrare veramente. Così fu, così è. Ma dov’è il problema? Il problema è che gli uomini sono raramente coscienti della confusione che fanno fra parole e realtà.

Ne consegue che come s’illudono di camminare con i piedi per terra, così pensano che le loro parole siano reali. Altalenandosi fra queste due illusioni egli finisce, confondendo il tutto, per dimenticare che fra il dire e l’essere c’è di mezzo... il mare. Essendo il suo mondo quello delle parole, egli vi si affida fiducioso, proprio quando vigilanza e sospetto dovrebbero vegliare costanti. Pensiamo all’effetto propaganda/pubblicità: il pover’uomo o la povera donna se ne stanno lì con uno yogurt che non è migliore di un altro, e potrebbero sentirlo, ma prima di averne la percezione ci vogliono altre parole, quelle del cosiddetto esperto, il quale però non gli dice di essere pagato dalla concorrenza, fino a quando non glielo rivela un articolo di giornale, il quale giornale a sua volta ospita, guarda caso, una bella foto dello yogurt predetto con una giovane e magrissima donna che se lo mangia, e così via navigando fra flutti di frasi. E questo sarebbe niente se un tale fondamentale “equivoco” non attraversasse trasversalmente tutta la nostra vita: dal privato al pubblico. E allora perché meravigliarsi quando interi popoli cadono preda delle parole bene o male congegnate di un imbroglione o di un criminale? È nella nostra natura credere più alle parole che alla realtà, poiché le parole sono la nostra natura e la sola realtà che percepiamo è quella che in parole si traduce.

C’è via d’uscita da questo dilemma? No, non c’è e attenzione a tutti quelli che vorrebbero convincervi del contrario, quelli sono i più pericolosi perché rischiano di farvi abbassare il livello di guardia verso un fenomeno che richiede da voi la massima vigilanza. Una buona terapia è
il sorriso scettico, un esercizio che vi provocherà una leggera piegolina verso l’angolo destro o sinistro della vostra bocca, ma che può salvarvi da varie situazioni penose e dai mille imbrogli quotidiani che le parole intessono intorno a noi. Chi cerca un esempio di questa sana attitudine può farsi ispirare dalla Monna Lisa di Leonardo: il più bel sorriso scettico della storia dell’arte. Lo scetticismo è una specie di campanello d’allarme che vi avverte del fatto evidente ma appunto per questo spesso invisibile, che di sole parole si tratta. Tuttavia non dimenticate che anche lo scetticismo è fatto di parole, quindi diffidate anche di lui. Calcolate che le parole degli altri vi prendono in giro, come voi prendete in giro gli altri con le vostre. Meditate, infine, che anche quando parlate a voi stessi usate quelle stesse parole, quel materiale aereo che tanto amiamo da non sapercene mai separare.

Didascalia: 06_Mondo Monna Lisa

(2010-2 pag 20)

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