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Italienerwochenende

Oktoberfest, il "finesettimana degli italiani"

Alessandro Pittalis

Monaco, 26 settempre 2016.
Garibaldi è alle porte e satana col cappello da bersagliere avanza su Porta Pia!
Così celiava con triste sarcasmo il mitico Nino Manfredi, alias mosignor Priverno, nel film-capolavoro di Luigi Magni "L’ultimo papa re" del 1977.

Se qui si parlava dell’invasione della Roma papalina da parte dei piemontesi, noi in questi giorni a Monaco assistiamo all’annuale pacifica invasione degli italiani durante il finesettimana a loro dedicato.

Pacifica certo, ma affatto tranquilla... l’Oktoberfest è certamente insieme al Carnevale di Venezia la più importante festa popolare in Europa e gli italiani, comprensibilmente, non se la lasciano sfuggire.

La vicinanza, non solo geografica, ma anche culturale ed economica della Capitale bavarese con l’Italia ha radici profonde ed è un forte richiamo per i nostri connazionali. Le indubbie bellezze della città sull’Isar (e, parlando di bellezze, non ci riferiamo solo a monumenti e scorci pittoreschi) attirano sempre più, anche, e forse soprattutto, durante i periodi di crisi.

la prima volta che visitai la “Wiesen“ (il “prato“ che ospita la festa ndr), oramai tre anni fa, rimasi colpito da come nel centro di una grande città europea, motore economico e centro culturale di prim’ordine di una Germania oramai alla testa dell’Europa, fosse possibile vivere un’atmosfera esaltante, calda e allegra, che ci si aspetterebbe maggiormente in una festa di paese.

Eppure il calore umano e la cordialità che contraddistinguono questo appuntamento annuale (oramai con una storia secolare, essendosi svolta la prima edizione nel lontano 1810) non hanno nulla di provinciale ed esulano dal semplice stereotipo di birra e musica folk.

Aggirandosi per gli stand e le birrerie in puro stile alpino si vedono e si sentono visi e voci di ogni angolo del mondo ed è possibile incontrare e fare amicizia letteralmente con chiunque - senza distinzione di status, età, razza, cultura o nazionalità.

Si potrebbe dire che l’Oktoberfest sia un piccolo mondo, o per meglio dire una versione, in piccolo, di come forse vorremmo fosse il mondo: allegro, spensierato, vorace di contatti umani, positivo e magari un po’ naif - del resto è ciò di cui abbiamo bisogno, in tempi in cui ci abituiamo tutti (forse troppo) a vedere tante brutture e ad avere una sfiducia un po’ strisciante verso il prossimo, specie se diverso.

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