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Il Pampepato di Terni, antico protagonista delle tavole natalizie

Pampepato von Terni, ein altes Dessert, das typisch für die Weihnachtsfeiertage ist, kann den Tourismus in der Region Umbria fördern

Nicoletta Curradi

Firenze, 5 dicembre 2023.
La prima edizione di Sweet Panpepato si svolgerà dal 22 al 24 Novembre 2024. 
Non una semplice kermesse di prodotti dolciari ma un grande contenitore di eventi, di cultura e di promozione delle realtà italiane e dei loro territori, nel quale il Pampepato di Terni farà da punta di eccellenza.

Vi chiederete perché questo evento sia stato annunciato nei giorni scorsi con così largo anticipo. Il motivo è semplice: si tratta dell'intento di dedicare per la prima volta un’intera manifestazione a questo dolce della tradizione natalizia umbra, permettendo di incontrare le migliori realtà produttive, di scoprire e assaggiare tutto il meglio della produzione di Pampepato di Terni IGP. Conosciamo meglio questo prodotto da forno dalle antiche origini, che si chiama così perché nella ricetta è previsto anche l’uso del pepe: panpepato = pane col pepe. Per correttezza grammaticale ora si chiama Pampepato con la "m".

Per secoli è stato preparato nelle case dei contadini della zona di Terni e dei comuni limitrofi, tramandando ricette e segreti da generazioni. Le famiglie si scambiavano i dolci per confrontare le proprie ricette.

Le prime notizie del Pampepato risalgono al 1500 e risulta inserito nei ricettari regionali già dal 1800. Arrivando ai giorni nostri, il Pampepato di Terni, unico dolce natalizio, è stato iscritto nel 2020 nel registro europeo delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette (IGP).

È nel periodo di Natale, a partire dal giorno dell’Immacolata, 8 dicembre, che si prepara utilizzando ben 16 ingredienti: noci, nocciole, mandorle, pinoli, cioccolato fondente, arancia candita, cedro candito, uva passa, miele, caffè liquido, cacao amaro in polvere, pepe, cannella, noce moscata, mosto cotto e farina.

Si lavora l’impasto che viene poi porzionato creando panetti di diametro compreso tra dieci e venti centimetri. Ci sono regole precise del disciplinare che devono essere rispettate. L’altezza è compresa tra uno e dieci centimetri. Il peso deve essere compreso tra i 25 grammi e 1 kg. I panetti a forma di cupola vanno infornati alla temperatura di circa 180° per un tempo che varia da cinque a 25 minuti a seconda della pezzatura. Si lascia raffreddare per dodici ore. Alla vista appare di colore marrone scuro, con presenza diffusa di frutta secca e canditi ben distribuiti, di consistenza compatta, morbida, ma anche grazie alla componente morbida, ma anche croccante. Al naso prevalgono i profumi di cioccolato, frutta secca e spezie, in particolare di cannella, pepe e noce moscata si sentono anche in bocca.

Il Pampepato, come abbiamo già detto, ha una storia umile, contadina, in quanto preparato per secoli con quello che l’economia rurale permetteva di mettere da parte durante l’anno.  Nel corso del XX secolo numerosi libri di ricette tradizionali, guide gastronomiche e turistiche hanno dichiarato il Pampepato come un dolce tipico di Terni. Per esempio, la Guida gastronomica d’Italia del Touring Club Italiano nella prima edizione, datata 1931, riporta “Terni da ricordare per il Pampepato natalizio".

È vero che è caratteristico del periodo delle feste natalizie, ma negli ultimi anni viene consumato anche durante il resto dell’anno, accompagnandolo molto bene ai vini dolci e ai passiti del territorio.

Il dolce come volano per il turismo: Sweet Pampepato avrà l’obiettivo di far conoscere Terni e il suo territorio che vantano attrattive molto interessanti, ma ancora poco note. In città la Grande Pressa è un imponente monumento di dodici mila tonnellate, emblema della storia di Terni, città dell’acciaio. Altro omaggio al lavoro e alla zona industriale locale è l’Obelisco Lancia di Luce, creata dalla genialità dello scultore Arnaldo Pomodoro. Posta alla fine di Corso del Popolo, l’opera, alta 32 metri, si presenta come un gigante di 105 tonnellate di acciaio divisa in quattro sezioni che rappresentano la lavorazione del ferro, dalla materia grezza fino allo splendore del prodotto finito, simile a quello della luce.

Ma Terni non è solo la città dell’acciaio, è anche la città di San Valentino, protettore degli innamorati di tutto il mondo. La sua basilica, che ne custodisce le spoglie, è meta di pellegrinaggi, mentre ogni anno l’intera città dedica importanti eventi al Santo Patrono, che culminano nella festa del 14 febbraio.

Nel centro edifici moderni, costruiti dopo i pesanti bombardamenti subiti durante la Seconda Guerra Mondiale, si alternano a quelli decisamente più antichi. 
La chiesa di San Francesco conserva notevoli opere d’arte come la cappella Paradisi affrescata con le scene del Giudizio Universale di Bartolomeo di Tommaso.

Del periodo romano sono ancora visibili tratti di mura e i resti dell’Anfiteatro romano, eretto nel 32. d.C. per ordine di Fausto Liberale durante il regno di Tiberio. 

Il Duomo dedicato a Santa Maria Assunta ricostruito nel XVII secolo, conserva, sotto il portico che lo precede, un bel portale romanico a rilievi del XII secolo e un secondo portale gotico.

Nella bella piazza della Repubblica si ammira il Palazzo Comunale, ricostruito a fine ‘800 in forme rinascimentali. Piazza Europa è dominata da Palazzo Spada, residenza dell’omonima famiglia, imponente edificio ritenuto l’ultima opera di Antonio da Sangallo il Giovane, morto in città nel 1546.

Piazza Tacito, altro punto cardinale del centro città, ospita edifici tipici dell’architettura del Ventennio e uno dei monumenti più caratteristici di Terni: la Fontana, opera dei due architetti Ridolfi e Fagiolo. 

Anche i dintorni di Terni hanno molto da offrire al visitatore. 

A dieci km di distanza si può visitare il delizioso Lago di Piediluco, specchio d’acqua incastonato tra i monti, il cui nome significa “ai piedi del bosco sacro”, circondato da rilievi boscosi.

Narni, splendida città medievale ricca di storia, è arroccata su uno sperone di roccia calcarea che domina la suggestiva gola del fiume Nera e la Conca Ternana.

Ad Amelia il Duomo, la Chiesa di San Francesco, la Torre Civica e la Chiesa ed il Monastero di San Magno, meritano una sosta 

Per gli amanti della natura, ecco la Cascata delle Marmore che risale al 271 a.C., eccezionale opera d'ingegneria romana, formata dal Velino e dal Nera, affluenti del Tevere.

 

 

 

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