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Veneto, luogo di siti UNESCO tra colline e montagne 

Die Unesco – die Organisation, deren Hauptziel es ist, kulturelle und natürliche Schätze aus aller Welt zu identifizieren, zu schützen und zu bewahren – hat neun Orte in Venetien auf die Liste des Weltkulturerbes eingetragen, darunter die Hügel von Prosecco und die Dolomiten.

Nicoletta Curradi

Firenze, 6 giugno 2022.
Il rito dell'aperitivo è ormai divenuto un must negli ultimi anni e pochi rinunciano in varie  occasioni a  gustare un calice di prosecco. Ma è importante notare dove nasce questo vino così amato e quanto lavoro sta dietro un calice di bollicine.

Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene in Veneto rappresentano un paesaggio di dorsali collinari, ciglioni, cioè piccoli vigneti su strette terrazze erbose, foreste, villaggi e coltivazioni. Per secoli questo terreno aspro è stato modellato e adattato dall’uomo e fin dal XVII secolo l’uso dei ciglioni ha creato un particolare paesaggio a scacchiera con filari di viti parallele e verticali rispetto alla pendenza, Nel XIX secolo la tecnica di coltivazione della vite denominata “bellussera” ha generato le caratteristiche estetiche del paesaggio.

Ideata dai fratelli Bellussi per combattere la peronospora alla fine dell’800, la tecnica prevede una disposizione geometrica delle piante di vite realizzata attraverso l’utilizzo di file di pali in legno alti circa 3 o 4 metri, le cui sommità, unite con fili di ferro, si incrociano formando una raggiera. Le viti che si arrampicano sui pali vengono fatte sviluppare seguendo i fili di ferro della struttura formando un vigneto che, da una veduta aerea, appare come un gigantesco alveare, un ricamo geometrico della natura che disegna il territorio. Questo metodo antico consente tuttora una viticoltura da compiersi esclusivamente a mano.

L’aspetto a mosaico del paesaggio è il risultato di pratiche rispettose dell’ambiente con un uso virtuoso del territorio, oggi come nell’antichità: i piccoli vigneti sui ciglioni coesistono con angoli di foresta, piccoli boschi, siepi e filari di alberi che servono da corridoi per collegare diversi habitat e i villaggi sono disseminati nelle strette vallate o appollaiati sulle sommità.

Nel 2019, dopo un iter iniziato nel 2008, il sito “Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene” è stato iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale come paesaggio culturale, dove l’opera dei viticoltori ha contribuito a creare uno scenario unico.
In questo territorio bellezza e gusto si fondono in modo mirabile, invitando il visitatore ad intraprendere un viaggio di scoperta tra cantine e piccoli borghi immersi tra terrazzamenti e vigneti, abbazie e fortezze. 

Quando si parla di prosecco si fa sempre un po’ di confusione riguardo alle denominazioni di origine. Occorre differenziare l’area di produzione del Prosecco DOC, la più vasta e per la maggior parte in pianura che va dal Veneto al Friuli, e il Prosecco Superiore DOCG, che viene prodotto solo tra le colline Patrimonio Unesco tra Conegliano e Valdobbiadene. 

Tradizionalmente nella zona di Conegliano e Valdobbiadene si chiamano “rive” quei terreni scoscesi sui pendii delle colline coltivati a vite. In queste zone si parla letteralmente di viticoltura eroica, proprio per la difficoltà di lavorare questi terreni dalla forte pendenza. Nel territorio ci sono Rive in 12 comuni e 31 frazioni, per un totale di 43 Rive riconosciute.

Il viaggio all’insegna del gusto nelle Colline del Prosecco inizia dalla Scuola Enologica di Conegliano, dove scoprire i segreti dell’arte della vinificazione, dove è possibile partecipare a visite guidate alle cantine, alla Bottega del vino o al vicino Museo Enologico. Non si dimentichi il rinascimentale palazzo Sarcinelli, sede di interessanti mostre temporanee, come "Colline a colori" dedicata proprio alle colline del prosecco, aperta fino al 26 giugno 2022.
Da qui si può proseguire verso San Pietro di Feletto, dove si trova una splendida pieve romanica del XII secolo affacciata sui vigneti.
La strada del Prosecco scende quindi a Refrontolo, dove si trova il Molinetto della Croda, un antico mulino ad acqua, ancora funzionante, immerso tra boschi e vigneti, oggi museo.
Da qui si raggiunge Villa Brandolini, a Solighetto, sede del Consorzio Tutela del Vino Prosecco Conegliano Valdobbiadene DOCG oltre che sede di mostre ed eventi culturali; in alternativa si può fare una breve deviazione verso il borgo di Follina, tra i borghi più belli d’Italia, dove sorge l’imponente Abbazia di Santa Maria.

Dalle colline si sale alle montagne: un altro importante sito UNESCO in Veneto è rappresentato dal 2009 dalle Dolomiti, principale attrattiva della provincia di Belluno, da sempre universalmente riconosciute come le montagne più belle del mondo. Due sono i criteri di riconoscimento: la bellezza del paesaggio e l’importanza scientifica delle caratteristiche geologiche e geomorfologiche che danno vita a queste cattedrali di roccia. In tutta l’area delle Alpi orientali che comunemente vengono definite Dolomiti, solo nove sistemi – insiemi di cime e gruppi montuosi omogenei per caratteristiche paesaggistiche, geologiche e geomorfologiche – sono stati individuati per l’ingresso nella lista ’UNESCO.
Proprio la provincia di Belluno è quella che può vantare la maggioranza delle Dolomiti in generale e dei sistemi UNESCO, essendone interessata da ben cinque su nove.

Pelmo e Croda da Lago, Marmolada, Pale di San Martino, Pale di San Lucano, Dolomiti Bellunesi e Vette Feltrine - sistema all’interno del quale si trovano alcune tra le più belle cime di tutte le Dolomiti come l’Agner e la Civetta, Dolomiti Settentrionali, che annoverano tra gli altri Lagazuoi, Cristallo, Tofane, Antelao, Tre Cime di Lavaredo e un breve tratto delle Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave: sono una ricchezza paesaggistica e scientifica che tutto il mondo invidia. Cortina d’Ampezzo, non a caso definita Regina delle Dolomiti, è stata scelta anche come sede operativa della Fondazione Dolomiti UNESCO.

Nella “Dichiarazione di eccezionale valore universale” redatta dall’UNESCO si legge a questo proposito: “Le Dolomiti sono largamente considerate tra i più bei paesaggi montani del mondo. La loro intrinseca bellezza deriva da una varietà di spettacolari conformazioni verticali come pinnacoli, guglie e torri che contrastano con superfici orizzontali come cenge, balze e altipiani e che s’innalzano bruscamente da estesi depositi di falda detritica e rilievi dolci ed ondulati. […] Lo scenario caratteristico delle Dolomiti è divenuto l’archetipo del "paesaggio dolomitico". I pionieri della geologia sono stati i primi ad essere catturati dalla bellezza di queste montagne: i loro scritti, e le successive opere pittoriche e fotografiche, evidenziano ulteriormente lo straordinario fascino estetico di tutto il bene.”

Info: www.unesco. It

 

 

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