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- Categoria: Dall'Italia
- Pubblicato Lunedì, 16 Gennaio 2012 20:39
Le notti bianche di Castellammare
I tradizionali mercati del pesce del Golfo di Napoli
Aale, Venusmuscheln und Riesengarnelen: Die Schätze des Meeres gibt es bei Neapels malerischen Weihnachtsmärkten und an der Küste.
Nazzarena Barni-Fritsch
Napoli, 18 gennaio 2012.
Se parliamo di notti bianche riferite al periodo estivo, pensiamo automaticamente a quelle di San Pietroburgo. Se parliamo di notti bianche nel Sud Italia durante le festività natalizie, intendiamo le due notti precedenti la vigilia di Natale e quella di San Silvestro, dove nei mercati storici e rionali molti negozi di alimentari, di giocattoli, di regali, ma specialmente le pescherie, rimangono aperte in un fuori orario mai visto. In particolare le pescherie smerciano fino alle due, tre di notte, per affrontare la grande richiesta per i cenoni della vigilia. A Napoli è tradizione trascorrere la notte del 23 e quella del 30 dicembre non solo per provvedere agli acquisti, che si potrebbero anche fare nei soliti orari, ma perché tanto sfarzo di luci e di offerta ben vale una passeggiata
con amici o in famiglia, anche con i bambini, spesso portati in spalla, per proteggerli dalla folla, perché è un periodo eccezionale, che si vuole lasciar vivere come speciale, magico. E poi l’indomani, si sa, non c’è scuola!
A Napoli il più grande mercato del pesce è nell’antico quartiere di Porta Nolana, ma anche quartieri popolari come la Pignasecca o il mercatino di Antignano, nella Vomero vecchia, hanno i propri seguaci e promotori. Mai in altri periodi dell’anno si può ammirare tanto tripudio di pesce: enormi quantità di cozze, vongole, lupini, gamberoni, mazzancolle, saraghi, ricciole, spigole, orate. E che dire di anguille e capitoni? Per tradizione immancabili sulle tavole della vigilia, si muovono ben vivi e sinuosi nelle grandi tinozze alimentate da costante acqua corrente, cercano l’ultima via di salvezza scivolando sui bordi delle vasche per fuggire all’immancabile destino finale in pentola, nascondendosi fra motorini strombazzanti e gambe di clienti divertiti, ma alla fine vengono inesorabilmente riacciuffati e ributtati nelle vasche dai pescivendoli sempre all’erta, fra urli divertiti di bambini e gridolini di paura di ragazzine.
Ogni anno lo stesso teatro: fa parte della tradizione, in città e in provincia. Fuori città altri grossi punti di vendita di pesce sono a Pozzuoli sul Litorale Flegreo o a Castellammare di Stabia e a Torre Annnunziata, in direzione Sorrento. Dall’anno scorso la famiglia Irollo offre due spettacolari notti bianche il 23 e 30 dicembre, nel suo rifornitissimo punto vendita dall’emblematico nome "Ad Hoc" appena fuori Castellammare di Stabia, aperto per l’occasione dalle 20.30 della sera fino alle due del mattino, e riservato ai clienti della ristorazione, siano hotel, ristoranti o catering, riuniti sotto la sigla HO.RE.CA. Anche quest'anno è stata una grande festa, con musica e balli, tammorre e tammurriate, che hanno accompagnato degustazioni di bollicine provenienti dalla sezione enoteca, recente nuovo fiore all’occhiello della casa, il tutto in una cornice di assaggi di pesce cucinato da chef della zona.
Altro punto degustazione era un tipico carretto, come si vedevano una volta girare per i quartieri, dove tre solerti friggitori hanno offerto per tutta la sera gamberetti infarinati e fritti e zeppolelle calde, serviti in cuoppetielli, i tradizionali coni di carta da pane tipici del cibo di strada (o, come più elegantemente si dice oggi, street food). E come non nominare un altro carrettino, dove si friggevano e si servivano calde calde zeppole di pasta cresciuta indorate e passate nel miele aromatizzato con anice stellato, rosmarino e bucce di mandarino! Il tutto offerto in cambio di un sorriso e per la voglia di stare insieme e sentirsi bene, senza essere richiesto né il pagamento di un biglietto né un’offerta. Al massimo costava un sorriso, scambiato tra un acquisto e l’altro se si sentiva il bisogno di rifornirsi, nella sezione pescheria, o nel mercato frutta e verdura, o in enoteca.
La quantità di pesce in vendita nella sezione ittica, una vera gioia per gli occhi, era così grande e svariata, da pensare che fosse spropositata e che molto sarebbe rimasto invenduto. Si è rivelato un errore di giudizio di apertura mercato, perché già alle 22.30 metà del pesce in offerta aveva cambiato mano e la folla vicino ai banchi non cessava di affluire.
Il programma di quest’anno ha previsto per il 23 dicembre pizze in tutte le variazioni con l’Associazione Pizzaioli Napoletani e 15 chef del circuito Slow Food. Ogni chef ha preparato una Zuppa della Tradizione dei Golfi di Napoli o di Salerno come la minestra maritata, o “Menesta mmaretata”, piatto della tradizione gastronomica dei Monti Lattari, che viene preparato per il giorno di Santo Stefano per “alleggerirsi” dai bagordi delle feste natalizie e a Pasqua, con connubio di carne e verdure. Oppure la minestra di zucca piccante e piccoli pesci: gallinella, calamari, seppie, vongole e gamberi; la zuppa di lenticchie con broccoli e scapozzone di salsiccia; la zuppa di cicerchie con calamaretti di paranza e la zuppa di ceci con polpettine di baccalà, per citarne solo alcune.
Per il 30 dicembre il pesce la faceva da padrone, con delle barchettine di finger food di carpaccio di ricciola, gamberi,uova di salmone e mozzarelline di Giuseppe Daddio, chef patron della scuola di cucina Dolce & Salato di Maddaloni, centro che offre anche corsi di cucina per professionisti e amatori, e delle composizioni di salmone affumicato con scarola della tradizione, dello chef Giuseppe Guida del ristorante stellato l'Antica Osteria di Nonna Rosa di Vico Equense.
La degustazione di bollicine, organizzata in collaborazione con l’AIS Penisola Sorrentina, spaziava da Franciacorta di Ricci Curbastro,a Ferrari brut, Double dei Feudi di San Gregorio e Asti di Terre d’Avino.
A dir la verità la mia notte bianca non ha oltrepassato la mezzanotte, fra profumi e fragranze dimenticate per undici mesi e riscoperte ogni anno a fine dicembre, che mi hanno accompagnato lungo la via di casa per poi farmi sognare la cena e il piacere di stare a tavola della serata successiva, ultima notte dell’anno.
Altra notte bianca vissuta tra le mille luci multicolori di una Napoli in festa, illuminata a giorno per un‘ora intera da giochi pirotecnici, che hanno resa splendida e brillante l’ultima notte del 2011.