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Fino al 7 luglio 2024 a Empoli (Firenze) la mostra “Masolino e gli albori del Rinascimento”

Die Ausstellung findet im Museum der Stiftskirche Sant’Andrea und der Kirche Santo Stefano degli Agostiniani statt.

Nicoletta Curradi

Firenze, 3 giugno 2024.
Nel 2024 ricorrono seicento anni dall’esecuzione del ciclo di affreschi di Masolino raffigurante le Storie della vera Croce nella chiesa di Santo Stefano degli Agostiniani e del Compianto su Cristo morto oggi conservato nel Museo della Collegiata. La mostra è l’occasione per rendere omaggio a quella straordinaria congiuntura della storia dell’arte italiana che nel 1424 vide Empoli compartecipe delle sperimentazioni più rilevanti del momento, dopo aver attirato negli anni precedenti i migliori pittori attivi sulla scena fiorentina, come Lorenzo Monaco e Gherardo Starnina.

L’obiettivo della mostra - diretta da Cristina Gelli e curata da Andrea De Marchi, Silvia De Luca e Francesco Suppa - è stato quello di ricostruire il contesto culturale in cui lavorò Masolino e i caratteri originali della sua personalità, incline a un’interpretazione particolarmente tenera e sensibile della nuova resa della corporeità e degli affetti, che era stata introdotta in pittura grazie allo stimolo decisivo di Donatello e degli scultori a lui contemporanei.

Oltre a raccogliere a Empoli diverse opere di Masolino, la mostra si inserisce in una vera e propria stagione di ricerche che ha interessato Empoli, i suoi monumenti e il suo territorio negli ultimi anni e che ha comportato nuove aperture e acquisizioni sul suo patrimonio storico artistico. Le novità emerse da questa serie di studi costituiscono l’ossatura del percorso espositivo.

In mostra più di sessanta opere, tra cui dipinti, affreschi, sinopie e disegni, consentono di avere un’ampia panoramica sulla carriera di Masolino e sul contesto storico-artistico in cui si è formato e ha espresso la sua arte.

Il visitatore può ammirare capolavori come il Compianto sul Cristo morto e gli affreschi con le Storie della vera Croce per la cappella della Compagnia della Croce nella chiesa di Santo Stefano degli Agostiniani a Empoli, di cui restano ancora dei frammenti e delle sinopie molto importanti.

Tommaso di Cristoforo Fini, noto come Masolino da Panicale (Panicale, 1383 – Firenze, 1440 circa), sarebbe nato a Panicale, in Umbria, nel 1383, luogo che a quel tempo era sotto la giurisdizione della Tuscia (Toscana, Umbria occidentale e Lazio settentrionale), quindi, geograficamente e politicamente legato al territorio della Val di Chiana e alla Diocesi di Chiusi, fino al 1601.

Per molti anni è stato considerato il maestro di Masaccio, del quale era effettivamente più anziano, mentre oggi la critica è orientata a credere che il loro rapporto fosse basato su una semplice collaborazione professionale.

I primi quarant’anni della sua vita restano un mistero; persino il luogo di nascita è oggetto di discussioni. Vasari identifica il luogo natale con un imprecisato Panicale in Valdelsa.

Per quanto riguarda la sua formazione si è parlato di un apprendistato nella bottega di Gherardo Starnina e di una successiva frequentazione di quella di Lorenzo Ghiberti nei primi anni del Quattrocento, ma di fatto la prima notizia certa sul suo conto è del 1422, anno in cui, stabilendosi a Firenze, prende in affitto una casa.

Nel gennaio 1423 si immatricola nell’Arte dei Medici e Speziali che fungeva anche da corporazione dei pittori. Masaccio vi si era iscritto un anno prima.

È di quella data la Madonna col Bambino o Madonna Boni-Carnesecchi che oggi è conservata a Brema. L’opera è ancora molto legata agli schemi tardo gotici, ma vi si nota la ricerca di una gestualità più naturale, tratta dal quotidiano e un interesse verso una resa volumetrica più semplice e solida 

Del tutto legata al gotico è invece un’altra Madonna dell’Umiltà oggi agli Uffizi, che studi recenti datano a un periodo anteriore al 1423, prima di un qualsiasi contatto con Masaccio, dalla quale si dimostrerebbe la primitiva adesione del pittore allo stile elegante e stilizzato di Lorenzo Monaco.

Masolino è documentato a Empoli nel 1424, senza Masaccio, per quanto ne sappiamo. Eseguì un vasto ciclo di affreschi nella chiesa di Santo Stefano, del quale restano solo pochi frammenti. Per il battistero della Collegiata affrescò inoltre un Cristo in pietà, oggi nel Museo della collegiata di Sant'Andrea. Quest’ultima opera si caratterizza per la spiccata solidità fisica delle figure, in particolare del torso nudo di Cristo, che si erge da un sarcofago classicheggiante creato in prospettiva centrale, con il punto di fuga al centro del petto del Salvatore.

Opere di Masolino si trovano a Firenze alla Cappella Brancacci nella chiesa del Carmine, a Castiglione Olona (Varese) e a Roma, nella Basilica di San Clemente.

 

Info:
https://www.empoli1424.empolimusei.it/

 

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