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In un libro la storia della Signora della Danza italiana

Mit Anna Maria Prina kam der moderne Tanz aus dem Ghetto und wurde Teil der Ausbildung der Studenten, bereit, Choreografen aller Art zu begegnen, und es war immer mit ihr, dass der männliche Tanz seine Legitimität fand. (Paola Calvetti, aus dem Vorwort zum Buch)

Nicoletta Curradi

Firenze 27 febbraio 2023.
È appena uscito in libreria, per Gremese Editore, il ritratto di una vita straordinaria tutta dedicata alla danza, la vita di Anna Maria Prina che per trentadue anni è stata Direttrice della Scuola di ballo del Teatro alla Scala di Milano, sicuramente la direttrice più longeva ed apprezzata. 

Il volume è stato presentato in anteprima davanti ad un folto pubblico nell’ambito dell’ultima edizione di Danza in Fiera alla Fortezza da Basso di Firenze in un incontro moderato dalla giornalista e conduttrice televisiva Monica Lubinu.

"Incontro con la danza" è il titolo del volume che, scritto in collaborazione con Francesco Borelli, analizza ricordi, contesti e personaggi annoverando storie, metodologie e modelli necessari per la costruzione di una professione.
Nelle 150 pagine, corredate da belle immagini a colori, sia private, sia provenienti dall’Archivio del Teatro della Scala, si approfondiscono pure gli aspetti più intimi e familiari di una donna animata da grande passione e onestà intellettuale.

“Tutti i danzatori e gli insegnanti del mondo - afferma Borelli nell’introduzione al libro - conoscono la Prina Direttrice e hanno letto e studiato i suoi libri. Ma chi conosce realmente la persona che si cela dietro l’artista? Fu questo interrogativo che mi spinse, dopo un primo fortunato incontro, a insistere per convincerla a raccontare in prima persona l’avventura di un trentennio nel quale si sono formate almeno tre generazioni di ballerini approdati nel Corpo di ballo della Scala”.

Borelli ha ricordato durante la presentazione l’emozione provata durante il primo incontro con la Direttrice, una vera istituzione nel campo della danza classica, con cui poi ha instaurato un bel rapporto.

La carriera di Anna Maria Prina è cominciata per caso, come quella di tante altre "spinazitt", termine che in dialetto milanese significa spinacini, riferito affettuosamente alle piccole allieve della scuola di ballo della Scala. Il nome deriva dall’ acconciatura tradizionale obbligatoria durante le lezioni con i capelli suddivisi in due bande separate e raccolti dietro la nuca che agli spettatori dell’800 ricordava la forma dello spinacio.

Anna Maria ricordato così i suoi esordi: "Quando avevo nove anni passai davanti ad un cartellone che pubblicizzava i corsi di danza e chiesi a mia madre di iscrivermi. Non le chiedevo mai niente e non poté dirmi di no. La svolta nella mia vita avvenne nei primi anni Settanta, con una telefonata inaspettata ricevuta in piena notte dall’allora sovrintendente della Scala, Paolo Grassi che mi nominava Direttrice della Scuola di Ballo della Scala. Fu un vero choc per me, ma da lì iniziò per me un percorso professionale legato all’insegnamento della danza classica e alla missione di formare giovani talenti e future stelle dei palcoscenici”.

Nel corso della sua ultratrentennale direzione, è stato grazie a lei, e al suo metodo didattico, che la Scuola scaligera ha acquisito nuovo prestigio sulla scena internazionale della danza e del balletto.

Nel volume è documentato il mondo etereo e durissimo dei ballerini e dei loro maestri e vi sono citati artisti e personaggi come Roberto Bolle, Carla Fracci, Margot Fonteyn, Rudolf Nureyev, Paolo Grassi, Giorgio Strehler. Ma vi si parla anche di amore, famiglia, inclinazioni, e il senso della vita che si ritrova nelle piccole cose: un’eredità spirituale che Anna Maria Prina offre a chi vorrà ispirarsi alla sua esperienza.

Durante la presentazione la Prima ha voluto sottolineare la grande amicizia con Carla Fracci, il fatto di aver promosso la danza contemporanea e la predilezione per i danzatori maschi.

Conosciamo meglio gli autori del volume.
Anna Maria Prina, insegnante di danza e coreografa, diplomata alla Scuola di ballo del Teatro alla Scala, nel 1960 inizia la sua carriera nel Corpo di ballo scaligero. A soli vent’anni è prescelta per uno scambio con il Teatro Bolshoi di Mosca, dove prosegue la sua formazione artistica, perfezionandosi con insegnanti quali Asaf Messerer, Marina Semyonova e Yuri Grigorovich. Nel 1974, all’età di soli trent’anni, viene chiamata a dirigere la Scuola di ballo della Scala È la prima volta che la Scuola viene diretta da una donna, per di più così giovane. La Prima vi insegnerà anche classico e repertorio. Per trentadue anni dirige l’istituzione scaligera, introduce molti cambiamenti nella didattica e prepara alcuni dei più grandi danzatori italiani del nostro tempo, come Massimo Murru e Roberto Bolle. È membro di giuria di esami e concorsi, career coach di molti talenti italiani. È consulente e docente in stage e masterclass in Italia e all’estero. Ha tradotto dal russo vari manuali di danza classica e con l’editore Gremese ha pubblicato tre volumi di metodologia didattica della danza classico-accademica.
La passione, la professionalità, il rigore e la dedizione sono senza dubbio i tratti distintivi del suo lavoro didattico-educativo.

Francesco Borelli, nativo di Lamezia Terme, ha studiato come danzatore tra Milano, Roma, Parigi e New York. Ha ricoperto spesso ruoli da solista e primo ballerino in vari teatri italiani ed esteri. Ha danzato per Malika Ayane durante il Festival di Sanremo nel 2010 e ha lavorato per spot televisivi e video musicali. Ha danzato con Luciana Savignano e Maria Grazia Galante ed è stato assistente del coreografo Serge Manguette. Oggi svolge l’attività di critico di danza e dirige la testata giornalistica online «Dance Hall News». È direttore artistico del Novara Dance Experience e consulente per il balletto del Teatro Coccia di Novara.

 

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