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L'ERCOLE IN TEBE DI MELANI

Il 9 febbraio in scena alla Pergola, 360 anni dopo la “prima“

Nicoletta Curradi

Storia e spettacolo tornano a intrecciarsi a Firenze per un evento che non ha precedenti e che ci riporta indietro di oltre 360 anni, grazie all’iniziativa che vede insieme Comune di Firenze, Fondazione Teatro della Toscana, Museo dei Medici e Istituto Francese, il contributo della Fondazione Anna Maria Luisa de’ Medici e la collaborazione degli Amici della musica.

L’appuntamento è fissato per mercoledì 9 febbraio, alle ore 20.30 al Teatro della Pergola di Firenze, quando andrà in scena Ercole in Tebe, festa teatrale in musica, riproposta in forma di concerto dopo oltre tre secoli e mezzo dal coro e dall’orchestra de I Musici del Gran Principe diretti dal maestro Samuele Lastrucci, per la regia di Massimo Pizzi Gasparon Contarini e con un cast che annovera, tra gli altri, anche il cantante di caratura internazionale Filippo Mineccia.

Tutto nasce dalla scoperta di quattro copie (in tre diverse biblioteche, ovvero alla Forteguerriana di Pistoia, alla Vaticana di Roma e alla Nazionale di Parigi) dello spartito originale dell’opera di Melani che fu presentata per la prima volta il 12 luglio 1661 nel Teatro della Pergola di Firenze realizzato da Ferdinando Tacca grazie al patronato del Cardinale Giovan Carlo de' Medici, fratello di Ferdinando II.

La Pergola fu affidata alla gestione degli Accademici Immobili, gruppo di nobili e intellettuali che vollero per le nozze di Cosimo III de’ Medici con Margherita Luisa d'Orléans un’enorme festa teatrale in musica. Il libretto venne scritto da Giovanni Andrea Moniglia, Accademico della Crusca, letterato erudito, tra l’altro medico personale di Giovan Carlo; della musica fu incaricato Jacopo Melani, uno di quei rappresentanti della stirpe di operisti, cantanti, organisti pistoiesi.

Il risultato fu un vero e proprio kolossal teatrale di cinque ore per il quale furono ingaggiati più di 300 interpreti e utilizzate 12 scenografie. Si trattò di una delle manifestazioni più emblematiche del Seicento fiorentino, che riprendeva la lunga tradizione degli spettacoli di corte fiorentini: infatti sin dal Cinquecento si celebravano importanti eventi dinastici con grande sfarzo e magnificenza.

Solo che stavolta fu anche la location a rappresentare la vera novità: perché Ercole in Tebe coincise con l’inaugurazione pubblica del Teatro della Pergola di Firenze - già parzialmente funzionante sin dal 1657, ma solo per iniziative degli accademici o per eventi carnascialeschi -, quando fu mostrata a tutti una nuova forma di teatro, quello che poi sarebbe diventato “all’italiana”.

Dopo quella storica “prima”, l’opera non fu mai più replicata fino al momento della scoperta delle quattro copie dello spartito originale che ne hanno permesso una rielaborazione in forma di concerto fortemente voluta da Samuele Lastrucci, direttore d’orchestra e del Museo dei Medici di Firenze che figura come capofila dell’intera operazione.

«Si tratta di un appuntamento da non perdere, risultato di un lungo e importante lavoro di ricerca  - dice la vicesindaca Alessia Bettini -. La scoperta dello spartito originale è avvenuta infatti grazie all'impegno certosino di alcuni giovani fiorentini che hanno fatto rete con varie realtà per approdare finalmente a questo obiettivo. Adesso è possibile riproporre quest'opera straordinaria al Teatro della Pergola, proprio lì dove tutto è cominciato, con la rappresentazione del 1661 che celebrò la fine dei lavori».

Quindi lo stesso Tommaso Sacchi, Presidente della Fondazione Teatro della Toscana, aggiunge: «Siamo felici di ospitare al Teatro della Pergola Ercole in Tebe, a 360 anni dall’inaugurazione pubblica del Teatro che avvenne proprio con questa Festa Teatrale di Giovanni Andrea Moniglia e Jacopo Melani. Grazie a un lungo lavoro di ricerca che ha coinvolto diverse realtà della cultura fiorentina coordinate da Samuele Lastrucci insieme a Dimitri Betti, Giulio Geti e Umberto Cerini, lavoro incentrato sull’analisi e la trascrizione degli unici quattro documenti esistenti di Ercole in Tebe, oggi è possibile riproporre l’opera grazie al Museo de’ Medici e con la collaborazione degli Amici della Musica. La serata vedrà anche la partecipazione dei giovani attori Francesco Grossi e Filippo Lai, due dei nostri diplomati al Corso per Attori Orazio Costa e membri dell’Associazione dei Nuovi».

Infine, dal canto suo il maestro Samuele Lastrucci afferma che «Ercole in Tebe è un'occasione straordinaria. È la dimostrazione che con la tenacia anche in Italia il merito può avere la meglio. Ercole in Tebe è una storia a lieto fine iniziata con un gruppo di giovani che fa ricerca e che - alla fine di un percorso a ostacoli dove regnano burocrazia e particolarismi - riesce dopo tre secoli e mezzo a riportare a casa sua un capolavoro dimenticato. Il 9 febbraio quella musica che un tempo inaugurò il primo teatro ‘all'italiana’ del mondo tornerà a vivere con un cast di prim'ordine e la preziosa regia di Massimo Pizzi Gasparon Contarini. Per me sarà il debutto in uno dei teatri per storia e bellezza più importanti al mondo, per il museo che dirigo l'occasione di imporsi come uno dei principali attori della scena culturale fiorentina. Grazie alla vicesindaca Alessia Bettini e al Presidente della Fondazione Teatro della Toscana, Tommaso Sacchi, che hanno voluto credere e scommettere in questo grande progetto».

 

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