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- Categoria: Cultura italiana a Monaco
- Pubblicato Lunedì, 06 Dicembre 2010 07:15
Dal Golfo di Napoli al Mar del Tonchino
Giuseppe Del Duca, tenore napoletano residente da più di vent’anni a Monaco, ci racconta la sua esperienza professionale nel Sudest asiatico a bordo di una nave da crociera della linea Costa
Giuseppe Del Duca, Tenor aus Neapel mit Wohnsitz seit über 20 Jahren in München wohnt, war beruflich vier Monate auf einem italienischen Kreutzfarhtschiff in Südost Asien unterwegs. Für INTERVenti berichtete er über Erlebnisse und Erfahrungen, die er in dieser Zeit gesammelt hat.Gianni Minelli
INTERVenti (IV): Giuseppe, sei stato quattro mesi nel Sudest asiatico a bordo di una nave da crociera a cantare e a fare il turista. Siamo curiosi di sapere com’è andata e dove sei stato di preciso.
Giuseppe Del Duca (GDD): Siamo partiti il 22 maggio da Hong Kong ed abbiamo fatto i primi due giri di 15 giorni toccando Manila, Borneo, Brunei, Singapore, Vietnam e di nuovo Cina. Dopo di che abbiamo cambiato rotta e siamo andati a Taiwan, nel Sud Corea, e poi in Giappone, Tokio, Kobe, Nagasaki, Fukuoka ed infine di nuovo in Cina a Taingin. Negli ultimi due mesi abbiamo avuto solo ospiti cinesi e siamo andati da Shangai in Sud Corea, in Giappone e di nuovo a Shangai. In tutto ho fatto quattro mesi di esperienza sulla nave “Costa allegra“.
IV: Insomma sei stato per quattro mesi a goderti le vacanze in piscina come gli altri passeggeri? Come si svolgevano le tue giornate?
GDD: Tutto sommato non ero molto impegnato poiché dovevo fare solo un concerto per crociera per il quale dovevo sì ogni volta prepararmi, ma nel resto del tempo potevo fare quello che volevo. E cioè potevo andare in piscina con i passeggeri, potevo mangiare al ristorante, ecc. Anzi, dovevo. Perché io ero uno degli artisti e quindi i dirigenti mi avevano pregato di partecipare all’animazione, di essere sempre gentile e di parlare con i passeggeri che volevano chiedermi qualcosa
IV: E ti chiedevano ogni tanto anche di cantare un pezzo fuori programma?
GDD: Certo. C’è stato un gruppo di Napoli che ha chiesto al direttore di crociera se potevano assistere ad un bis, magari al bar, dove c’era un pianoforte al quale un mio collega ungherese mi accompagnava assieme ad un violinista. Poi è capitato di fare concerti anche per privati. Ad esempio a Tokio è venuto a visitare la nave un gruppo di giapponesi che mi hanno chiesto di cantare per loro qualche canzone. A Singapore sono stato invitato a cantare in occasione di una sfilata di moda organizzata dalla signora Missoni, che ha voluto conoscermi e farsi dare un mio CD.
IV: E invece, quando eri “di servizio” dovevi esibirti di sera al teatro?
GDD: Sì. Dovevo cantare una volta per crociera dalle 20.30 per 40 minuti, fare una pausa di un’ora e poi cantare ancora per 40 minuti, quando le crociere erano più lunghe. Invece quando le crociere erano corte, ad esempio con gli ospiti cinesi, che sono abituati ad andare a letto presto, alle 23 doveva finire tutto, e dovevo quindi cantare solo 40 minuti.
IV: Allora possiamo sì insinuare che ti sei fatto anche una lunga vacanza. 40 minuti di lavoro la settimana?!
GDD: Sì, diciamo pure che ho fatto il turista perché, a parte il canto non avevo nessun altro incarico. Però ho avuto anche molto tempo per studiare e approfondire altri pezzi, sia per prepararmi per lo spettacolo, sia per me. Ma sulla nave non è così, come uno pensa, che vai a fare proprio il turista. Sei comunque costretto a rimanere a bordo, ti danno magari una cabina che a te non piace mentre sei abituato a vivere in un appartamento, ma nella cabina non puoi starci sempre e quindi ti devi trovare delle occupazioni. Meno male che io avevo certi “privilegi” come andare in palestra, in piscina o a prendere il sole. Quindi facevo il turista, ma anche lavoravo. E poi sono andato anche a visitare le città dove attraccavamo.
IV: Avevi anche a disposizione un locale sulla nave per esercitarti e cantare?
GDD: Sì, avevo il teatro, che però era spesso impegnato. Ma avevo anche una sala tutta per me dove potevo provare lo spettacolo. Ho provato una volta in cabina, però non era proprio adatta…
IV: E come comunicavi con la tua famiglia?
GDD: Sono partito da Monaco molto attrezzato con tutto quello che poteva servirmi sulla nave. Per cui comunicavo con “skype” attraverso il mio laptop. Poi ho comprato una scheda telefonica molto conveniente, che la Società Costa mette a disposizione ai suoi dipendenti, e con quella potevo chiamare direttamente dal telefono della cabina. E quindi chiamavo tutti i giorni a casa. Ma quando stavo in giro avevo sempre il mio portatile e andavo in qualche bar, che erano tutti attrezzati con il wireless, e quindi mi collegavo con i miei amici.
IV: Qual è stato il posto che hai visitato che ti è piaciuto di più?
GDD: La città che mi è più piaciuta e dove si potevano fare più cose è stata Shangai, dove ci siamo fermati diverse volte. Lì avevo sempre qualcosa da fare perché avevo degli amici cinesi a bordo che mi scrivevano su un biglietto il nome di un posto interessante dove c’era da passare diverse ore per poi dover ritornare a bordo. Noi però dovevamo uscire dopo i passeggeri e ritornare prima di loro.
IV: C’è stato anche un posto che ti ha ricordato un po’ l’Italia?
GDD: Kagoshima, in Giappone. Pensa che è gemellata con Napoli! La prima volta che ci siamo stati sono salito ed ho visto un panorama come a Napoli, col vulcano e tutto. Mi sono chiesto, ma dove siamo qui? È proprio simile alla mia città! Allora mi sono informato ed eravamo davvero a Kagoshima. Mi sono ricordato di aver conosciuto in Germania un ragazzo che veniva da qui il quale mi aveva subito detto “ma noi siamo gemellati!”. Allora sono sceso ed ero molto contento. Infatti sono andato al centro ed ho detto che sono di Napoli, e tutti sapevano del gemellaggio.Ci siamo passati diverse volte ed ho allora avuto modo di conoscerla bene, perché a bordo avevamo delle biciclette che noi potevamo usare.
IV: Progetti una nuova “crociera” per il 2009?
GDD: Questo tipo di lavoro è molto interessante, anche per il lato economico, però avendo una famiglia, tu capisci, non è facile allontanarsi per tutto questo tempo. Quindi non lo so. Adesso dico di sì però devo vedere ancora. Potrei anche fare un tipo di lavoro che si chiama “interporto”. Si tratterebbe di andare a cantare nei porti dove la nave si ferma. Questo lo si può fare però in Europa e non in Asia. Si sale sulla nave ad esempio a Barcellona, la nave la notte viaggia ed arriva l’indomani a Malaga, e durante la serata si tiene il concerto. Se la crociera dura solo 15 giorni si può fare, mentre invece un periodo quattro mesi mi blocca anche la programmazione del mio lavoro.
IV: Ti abbiamo sentito lo scorso novembre ancora una volta a Germering. È una manifestazione alla quale sei stato sempre fedele. Sarà così anche per il futuro? Al concerto ci hai proposto un personaggio diverso da quello che conoscevamo, ti sei presentato senza orchestra con il play back ed una scaletta ben assortita e sicuramente collaudata. Ci sei piaciuto molto anche così anche se all’inizio quando sei entrato, non riuscivamo a vederti per via della nebbia. Hai trovato molta nebbia anche sull’Oceano Indiano?
GDD: C’era tanta di quella nebbia… A volte scendevi in una città ed era così piena di foschia che non ci si vedeva quasi per niente, specialmente in Cina. Anche sul palcoscenico ho usato questo effetto, però era diverso che a Germering, dove c’era un tubo che mi veniva in faccia e mi lacrimavano gli occhi. Invece sulla nave ce n’erano due di lato e piccolini, che praticamente ti facevano scena “dietro” e il fumo non era così intenso come a Germering, dove, durante le prove, era stato ancora peggio.
IV: Tornerai il prossimo anno a Germering nonostante la forte nebbia?
MDD: Certo, continuerò a venire. A questa appuntamento sono molto legato, perché si può dire che io sono nato con questa manifestazione e spero di essere sempre presente, impegni permettendo. Cercherò di trovare il tempo per venire e per cantare.
IV: Allora ci contiamo, Giuseppe, alla prossima!
(2009-1 pag 38)