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- Categoria: Cinema
- Pubblicato Lunedì, 13 Giugno 2011 10:02
Femmine contro maschi
Recensione del Film
Die sommerliche Komödie von Regisseur Fausto Brizzi landete in Italien einen Riesenhit und wanderte geradewegs auf den 1. Platz der italienischen Box-Office-Charts. Die Geschichten über den ewigen Kampf der Geschlechter begeisterten fast zwei Millionen Kinogänger. Fausto Brizzi vereint ein Ensemble an Stars der italienischen Comedy-Szene, u. a. Claudio Bisio („Willkommen im Süden“), Nancy Brilli, Luciana Littizzetto und die brillanten Komiker Ficarra & Picone. (www.theatiner-film.de)
Monaco, 7 giugno 2011.
Il Theatinerfilm a Monaco, primo tra le sale tedesche, propone al suo pubblico di italofili una piacevole commedia: “Femmine contro maschi” di Fausto Brizzi (sui grandi schermi italiani già da febbraio). Come già accaduto nel caso di “Mine vaganti” di Ozpetek - ribattezzato qui, assai liberamente, “Männer al dente” -, anche questa volta il titolo scelto si allontana considerevolmente dall’originale. A comparire sulle locandine tedesche è infatti il nome “Kusswechesel”, curiosa invenzione lessicale in cui riecheggia l’analogo termine “Schusswechsel”, ovvero “sparatoria”. Il “bacio”(“Kuss”) si sostituisce qui allo “sparo”(“Schuss”), creando così un gioco di parole.
Intenti scherzosamente bellicosi sin dal titolo, dunque: ed è proprio l’eterna guerra tra i sessi, infatti, ad essere tematizzata nel film. Quest’ultimo ripercorre le vicissitudini di quattro coppie, incarnazioni perfette degli intramontabili stereotipi sull’uomo e la donna. Tra gli esponenti del “sesso forte” non manca nessuno all’appello: l’uomo rude, tifoso di calcio e traditore (Piero); quello smemorato e bambinone (Rocco); quello debole e ricattabile,
che finge di rinnegare le proprie passioni davanti alla compagna (Michele); ed infine, naturalmente, quello egoista ed incapace di dire “mi dispiace” (Marcello, interpretato da Claudio Bisio). Il “gentil sesso”, nel film, si dimostra tutto fuorché “debole”: ad essere messa in scena è la donna moderna, lavoratrice consapevole di sé e delle proprie qualità, ma soprattutto giudice implacabile e stizzito di quelle che considera le debolezze del proprio compagno.
Tra di loro spicca la figura di Anna (Luciana Litizzetto), che più delle altre si spinge in là nel suo progetto di riforma del mondo maschile: approfittando di un’amnesia del marito, decide meschinamente di “riformattarlo”, coordinandone la metamorfosi in un uomo colto e premuroso - pena rendersi poi conto di non avere più un marito, bensì un maggiordomo che la rende ridicola di fronte al figlio e alle amiche, sin troppo consapevoli della sua autentica natura.
Premesse tanto ingenue non possono che condurre ad una conclusione scontata: un’opportunità di riconciliazione fra i due sessi, basata sull’accettazione benevola dell’altro in nome dei sentimenti. E, in qualche modo, anche dalla rassegnata considerazione dell’immutabile natura del sesso opposto. Nonostante questa incontestabile semplicità, il film risulta una commedia gradevole, sostenuta da un ritmo movimentato e da dialoghi vivaci, resi ancora più spassosi grazie all’introduzione di spiccate cadenze regionali.
A patto di non aspettarsi uno spaccato sociologico accurato, dunque, non si potrà non sorridere, riconoscendo negli stereotipi rappresentati proprio quelli che, almeno una volta nella vita, abbiamo già scagliato contro l’altro ritenendoli verità inconfutabili.