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Cultura italiana a Monaco

Titolo

Sole e ritmo italiano in Baviera

Sottotitolo

Il concerto annuale di Germering con il tenore Giuseppe Del Duca e l’Orchestra di fisarmoniche di Unterpfaffenhofen ha entusiasmato ancora una volta il nutrito e fedele pubblico

Intro Das alljährlich stattfindende Neujahrskonzert der DIG (Deutsch-Italienische Gesellschaft) war ein voller Erfolg und brachte die beiden Kulturen wieder ein bisschen näher. Im Germeringer Orlandosaal stand die süditalienische Musik im Vordergrund. Die Hauptattraktion des Abends war der Auftritt des neapolitanischen Tenors Giuseppe del Duca.

Autore

Antonia Contato

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Riletto da Simona 10.02.2011

Riletto da Nausicaa 14.02.2011

Comunicazioni interne

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Corretta da Daniel 14.02.2011

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4.1.03

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sole e ritmo italiano in Baviera
Il concerto annuale di Germering con il tenore Giuseppe Del Duca e l’Orchestra di fisarmoniche di Unterpfaffenhofen ha entusiamato ancora una volta il nutrito e fedele pubblico
Das alljährlich stattfindende Neujahrskonzert der DIG (Deutsch-Italienische Gesellschaft) war ein voller Erfolg und brachte die beiden Kulturen wieder ein bisschen näher. Im Germeringer Orlandosaal stand die süditalienische Musik im Vordergrund. Die Hauptattraktion des Abends war der Auftritt des neapolitanischen Tenors Giuseppe del Duca.

Gianni Minelli

Germering, 6 febbraio 2011
La DIG (Deutsche-italienische Gesellschaft) ha riproposto anche quest’anno il consueto appuntamento con la musica italiana nella Stadthalle di Germering (ingresso gratuito). Il Concerto di inizio anno è aperto dall’Akkordeon-Orchester di Unterpfaffenhofen in un’Orlandosaal gremita di gente, soprattutto grazie alla presenza dell’ormai conosciuto e apprezzato tenore napoletano Giuseppe Del Duca. Il primo pezzo del componista tedesco Ernst Fischer, Südlich der Alpen, che riscosse nel 1936 un successo internazionale, ci fa ripercorrere, al tocco di mare, barche, fiori e tarantella, un lungo viaggio nella Terra del sole, l’Italia appunto. L’Orchestra di Unterpfaffenhofen, fondata trentacinque anni fa, riunisce circa venticinque musicisti amatoriali e professionisti insieme a una sessantina di promotori. Il direttore d’orchestra Rupert Fischer è anche il moderatore della serata e scherza amabilmente con un pubblico di spettatori giovani e meno giovani. Il concerto di quest’anno è anche un motivo per annunciare il nuovo presidente della DIG, l’ingegnere Guido Lorenz, il quale succede a Bruno Diazzi, questa volta non candidatosi per il ruolo. Lorenz, imprenditore di Gilching e italiano da parte di madre, inaugura la manifestazione con un breve discorso di benvenuto. Alle parole del nuovo presidente segue una versione piacevolmente moderna della Marcia Turca di Mozart da parte di Matthias Mercineri, studente emergente dell’accademia di musica e teatro di Monaco e percussionista dell’orchestra di Unterpfaffenhofen. Anche il brano musicale successivo, intitolato The golden age of xylophone, fa vibrare il palco al ritmo veloce e deciso delle sue percussioni. A chiudere il primo tempo sono poi il celebre tango Oblivion del componista argentino di origine italiana Astor Piazzolla e il pezzo Sonniges Spanien di Peer Remar, che ci riporta al sole e ai colori intensi dell’estate.Il secondo tempo si apre dopo la pausa con l’entrata in scena di Giuseppe Del Duca. Conosciuto come ‘Il Tenore di Napoli’, Del Duca è una personalità solare che ha studiato anche teatro e proviene da una  famiglia musicale di Napoli. Così ci racconta infatti presentandosi brevemente: “In famiglia suonano tutti uno strumento, eccetto io e mia madre: noi cantiamo”. La sua voce limpida e melodica ci riporta indietro nel tempo, riproponendoci diversi pezzi famosi, tra cui il Rigoletto di Verdi, Nessun dorma di Puccini e O sole mio di Caruso. Del Duca si esibisce a livello internazionale sia come solista che in diversi ensemble e dal 2006 canta per il concerto annuale di musica italiana a Germering. Il 2006 è anche l’anno in cui il tenore ha ricevuto a Napoli il premio per la cultura ‘Megaris’. In Baviera Del Duca collabora tra gli altri anche con il maestro di canto dell’opera di Monaco Thomas Uhlmann. A chiudere il concerto sono i toni svelti della colonna sonora di C’era una volta il West, composta da Ennio Morricone, compositore conosciutissimo anche in Germania. I musicisti di Unterpfaffenhofen fanno la loro ultima apparizione sul palco accompagnandoci lungo le strade polverose del selvaggio west. Dopo due ore e mezzo di concerto il pubblico applaude entusiasta. Anche quest’anno un successo dunque: un successo e insieme un augurio alla DIG e al suo nuovo presidente Lorenz a continuare ad organizzare regolarmente questo genere di eventi per promuovere la cultura italiana in Baviera e riunire le due nazioni verso una vera integrazione di culture.
La DIG conta oggigiorno quasi trecento soci – in maggioranza tedeschi - e si prepone come scopo principale, oltre a promuovere il Belpaese come luogo di villeggiatura, di intensificare i rapporti di amicizia tra i tedeschi e gli italiani residenti in Baviera. Il traguardo da raggiungere è quello di arrivare a creare, soprattutto attraverso i contatti umani, una comunità italiana pienamente integrata che svolga anche un ruolo importante nella vita culturale e sociale della regione – cosa che in Baviera purtroppo non si è ancora pienamente realizzata. E noi teniamo le dita incrociate perché questo accada presto.

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Dall'Italia /Turismo

Titolo

Terme di Montecatini

Sottotitolo

Salute e bellezza tra arte e tecnologia.

INTRO

Die Thermalquelle ist der Schatz von Montecatini, um die, verschiedene Thermalbäder mit modernen Einrichtungen gebaut würden. (Montecatini.it)

 

Un breve viaggio in una delle località termali più conosciute d’Italia, alla scoperta di gioielli nascosti e le più recenti innovazioni nel campo del wellness.

Autore

Nicoletta Curradi

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Comunicazioni interne

Corretto da Marco Armeni 17.02.2011

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543









 

:

Le terme di Montecatini

Salute e bellezza tra arte e tecnologia.

Un breve viaggio in una delle località termali più conosciute d’Italia, alla scoperta di gioielli nascosti e le più recenti innovazioni nel campo del wellness.

Nicoletta Curradi

Tra gli stabilimenti termali della città di Montecatini Terme in provincia di Pistoia, proponiamo ai nostri lettori quelli del Tettuccio, il Redi e l’Excelsior.
Lo stabilimento Tettuccio, noto come "bagno nuovo" fin dal XIV secolo, fu chiamato così per una tettoia che era stata posta a copertura della sorgente. L'edificio, realizzato dall'architetto Gaspero Maria Paoletti, fra il 1779 ed il 1781, era caratterizzato da un portale in bugnato di grande effetto scenografico. Nel 1916 l'architetto fiorentino Ugo Giovannozzi presentò un progetto di ristrutturazione dell'intero complesso impostato sul concetto delle terme romane: lo stabilimento doveva essere immerso in un parco ricco di cedri del Libano, palme, sequoie, acacie, allori, glicini, pini, tigli ed ornato da imponenti colonnati, tribune, esedre, fontane e grandi aiuole fiorite bordate di bosso. L'elemento che caratterizza l'edificio è una fonte a forma di conchiglia in granito e sorretta da un gruppo bronzeo di figure marine, le cui acque sono raccolte in una piscina con un parapetto ornato da cavallucci marini.
All’interno del complesso una sala per convegni e manifestazioni ristrutturata nel 1989 da Paolo Portoghesi; uno spazio disegnato da dodici pilastri di legno lamellare modellati come rami d’albero a sorreggere una copertura di vetri policromi, rivisitazione alle soglie del 2000 del liberty.
L’immenso parco delle Terme Tettuccio ospita sulla sommità di una collinetta le Terme Regina, oggi utilizzate prevalentemente per concerti e convegni, accanto alle quali si trova il tempietto da cui sgorga l’acqua che porta lo stesso nome. Nel giardino antistante l’ingresso sorge la fontana dell’Airone e della Rana di Raffaello Romanelli (1925), icona dello stabilimento e simbolo della bonifica della Valdinievole liberata dalle acque palustri che si estendevano dal Padule di Fucecchio, una delle più grandi zone umide dell’entroterra italiano.
Una novità a Montecatini, tra viale Bicchierai e via della Salute, sono le Terme Redi, un complesso innovativo, riqualificato ed integrato, dedicato alle cure termali ed al benessere per lui e per lei: ben ottomila metri quadrati di superficie su tre livelli a cui ha lavorato l’architetto Oreste Ruggiero.
Su un edificio preesistente si è dato vita ad un terzo piano quasi aereo, installato come un ponte su piloni e capace di incantare il visitatore tra acque che scorrono e giochi di luci e ombre.
Tra i servizi offerti da questo gioiellino del termalismo terapeutico, due ampie palestre, una di 146 mq e l’altra di 234 mq, che permettono trattamenti e corsi fisioterapici quali la back school, il fisio-pilates, il pilates, la bio-danza, trattamenti posturali, stretching ed altri. Vi è inoltre una piscina riabilitativa con acqua ipertonica termale, dotata di idrogetti per nuoto controcorrente, e un percorso vascolare dotato di idrogetti e differenziazioni idrotermiche.
Al piano alto ecco il reparto inalatorio, dotato di 154 apparecchi di ultima generazione, di cui dieci pediatrici; al piano seminterrato è ospitato il reparto di fisioterapia che entrerà in funzione però solo nei primi mesi di questo 2010. Caratteristici ed eleganti gli ambienti in legno caldo, o in gres porcellanato per l’area piscina. Gli spogliatoi femminili vivono tra granito ceramico e nuances della luna, mentre gli spazi riservati agli uomini sono di un piacevole color bronzo.
L'offerta termale di Montecatini non si esaurisce qui: oltre ai benefici delle tradizionali acque e fanghi termali, ci sono oggi anche le più innovative metodologie di benessere e bellezza, quali massaggi, trattamenti corpo e viso, e programmi di snellimento, relax o benessere. Se si desidera "staccare la spina" dalla vita di tutti i giorni, è possibile affidarsi allo staff medico e ai consulenti di benessere e bellezza delle Terme Excelsior per scoprire quanto sia facile ritrovare l’armonia con lo spirito, con il corpo e con il mondo che ci circonda. Il Centro Benessere Terme Excelsior è aperto dal lunedì alla domenica con orario continuato  9,00-19,00  Viale Verdi, 61 - 51016 – Montecatini Terme (Pistoia)
Info: www.termedimontecatini.it


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Gastronomia

Titolo

La Cucina Italiana - "Italien erleben und genießen"

Sottotitolo

Eine Kochzeitschrift mit besonderem Profil
INTRO La celebre rivista culinaria, dal 2006 tradotta anche in tedesco, affronta con originalità tutto ciò che è legato all'amore per la gastronomia italiana: non solo piatti appetitosi per ogni occasione, ma anche portrait di famosi chefs, consigli per decorare la tavola, dossier su prodotti di stagione e ricette dei lettori, entusiasmando sia italiani che tedeschi.

Autore

Ernesto Haase, Amateurkoch und Slow Food Mitglied

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Comunicazioni interne

Corretto da Kirsten 24.02.2011

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6000

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La Cucina Italiana - "Italien erleben und
genießen"

Eine Kochzeitschrift mit besonderem Profil
La celebre rivista culinaria, dal 2006 tradotta anche in tedesco, affronta con originalità tutto ciò che è legato all'amore per la gastronomia italiana: non solo piatti appetitosi per ogni occasione, ma anche portrait di famosi chefs, consigli per decorare la tavola, dossier su prodotti di stagione e ricette dei lettori, entusiasmando sia italiani che tedeschi.

Ernesto Haase, Amateurkoch und Slow Food Mitglied

Im Sommer 2005 kaufte ich am Bahnhof in München die (damals nur in Italienisch erhältliche) Zeitschrift "La Cucina Italiana". Das Titelbild war grausig, die Druckfarben schrecklich, die Bilder -  milde ausgedrückt - altmodisch. Der Preis war nach der langen Reise von Milano nach München mit Hilfe eines kleinen Aufklebers von 4,00 auf 8,00 € angestiegen, aber ich kaufte das Heft trotzdem – weil mich alles interessiert, was mit italienischer Küche zu tun hat. Ich fand ein gutes Porträt von Thomas Haselwanter, dem Unterwirt von Gufidaun/Gudon in der Nähe von Klausen/Chiusa d'Isarco, dessen Name aus ersichtlichen Gründen zu Kaselwanter mutiert war.
Ein ausführliches Feature über Landschaft und Küche von Maratea weckte starke Urlaubssehnsüchte. Was mich aber am meisten reizte, war ein Rezept für eine „Tatin" salata di pomodoro, eine gestürzte Tomatentarte. Da die originale französische Tarte Tatin mit Äpfeln eine der wenigen süßen Kuchen ist, die ich gerne esse, warum nicht salzig und mit Tomaten? Das Rezept wurde ein voller Erfolg!
2006 bemerkte ich, dass nun deutsche Ausgaben erschienen. Ich kaufte die Zeitschrift gelegentlich und war immer sehr angetan. Vergangenes Jahr bekam ich ein Abo geschenkt und damit wurde ich endgültig zum Fan dieser Zwei-Monats-Zeitschrift. Das Erscheinungsbild ist viel attraktiver geworden, ohne die Identität zu verändern; die Fotos sind appetitanregend und der Druck ist sehr ordentlich.
Der Schwerpunkt liegt bei den Rezepten, klar gegliedert nach dem Schema: Antipasti caldi & freddi, Primi piatti, Pesci e crostacei, Verdure e contorni, Secondi piatti, Dolci e torte. Dazu gruppieren sich immer dreigängige Menus unter den Mottos „Schnelle Küche", „Das leichte Menu" sowie Weinempfehlungen, Brotbäckerei und vor allem eine hervorragende „Kochschule".
Es gehört schon beträchtlicher Mut dazu, dem deutschen Leser den Umgang mit den hierzulande eher verächtlich beurteilten Stücken des Quinto Quarto und dazu der Innereien nahe zu bringen. Die Küche mit Querrippen und Bauchfleisch von Kalb und Rind, Herz und Bries sowie Nieren vom Kalb, Ochsenschwanz und Rinderbacken wird dem Leser von „La Cucina Italiana“ präzise erklärt und nahe gelegt. Das begeistert mich, denn der INTERVenti-Leser weiß, welche Rolle diese Teile auch in meiner Küche spielen. Von den 30-Minuten-Zwängen der Fernseh-Starköche zum dauernden Filet verführt, geht das Wissen um die Geschmackserlebnisse verloren, die bei richtiger, der Struktur des „minderwertigen" Fleischs entsprechenden Zubereitung möglich sind. Anstelle teurer Teile aus Quälfleisch der miserablen Massentierhaltung zu kaufen, sollte man sich wieder darauf besinnen, dass ein artgerecht aufgezogenes Tier keine unedlen Teile hat. Und dafür macht sich „La Cucina Italiana“ stark – das gefällt mir!
In jedem Heft gibt es ein jahreszeitlich orientiertes Thema des Monats, zuletzt „Rezepte zum Aufwärmen" – wenn man an kalten Tagen bei Tisch die Wärme in leckeren Rezepten sucht. Besonders gefiel mir vergangenes Jahr zu Ostern ein Sechs-Gänge-Menu nach Pellegrino Artusi. Es spricht ja Bände, dass einer der wichtigsten Stifter nationaler Identität des Bel Paese aus der Küche kam! Wer je in die Romagna kommt, sollte in Forlimpopoli die 2007 errichtete „Casa Artusi" besuchen, ein lebendiges Küchenmuseum der italienischen Hausmannskost.
In jedem Heft werden große italienische Köche mit Rezepten vorgestellt, zuletzt Massimo Spigaroli und seine Familie aus Polesine Parmense, die zu den Erzeugern des Culatello di Zibello gehört, oder, man höre und staune, Oliver Glowig aus Düsseldorf im Ristorante Oliva auf Anacapri. Heinz Beck ist nicht alleine in Italien! Was schlägt Massimo Camia von der Locanda nel borgo antico in Barolo vor? Kalbsbäckchen in Barolo! Herrlich die „zuppa di pesce del mar nella pietra ollare" von Claudio Pasquarelli an der Ponente Küste. Im Unterschied zu den sonstigen Heftrezepten spielt in diesen Artikeln natürlich die „Tellerarchitektur" eine größere Rolle als es zuhause zumutbar oder praktikabel ist. Der oder die am heimischen Herd Tätige sieht darüber ohne Neid hinweg, ist man doch immer dankbar, dass die Fotos auf den Rezeptseiten so ehrlich und natürlich daherkommen, dass sie zum Nachkochen ohne Frust animieren.
Außerdem gibt es ja auch regelmäßig eine Seite „Leser kochen". Da fabriziert zum Beispiel Papa Luca aus Viareggio mit seiner neunjährigen Tochter Alice einen Auflauf mit Tintenfischen und Oliven. Aufgepasst, deutsche Väter am Herd: Tintenfische haben keine Gräten!
Der Teil „Italien erleben und genießen" in jedem Heft ist immer interessant. In den jüngsten sechs Ausgaben wurden Lucca, Ferrara, die Cinque Terre, Bellano am Comersee, Cagliari. Oropa und Biella, oder die Lagune von Grado besucht. Die Artikel unterscheiden sich stark von denen deutscher Hochglanzkochmagazine. Es gibt viel mehr detaillierte Information über die lokale Küche und ihre Protagonisten und bis zu vierzig, natürlich eher kleine, aber informative Fotos, die den Wunsch nach eigenem Besuch wecken. Hier kommt eine kleine Kritik. Wie man an der Liste sieht, konzentriert sich die Auswahl etwas zu stark auf den Norden des Bel Paese.
Am Ende des Hefts steht die Rubrik „La Bocca della Verità". Die Kritik an unserem System, in dem die Nahrungsmittelindustrie in schamloser Profitgier und ohne Rücksicht auf eine nachhaltige Landwirtschaft den Konsumenten verdummt und den Bauer ausbeutet, fällt in der Cucina Italiana deutlicher aus als bei Slow Food. Zusammen mit dem ebenso deutlichen Editorial der beiden Chefredakteure Stefan Hermes und Gregor Schäfer bilden „La Bocca della Verità" und das Editorial eine Klammer um den Inhalt. Der bekennt  sich klar zu einer guten, sauberen Küche, die in der italienischen Tradition steht, und doch das Neue nicht ablehnt, solange es nicht bloß modische Tendenz ist, sondern eine Konzentration auf das Wesentliche darstellt.

   
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