Qui e ora
Francesco Frattolillo wurde in Crotone (Kalabrien), der Heimat von Pythagoras, geboren. Sein Leben hat er in sowohl verschiedenen europäischen Ländern sowie auch in den USA verbracht. Seit 1994 wohnt er in München. In seiner Malerei ist er Autodidakt.
Francesco Frattolillo è nato nel 1955 a Crotone, in Calabria, nell’antica e ridente città che si affaccia sul mar Ionio. A 19 anni si è trasferito a Siena per frequentare la facoltà di Lettere. Il suo animo zigano ed indipendente lo ha poi portato a viaggiare molto e a soggiornare per lungo tempo nei paesi visitati, in Europa e oltreoceano, dove ha seguito e partecipato a molteplici manifestazioni artistiche e culturali. Dal 1994 vive a Monaco di Baviera.
INTERVenti (IV): Quando e come hai scoperto la tua passione per la pittura?
Francesco Frattolillo (FF): Ricordo che da bambino i vicini di casa mi lanciavano urla di disapprovazione per i miei interventi “murales”. E ricordo anche le pedate sul fondo schiena da parte dei bidelli delle scuole elementari. Usavo gessetti colorati, colori a cera, schegge di marmo… Ero un bambino vivace, uno di quelli con l’”argento vivo” addosso. L’arte era per me una gioia, il linguaggio della mia infanzia.
IV: So che non hai frequentato un istituto d’arte…
FF: No, e mi ritengo fortunato da questo punto di vista. L’essere autodidatta ti permette di esprimere la tua creatività senza redini. Cioè sei più libero e totale. D’altronde anche Picasso affermò di aver impiegato più tempo a liberarsi delle tecniche acquisite che ad apprenderle.
IV: Quali tipi di interventi rientrano nella tua arte e quali tecniche hai sperimentato finora sul tuo percorso artistico? È vero che non dipingi solo su tele?
FF: Mi ritengo un “immediato”, un estemporaneo. Le tecniche, i metodi, i materiali, i mezzi e la scelta dei supporti li incontro sul mio percorso, nascono tutti al momento, cambiano e si evolvono di continuo. È un processo dinamico, sotto l’insegna del “qui e ora”. Vedi, l’arte, secondo me, non è semplice tecnica. È un processo alchemico che avviene nel più profondo del nostro essere. È la crescita della nostra vita globale, un frutto della nostra vita. L’arte non è qualcosa che può venirti data. Può solo sorgere in te grazie ad una trasformazione, ad un mutamento. È una fioritura: una crescita avviene sempre partendo dalla totalità, non è mai una cosa in più. Così come l’amore, che non può venire dall’esterno, ma cresce e si evolve in te. Come la meditazione, che non è altro che un espediente per renderti consapevole del tuo essere che è creato da te e che è ciò che già sei! Nasci e lo porti con te: il tuo essere deve solo essere riscoperto.
IV: Nelle tuo opere vi sono spesso riferimenti al mare. È ancora intenso il tuo rapporto con la terra ed il mare di Crotone?
FF: Crotone era una delle città più importanti della Magna Grecia, ricca d’arte e cultura, dove Pitagora fondò la sua scuola. Oggi Crotone vive una realtà totalmente diversa, dalla quale non mi sento per niente ispirato. Senz’altro mi resta nello spirito l’impronta indelebile di quel mare su cui sono nato. Mia madre mi ha partorito a largo di Crotone, mentre insieme a mio padre tornavano in barca da una battuta di pesca. Quel mattino di fine dicembre tirava forte la tramontana: il suo impeto, la sua profondità e il magnetismo di quell’energia inondarono il mio cordone ombelicale, mentre mio padre lo recideva come una seppia con il suo coltello da pescatore. E infine mi lavò con l’acqua di mare…
IV: Prima di venire in Baviera avevi avuto già contatti con la cultura tedesca?
FF: Vivo a Monaco dal 1994. I primi rapporti con la Germania e la cultura tedesca li ho avuti mentre studiavo Lettere a Siena alla fine degli anni ‘80, dove allora risiedevano molti studenti di medicina tedeschi. In quel periodo nei circuiti artistici internazionali, ma soprattutto in Italia e negli USA, imperversava la “Transavanguardia”, un gruppo di artisti italiani come Chia, Ceccobelli, Cucchi e Schifano, guidati dal professore e critico d’arte partenopeo Achille Bonito Oliva. Lo stretto contatto con la “colonia” tedesca di Siena mi fece conoscere la serietà e la rigorosità della loro cultura. Una mia amica di Monaco mi fece visitare questa città, così come altre della Germania, che allora rivalutava Nolde e Kirchner. Oggi mi sento di amare Monaco, questa città italiana del nord.
IV: Ma dove si possono ammirare le tue opere?
FF: Sono in contatto con alcune gallerie di Ulma e Salisburgo per delle future mostre personali pubbliche… organizzate da privati! Chi proprio non può attendere è invitato a visitare il mio nuovo atelier su appuntamento (Tel.: 01629322402)
Gianni Minelli
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