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Pubblicato Giovedì, 11 Novembre 2010 14:19

Un incontro con Hans Jochen Vogel, politico d'alta classe

INTERVenti hat Herrn Dr. H.J. Vogel, den ehemaligen Münchener Oberbürgermeister interviewt und ihn u.a. nach seiner Beziehungen zu Italien befragt. Wenige wissen nämlich, dass der prominente Politiker italienische Wurzeln besitzt.

Mir
anda Alberti

Hans Jochen Vogel è stato sindaco di Monaco dal 1960 al 1972 per un numero complessivo di 4.444 giorni, come si può leggere nella sua biografia. È nato il 3 febbraio 1926 a Göttingen ed ha studiato Giurisprudenza a Monaco dopo essere tornato dalla prigionia alla fine della guerra.

INTERVENTI (IV): Quali sono i suoi legami e i suoi rapporti con l’Italia?
H.J. Vogel: I legami più stretti e profondi sono quelli che posso rintracciare nella mia stessa famiglia. Infatti una mia bisavola, da parte materna, era italiana. Era una Zenetti proveniente dalla zona di Tolmezzo. Un altro ricordo che ha segnato la mia autobiografia risale al tempo di guerra. Fui fatto prigioniero nei dintorni di Vicenza, trasportato a Pisa e rinchiuso nel campo di prigionia di Coltano. Naturalmente in seguito vi sono ritornato da turista per visitare le città storiche italiane: Roma, Firenze, Venezia ecc.

IV: Dr. Vogel, Lei non crede che, nonostante gli stretti legami che vi sono fra l’Italia e la Germania, circolino ancora troppi pregiudizi?
H.J.V.: No, non lo credo affatto. Ormai siamo in una Europa unita che ha abbattuto le frontiere e che si avvia verso un processo di integrazione inarrestabile. Sorprendenti sono i cambiamenti che sono avvenuti e la velocità con cui si sono verificati... Chi l’avrebbe mai detto?

IV: Mi permetta di insistere visto che io mi ci confronto ogni giorno: “l’italiano inaffidabile” “il tedesco freddo” ecc. ecc.
H.J.V.: Ma no, ma no... sono solo luoghi comuni... niente  di serio.

IV: Devo ammettere che mi sento rincuorata dal suo saggio ottimismo...
H.J.V.: Non è ottimismo. È realismo. La storia ha tempi lunghi e 50 anni sono veramente pochi in confronto ai cambiamenti che sono avvenuti, ciò che fa prevedere un continuo sviluppo in questa direzione.

IV: Parliamo di politica. Lei non trova che ci siano troppi giuristi nella politica?

H.J.V.: No ... (sorride) ... perché anch’io sono giurista! Ma a parte tutto penso che forse si lamenti la mancanza di economisti, di manager. Questi, infatti, preferiscono lavorare nell’industria privata dove possono aspirare a più alti guadagni...

IV: Ma lei non pensa che siano molte le categorie che voltano le spalle alla politica? E soprattutto non si dovrebbe dare più spazio ai giovani e ai movimenti?

H.J.V.: Certo, certo. Ma come vede, oggi, sono proprio i giovani a riprendersi questo spazio senza che gli venga concesse nulla da nessuno... e me ne rallegro!

IV: Quali devono essere, secondo lei, le doti di un buon politico?
H.J.V.: Credibilità. Chiarezza. Verità. Dare un esempio di coerenza morale anche con la propria vita privata.

IV: Niente Machiavelli allora?

H.J.V.: No, niente machiavellismo. Sebbene... sebbeneanche il Machiavelli andrebbe riletto con più attenzione...

IV: Un’ultima questione che riguarda la scuola. Sempre più famiglie italiane lamentano una carenza preoccupante nella formazione umanistica impartita nel liceo tedesco...

H.J.V.: Veramente? È una cosa che mi risulta nuova... anche se, devo dire che la scuola non è il mio campo...

IV: Sì certo, ma come giudica questo fatto e più in generale come valuta l’importanza di una cultura generale?

H.J.V.: Sono sempre stato un sostenitore dello studio del latino che ritengo essere una disciplina molto importante per una mente in sviluppo...

IV: E della filosofia? Non è forse la Germania la patria del pensiero moderno? Perché proprio in Germania se ne sente parlare così poco, soprattutto a scuola?
H.J.V.: Io so che si insegna l’etica come materia facoltativa, ma capisco che questa non è che una parte della filosofia. Sono comunque convinto dell’importanza della formazione umanistica e della cultura generale. Questa è la base per una formazione completa e autonoma.

IV: Grazie Dr. Vogel. INTERVenti La ringrazia per questa breve intervista sperando di avere presto un’altra occasione per proseguire il discorso.

(INTERVenti 2003-2 pag.21)

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