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Categoria: Varie

Pubblicato Martedì, 07 Dicembre 2010 10:28

Un’asta, due teste, tre nazioni

Francia – Cina - Italia: un antico legame di bronzo. Castiglione fa ancora parlare

Leonardo Chen

Fine Febbraio. Prendiamo una solenne asta parigina organizzata da Christe’s, mettiamoci dentro due preziose teste di bronzo cinesi della collezione di Yves Saint Laurent, disegnate dal gesuita italiano Giuseppe Castiglione; aggiungiamo la proposta proveniente dall’APACE (l’associazione per la tutela dell’arte cinese in Europa) di sospendere la vendita dei due pezzi: i capolavori appartengono all’eredità culturale cinese, devono tornare in patria. Respingiamo la proposta di Pechino da parte della giustizia francese; aggiudichiamole invece ad un offerente anonimo per un prezzo di 14 milioni di euro ciascuna. Achtung all’offerente! Soprattutto se si scopre, pochi giorni dopo l’asta, che non ha intenzione di pagare e il suo cognome ha qualcosa di “vagamente” orientale: Cai Ming Chao. Un gesto patriottico quello del cittadino cinese, dirigente di una casa d’aste con sede a Xiamen.

Perché scotta ancora quel bronzo? Facciamo un salto nel tempo.

1700. Le due teste in questione, una di ratto e una di coniglio, facevano parte di una fontana-orologio, detta “Clepsidra” che aveva come tema i dodici animali dell’oroscopo cinese. Da ognuna delle dodici teste sgorgava acqua per due ore: per conoscere l’orario bastava quindi guardare da quale testa di animale fuoriuscisse l’acqua. L’opera faceva parte delle tante meraviglie che appartenevano al giardino del celebre Palazzo d’estate. I lavori di tale residenza iniziarono sotto il regno dell’imperatore Kang Xi. (1654 – 1722). Il suo successore, l’imperatore Yong Zheng (1722 -1735), volle però ampliare la maestosa costruzione (Yuan Ming Yuan) che si è valsa il nome di “Versailles d’Oriente”. Per questo commissionò al gesuita Giuseppe Castiglione, conosciuto in Cina con il nome di Lang Shi Ning ed all’architetto francese Michel Benoist la costruzione di un ulteriore palazzo (Xi Hai Yuan).

L’edificio in stile barocco fu ultimato nel 1747, durante il regno di Qianlong, in mezzo ad un paesaggio popolato da pagode e da eleganti padiglioni. L’artista italiano giunto a Pechino nel 1715, riuscì ad esprimere i propri valori estetici, risultanti dalla tradizione rinascimentale italiana fusi con le istanze più astratte dell’arte locale. Fu anche grazie a Castiglione che la pittura in Cina divenne un mezzo espressivo molto apprezzato in una cultura che prediligeva rappresentazioni simboliche piuttosto che realistiche e che era all’oscuro della plasticità delle forme, delle ombre e delle prospettive. Gli ultimi a vedere intatto il Palazzo d’estate furono i militari francesi e britannici. Siamo nel 1860; è in corso la Seconda guerra dell’oppio e Palazzo e giardini vennero rasi al suolo. Molti dei tesori del complesso di Qianlong furono saccheggiati. I capolavori svanirono, tra cui la singolare fontana dello Zodiaco, opera del Castiglione.

Le teste di ratto e di coniglio ricomparse a Parigi ma non si sa se alla fine i rari capolavori settecenteschi potranno tornare in patria. Il governo cinese rivuole le teste indietro poiché le considera rubate durante una guerra ingiusta. Un museo di Pechino che si occupa di rintracciare i tesori perduti, era riuscito ad aggiudicarsi ad un’asta ad Hong Kong le teste di scimmia, tigre e bue. A New York invece, Stanley acquistò ad un’asta la testa di maiale, donandola successivamente al museo cinese. Delle altre, nessuna notizia.

2009-2 pg 15