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Siamo tutti vittime e responsabili di un mondo sempre più violento e indifferente

Un commento sul recente attentato di Monaco

Silvia Alicandro

Monaco, 9 settembre 2016.
Sono passate alcune settimane dall'ultimo triste episodio che ha colpito e stupito i cittadini di Monaco, la cosiddetta città a criminalità zero della Germania.

La percezione della sicurezza per le strade e nei luoghi pubblici è cambiata: molti continuano a chiedere e si domandano se possono prendere i mezzi di trasporto senza pericolo o andare a visitare una città, un museo senza incorrere in qualche atto scellerato e perdere la propria vita o quella delle persone care. Non siamo abituati a sentirci dire"non uscite di casa... non  sappiamo quanti e chi sono gli attentatori... " e ascoltare i rumori di elicotteri e sirene con un dispiegamento di forze dell'ordine mai visto prima.
Improvvisamente ci si sente assediati in un coprifuoco irreale, impauriti e preoccupati per familiari ed amici.

Sentiamo ogni giorno queste descrizioni in altri Paesi e città che non sono i nostri e pensiamo che a noi non potrà mai accadere. Eppure non è così: sono ormai troppe le notizie di attentati imprevedibili in Europa; troppe le forme di violenza individuali o organizzate e il numero delle vittime continua a crescere.

Perché? Cosa sta succedendo? Siamo in guerra? C’entra la religione? Chi ha la responsabilità di tutta questa violenza? Che cosa spinge dei giovani ragazzi a uccidere e ad uccidersi? Sono tutti pazzi, esaltati, mostri?

Sembra che ci sia una deriva dell'umanità persa nei meandri di un individualismo esasperato dove ognuno pensa soltanto al proprio benessere e non a quello collettivo; dove le relazioni sono prevalentemente virtuali e prive di emozioni e sentimenti.

Troppo pochi si domandano da dove deriva il disagio sociale e psicologico; a cosa sono dovute le differenze sempre più evidenti tra chi ha troppo e chi non ha nulla.
Troppo pochi, compresi chi ci governa, si prendono la responsabilità di aver contribuito ad un mondo sempre più violento e indifferente alle sofferenze umane e agli orrori della guerra che oggi ha varie forme.
Per questo siamo tutti vittime e responsabili di ciò che accade e non possiamo più solo assistere senza fare nulla.

Che cosa possiamo fare? Molto!
Per cominciare ognuno di noi può scegliere di ristabilire un ordine di priorità tra le cose e le persone a cui tiene; di difendere i valori in cui crede e di trasmetterli ai propri figli; imparare ad ascoltare se stessi e gli altri ponendosi in modo empatico; contribuire a rendere migliore la realtà in cui vive impegnandosi in prima persona per il bene comune; cambiare il proprio modo di comunicare e di agire abbandonando ogni forma di violenza e difendendo ogni persona più debole o più sfortunata, al di là della provenienza e della sua cultura. Anche la scuola ha un ruolo importante perché forma le menti dei giovani e dovrebbe contribuire, insieme alle famiglie, a sviluppare talenti, a favorire il pensiero critico e costruttivo, a far nascere nuove idee.

Credo profondamente che solo insieme possiamo impedire che le guerre continuino a sterminare intere popolazioni e bellissimi patrimoni culturali; solo insieme possiamo bloccare uomini e donne accecati dal desiderio di potere e di denaro; insieme possiamo trovare le soluzioni per eliminare il disagio che porta giovani ragazzi a compiere gesti scellerati; insieme possiamo pretendere che chi governa trovi le soluzioni e le risorse per aiutare i più deboli; insieme possiamo abbattere la paura che continuamente viene indotta per impedirci di agire e ci fa vedere l'altro come un nemico.

Ci sono molti uomini e molte donne che hanno scelto queste strade e che ogni giorno lottano per dare il loro contributo per un mondo migliore, meno indifferente e più giusto anche a costo della loro stessa vita, oggi come in passato.
A loro dovrebbe essere dato il compito di guidare l'umanità e il loro esempio dovrebbe

essere considerato il faro che conduce in porti sicuri e protetti.

 

 

 

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