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Categoria: Salute
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Pubblicato Giovedì, 25 Novembre 2010 10:54
Le zecche
Piccoli mostri sanguisuga: il pericolo che viene da boschi e prati
Zecken sind weltweit verbreitete blutsaugende Parasiten, die sich vom Blut ihrer Wirte ernähren. Sie haben als Überträger von Krankheiten auf Mensch und Tier zweifelhafte Berühmtheit erlangt. Ist eine Zecke mit Krankheitserregern wie Bakterien oder Viren infiziert, können diese in den Körper des Blutwirts gelangen.
In Deutschland haben vor allem zwei durch Zecken übertragbare Erkrankungen Bedeutung: die von Bakterien ausgelöste Borreliose und die virale Frühsommer-Meningoenzephalitis (FSME).
Dr. Stephan Guggenbichler
Le zecche fanno parte della famiglia degli acari e possono trasmettere delle malattie all’uomo. La più rischiosa è la zecca dei boschi che vive nell’erba e nei cespugli oppure sugli alberi. Di colore scuro, piccola (da 2 a 8 mm) e resistente è difficile a volte da vedere a occhio nudo. Le malattie infettive trasmesse dalla zecca sono principalmente la “Malattia di Lyme o Borreliosi” e una forma di infiammazione del tessuto nervoso chiamata “Meningoencefalite o tick-borne encephalitis”. Solo contro quest’ultima malattia esiste una vaccinazione per bambini e per adulti.
Le zecche hanno bisogno di un cosiddetto ospite dove completare il loro ciclo vitale. Pungendo si attaccano alla pelle per succhiare il sangue di cui si nutrono. Questo può avvenire in ogni stagione dell’anno, ma le zecche sono più attive nei periodi più caldi. Ecco perché il problema riguarda soprattutto gli individui che frequentano boschi e zone ricche di prati. Si deve comunque considerare che affinché la zecca possa provocare dei danni è necessario che resti attaccata alla pelle almeno 36-48 ore. Al di sotto questo periodo di tempo le probabilità di infezione sono molto basse.
Anche quando resta attaccata a lungo le infezioni sono comunque ancora piuttosto rare e la puntura di zecca in sé non significa quindi automaticamente infezione o malattia.
Una volta che si trova una zecca attaccata alla pelle, questa va estratta con una pinzetta afferrandola nel punto in cui più aderisce alla superficie cutanea. Va quindi tolta facendo attenzione a tirare verso l’alto senza schiacciarla, per evitare che “spruzzi” dentro il nostro corpo il sangue già succhiato. Se, come capita spesso, dopo l’estrazione rimane il rostro nella pelle (cioè la parte con cui la zecca si attacca), questo va estratto aiutandosi con un ago sterile da siringa, oppure si può anche lasciare dentro e controllare la zona. Bisogna poi disinfettare la parte colpita, verificare lo stato di vaccinazione contro il tetano e annotare sul calendario il giorno in cui è avvenuta l’estrazione.
Contrariamente a quello che si consigliava una volta, la zecca non va uccisa con gocce di olio o con altre sostanze in quanto questa procedura può provocare reflusso di sangue dalla zecca dentro il nostro corpo.
La zecca non deve essere bruciata con sigarette, aghi arroventati ecc., né va tolta con le dita
per il rischio di contagio per l’operatore.
Perché la zecca trasmetta malattie deve a sua volta essere infetta, cosa che è tutt’altro che frequente. La percentuale di zecche infette varia da regione a regione.
L’errore più grave è allora quello di iniziare una terapia antibiotica per prevenire un evento che raramente si verifica
e che si ha tutto il tempo eventualmente di affrontare. Il risultato sarebbe peggiore del male perché un eventuale infezione si renderebbe più subdola e più difficile da riconoscere. Inoltre va ricordato che l’uso non appropriato degli antibiotici genera resistenze ai germi che provocano le comuni malattie infettive.
È utile piuttosto saper cogliere i primi segni di malattia specialmente della borreliosi, malattia più frequente nella nostra zona anche se nel 2005 è stato registrato un aumento dei casi di meningoencefalite o tick-borne encephalitis in Germania .
La cosa migliore è comunque prevenire la puntura di zecca. Si consiglia di indossare vestiti chiari, che rendono più facile l’identificazione delle zecche, di colore scuro, e per poterle rimuovere prima che si attacchino alla pelle; di usare vestiti con maniche lunghe e pantaloni dentro ai calzettoni o agli stivali; di non camminare dove l’erba è più alta e non sedersi sull’erba. Al ritorno da una gita in zone che potrebbero essere infestate da zecche lavare i vestiti ad alte temperature.
Prima di fare la doccia o il bagno è utile ispezionare tutto il corpo con l’aiuto di un’altra persona. Le sostanze repellenti da spruzzare sulla pelle possono essere efficaci, ma non sono indicate per i più piccoli e comunque non vanno lasciate al libero uso del bambino per i rischi di tossicità.
Quindi l’importante, come spesso nella medicina pratica, è il ” pensarci” cioè il non trascurare macchie rosse insorte sulla pelle da qualche tempo (alcune settimane) magari dopo un soggiorno in campagna e di farle vedere al medico di famiglia che saprà prendere le giuste decisioni.
La
Malattia di Lyme o borreliosi è una malattia infettiva di origine batterica (il batterio si chiama Borrelia) che si sviluppa in modo lento, nel corso di settimane, e quindi si ha la possibilità di intervenire per tempo senza che si propaghi fino a provocare danni a varie parti del corpo. Il segno iniziale, che va riconosciuto, è l’eritema o macchia rossa. La zona cutanea colpita dalla zecca diventa progressivamente rossastra: è quello che viene definito “eritema migrante”
in quanto caratteristicamente si allarga e prende la forma di un anello perché spesso si schiarisce al centro. Bisognerebbe allora come prima misura controllare giornalmente, per 30-40 giorni, la pelle in cui si era attaccata la zecca. Se compare un qualsiasi eritema bisogna rivolgersi subito al medico il quale potrà prescrivere le cure appropriate che consistono in antibiotici per almeno 3-4 settimane. Qualora nel periodo di osservazione dei primi 30-40 giorni fosse necessario praticare terapie antibiotiche per altri motivi, il paziente dovrà ricordare al proprio medico dell’avvenuta puntura di zecca, perché si possano nel caso usare antibiotici efficaci anche contro la borreliosi, somministrati nei tempi adeguati.
Se non riconosciuta e curata in tempo la Malattia di Lyme si può propagare anche ad altri organi quali cervello e nervi, occhi, cuore, articolazioni. In questo caso le terapie sono più impegnative e non sempre efficaci al 100%.
La
meningoencefalite (in tedesco
FSME o Frühsommermeningoencephalitis) invece è una malattia di origine virale anche essa trasmessa dalla zecca infettata. È una infezione grave del sistema nervoso centrale e delle meningi (cioè i tessuti che rivestono i nervi e il sistema nervoso) con possibilità di gravi menomazioni funzionali fino alla paralisi o al coma. È l’unica malattia contro la quale esiste una possibilità di prevenzione con un vaccino che andrebbe somministrato in età infantile oppure in età adulta per chi viaggia spesso in paesi con alto rischio di infezione.
(2006-3 pag 35)