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Categoria: lettres italiennes
Pubblicato Sabato, 04 Dicembre 2010 14:56

Mens insana in corpore insano

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Bereits die alten Römer wussten, dass ein gesunder Geist in einem gesunden Körper wohnt. In Zeiten des Fitnesswahns wird Sport aber meist nur noch aus modischen Gründen betrieben.

Corrado Conforti

Come tutti gli anni, anche quest’anno ai primi di settembre ho trascorso una settimana al mare a poco più di trenta chilometri da Roma. Il posto, va detto, non è un granché, ma ha il merito di avere a disposizione un’ampia spiaggia libera la quale, sebbene tutt’altro che pulita, mi consente di starmene tranquillo al sole, lontano da bambini che piangono, aspiranti calciatori e instancabili tennisti.

Siccome anche in vacanza ho l’abitudine di alzarmi presto, una volta arrivato in spiaggia, vedo correre sulla battigia quei joggers che, per svolgere la loro attività, scelgono, essendo queste le più fresche, le prime ore della giornata. Quello che è singolare in questi sportivi è la loro età: pochi sono infatti quelli che dimostrano meno di cinquant’anni. Anzi, l’età media è intorno ai sessanta e qualcuno è addirittura sopra la settantina. Ovviamente la maggior parte di costoro non corre veramente: procede, diciamo così, a passo sostenuto; attività che comunque deve costargli non poca fatica, vista la quantità di sudore che gli imperla la fronte e l’espressione di sforzo che gli si disegna sul viso.

I joggers più solerti erano, fino all’anno scorso, due anziani signori che vedevo sempre correre insieme e, aggiungo, di buon ritmo. Quest’anno ne ho visto passare solo uno. Forse l’altro si è stancato, forse gli acciacchi dell’età lo costringono a casa, o forse continua le sue corse lungo i sentieri di un altro mondo, più tranquillo del nostro, se non altro perché, diversamente da quello in cui viviamo, non conosce l’assillo del tempo che passa. Il suo compagno invece continuava a correre e, anche quest’anno, di buon passo. Mentre lo guardavo passare, però, ho notato che qualcosa di bianco gli spuntava dal costume da bagno, qualcosa di consistente, perché riempiva della sua materia l’intero slip. Come ho saputo più tardi si trattava di un pannolone. Il simpatico e sportivo signore è diventato insomma incontinente ed è costretto perciò a indossare un assorbente. E tuttavia continua a correre. Come un giovanotto.

Giovanotti in spiaggia ne ho visti pochi. Ne ho visti tanti invece, un giorno che non avevo voglia di andare al mare, in un paesotto lì vicino aggrappato sopra una montagna. Tolfa si chiama la cittadina. Entrando in paese la prima cosa che si incontra è una gigantesca palestra i cui cartelli pubblicitari segnalano, oltre alle attività che lì si possono svolgere, il nome dei macchinari che consentono di mantenersi in forma. E la palestra doveva essere assai frequentata, a giudicare dai muscoli che i giovanotti a cui ho accennato esibivano, attraverso le loro aderenti t-shirt, mentre bivaccavano annoiati sulla piazza principale. Quello che però colpiva di più in quest’ultima e lungo il corso che attraversa il paese era il traffico intensissimo di macchine e di motorini. Un traffico che era costituito sempre dagli stessi veicoli, alla guida dei quali c’erano i suddetti giovanotti palestrati i quali, per spostarsi lungo i pochi metri che separavano la piazza dalle loro abitazioni o da quelle dei loro amici, non facevano neanche un passo a piedi, ma ricorrevano regolarmente a un’automobile o a uno scooter.

Curioso tutto questo. I vecchi bruciano gli ultimi vigori costringendo muscoli e ossa a sollecitazioni che la loro età dovrebbe evitare, mentre i giovani che energia ne hanno da vendere, fanno di tutto per evitare il minimo sforzo, a meno che questo non sia quello ripetitivo e finalizzato a soli scopi estetici che si pratica all’interno di una palestra.

E mentre i nonni si illudono di ritardare la vecchiaia e i nipoti presentano al mondo lo spettacolo di una giovinezza ipertrofica, i nipoti più piccoli trascorrono pomeriggi interi davanti al televisore, trangugiando merendine industriali la cui pubblicità hanno visto nel corso delle interruzioni dei programmi ai quali assistono.

Non a tutti, ma a tanti di questi bambini, ho visto esibire sulla spiaggia, al di sopra dei fianchi, quelle ciambelle di grasso che un tempo erano rare nei loro coetanei.

Chissà se anche loro un giorno cercheranno negli ultimi anni di vita, quel movimento al quale, in un epoca in cui avrebbero potuto compierne tanto, hanno preferito rinunciare a causa della schizofrenia di una società malata di consumi e sempre ansiosa di accodarsi alle nuove mode, soprattutto alle più balzane.

2008-1 pg 11

 

 

 

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