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L’incubo

Lettres italiennes

Corrado Conforti.

Monaco, 20 febbraio 2018.
Tutti voi sapete cos'è un incubo, perché non c'è nessuno, credo, che non ne abbia avuti e perché, nel caso improbabile che mi sbagli, l'incubo è uno dei fenomeni più sfruttati da sempre nel cinema. Da quando infatti i modi della rappresentazione mimica hanno avuto la possibilità di truccare le apparenze (cosa questa che era possibile solo in parte e in modo complicato e dispendioso nel teatro) la cosiddetta settima arte è ricorsa spesso all'immagine orrifica. Da quando poi il cinema, da muto che era è diventato sonoro, musica, scricchiolii e voci si sono uniti alle immagini provocando nello spettatore quella tensione che è nota con il nome di suspense, uno stato d'animo di attesa angosciosa destinato, esattamente come avviene negli incubi notturni, a interrompersi bruscamente.

Ma torniamo all'incubo vero, quello partorito dalla nostra fantasia e rivelatore spesso delle nostre paure e dei nostri conflitti inconsci. Gli incubi, come anche i sogni, si presentano nella cosiddetta fase REM del sonno, vale a dire in quella in cui, malgrado il generale rilassamento muscolare, il cervello risulta invece vigile quasi come durante la veglia. Credo che ognuno di voi, se adesso potesse interloquire con me, saprebbe raccontarmene uno suo. Se poi non ne aveste di ricorrenti, potreste certamente riferirmene uno episodico; ma se io vi chiedessi di rintracciarne le cause in qualche esperienza vissuta, dubito che sapreste indicarmela, non perché questa non esista, ma perché si è verificata certamente in una fase remota della vostra infanzia di cui avete perso (o magari rimosso) il ricordo.

Vi faccio un esempio riferendo non un mio incubo in particolare ma una curiosa presenza che ritorna in alcuni miei sogni angosciosi. Si tratta di un colore, l'ocra, spesso materializzato nelle mie fantasie oniriche nella sabbia o nella terra. Deve esserci nel mio passato un'esperienza traumatica svoltasi con una di queste sostanze; ed il mio sospetto è stato confermato da un episodio recente: girando in bicicletta per la bella campagna bavarese ho provato all'improvviso un senso di malessere, quando al lato della strada, là dove si stavano svolgendo dei lavori, ho scorto all'improvviso un enorme mucchio di sabbia di un colore molto simile all'ocra.

Ma non voglio parlarvi né della mia infanzia né dei miei sogni, bensì di un altro incubo, questo concreto, che ha iniziato a profilarsi qualche mese fa e che promette di durare parecchio tempo.

Da mesi ormai un individuo che sembra uscito da un racconto di Stephen King si materializza sugli schermi dei nostri televisori pontificando su tutto in un italiano incerto sia per l'ignoranza che l'uomo ha della materia di cui parla, sia per difficoltà di articolazione che gli derivano dall'età avanzata e probabilmente anche dalle sostanze che assume per poter tenersi in piedi. Quest'uomo noi italiani (e non solo noi italiani) lo conosciamo bene. Per vent'anni ci ha fatto vergognare davanti  al mondo intero (ma va detto che anche prima non avevamo una grande reputazione). Ha gestito la cosa pubblica con un dilettantismo e una ignoranza che ci hanno portati sull'orlo della bancarotta. Si è esibito in tutti i consessi internazionali in modo volgare e ridicolo, tanto che solo nei paesi di democrazia apparente ha trovato appoggi e consensi. Ha pronunciato battute sessiste, omofobe e razziste, e ha dimostrato, storpiando nomi e falsificando la storia, una mancanza di cultura generale che è normale solo in chi ha una bassissima scolarizzazione.

Ma ha fatto di peggio: ha offeso con frasi irripetibili avversari politici, ha regalato cariche pubbliche alle sue amanti, ha giurato il falso sulla testa dei suoi figli e ha dato mandato ai suoi giornalisti di insultare la moglie, colpevole di essersi ribellata ai suoi continui tradimenti, dimostrando così di non essere in grado di concepire altro affetto che non sia quello spropositato che nutre per se stesso. E quanto più invecchiava, tanto più diventava ridicolo, modificando, grazie al bisturi, il suo aspetto fisico e accompagnandosi a donne di cui avrebbe potuto essere il nonno, quasi a voler scongiurare il passare del tempo opponendogli la freschezza di qualche giovanissima escort.

E qui devo fermarmi per motivi di spazio potendo solo accennare ai suoi tanti processi e alla condanna definitiva per frode fiscale. che lui, che si vuole uomo di stato, ha compiuto sottraendo all'erario pubblico parecchi milioni di euro.

Adesso il nostro è di nuovo sulla breccia, con i suoi capelli finti e le sue carni guaste. È di nuovo qui a ripetere le sue false promesse a un popolo senza memoria disposto ancora una volta a credergli, a stare a sentire quel suo eloquio prolisso e sgangherato, a prendere per buono quel suo sorriso di plastica, a bearsi, al pari di un'accolita di cortigiani, delle sue battute idiote.

Se un incubo ricorrente ha le sue cause in un trauma infantile, mi chiedo cosa ci sia stato nel passato del nostro infelicissimo paese che gli abbia fatto produrre un orrore simile.

Da un incubo però dopo qualche secondo ci si sveglia. Da questo quando ci sveglieremo?

 

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