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Categoria: Dall'Italia
Pubblicato Giovedì, 02 Dicembre 2010 07:44

Lasciateli in Pacs

Scelta di civiltà o svalutazione della famiglia tradizionale?

In Italien hat die Diskussion über den „Patto Civile di Solidarietà“ begonnen. Durch dieses Abkommen sollen die Rechte von nichtehelichen Lebensgemeinschaften geregelt werden. In fast allen anderen EU-Staaten existieren bereits Regelungen zu diesem Thema.

Pino Mencaroni

PACS, PAtto Civile di Solidarietà, per regolamentare le unioni fuori dal matrimonio. Si tratta di oltre 600 mila coppie di conviventi, ma le cifre sono vecchie e sicuramente sottostimate. Difficile misurare quante siano realmente le coppie di fatto. Non hanno alcuno status giuridico. Coppie invisibili, unioni simili a tutte le altre nel bene come nel male, qualche volta anche più solide, ma totalmente ignorate dalla legge italiana che, unica in Europa, non le riconosce e, quindi, non le tutela.
Gli altri paesi dell'Unione Europea dotati di una legislazione in materia sono Austria, Finlandia, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Gran Bretagna, Repubblica Ceca e Svezia, mentre in Slovenia e Ungheria ci sono delle leggi che regolano qualche diritto relativo a proprietà, eredità e beni comuni delle coppie di conviventi, anche omosessuali.

Oltre all’Italia (dove tuttavia singoli comuni, come Empoli, Pisa, Padova e Ferrara, e alcune regioni come la Toscana, l’Umbria, la Calabria e l’Emilia Romagna, hanno avviato una regolamentazione delle unioni civili) tra i paesi privi di normative ci sono Russia, Polonia, Albania, San Marino, Malta, Cipro, Bulgaria, Bielorussia, Serbia e Montenegro, Monaco, Grecia, Ucraina, Slovacchia, Bosnia, Erzegovina, Macedonia, Moldavia, Estonia, Romania, Turchia. In Italia, le unioni more uxorio sono più diffuse al Nord del Paese (5-6%), mentre nel Mezzogiorno si mantengono al di sotto del 2%. Abitano nella stessa casa, per lo Stato però non sono un nucleo familiare ma solo 2 persone che vivono nelle stesso appartamento. Se almeno potessero dichiarare che si amano…., ma - in fondo - a chi interesserebbe? Se, poi, hanno un figlio, allora sono tre persone. Se si tratta di due omosessuali, per lo Stato, sono solo amici.

Insomma, l’amore fuori dal matrimonio non ha diritti. Si difende il matrimonio in nome dell’amore, eppure, la storia e la vita sono pieni di matrimoni senza amore. Per non parlare di chi vede nel matrimonio la tomba dell’amore. L’argomento resta controverso, ma nei fatti i conviventi sono esclusi, al momento, da numerosi diritti. Niente assegni familiari, niente successione, niente agevolazioni fiscali né reversibilità della pensione. Niente accesso diretto ai beni del partner defunto se il figlio non ha già compiuto 18 anni. Nessuna possibilità di poter assistere il proprio partner se ricoverato in ospedale, oppure di poterlo visitare in carcere, in caso di arresto. E molti altri ostacoli.

Il dibattito tra i politici è vivace. Vaticano e cattolici tradizionalisti temono che il concetto di famiglia possa essere esteso non solo ai conviventi eterosessuali, ma anche alle coppie gay. C’è la grande paura che l’amore, nella sua accezione più ampia, assuma status giuridico riconosciuto dallo Stato. Eppure, proprio l’amore, nella storia dell’Umanità ha mosso le montagne. L’amore per la libertà e l’uguaglianza è stato blasfemo fino alla Rivoluzione Francese. Tante battaglie sociali ne sono derivate, come quella a favore del divorzio, per citarne solo una. Senza amore è difficile immaginare un mondo in movimento. Sarebbe il feudalesimo permanente. Insomma, lasciateli in Pacs.


(2007-1 pg 8)

 

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