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Categoria: Cultura
Pubblicato Mercoledì, 17 Novembre 2010 22:19

Federico II di Svevia

Der Enkel Friedrich Barbarossas, auch Stupor Mundi (Erstaunen der Welt) genannt, war einer der bedeutendsten Kaiser des Mittelalters, der im multikulturellen Süditalien tolerant und offen herrschte. An seinem Hof in Palermo begann die Lyrik in italienischer Sprache und wurde das Sonett "erfunden". Die Städtepartnerschaft zwischen der schwäbischen Stadt Göppingen und Foggia, der Landeshauptstadt Apuliens, erinnert an den großen Staufenkaiser.

Rosanna Ricciardi

Non "bestia carica di nomi blasfemi”, sorgendo dal mare come nell’anatema di Papa Gregorio IX, ma in una tenda allestita nella piazza principale di una cittadina della Marca Anconitana, venne al mondo Federico II di Svevia, una delle figure più controverse e indagate della storia. Messia o Anticristo?Stupor o mundi? Illuminato sovrano o mediocre regnante attorniato da capaci consiglieri?

Si tratta di quesiti che neppure tra gli studiosi hanno trovato una risposta definitiva: basti pensare che anche i toni delle biografie dell’imperatore svevo oscillano tra l’assoluta mitizzazione e il ridimensionamento fortemente critico della sua figura. E forse è anche superfluo cercare risposte per un personaggio la cui vita, anche epurata dagli elementi più leggendari, continua ad affascinare a più di 7 secoli dalla morte, perpetuandosi nelle iniziative e nelle opere che durante il suo regno e alla sua corte videro la luce: lo Studium generale del Regno di Sicilia, di cui viene annunciata la fondazione nel 1224, oggi Università degli Studi di Napoli Federico II o Castel del Monte, una delle mete turistiche più frequentate dell’Italia meridionale,

opera architettonica enigmatica e suggestiva raffigurata ora anche sulle monete da 1 centesimo di Euro; senza dimenticare che fu proprio alla corte palermitana che si sviluppò la poesia siciliana, a cui si fanno risalire le origini della lirica e della letteratura italiana.

 

Dunque la storia artistica, letteraria e culturale dell’Italia meridionale passa anche per Göppingen, cittadina a circa 45 km da Stoccarda, gemellata con Foggia e dominata dal castello di Hohenstaufen. Di questo piccolo borgo, arroccato su un’altura da cui si domina uno dei più bei paesaggi del Baden-Württemberg, è originaria l’omonima dinastia il cui più noto esponente è Federico Barbarossa. A questi riuscì, con una raffinata azione diplomatica, di far unire in matrimonio suo figlio Enrico con Costanza d’Altavilla, figlia del Re di Sicilia, ottenendo in tal modo quel controllo sulle terre dell’Italia meridionale che, sebbene osteggiato da più parti, fu suggellato dall’incoronazione di Enrico VI nel Duomo di Palermo il 25 dicembre 1194. Il giorno dopo, nella piazza del Mercato di Jesi, una delle tappe del viaggio intrapreso per ricongiungersi al marito, Costanza metteva al mondo Federico. La nascita del sovrano svevo avvenne in pubblico, sembra per fugare qualsiasi dubbio, data l’età avanzata della madre, sulla legittimità della sua successione al trono.

Quattro anni più tardi, dopo la morte dapprima di Enrico e poi di Costanza, la Sicilia si trovò ad avere un re bambino posto sotto la tutela di papa Innocenzo III e preda delle mire dei nobili tedeschi che si contendevano l’influenza politica sul regno. C’è chi racconta di un Federico che giocava nei vicoli di Palermo con i suoi coetanei e se la pur suggestiva immagine di un re "picciotto” cresciuto per strada è poco credibile, sicuramente l’aver trascorso l’infanzia nel clima multietnico e culturalmente fervido della capitale normanno–sveva influì molto sulla formazione e sulla curiosità 1220, dopo il ritorno dal quasi decennale soggiorno in Germania e l’incoronazione imperiale a Roma, poté dedicarsi alla vita culturale di corte e alla riorganizzazione dei sistemi amministrativi e giudiziari del Regno. Il buon funzionamento dell’apparato burocratico, servito da una nuova classe di funzionari attiva sul territorio in maniera capillare, era strumentale alla realizzazione di quell’assolutismo con cui si poteva contrapporre il potere imperiale a quello del pontefice, mentre nell’ottica di infondere nei sudditi la sensazione di onnipresenza del sovrano vanno inquadrati i numerosissimi castelli che Federico fece restaurare od erigere fin nei più reconditi angoli dei suoi domini fino alla morte, avvenuta nel 1250. Immutator.

(2004-4 pg 19)

 

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