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Pasolini e noi, quarant’anni dopo

Grande successo di pubblico alla rassegna su Pier Paolo Pasolini organizzata dal Circolo Centofiori

Debora Francione

Monaco, 1 dicembre 2015.
Il 29 novembre scorso presso la sala conferenze della biblioteca del Gasteig di Monaco ha avuto luogo un evento molto particolare tra un pubblico intervenuto numeroso e il ricordo vivo di un uomo ed intellettuale italiano morto oramai quarant’anni fa: Pier Paolo Pasolini. L’iniziativa organizzata dall’associazione culturale monacense Circolo Centofiori si è distinta non solo per il grande successo di pubblico, ma anche per essere stata l’unica manifestazione a Monaco di Baviera in onore dell’intellettuale italiano.

Ad accogliere il pubblico era stata allestita anche un’esposizione di foto di Pasolini.

L'apertura ha toccato tutti nella sala: la canzone A Pa’ di Francesco De Gregori dedicata a Pasolini
che ha accompagnato un collage di video del poeta di Casarsa (qui il link del video ripreso da youtube: https://www.youtube.com/watch?v=9uApr4RvS2o).

La rassegna, come spiegato da una delle due presidenti del Circolo, Marinella Vicinanza, è stata suddivisa in tre parti, ognuna dedicata ad un aspetto della personalità caleidoscopica ed affascinante di Pasolini.

Pasolini “il poeta e lo scrittore in prosa” è stato ricordato dalla voce di Sandra Galli, Pasquale Petti, Franco Mattoni e di Ilaria Furno Weise che hanno saputo interpretare alcune poesie e scritti in prosa di Pasolini.

Nella seconda parte è stato ricordato l’aspetto critico e provocatorio di “Pasolini intellettuale”. Risulta, allora, adeguata la scelta del testo “Cari studenti”, interpretato da Ilaria Furno Weise, una critica pasoliniana sui risvolti della rivolta del ‘68. Pasolini sfugge da ogni interpretazione o categorizzazione semplicistica, avallando, in questo testo critico, non la causa degli studenti figli dei loro padri borghesi, bensì quella dei poliziotti ‘figli dei poveri’. L’aspetto critico di Pasolini si rafforza ancora di più con l’ascolto dalla voce di Paolo Gatti del famoso J’accuse ‘Io so’, sul golpe o colpo di Stato di un’Italia piegata dalle stragi. Il testo di Pasolini appare sul Corriere della Sera nel 1974 e viene affiancato dall’articolo di Prezzolini che, ironicamente, lo intitola ‘Io credo’. Di Pasolini cattura il suo essere un italiano di città e di periferia, grande scrittore e umile al contempo: la sua immagine non è solo quella dell’intellettuale ospite televisivo di Enzo Biagi (link: https://www.youtube.com/watch?v=MxT12xgsKJ0) ma anche dell’uomo puro vicino alla gente semplice – ricordiamo la sua profonda vicinanza, tra tutti, a Ninetto Davoli – e alle realtà contadine. Pasolini nasce a Casarsa, in Friuli, e proprio con il dialetto friulano ha inizio la sua poesia. Luciana Gandolfi, friulana doc, ha avvicinato il pubblico in sala alla cadenza del dialetto di Pasolini, interpretando un suo testo scritto proprio nella sua lingua di origine.

Pasolini, l’intellettuale sui generis, non è stato mai amato senza riserve e molti sono stati i suoi detrattori: hanno introdotto questo aspetto la docente dell’Università LMU Angela Oster e l'attrice Margaretha Baumgarten in un faccia a faccia recitato tra Umberto Eco e Pasolini.

La parte finale si è conclusa con un’introduzione di Pasolini “il cineasta” offerta da Ambra Sorrentino Becker. Pasolini e il cinema è un connubio ricco di rimandi artistici: le arti figurative e la musica, su tutte, predominano nel realismo poetico del regista. Al termine il pubblico ha assistito alla proiezione del film ‘Mamma Roma’, con una grande Anna Magnani, forse colei che più di tutte ha saputo interpretare quella forza di spirito vivo e di semplice umanità che Pasolini richiama in tutta la sua produzione artistica.

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