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Pubblicato Lunedì, 10 Settembre 2012 14:23

La bomba di Schwabing

Bilancio retrospettivo di un’esplosione

Die kontrollierte Sprengung einer Fliegerbombe aus dem zweiten Weltkrieg in Schwabing war wahrlich ein aufsehenerregendes Ereignis. Somit bietet sich auch die Gelegenheit, über eine Vergangenheit nachzudenken, welche uns gar nicht so weit entfernt vorkommt.

Pasquale Episcopoalt

Monaco, 4 settembre 2012.
Alcuni giorni fa a Monaco, nel centrale e popoloso quartiere di Schwabing, è stata trovata una bomba inesplosa del peso di 250 chili. La bomba, lanciata durante una delle numerose incursioni aeree della seconda guerra mondiale, è rimasta seppellita per circa settant'anni. Causa del ritrovamento i lavori di scavo di una ditta di costruzioni edili. Gli artificieri non sono riusciti a disinnescare l’ordigno e siccome la rimozione e il trasporto in altro sito erano rischiosi, hanno deciso di farlo esplodere lì dove è stato trovato. Circa tremila persone sono state evacuate. Per due giorni i cittadini di Monaco, e in modo particolare gli abitanti di Schwabing, hanno tenuto il fiato sospeso in attesa del momento in cui gli artificieri avrebbero fatto brillare la bomba. L'esplosione controllata ha avuto luogo alle 21.54 di martedì 28 agosto ed è stata spettacolare. Le fiamme si sono viste alte sui tetti della città e il boato è stato udito a chilometri di distanza.

Per molti l'esplosione della bomba di Schwabing ha rappresentato un’occasione per ripensare alla tragedia della guerra. Lo è stato anche per me. Quando ero piccolo e frequentavo la scuola elementare, alle pareti della mia classe erano attaccati manifesti raffiguranti bombe di diverse grandezze e forme.

Quei manifesti riportavano a grandi caratteri scritte del tipo: “SE VEDETE UN OGGETTO SIMILE NON TOCCATELO, MA AVVERTITE SUBITO I CARABINIERI”. Ho ancora vivo il ricordo di quelle immagini come anche dei molti racconti di storie e di episodi accaduti durante la guerra. A raccontare quelle storie erano i miei genitori, parenti, amici di famiglia e vicini. La mia città natale, Foggia, nell’estate del 1943 fu ripetutamente e pesantemente bombardata dagli alleati. Il motivo dei bombardamenti risiedeva nell’importanza della città come nodo ferroviario e nel fatto che a poca distanza c’era la più importante base aerea tedesca del Sud Italia. Nel maggio 1943 la stazione ferroviaria e l’aeroporto furono colpiti e distrutti. Ma gli attacchi aerei non terminarono e presto ne vennero altri. Quelli del 22 luglio e del 19 agosto furono particolarmente violenti, si concentrarono sul centro abitato e distrussero il 70% degli edifici. Forse nessun'altra città italiana è stata tanto bombardata come Foggia. Le vittime furono migliaia. I foggiani dovettero sfollare nelle campagne e sui monti del subappennino. Tra questi anche i miei genitori e le loro famiglie.

 

Di quei tragici eventi parlo ancora oggi, di tanto in tanto, con mia madre. Ma nonostante io abbia ascoltato tanti racconti, letto libri di storia e visto decine di film che hanno descritto il dramma della guerra, chi come me quel dramma non l'ha vissuto direttamente, mai potrà comprendere veramente il dolore, la paura e le privazioni che esso ha portato con sé.

Alcune settimane fa un mio caro amico, nato e vissuto a Monaco, ha compiuto ottant’anni. Il suo nome è Klaus. Klaus parla bene l’italiano e per il giorno del suo compleanno ha scritto alcune pagine sulla sua infanzia. “Nel settembre del 1943 avevo undici anni e a Monaco ci fu il primo bombardamento... Il governo decise di sfollare tutti gli studenti di età inferiore a quindici anni. Io fui portato con la mia classe a Garmisch, dove rimasi fino al mese di aprile del 1945, lontano dalla mia amata mamma. Abitavamo in una pensione vicino alla stazione, in camere a quattro o sei letti. Di noi era responsabile un giovane chiamato Lagermannschaftsführer (lett. capo della squadra del campo ndr). Vivevamo quasi para-militarmente... Nel mese di gennaio del 1945 una bomba distrusse metà della nostra casa a Schwabing e solo per fortuna mia madre si salvò. Alla fine di aprile i miei genitori vennero a prendermi. Salimmo su un treno per Monaco e la mattina arrivammo a Gräfelfing. Andammo a piedi a Pasing, poi raggiungemmo Schwabing. La domenica gli americani arrivarono a Marienplatz”.

La Germania è la nazione che in Europa ha subito i danni maggiori dei bombardamenti della guerra. “Circa un milione di tonnellate di bombe fu sganciato sul territorio nel corso di una campagna di annientamento sistematicamente pianificata dall’aviazione inglese e statunitense al fine di fiaccare la resistenza della popolazione e di provocare il crollo e la resa del regime hitleriano” (1). Le vittime civili furono oltre mezzo milione e nessuna delle grandi e medie città tedesche fu risparmiata. Amburgo e Dresda furono devastate dal fuoco delle bombe incendiarie e anche Monaco soffrì enormi danni. Complessivamente la città subì 73 incursioni aeree durante le quali furono sganciate oltre 60.000 bombe che causarono la morte di 6.632 persone (1).

La bomba di Schwabing non è un caso isolato, se non per il fatto che questa volta gli artificieri non sono riusciti a neutralizzarla. Negli anni passati decine di bombe sono state disinnescate in vari quartieri della città e non si può escludere che altre vengano trovate in futuro. Secondo stime degli esperti sarebbero diverse centinaia gli ordigni inesplosi che giacciono nel sottosuolo della città. Presto capiterà di nuovo che un’altra bomba venga scoperta. Se non si riuscirà a disinnescarla, la città dovrà fermarsi di nuovo. Un nuovo boato turberà la quiete pubblica e con essa gli animi di chi ancora può ricordare. Tra questi il mio amico Klaus.alt

Il 28 giugno scorso a Londra la regina Elisabetta ha inaugurato il primo grande memoriale dedicato ai 55.573 aviatori del Bomber Command della RAF (Royal Air Force) che perirono durante la guerra (2). La cerimonia ha avuto luogo alla presenza di circa seimila veterani, oggi ultra-novantenni, che ancora giovanissimi presero parte alle incursioni aeree negli equipaggi delle fortezze volanti. Perché si sia aspettato tanto tempo, quasi settant'anni, è presto detto. Non poche sono state le critiche, sollevate da gente comune, ma anche da storici e studiosi, all’accanimento delle incursioni aeree che causò perdite umane e materiali ben oltre il necessario. In ciò Foggia e Dresda hanno avuto un destino comune. E se oggi non vi sono dubbi sui crimini efferati perpetrati dalla barbarie del nazismo, rimane aperta la questione se la violenza dei bombardamenti alleati non sia pure da iscrivere nella lunga lista dei crimini contro l’umanità compiuti in quegli anni. Sarà la storia a dire l’ultima parola. Nell’attesa che ciò accada - se mai accadrà - la riconciliazione è possibile se si getta uno sguardo sull’Europa di oggi: nonostante l’imperfetta integrazione tra gli Stati e il dilagare della crisi economica, essa è un esempio di democrazia delle nazioni e di benessere degli individui che non ha pari a livello planetario. Tutto ciò che abbiamo oggi lo hanno costruito sulle macerie di quei bombardamenti le generazioni sopravvissute.

La bomba esplosa l’altra notte a Schwabing rappresenta un monito e al tempo stesso un incitamento affinché l’Europa odierna non dimentichi il prezzo pagato per la pace, ridimensioni i problemi del presente e guardi con fiducia al futuro.

 

Note:
(1)Fonte: Jörg Friedrich. La Germania bombardata - Mondadori. Titolo originale: Der Brand. Deutschland im Bombenkrieg 1940 – 1945. Propyläen Verlag, München 2002
(2)Fonte: BBC - http://www.bbc.co.uk/news/uk-18600871

 

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