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Categoria: Varie
Pubblicato Mercoledì, 03 Dicembre 2014 12:04

Donne Europee in Germania: Partecipazione politica. Libertà è partecipazione

(Comunicato stampa: Contributo di Daniela Di Benedetto - presidente del PD - di Monaco) in occasione dell'INCONTRO RETEDONNE "DONNE D'EUROPA" a Monaco  il 29 novembre 2014) 

(Foto: Eleonora Cucina)  

La partecipazione alla vita politica è un valore la cui percezione negli ultimi anni sta cambiando, sia da un punto di vista della partecipazione attiva al voto che per quanto riguarda il coinvolgimento nei gruppi politico/associativi e quindi nell’esercizio del diritto di voto passivo.

Siamo donne d’Europa e occorre fare un ragionamento sulla partecipazione politica dei migranti Europei in Europa quanto sul coinvolgimento dei giovani e delle donne, coinvolgimento spesso controverso ma sicuramente in evoluzione.

Essere cittadini
La partecipazione alla vita politica è un valore e in essa è insito uno dei principi delle libertà individuali più importanti: per dirla alla Gaber, non solo la libertà d’opinione ma anche della condivisione e della corresponsabilità. Scegliere di partecipare vuol dire assumersi in libertà la corresponsabilità della società in cui viviamo.

Cittadini migranti
Uso le parole del nuovo ambasciatore italiano in Germania, Piero Benassi: “pensiamoci cittadini Europei di nazionalità italiana residenti in Germania”. Ho molto apprezzato queste sue parole e ho voluto permettermi di approfondire: la cittadinanza di residenza e la cittadinanza Europea sono una bella visione che dobbiamo costruire e per costruirla dobbiamo cominciare ad usare gli strumenti a nostra disposizione, che in questo momento per noi italiani residenti in Germania sono due:

-       La doppia cittadinanza

-       Il diritto di voto attivo e passivo alle elezioni amministrative locali in quanto cittadini comunitari.

Alcuni dati:

http://www.mstatistik-muenchen.de/wahlatlas_kw2014/html5/atlas.html?geog=1&indicator=i4&date=SPD&geog2=1&indicator2=i4&date2=CSU

http://www.mstatistik-muenchen.de/wahlatlas_kw2014/html5/atlas.html?geog=1&indicator=i4&date=SPD&geog2=1&indicator2=i4&date2=CSU

Un risultato di questo genere porta i gruppi politici a pensare che sia insufficiente, forse in qualche caso inutile, impiegare risorse per soddisfare le richieste politiche dei gruppi di concittadini con esperienza migratoria perchè questi in effetti non hanno interesse ad esprimersi politicamente nel momento della scelta democratica.
Allo stesso modo l’interesse a proporre candidati stranieri potrebbe decrescere perchè non rappresentano gruppi politicamente interessati all’iniziativa. La mia tesi invece è che proprio il coinvolgimento più intenso di un maggior numero di politici con background migratorio debba promuovere alla lunga la maggiore partecipazione politica di questi gruppi di concittadini, così come si spera che avvenga attraverso l’imposizione di quote per le donne e come si sa già da altri ambiti, come ad esempio quello scolastico, che influisce sulle ambizioni dei giovani avere degli esempi di adulti che si siano fatti strada in un certo settore: parlando di scuola, ad esempio ad un maggior numero di insegnanti con esperienza migratoria, corrispondono molto spesso un maggiore impegno e migliori risultati scolastici da parte degli alunni figli a propria volta di migranti.
In questo contesto vorrei aprire una breve parentesi e spendere due parole sulla mia esperienza personale. Mi sono accostata all’SPD nel 2005. Ero giá tessera nel mio partito italiano da diversi anni. Mi avvicinai nell’ambito del Forum per i Partiti socialdemocratici Europei a  Monaco, organizzato dalla stessa SPD. Nel 2006 ho fatto la tessera e sono stata accolta molto calorosamente. Quando l’impegno è diventato più intenso molti ne sono stati contenti, soprattutto ai vertici del partito. Nell’OV ho osservato innescarsi alcune dinamiche di competizione dalle quali ho subito preso le distanze. Oggi devo dire che l’impegno degli ultimi anni e delle tante campagne elettorali giocate in squadra ha maturato dei risultati in termini di stima e riconoscimento. Nelle ultime elezioni del direttivo delle donne socialdemocratiche della regione di Monaco mi è stato chiesto di candidarmi e sono stata l’unico membro del nuovo direttivo ad essere stata eletta all’unanimità nella posizione per la quale si candidava. Poche settimae dopo, sempre in quota AsF sono stata eletta dall’intero partito, membro supplente nel direttivo generale della regione di Monaco. È la prima volta che un membro dell’SPD non nato e non cresciuto in Germania faccia parte di questo organo. Questo dato mi rende molto orgogliosa e anche consapevole di una responsabilità, di un nuovo punto di osservazione e di una nuova opportunità per tutti.

 

Donne e partecipazione politica:

Essere donne in politica
Ma torniamo al ruolo delle donne in politica. Essere donne non vuol dire necessariamente essere escluse dai percorsi politici: è pur vero che le donne, spesso, finiscono per autoescludersi per problemi di “accessibilità” degli stessi percorsi, o perchè non sono state educate ad immaginare certe posizioni per sè. Vuol dire purtroppo, anche fare una scelta di gestione del proprio ruolo.
Molti pensano che fare politica oggi per una donna debba coincidere con la rinuncia ad una certa quota di femminilità. Altri pensano che voglia dire al contrario, esaltare la propria femminilità e “approfittarne” per trarne vantaggi di varia natura. Io mi rifiuto di entrare in questo dibattito: sono convinta del fatto che la PERSONA venga prima di tutto, indipendentemente dal proprio genere, dall’età, dalla nazionalità, dalla religione, dallo stato fisico.
La persona come complesso di caratteri. L’essere donna comporta innegabilmente avere in certi ambiti un approccio diverso da quello degli uomini, complementare ed ugualmente necessario. Lo stesso si può dire per giovani e anziani, per emigrati e non, per portatori di varie culture e moralità, forme di disabilità e abilità.
Io credo che in questo gli unici veri principi di cui tener conto siano la lealtà ed il rispetto: lealtà e rispetto nei confronti di se stessi, nei confronti dei propri cari, dei propri affini, della società e della morale. In lealtà e rispetto si può fare tutto. Parafrasando la più nota frase di Sant’Agostino: “Ama e fa ciò che vuoi”.

Accessibilità della partecipazione politica
Quando parlo di accessibilità oggi mi riferisco a tutto ciò che riguarda la gestione della vita familiare ma non solo. La famiglia è spesso vista come responsabilità unica della donna/madre. Visione che ritengo errata. Io mi spingo fino a dire che i figli, i bambini sono nella responsabilità della società stessa che deve garantire ad ogni bambino uguali possibilità.

Le quote.
Alla luce di quanto detto fin qui posso dire di essere solo parzialmente d’accordo con l’introduzione di quote. Fino a pochi anni fa avrei detto di essere del tutto contraria. Avrei detto che l’unica cosa che conta é la formazione. Oggi, con qualche anno in più dico che è idealmente vero ma che concretamente le quote servono a creare dei precedenti necessari e degli esempi viventi e che l’obiettivo debba essere comunque quello di non averne piú bisogno nel giro di pochi anni.

Spirito di gruppo.
Credere nella partecipazione vuol dire secondo me, credere nell’utilità di tutti, nel fatto che siamo tutti ugualmente importanti e nessuno  indispensabile.  Quando per decenni non si riesce a creare un ricambio ai vertici di una Istituzione o di una associazione qualcosa non ha funzionato e occorre seriamente interrogarsi sul cosa non abbia funzionato. Solo questo elemento di criticità ci aiuta a lasciare il posto migliore di come lo abbiamo trovato: principio scout che secondo me è fondamento dell’agire politico.
Occorre ragionare in termini di gruppo, fare crescere il gruppo. Sostenere la partecipazione politica è scegliere di lavorare insieme. L’obiettivo è sempre comune. Le risorse invece, sono poche. Per questo è importante creare e fomentare  sinergie. E per questo mi permetto di ricordarvi le iniziative di uno splendido gruppo che ho contribuito a far nascere nel 2008 e che continua ad organizzare manifestazioni di una grande profondità: Un’Altra Italia che in queste settimane ed anche oggi e domani tengono manifestazioni sull’Immigrazione e sui fatti di Lampedusa e di tutta Europa. Vi invito caldamente a partecipare. Potrete trovare fuori i flyer.
E lasciatemi chiudere con una frase di una persona che ho amato molto, che da bambina era quel bambino un pò più grande di me che mi portava al parco giochi, che per la prima volta mi ha messo in mano una bandiera, che mi portava in stanze dalle pareti tutte rosse che con i miei pochi anni non riuscivo ancora a capire cosa fossero e che purtroppo quest’anno é improvvisamente e prematuramente scomparso, Giacomo Di Benedetto, deputato della regione Sicilia e sindaco di un comune dell’Agrigentino che ha ospitato molti profughi approdati a Lampedusa.

Diceva in un suo discorso solo poco tempo fa: “....siamo tutti portatori di una diversità, diverse culture, diverse idee, come diverse sono le dita di una mano ma che insieme sanno stringersi, costituire un pugno, il pugno di una battaglia per il rinnovamento della nostra Sicilia....” e poi ancora “patrimonio di gente che può con orgoglio dire ancora oggi che LA POLITICA È BELLA!”

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