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Categoria: Varie
Pubblicato Sabato, 01 Marzo 2014 17:14

Per un impegno a tutto campo

Intervista a Daniela Di Benedetto, candidata per il partito SPD alle elezioni comunali di Monaco

Titti Galasso

Monaco, 1 marzo 2014.
Daniela Di Benedetto, 39 anni, siciliana madre di due bambini, laureata in scienze statistiche ed economiche, dottorato con borsa di studio in statistica computazionale e analisi dei dati all’Università Federico II di Napoli, approda in Germania nel 2001 come ricercatrice all’Università di Augusta, con la vita in una valigia e senza parlare una sola parola di tedesco. Oggi è candidata nella lista dell’SPD di Monaco per le elezioni comunali che si terranno in Baviera il prossimo 16 marzo.

INTERVenti (IV): Augusta è stata la tua prima esperienza tedesca, sia dal punto di vista professionale che culturale. Che cosa ti ha portato a lasciare questa bella cittadina universitaria per trasferirti a Monaco?
Daniela Di Benedetto (DDB): Augusta mi stava stretta, non trovavo ambiti di impegno sociale adatti a me che mi permettessero di interagire e sentirmi parte della realtà locale. Inoltre rimanere ancora più a lungo all’università mi avrebbe vincolata a quella carriera; essendomi nel frattempo legata a Nicola, scelsi di rimanere in Germania ma cambiando settore professionale e città. Eccomi nel 2004 non molto lontano, a Monaco nel quartiere di Laim.

IV: Come sei arrivata a candidarti nelle liste dell’SPD? 
DDB: L’Unione Europea ha sancito con una propria legge del 1994 il diritto di voto attivo e passivo per tutti i cittadini dell’Unione Europea in qualunque Paese dell’Unione si trovino. Nel 1996 fu eletta a Monaco di Baviera Fiorenza Colonnella, rieletta poi nel 2002. Nel 2008 Fiorenza decise di non ricandidarsi e cercando una persona alla quale passare il testimone chiese a me di propormi, cosa che feci. Purtroppo non mi fu assegnato un buon posto in lista, nonostante ciò ottenni un buon risultato personale. Questa volta mi è stato assegnato un posto più in alto nella lista, il 42, e oggi mi ritengo più preparata rispetto ad allora per questa tornata elettorale.

IV: Quali sono i punti del programma dell’SPD che sostieni?
DDB: Innanzitutto quello della partecipazione, che consiste nel rafforzare la capacità politica dei consigli di quartiere (Bezirksauschüße), ciò significa consolidare il legame tra politica e cittadini: questo punto è stato inserito nel programma dell’SPD e accolto quasi all’unanimità in seguito a una mia mozione. Personalmente ritengo questo tema essenziale poiché il consiglio di quartiere è il primo punto di riferimento e contatto politico di ogni cittadino. Questo vuol dire dargli più forza e favorire il suo desiderio di partecipazione e consapevolezza politica. Considero inoltre rilevante l’introduzione di strumenti di partecipazione politica già in età scolare (consiglio comunale dei ragazzi nella scuola elementare) e l’istituzionalizzazione delle tavole rotonde dei cittadini.
Per quanto riguarda l’assistenza all’infanzia e la scolarizzazione è nostra intenzione lavorare per la centralizzazione dei servizi di inserimento dei bambini nelle strutture comunali e non, per la crescita di strutture a tempo pieno e per promuovere le opportunità bilingui.
Un altro tema di cui ci occuperemo riguarda il trasporto. I punti che affronteremo saranno l’accessibilità e la pulizia delle stazioni metropolitane, il completamento della linea U5 (Laim-Pasing) e l’integrazione del traffico di Monaco ovest.
Non tralasceremo nemmeno le problematiche legate al contenimento dei prezzi degli immobili attraverso l’introduzione di limitazioni e divieti di trasformazione di appartamenti popolari in unità abitative di lusso.
In particolare ho intenzione di impegnarmi a seguire l’andamento dei prezzi degli immobili e degli affitti, di favorire l’integrazione dei processi di progettazione dei quartieri residenziali attraverso analisi e progettazione delle infrastrutture, di rendere obbligatoria la destinazione di spazi per l’accoglienza infantile per ogni slot abitativo, di creare abitazioni temporanee a gestione comunale e di istituire centri per la consulenza residenziale.
Per quanto riguarda il tema importante del lavoro mi farò carico di un servizio di riconoscimento titoli e di un centro informazioni sul sistema duale (mestieri e praticantati).
Anche l’arte e la cultura avranno una posizione rilevante: il mio impegno sarà quello di incrementare spazi e risorse per artisti, associazioni, per la produzione e la sperimentazione culturale, per incentivare la ricerca e la creatività sin dalla prima infanzia. Proporrò anche gare di abbellimento di aree scelte della città.
Il tema dell’integrazione rappresenta per me uno dei punti essenziali del programma. Mi sono già da tempo attivata per l'apertura di un Centro Italiano, per realizzare una serie di incontri informativi per i nuovi emigrati (il 27 febbraio scorso si è tenuta la prima Newcomers Network Party), per assistere i figli dei nuovi arrivati con corsi di tedesco e per favorire case multigenerazionali. Ritengo necessaria la prevenzione della povertà nella terza età. Lavorerò inoltre per sensibilizzare il sistema sanitario riguardo ai temi della salute dei migranti e per la creazione di un centro di analisi socio-epidemiologica.

IV: I nuovi flussi di emigrazione dall’Italia sono uno dei tanti temi dolenti del nostro Paese… Ci sono progetti per migliorare i servizi di sostegno e tutela per i nuovi emigrati?
DDB: I nuovi arrivati aumentano di anno in anno e di mese in mese. Oggi rispetto a qualche anno fa la voglia di partecipazione è cresciuta. Trovare lavoro è forse meno facile, ma ancora abbastanza possibile. I grandi ostacoli sono invece rappresentati dal reperimento di un alloggio e dai problemi linguistici. I progetti a sostegno dell’integrazione sono molti e sono già ben avviati. Purtroppo le istituzioni tedesche riscontrano enormi difficoltà nel proporli agli italiani perché non facilmente raggiungibili a causa della mancanza di una comunità italiana unita. I Greci ad esempio, che contano su una comunità di dimensioni simile alla nostra, sono molto meglio organizzati, si ritrovano attorno alla chiesa, alle scuole greche e alla Casa Greca.
Quello che manca a noi italiani è un “Centro Italiano”. Lo immagino come luogo di memoria ma soprattutto di accoglienza e di sperimentazione. Un luogo dove ci si possa incontrare in modo diverso a seconda dei diversi momenti della giornata, un luogo dove fare e ricevere informazione ma anche luogo di sperimentazione culturale e ritrovo per tutte le associazioni.

IV: La partecipazione degli italiani alla vita politica di Monaco è indubbiamente limitata rispetto a quella di altri gruppi di stranieri. Pensi di fare qualcosa a questo riguardo?
DDB: La scarsa partecipazione al voto è la ragione per la quale non riusciamo ad avere nostri rappresentanti nelle istituzioni. Quando dimostreremo di voler essere rappresentati, anche le istituzioni tedesche ci riconosceranno come propri interlocutori politici. In effetti, noi italiani fatichiamo a ritrovarci, a usufruire delle risorsi esistenti e a trovare spazi di incontro.
In questi anni ho cercato di smuovere questa situazione coinvolgendo associazioni culturali, artistiche, politiche e di mutuo soccorso. Credo in parte di esserci riuscita e adesso sto tentando di consolidare questo movimento attraverso i mezzi di comunicazione (stampa e social network) cercando allo stesso tempo di rafforzare i legami tra le realtà italiane e quelle tedesche.

IV: Quali tipi di collaborazione con le istituzioni italiane a Monaco (Consolato, Comites, Istituto Italiano di Cultura, patronati e associazioni) prevedi per raggiungere gli obiettivi che ti sei prefissa?
DDB: Il mio obiettivo politico principale è quello di favorire la coesione fra gli italiani per consolidarne l’integrazione. I tedeschi riconoscono questa emergenza, alcuni italiani ancora no. Abbiamo la fortuna, in questo momento, di trovare interlocutori molto disponibili presso le istituzioni locali. Se c’è apertura si può realizzare molto anche quando le risorse sembrano insufficienti. L’importante è volerlo e crederci.

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