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Categoria: Turismo
Pubblicato Domenica, 17 Maggio 2015 10:14

Benvenuti all'Expo e non solo

"Fuori EXPO": Visita alla città di Rho

Valentina Pagani

Rho, 17 maggio 2015.
Per il mondo Expo 2015 fa rima con Milano, città del business e della cultura, con centinaia di monumenti ed edifici da visitare, decine di Musei da apprezzare e la possibilità di fare shopping nella capitale della moda. Ma il sito espositivo si estende, in realtà, fuori dal cuore pulsante del capoluogo lombardo, toccando quell'hinterland milanese che,con le sue ricchezze, non ha nulla da invidiare alla città. La prima tappa del nostro “fuori Expo” parte da Rho, città che condivide con Milano l’onore - e l’onere - di ospitare l’Expo. Perché, per chi viene da fuori, oltre ad una giornata tra i padiglioni, consigliamo qualche gita fuori porta alla scoperta di un territorio che può essere sorprendente.

La prima buona notizia è che la città di Rho è raggiungibile, dal sito Expo, attraverso navette, taxi e treni suburbani (consigliati, basta una sola fermata e la stazione è a due passi dal centro). Città di origine romana (una pergamena conservata all'Archivio di Stato parla del villaggio già nell'846 a.C.), sono stati numerosi i ritrovamenti archeologici e lo stesso centro storico, che ha come perno l’incrocio tra due assi classici della centuriazione romana, ne è una prova. Proprio una di queste porta dalla stazione al centro e qui si snoda la vita cittadina e lo shopping.

Da non perdere la chiesa prepositurale di S.Vittore realizzata a metà '800 in sostituzione della precedente, di origini antichissime, e, poco più avanti, sulla destra, il municipio, oltre a Villa Visconti-Banfi. In piazza S.Vittore, non perdete la colonna della peste, del 1644, al centro dell’incrocio. In via Matteotti, scorci delle vecchie corti, tipiche dello stile lombardo, che costituivano l'antica contrada del Pasquè, che culminava in un piccolo convento agostiniano di cui, oggi, si può scorgere l'affresco della Madonna del Latte, in via Marconi. Sul lato sinistro, spicca torre Crivelli. Shopping e architettura locale in via Madonna che porta al Santuario. Una chicca: piazza Visconti, ricavata in quello che era l'immenso giardino della proprietà, con una fontana centrale. La villa Visconti Banfi, edificio del VXII secolo, ha interni affrescati da Andrea Lanzani: cortile, portico con stemmi araldici e un cancello in ferro battuto al rendono un piccolo gioiello. E ancora Palazzo De Andrea con trace di decorazioni in cotto e un giardino con alberi secolari. In via Matteotti c'è poi Palazzo Crivelli con affreschi, stemmi araldici e una torre da ammirare.

Poco più spostata c'è una delle numerose ville di delizia che fiorirono nel XVII secolo nell'hinterland milanese: Villa Burba. Residenza di campagna delle grandi famiglie milanesi, oggi gioielli del patrimonio artistico locale. Sorge a lato del tracciato storico della strada del Sempione su terreni della storica e nobile famiglia Crivelli, al cui erede, Maddalena, nel 1665 portò in dote tale proprietà al conte Luigi Pecchio che curò la costruzione della villa. Un edificio “in rosa”, che passò da una proprietaria all'altra, finché fu acquisita dai marchesi Cornaggia Medici, diventando emblema di grandi fortune, ma anche di grandi disgrazie. Dal 1996 è di proprietà comunale che la ha trasformata in un polo culturale.  La villa padronale ha una struttura a “U”; la corte d'onore è arricchita da una fontana e sono ammirabili manufatti in ferro battuto, portici e finestre corniciate. 13mila metri quadrati di parco fanno da cornice alla villa, con esemplari arborei antichi e una recinzione decorata da statue. La corte rustica, con al rimessa, la stalla, il fienile e il filatoio oggi sono sale convegno utilizzabili anche per le mostre. Imperdibile al fontana-lavatoio con pergolato. All'interno vi consigliamo di ammirare il salone del camino affrescato (1665), lo scalone d'onore e l'ala est, con la mostra permanente dedicata allo sculture locale Franco Fossa. Gli stemmi araldici arricchiscono portico e balconcino, c'è poi la cappellina di san Giuseppe.

Non solo cultura. Rho ospita anche un importante santuario religioso, dedicato all'Addolorata. Il Santuario della Beata Vergine Addolorata di Rho deve l'origine del culto ad un fatto prodigioso avvenuto nel 1583: sul volto della Vergine dipinta in un affresco in una piccola cappella di campagna, scorrevano lacrime di sangue. L'allora Arcivescovo milanese San Carlo Borromeo confermò il miracolo e fece costruire un grande tempio all'architetto Pellegrino Tibaldi. Il santuario fu costruito in due secoli col contributo delle famiglie del posto e attirò in città molti artisti che affrescarono e arricchirono di stemmi le cappelle dei nobili. Padre Giorgio Maria Martinelli fu il fondatore. Oggi, a Rho, giungono molti pellegrini. Il santuario ha una facciata neoclassica firmata da Leopoldo Pollack. All'interno, la cappella originaria, il gesiolo, ha base a croce latina con cupola, affreschi e sculture. C'è anche una decorazione di Camillo Procaccini nella cappella Simonetta. La cappella Visconti, opera di Lanzani, è dedicata a San Carlo. L'altare maggiore, opera di Gaetano Moretti, mostra l'affresco miracoloso, staccato dalla sua originaria posizione.

E allora con una fermata di treno da Expo, perché non fare tappa anche qui? Arte, cultura e shopping a portata di... treno.

 

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