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Categoria: Gastronomia
Pubblicato Martedì, 25 Marzo 2014 15:59

“Kunst Cafè”

Intervista a Giuseppe Boccarusso, titolare del noto ristorante monacense Kunst Cafè, presso la Königsplatz, che ospita mostre di artisti emergenti (attualmente le opere della pittrice Angelika Gasper)

Lorenzo Beato

Monaco, 25 marzo 2014.
INTERVenti (IV): Giuseppe, parlaci un po' di te e del tuo caffè.
Giuseppe Boccarusso (GB): Mi chiamo Giuseppe Boccarusso e sono in questo bellissimo Paese, la Germania, dal lontano '98. Dal 2003 gestisco questo locale, il Kunst Café, il cui nome viene dal luogo in cui ci troviamo.
Giuseppe con molto entusiasmo riassume a INTERVenti la storia di questo distretto, centro di ritrovo per molti artisti fino alla seconda guerra mondiale: un’area che va dall'attuale Tribunale fino a lambire la Königplatz.

Dopo la guerra il quartiere fu quasi completamente distrutto ad eccezione del Kunstblock, attuale sede della facoltà di ingegneria e architettura. Il nuovo “block” dov'è il nostro ristorante - prosegue Giuseppe - è stato costruito invece da zero. Per evitare di trovare un nome che fosse specificatamente italiano, che ci avrebbe inserito così in un contesto già abbastanza saturo, abbiamo scelto di rendere omaggio a questo luogo. Inoltre questo nome ci permette di essere rintracciati facilmente”..

IV: Come nasce l'idea di utilizzare il locale per ospitare delle piccole esposizioni?
GB: Il tutto è avvenuto spontaneamente. Abbiamo cominciato a ricevere proposte da artisti, alcuni già affermati, altri emergenti, per esporre le loro opere.

IV: E voi come avete reagito?
GB: All'inizio eravamo titubanti, non avevamo mai pensato a questa cosa, non rientrava nei nostri progetti. Ci ha sorpreso il numero di persone che ci contattavano e quindi ci siamo fermati un attimo a riflettere e abbiamo compreso che forse poteva essere una buona idea. C'erano però ancora dei dubbi tecnici...

IV: Cioè?
GB: Esporre richiede i giusti spazi e qui il nostro caffé praticamente non ha pareti ma solo vetrate.”

IV: E come avete risolto il problema?
GB: La gastronomia ci è venuta in aiuto e abbiamo pensato a quello che chiamiamo “sandwich”, ovvero un supporto sospeso che può ospitare da entrambi i lati le opere degli artisti, che sono così visibili sia dall'interno del locale che dall'esterno, attraverso i vetri.

IV: Chi espone al Kunst Café?
GB: Ci sono nomi noti come Peter Zimmerman, Emma Andijewska, solo per citarne alcuni a memoria, ma anche meno noti ed emergenti.

IV: Che tipo di opere vengono esposte?
GB: Vengono esposti dipinti e fotografie ma con alcune regole. Per non urtare la sensibilità di alcuni e, principalmente per il fatto che questo resta pur sempre un luogo dove le persone vengono a mangiare, abbiamo deciso di evitare per ora il nudo. Le opere possono essere acquistate dai clienti, è l'artista che fissa il prezzo prima di esporre.
Una domanda mi sorge dunque spontanea e legittima ma Giuseppe mi anticipa.

Noi non chiediamo soldi, non prendiamo commissioni sull'eventuale vendita e questo per un semplice motivo: il nostro “tornaconto” sta nel fatto che il nostro locale cambia look e si rinnova ogni due mesi. Comunque lasciamo libero l'artista, a fine esposizione, di regalarci una sua opera esposta se ne ha piacere”.

IV: Perché il nome Kunst Café?
GB: Qui non proponiamo semplicemente piatti tipici della gastronomia italiana ma cerchiamo di aggiungerci un tocco di creatività che possa anche stuzzicare la fantasia del cliente senza appesantirne il palato. Un esempio? La pasta con zucca e amaretti.
C’è anche un altro aspetto, il Kunst Cafè lavora solo a pranzo. La nostra idea è di offrire una cucina ricercata anche a quel cliente che magari ha solo 45 minuti, un’ora al massimo.
Unico piccolo rammarico, da italiani, è vedere che qui non ha attecchito, forse per ragioni culturali, il rituale dell'aperitivo.”

 

La mia attenzione è ora rivolta ad Angelika Gasper le cui opere saranno esposte qui per tutto il bimestre marzo-aprile. Durante l'intervista a Giuseppe ci ha fatto compagnia, annuendo, qualche volta sorridendo. Lei è una di quelle persone che, ad esempio, non avrebbero nulla in contrario a esporre anche il nudo: “il bello è bello” dice.
Ha uno sguardo discreto, indagatore quanto basta a non essere invadente, perfino accomodante, ma che racchiude dentro molta saggezza.

IV: Di cosa ti occupi nella vita?
Angelika Gasper (AG): Sono consulente nel settore bancario. Mi occupo di investimenti.

IV: Quando è nato il tuo rapporto con la pittura?
AG: Da bambina, con matita e foglio. Gli altri, i grandi, parlavano, io li guardavo e disegnavo.

IV: Come definiresti le tue opere?
AG: Un po' impressioniste. Mi piace molto Monet e la natura impressionista. I colori con i sentimenti.
Angelika usa poche parole ma che racchiudono molto. Del resto basta osservare un suo qualsiasi quadro per rendersi conto della profondità delle sue parole.

IV: Come nasce una tua opera?
AG: Spesso mi trovo a passeggiare nella natura e quando c'è un particolare che mi colpisce lo fermo nella mia testa e comincio letteralmente a dipingere quel quadro con la fantasia, a tracciare le pennellate. Ho tutto in mente già prima di iniziare a dipingere.

IV: È difficile separarti da una tua opera una volta portata a termine?
AG: Io non sono una pittrice professionista, per me è più difficile vendere le mie opere. Mi trovo spesso a regalarle invece ad amici e colleghi. In alcuni casi sì, mi è difficile separarmi da alcune opere, specialmente se vanno in mano ad estranei. Quando invece so che sono miei amici a riceverle per me è una doppia gioia.

IV: È la prima volta che esponi?
AG: No a dire il vero ho esposto anni fa in Austria al lago Achensee. Una volta un famoso rivenditore per artisti di Monaco mi ha chiesto di dipingere nel suo negozio durante l'orario di apertura. Così le persone entravano, si fermavano a osservare. È stata un'esperienza curiosa e interessante.

IV: La tua opera d'arte preferita?
AG: Mi piace molto Monet, Raffaello, Chagall, sono stili diversi mi rendo conto, ma dovendo sceglierne una dico Monet, “Lo stagno delle ninfee”.

IV: L'arte è necessaria?
AG: Sì, per me. Fa parte degli uomini. Ne caratterizza le peculiarità e le differenze in modo pacifico.

IV: Un'ultima domanda. La Germania promuove l'arte?
AG: Lo Stato sostiene e promuove non solo l'arte ma in generale la cultura. Gli artisti hanno anche alcune agevolazioni fiscali a quanto mi risulta. Ma non è il mio caso visto che mi occupo di tutt'altro.

 

Angelika mi mostra poi i suoi quadri e risponde ad alcune mie curiosità personali sul colore e la tecnica.

Giuseppe tra un cliente e l'altro ci fa compagnia, mi mostra le tazzine personalizzate e mi invita - convinto già dell'esito positivo - ad esprimere la mia sul suo espresso: “buono” gli dico “anche se non sono un esperto” e lui “non bisogna essere esperti per capire se un espresso è buono o no”. Io non ho bisogno di convincermi perché in effetti il caffé è buono davvero. Mi ricorda inoltre del finissage del 24 aprile, alle ore 18.00 al quale parteciperà anche Angelika, “Un’occasione per conoscere bar e artista”.

 

Per ulteriori informazioni sul locale e le esposizioni:
Kunst Café, Ottostr. 5 -  www.kunst-cafe.com 

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