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Categoria: Editoriali
Pubblicato Giovedì, 28 Febbraio 2013 17:14

MA... SIAMO SEMPRE ITALIANI?

 A parte poche eccezioni sembra proprio che quel poco più di un milione di italiani all'estero, che hanno espresso il loro voto in queste elezioni, siano degli italiani "particolari". Preferiscono chiaramente la sinistra, hanno fiducia nei modi accademici del Professore - che si becca in Europa più del 27% -, ma non si fanno né abbindolare troppo dal carisma ambiguo del Cavaliere né trascinare dalle urla di Grillo in quelle piazze gremite.

Ma certo! Sono gli italiani che vivono in Italia quelli che contano, sia per numero sia perché loro "sono" lì, perché non hanno - ancora - "abbandonato", vivono la crisi e le nuove tasse sulla loro pelle, sono in prima linea… Noi fuoriusciti invece guardiamo da lontano verso quella penisola dove abbiamo parenti e forse ancora una casa per la quale non ci sarà sembrato troppo strano pagare quell'IMU di cui speriamo di essere esonerati perché "poveri emigrati".

Possibile che dall'estero la distanza dal "Belpaese" ci permetta maggiore obiettività e ci faccia fare scelte elettorali più "europee"?

Ma cosa contiamo noi? Nel 2006 i nostri voti ci sembrarono decisivi per un governo senza Berlusconi. Questa volta la nostra forza è stata insufficiente per modificare qualcosa. E noi stavolta non abbiamo nemmeno più voglia di giustificarci con amici e colleghi che si sono ormai rassegnati a non capire più nulla di quello che succede nel nostro Paese.

Ma siamo sempre italiani? O meglio, ci sentiamo ancora di esserlo?

La risposta ce la dà Napolitano proprio a Monaco di Baviera quando ieri risponde ad una delle solite uscite di Steinbrück, segretario della SPD, esigendo il rispetto per il nostro Paese. Certo, vogliamo sentirci italiani perché ancora abbiamo motivo di "continuare ad essere orgogliosi dell’Italia che crea, che produce, che lavora".

 

Gianni Minelli

Monaco, 28 febbraio 2013

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