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Categoria: Mito
Pubblicato Domenica, 04 Dicembre 2016 14:21

L’amicizia nelle fiabe e nella tradizione degli antichi

Laura Benatti

Como, 23 novembre 2016.

Da “I musicanti di Brema“ dei fratelli Grimm:
Ein Esel, ein Hund, eine Katze und ein Hahn möchten nicht sterben. Sie laufen zusammen weg und wollen in der Stadt Bremen Musik machen. Aus einem Haus verjagen sie mit ihrer Musik eine Bande von Räubern: Der Esel schreit, der Hund bellt, die Katze miaut und der Hahn kräht. Das Haus gefällt ihnen und sie bleiben da. Nach Bremen kommen sie nie.

(Trad: Un asino, un cane, un gatto, e un gallo non vorrebbero morire.
Corrono insieme per strada  desiderando andare a  suonare nella città di Brema. Con la loro musica riescono a scacciare da una casa una banda di predoni: l'asino raglia, il cane abbaia, il gatto miagola, il gallo fa chichirichì. A loro piace quella casa e così si stabiliscono là. Non si recheranno mai più a Brema).

Questa bellissima e particolare favola ha la peculiarità di contenere riflessioni morali "senza tempo" e, per questo, è paragonabile alla produzione del favolista greco Esopo e quello latino Fedro.

Anche nella narrazione dei fratelli Grimm, infatti, sono presenti degli animali che allegoricamente rappresentano gli uomini con i loro vizi e virtù, con le loro emozioni e sentimenti... tra questi l'amicizia svolge un ruolo di primaria importanza.

Non sempre i nostri sogni, i nostri ideali possono concretizzarsi, ma, al contrario, possono facilmente andare in frantumi per diversi motivi e allora è molto più assennato restare legati alla realtà e coltivare affetti sinceri e profondi che dureranno per tutta la vita.

I quattro personaggi della favola desideravano ardentemente recarsi a Brema e diventare famosi musicisti, ma... le cose sono andate diversamente e così alla fine si trovano a vivere tutti insieme in armonia nella dimora che erano riusciti a strappare ai briganti e questo vale molto, ma molto più della loro carriera.

L'amicizia ha sempre rivestito grande importanza e attirato l'attenzione degli autori di tutte le epoche e civiltà: pensiamo ai personaggi di Achille e Patroclo dell'Iliade di Omero, di Oreste e Pilade nella tragedia Oreste di Euripide, di Alessandro ed Efestione nella storia greca.
Il filosofo Platone dedicò un suo importante dialogo a questo tema, il Liside, e Aristotele nell'Etica Nicomachea distinse tre tipologie di amicizia: quelle basate sull'utilità, quelle basate sul piacere, destinate a finire, e quella permanente basata sulla virtù.

Sotto un profilo esclusivamente politico l'oratore ateniese Isocrate proclamò nel Panegirico l'unione di tutti i Greci contro i barbari come l'unico mezzo per raggiungere la supremazia. A Filippo II di Macedonia si deve il concetto di dividere e comandare, che verrà ripreso nel mondo romano da Cesare: la mancanza di unità conduce inevitabilmente al risultato di diventare facile bersaglio per gli avversari.
Ma chi più di tutti ci offre pagine splendide e commoventi sull'amicizia è Cicerone il quale nel dialogo Laelius, o De amicitia, afferma che di tutti i beni che gli dei immortali hanno donato agli uomini - salute, ricchezza, onori e piaceri - la sola amicizia, quella vera, quella basata sulla virtù, è eterna.

Tornando alla nostra splendida favola, sono presenti in essa anche altri motivi molto significativi come la ricerca della libertà, che viene a coincidere con la musica, il tema dell'umiliazione e dello sfruttamento (questi quattro amici maltrattati dai loro padroni e cacciati dalle loro fattorie, decidono di unirsi in cerca di successo), l'ingiustizia subita che induce gli animi più miti non alla ribellione, perché la lotta sarebbe impari, ma ad un silenzioso allontanamento.

Tutta la tradizione storica, filosofica, mitologica ritorna... e i fratelli Jacob e Wilhelm Grimm (prima metà del XIX secolo) cercarono nel passato le radici del loro presente. Essi raccolsero tutte le tradizioni popolari alla base della cultura tedesca le quali trovarono la loro splendida realizzazione nella famosissima raccolta di fiabe (conosciuta in tutto il mondo e tradotta in tutte le lingue). Le loro fiabe avrebbero inoltre contribuito a riscoprire un'identità nazionale tedesca che, alla loro epoca, non esisteva ancora.

Anche sotto il profilo linguistico, siamo debitori a Jacob Grimm della “prima rotazione consonantica“ (“erste Lautverschiebung“ cosiddetta Legge di Grimm https://it.wikipedia.org/wiki/Rotazione_consonantica ndr) nelle lingue germaniche rispetto all'indoeuropeo e della "seconda rotazione consonantica" (“zweite Lautverschiebung“) legata al rapporto tra alcuni dialetti tedeschi e altre lingue germaniche.

Questi studi effettuati da Jacob e Wilhelm non solo sul tedesco, ma anche su diverse lingue nordiche e slave approdò alla pubblicazione della "Deutsche Grammatik“.

E tutto questo è suggestivo, ma saranno sempre e

solo le favole a farci sognare e a permetterci di tornare all'infanzia, la fase della vita più pura e incontaminata, in cui si affrontano con occhi spalancati e pieni di stupore le vicende di personaggi che non hanno tempo, che non hanno luogo, ma che rappresentano l'eternità della natura umana, sempre uguale a se stessa, "Com'è piacevole l'uomo, quando è uomo", affermava Menandro, commediografo di età ellenistica.

Le favole ci regalano questo, uno sguardo sull'eternità, perché non diventano mai vecchie, ma insegnano sempre qualcosa di nuovo.

 

 

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