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Categoria: Cultura italiana a Monaco
Pubblicato Domenica, 22 Settembre 2013 19:17

“I segreti dell’Arte”

Personale di Serio Digitalino all’Orangerie dell’Englischer Garten

Daniela GhidiniLa mostra di Serio Digitalino "I segreti dell'arte" (Foto Daniela Ghidini)

Monaco, 22 settembre 2013.
Lo scorso martedì 17 settembre ha avuto luogo all’Orangerie nell’Englischer Garten il vernissage della mostra personale di Serio Digitalino, “I segreti dell’Arte”.

Un numeroso gruppo di amici e appassionati di arte ha potuto seguire con interesse il discorso del Professor Helmuth Hinderwies, germanista e amico di lunga data dell’artista.
Dopo alcune acute riflessioni generali, anche sul ruolo e il valore della vera arte nella società odierna, la quale, più che esprimere l’interiorità dell’artista dovrebbe condurre il fruitore a provare stupore dinanzi alla profondità del mistero, il Professor Hinderwies ha illustrato, con sagaci collegamenti filologici, letterari e storico-etnologici, alcune delle opere esposte.

Tra le altre “Moloch” (scultura in legno di recupero e metallo), interpretazione della mostruosa divinità dell’antichità, “Kapitalistischer Größenwahn”, (scultura in gesso, metallo e schiuma poliuretanica), metafora della difficoltà di vera comunicazione annessa alla megalomania, il cui colore nero sottolinea l’idea di una forza minacciosa.
Per opposizione è passato alla descrizione e interpretazione di alcuni quadri dai colori intensi (acrilici), inondati di luce, che acquistano un senso tridimensionale e dinamico grazie a cianfrusaglie, fondi di cassetto, stracci, pezzi di metallo, ruggine. Materiale di scarto che in un nuovo contesto riceve un significato rinnovato e diventa simbolo del fugace.
“Heimat”, dove al giallo della luce del sud si accosta il nero della sagoma dello stivale e il verde della natura, si apre a diverse interpretazioni: forse il commiato da una patria che l’artista ha lasciato da molto tempo? O piuttosto la gioia nel ricordo della sua luce e purezza? O un sentimento di vuoto?
L’arte non vuole essere una fotografia statica di un evento passato quanto piuttosto testimoniare un processo dinamico di trasformazione: così in “Der Gletscher gibt das Geheimnis wieder frei”, dove il passato, a lungo racchiuso e conservato, raggiunge il presente e vi si mescola, o in “Geisterschiff” e in “Spielraum”, dove l’accento è posto sulla caducità della natura umana e il suo mistero.
Diversi punti di vista e ripetute considerazioni delle opere suggeriscono spesso altre immagini e nuove interpretazioni.
Altri lavori in plexiglas colorato completano la mostra rimasta aperta al pubblico fino a domenica 22 settembre.

 

 

 

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